Alzi la mano chi è ancora abbonato a Netflix. Vedo poche mani alzate. Eppure io me lo ricordo quando il servizio di streaming è arrivato nel nostro paese nel lontano 2015, e sembrava la manna dal cielo: un gigantesco catalogo con tutte le novità del momento, i consigli con gli amici sulle migliori serie TV da guardare, un abbonamento relativamente economico e sostenibile, con la promessa di poterlo condividere con chi ti pare. Ma gli anni passano: nel frattempo tutti abbiamo visto Breaking Bad e Black Mirror, i servizi di streaming on demand disponibili in Italia si sono moltiplicati e i piani di abbonamento a Netflix non sono più né economici, né condivisibili con gli amici.
Nel frattempo, Netflix sembra essersi dedicata alla pesca a strascico, producendo più o meno qualsiasi cosa passasse a tiro, al punto da diventare una sorta di meme nell'industria (vedi spezzone di South Park qui sotto). Certo, nel complesso Netflix è ancora in grado di sfornare ottimi show, ma il rapporto tra capolavori e robaccia non gioca a favore della piattaforma.
E se per ogni serie di qualità ce ne sono una decina di assolutamente dimenticabili, viene da chiedersi perché continuare a pagare l'abbonamento a Netflix.
Ve lo dico io il perché: per Hades.
Ma anche per Dead Cells, per GTA: San Andreas, per Into the Breach, per Death's Door, per Katana ZERO, per Braid. Insomma, ci siamo capiti, per i Netflix Games.
Coi videogiochi Netflix fa sul serio
Lo ammetto: quando Netflix ha annunciato l'intenzione di puntare (anche) sui videogiochi, non ci avrei scommesso un euro. Certo, il primo gioco di Stranger Thins era carino e godibile, ma pensavo che questa storia dei tie in videoludici non sarebbe durata a lungo. E invece Netflix non solo ha continuato a produrre videogiochi basati sulle sue serie, ma ha anche – e soprattutto – acquisito i diritti per distribuire giochi famosi. E che giochi! Ne ho già citati alcuni tra i più interessanti e non mi dilungherò oltre, ma l'elenco dei titoli distribuiti da Netflix – scaricabili gratis per chi ha un abbonamento alla piattaforma – continuano a crescere e si fanno sempre più interessanti.
E, oltre a essere disponibili per Android e iOS, sta arrivando anche la possibilità di giocare direttamente dal browser del PC.
D'altra parte, Netflix sta scommettendo molto sui giochi, investendo non solo sulla creazione di un catalogo vario e ricercato, ma anche su acquisizioni importanti: negli ultimi due anni, infatti, l'azienda ha acquisito diverse software house, piccole ma apprezzate, come ad esempio Night School Studio (i creatori dell'ottimo Oxenfree, incluso nel catalogo Netflix Games) e Next Games, la casa finlandese che aveva già sviluppato i giochi mobile di The Walking Dead e Stranger Things. Dulcis in fundo, Netflix ha anche fondato un suo studio, chiamato Blue, assumendo a capo nientepopodimeno che Chacko Sonny, un veterano del settore, già produttore esecutivo di Overwatch, che adesso sta guidando lo sviluppo del primo "studio AAA" di videogame di Netflix.
I videogiochi non pagano ancora (ma pagheranno)
Con un parco titoli che include quelli citati (e tanti altri meritevoli che non ho nominato) trovo verosimile che la strategia di Netflix darà i suoi frutti.
È doveroso parlare al futuro, perché fino alla fine dello scorso anno le cose non andavano così bene: secondo un report di ottobre 2023, il 99% degli utenti Netflix non aveva mai scaricato un gioco di quelli offerti dal catalogo. C'è solo una notevole eccezione: GTA.
In poco tempo, la trilogia (composta da GTA 3, Vice City e San Andreas) ha già raggiunto oltre 30 milioni di download e al momento è di gran lunga il successo più importante della strategia di Netflix in termini di videogiochi (nostalgia canaglia!). D'altra parte, molti degli importanti titoli citati nel paragrafo precedente sono arrivati solo negli ultimi mesi e se già a fine 2023 le installazioni dei Netflix Games erano cresciute del 180% rispetto l'anno precedente, è legittimo aspettarsi che i numeri siano destinati a crescere ancora.
E, francamente, mi auguro che sia così, perché Neflix se lo merita: senza fare troppo rumore, la società sta lentamente costruendo un catalogo di videogiochi più che dignitoso, che francamente mi sto trovando a preferire rispetto al mio abbonamento ad Apple Arcade, ormai quasi finito nel dimenticatoio.
Chi paga già un abbonamento a Netflix e magari ha anche un ottimo controller per giocare su smartphone (a proposito, avete visto quanto è bello SCUF Nomad?) ha fatto tombola: i giochi a disposizione sono così vari e così ottimi che negli ultimi tempi sto perfino lasciando a casa la Switch, giocando direttamente da iPhone.
Insomma: andrà a finire che sempre più persone decideranno (come me) di non sospendere ancora l'abbonamento a Netflix non perché stanno guardando film o serie TV, ma perché stanno giocando a un titolo gioco incluso nell'abbonamento.
I videogiochi si mangiano Netflix, Netflix si mangia i videogiochi
E vi dirò la verità: io sono contento che vada così. Non penso che tutti debbano mettersi a fare videogiochi e non penso che i videogiochi siano un business facile (tipo, vi ricordate di Amazon Luna?), ma se nel mercato videoludico arriva una nuova azienda che si muove bene, mette su un bel catalogo (che è pure "gratis" per i già abbonati) e lavora alla produzione di nuovi titoli, penso che tutti i giocatori ne abbiano potenzialmente da guadagnare.
E poi c'è una questione: i videogiocatori sono sempre di più, l'industria è sempre più importante e nessuno può più permettersi di ignorare i videogiochi. Anche se a volte ci piace pensare di essere ancora pochi ma buoni, sentirci un po' nerd da primi anni '90 con un controller in mano nel buio della cameretta, la verità è che i videogiochi sono ormai un'industria di massa che muove i miliardi di dollari.
E non solo su console, ma anche in termini di intrattenimento: di recente, molti film e serie TV di successo pescano a piene mani dai franchise nati con i videogiochi. Lo ha capito Nintendo dopo il successo del film di Super Mario, lo ha capito Sony dopo il fenomeno mediatico che è stata la serie tratta da The Last of us, lo ha capito Amazon con gli ottimi risultati della serie di Fallout e, ovviamente, lo ha capito anche Netflix.
Non esagero nel dire che due delle mie serie Netflix preferite in assoluto vengano dai videogiochi: parlo di Arcane (direttamente dall'universo di League of Legends) e Cyberpunk: Edgerunners, due ottime serie di animazione che ci ricordano che si può prendere a piene mani dai videogiochi senza produrre porcherie (sì, sto guardando te, Uncharted).
E non c'è di che stupirsi: considerando che i numeri del mercato dei videogiochi sono in costante crescita, è normale che ci siano sempre più spettatori (e utenti Netflix) che sono anche videogiocatori.
E quindi ben venga questo connubio, ben vengano le (belle) serie tratte dai videogiochi e ben vengano le manovre rischiose (ma ben riuscite, almeno finora) di un'azienda come Netflix, che prova ad affrontare la crisi dello streaming diversificando e investendo anche su questo settore difficile, ma estremamente piacevole e redditizio.