L’Intelligence italiana va riformata, secondo Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e autorità delegata proprio agli 007. In Italia i Servizi segreti sono divisi in due agenzie: Aisi (interno) e Aise (estero), coordinate dal Dis, diretto Elisabetta Belloni.
Nell’intelligence italiana “sarebbe preferibile un servizio unico a una pluralità di servizi”, ha detto Gabrielli, intervenendo alla presentazione, organizzata da Formiche, del “Manuale di intelligence e dei servizi segreti” (Rubbettino), l’ultimo libro del deputato PD Alberto Pagani. “Nell’epoca in cui viviamo”, ha spiegato Gabrielli, “mi sfugge la distinzione tra interno ed esterno su materie come cybersecurity, ecofin, terrorismo”.
“Evitare di avere un servizio di intelligence che è la duplicazione di apparati che esistono“
“Non si tratta di concentrare”, ha detto il sottosegretario, “in una sola persona enormi poteri ma di evitare di avere un servizio di intelligence che è la duplicazione di apparati che esistono. In una democrazia non è tanto importante frazionare i poteri quanto creare sistemi di controllo e bilanciamento”.
“Nel nostro Paese”, secondo la visione di Gabrielli, “l’intelligence crescerà quando si affrancherà dagli apparati forti. E invece troppo spesso è vista come un oscar alla carriera di carriere che hanno avuto eccezionali sviluppi, ma che attengono a un habitus mentale che con l’intelligence non hanno nulla a che vedere”.
“Il direttore dei servizi sia l’espressione di un cursus honoris”
Quindi, per Gabrielli, già capo della Polizia, è necessario “recuperare il senso di appartenenza e far sì che un giorno il direttore dei servizi altro non sia che l’espressione di un cursus honoris che nasce nell’ambito della singola amministrazione e risponde alla sacrosanta aspirazione ad assumerne il vertice, senza immissioni a pettine”.