L'intelligenza artificiale deve andare in un posto: nelle orecchie

5 months ago 173

È evidente a chiunque bazzichi il settore che l'intelligenza artificiale è la tecnologia che guiderà il mercato e l'innovazione per i prossimi anni. E, più nello specifico, la grande novità ormai dietro l'angolo è l'intelligenza artificiale generativa integrata in dispositivi che ci portiamo sempre dietro come lo smartphone: arriverà probabilmente su iPhone con iOS 18, si è già intravista su Android con Gemini e c'è già chi chiacchiera amabilmente con l'app di ChatGPT

La sostanza è sempre quella: una intelligenza artificiale in grado di comprendere le nostre richieste e rispondere, il tutto usando direttamente la voce. Qualche settimana fa, Arc ha lanciato Arc Call, la funzione che ci permette di "telefonare" all'IA con lo smartphone, ma per la direzione che sta prendendo il mercato, credo che l'IA non debba stare nello smartphone, ma nelle cuffie.

Non dico che l'elaborazione debba avvenire nelle cuffie – per la potenza di calcolo, possiamo continuare ad affidarci agli smartphone, per quel che mi riguarda –, ma che il miglior modo per parlare con quel genietto che ha tutte le risposte che è l'intelligenza artificiale, è averlo a portata d'orecchio.

Perché sì, in fondo possiamo immaginarlo proprio come un piccolo esserino che viva in simbiosi nel nostro orecchio, un po' come il Pesce di Babele della Guida Galattica per Autostoppisti. Ma se il Pesce di Babele serviva solo per tradurre, le IA del futuro porteranno direttamente alle nostre orecchie non solo traduzioni da altre lingue, ma anche la risposta a qualsiasi altra domanda (a onor del vero, le IA potrebbero non essere in grado di tradurre subito tutte le lingue aliene dell'universo come il Pesce di Babele, ma dategli un po' di tempo...).

Il Pesce di Babele, dal film Guida Galattica per Autostoppisti

A un'intuizione del genere ci è già arrivata Nothing, che per prima ha proposto un'integrazione di ChatGPT nelle sue nuove cuffie: la funzione non è ancora disponibile (arriverà con un aggiornamento prossimamente) e sarà limitata agli smartphone dell'azienda, poiché l'elaborazione dei dati passerà ovviamente dal telefono. Ma si tratta già di un passo verso quella che sarà l'ovvia direzione del mercato.

Nel giro di qualche anno i chatbot conversazionali non saranno più relegati ad app di terze parti come ChatGPT, ma diventeranno parte integrante degli assistenti vocali che usiamo quotidianamente: a quel punto, Siri e simili sapranno rispondere a qualsiasi domanda e – proprio come avviene già adesso, ma con una potenza infinitamente inferiore – saranno davvero a portata di auricolare.

Ma, forse ancor più interessante, c'è già chi sta realizzando una IA in cuffia che non ha bisogno di smartphone per funzionare. Parliamo di IYO One, un innovativo paio di auricolari true wireless che vogliono introdurre il concetto di audio computing.

L'idea è abbastanza immediata, e ricorda un po' il tentativo di Rabbit R1, ossia un dispositivo che vuole immaginare una nuova modalità di interazione con i dispositivi, non basata su display e tap con le dita. Si tratta di un interessante cambio di paradigma, che sposta le interazioni con il computing dalla vista all'audio: intendiamoci, non credo che i display scompariranno, ma è verosimile che anche dispositivi come IYO One (e simili) possano trovare la loro nicchia.

Iyo one

Tra le aziende che hanno finanziato la startup c'è anche Google, il che dà una certa credibilità al progetto. In termini di funzionalità, IYO One promette cancellazione del rumore, boost delle conversazioni, audio immersivo a 360 gradi, traduzioni live, coaching per l'allenamento e un "crescente ecosistema di applicazioni conversazionali".

IYO One è il primo (da quel che ci risulta) prodotto del suo genere, e la spesa per portarselo a casa non è bassa: si può già preordinare con prezzo a partire da 599$. Oppure potete aspettare un paio d'anni e scoprire se gli assistenti vocali degli smartphone andranno nella direzione immaginata: a quel punto, vi basteranno anche cuffiette da poche decine di euro per avere l'IA nelle orecchie.

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