L'obbiettivo esterno torna sugli Smartphone Realme e Xiaomi | Li abbiamo provati e...

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Durante questi giorni folli - ma anche tanto noiosi del Mobile World Congress (le novità che si possono toccare con mano sono sempre meno) - a spezzare l'equilibrio e creare dei veri e propri bagni di folla attorno ai loro stand ci hanno ben pensato Realme e Xiaomi. Come? Con dei Concept Phone che ci mostrano come potrebbe essere il cameraphone del "futuro".

La fotografia su smartphone ormai è arrivata ad un punto di stallo: andare oltre al sensore da un pollice per le fotocamere principale è quasi impossibile e inserire ulteriori sensori secondari di dimensioni tali comporta degli oblò fotografici che sempre più spesso vengono criticati dall'utenza finale.

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Tecnologia 05 Mar

D'altra parte volere un design minimale, come quello dei Samsung Galaxy o iPhone di Apple, è pressoché impensabile se si vogliono montare teleobiettivi periscopici o pluri-prismatici come quelli di Xiaomi, Vivo e Oppo. Insomma siamo arrivati ad un punto di stallo fisico e allora tutte le aziende stanno correndo ai ripari con il software e l'Intelligenza Artificiale.

Google lo fa da anni, con la sua tanto amata e bramata Google Camera, una applicazione che integra dei particolari algoritmi di scatto (come il demosaicing) che hanno anticipato l'IA di Honor e Oppo di quasi 10 anni. Già nel 2017 i Google Pixel erano in grado di ricreare i dettagli nelle foto zoom con ingrandimenti molto elevati, forse anche meglio di come fanno ora i top di gamma delle due aziende cinesi citate poco sopra, che però sfruttano l'IA.

Non saprei contare le volte che nel corso di questi anni ho letto di amici, follower e utenti richiedere a gran voce una vera e propria fotocamera marcata Google, una mirrorless con la potenza ed il software degli smartphone insomma. Dopo tanti anni siamo quasi arrivati a quel punto e sia Realme sia Xiaomi hanno deciso di provare a percorrere due strade completamente differenti.

Novità che potrebbero anticipare il futuro ma che in realtà arrivano direttamente dal passato. Molti dei nostri lettori ricorderanno sicuramente una soluzione molto simile di Sony, arrivata anche in commercio, che però non ebbe particolare successo e forse era anche troppo "prematura" ai tempi. Vedremo se queste nuove "modalità di approccio" e la maggior potenza degli smartphone moderni, potranno avere maggior fortuna rispetto alla "fine" dell'idea di Sony.

L'ORIGINE: XIAOMI 12S ULTRA CONCEPT

Esattamente tre anni fa, al Mobile World Congress del 2025, Xiaomi metteva in vetrina il suo Xiaomi 12S Ultra Concept, uno smartphone mai messo in vendita ma che ai tempi fece molto scalpore. Ricordo di esser riuscito a toccarlo con mano arrivando soltanto agli ultimi giorni di fiera.

Lo sviluppo era ad un livello embrionale ma l'idea di fondo era quella che ha ripreso Realme nel 2025: uno smartphone al quale si possono avvitare degli obiettivi veri e propri. Come? Svitando una protezione attorno al classico oblò delle fotocamere di uno smartphone che svelava un attacco per lenti Leica-M. Indovinate un po'? Sì, anche il nuovo concept di Realme ha l'attacco, più o meno, per le lenti Leica-M!


Insomma, Xiaomi ha fatto scuola, come si dice in questi casi, e Realme ha preso un progetto "abbandonato" nel 2022 e ha cercato di riproporlo con una sua chiave di lettura più ampia e con una demo utilizzabile per davvero. Come mai Xiaomi abbandonò questo progetto? Essenzialmente per un motivo: il costo di un singolo esemplare per l'uso demo era di 41.000€. Con una produzione di massa avviata saremmo comunque stati non sotto i 5000€, un prezzo chiaramente fuori mercato.

Inoltre c'è da considerare la "comodità": per Xiaomi era un fantastico concetto ma andava contro l'idea di "smartphone", di un qualcosa di tascabile e facilmente fruibile. Chiaramente sanciva un legame diretto con Leica ma forse era un concept che serviva più per rafforzare i due brand che altro. E poi.. in quanti hanno nel proprio corredo fotografico delle costosissime lenti Leica-M?

L'EVOLUZIONE: REALME ULTRA CONCEPT

Seguendo la strada tracciata da Xiaomi, seppur Realme ci abbia indicato cinque anni come i tempi di sviluppo di questo prototipo, ecco che esce dal nulla un "Realme Ultra", uno smartphone che ha molto in comune con il precedente Xiaomi 12S Ultra Concept.

Entrambi hanno un sensore da un pollice (ma sul Realme al momento è un LYT-900 più recente) sfruttabile tramite obiettivi, ed entrambi montano anche delle classiche fotocamere da smartphone grandangolari e ultragrandangolari, sfruttabili quando non si vuole montare nessuna lente accessoria sul nostro smartphone.


Il Realme, a differenza del precedente Xiaomi, necessita di un adattatore ben più vistoso e che ci viene fornito nel kit "Ultra" assieme a due lenti, agganciabili all'adattatore. A disposizione troviamo una lente m-mount da 73mm (zoom 3X) ed un tele più spinto da 234mm (zoom 10X).

L'adattatore è manuale, un semplice pezzo di plastica più o meno, quindi non abbiamo autofocus o controllo elettronico del diaframma. Manca ovviamente qualunque tipo di stabilizzazione ottica. Lo Xiaomi aveva lo stesso esatto limite.


Sia il Realme Ultra che lo Xiaomi 12S Ultra Concept puntano e puntavano tutto sulle lenti, obiettivi molto più grandi, con elementi in vetri asferici di altissimo livello, ma alla base mantengono un piccolo sensorino da un pollice.

Le lenti chiaramente fanno una enorme differenza nella fotografia: meglio una APS-C economica con una lente costosa che una APS-C costosa ma con una lente economica. Potremmo dire che nel bilancio fotocamera/obiettivi i secondi sono più importanti con un rapporto 20/70.


Qui però abbiamo dei sensori da 1", molto piccoli, sul livello di una Point&Shoot, quindi a conti fatti sì, avremo dei dettagli poco più definiti, avremo uno sfocato nettamente maggiore, avremo meno flare, meno abberrazione cromatica, fringing e via dicendo, ma il sensore rimane "limitato".

L'unico vantaggio di questo sistema è quello di sfruttare un unico sensore di altà qualità per tutte le lenti e quindi tutte le focali che desideriamo: addio alle ultrawide da 8 megapixel! E a questo punto però perché non integrare un sensore micro quattro terzi molto più grande e che avrebbe nettamente differenziato Smartphone e Smartphone "Fotografico"?


IL FUNZIONAMENTO

Realme Ultra al momento supporta soltanto quelle due lenti citate: esse infatti sono codificate all'interno del software e hanno due pulsanti ad-hoc per essere sfruttate. Ad oggi non c'è supporto ad altre lenti M-Mount come le economiche 7Artisans, insomma ok che parliamo di un concept ma al momento non è scontato che in futuro possano essere supportate tutte le lenti.

Una volta cliccato il tasto dedicato alla lente montata siamo subito pronti a scattare. Ovviamente essendo la messa a fuoco manuale viene attivata una zebra mode con tratti gialli per capir meglio cosa stiamo mettendo a fuoco. Con il 73mm l'esperienza è assai gradevole mentre il 234mm è sfruttabile soltanto su treppiedi: troppo instabile e ballerino, l'impugnatura è molto squilibrata tanto quanto il peso.


Infine l'ingombro: questi concept dovrebbero essere sfruttati e presentati con lenti minimali, pancake, da viaggio, qualche vintage manuale, non certamente con lenti da 2kg quando lo smartphone ne fa 200 grammi al massimo. Questo ci spiega anche il perché di un adattatore così grande e robusto: senza di esso il rischio di un disallineamento o rottura è dietro l'angolo.

Insomma Realme Ultra è un concept da "wow", prendere in mano uno smartphone con sopra montata una lente M-Mount da 234mm è una vera e propria emozione, ma la strada per un prodotto vendibile è ancora lunghissima.

IL CAMBIO DI ROTTA: XIAOMI MODULAR OPTICAL SYSTEM

Cosa significa Xiaomi Modular Optical System? In breve un anello magnetico, stile magsafe, montato sul retro di uno smartphone e due pin dentro di esso. A tutto ciò si va ad attaccare un obiettivo, una lente fotografica, che però al suo interno include anche un sensore.

Sì, in pratica Xiaomi ha abbandonato il sistema modulare ad obiettivi intercambiabili, come quello del 12S Ultra Concept, per un qualcosa che avevamo già visto nel 2013 con il Sony QX10 o nel 2014 con l'Olympus AIR A01.

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Il Sony QX10 era una fotocamera compatta a forma cilindrica che si attaccava alla back cover del nostro smartphone, si configurava con NFC e si collegava con Wi-Fi Direct allo smartphone. Una volta fatto ciò lo smartphone diventata lo schermo di questa particolare mirrorless con sensore da 1/2.3", praticamente alla pari dei sensori che ad oggi si montano sugli smartphone da 100-150€.

L'Olympus AIR A01, ricordato molto meno dai tanti, era invece molto più geniale (e più ingombrante). Anche lui si attaccava e funzionava con le stesse dinamiche del Sony ma aveva soltanto un semplice sensore a disposizione. Sopra di esso si potevano avvitare delle lenti micro quattro terzi, le stesse del sistema Olympus. Il sensore micro quattro terzi ai tempi era grande sedici volte quello dell'iPhone 6.

Entrambe le idee fallirono miseramente con una manciata di pezzi venduti: si andava esattamente all'opposto della comodità di uno smartphone, il Wi-Fi direct era instabile, le applicazioni terribili e a conti fatti conveniva comprarsi una Point&Shoot tascabile.

Xiaomi prende il meglio di quelle idee e crea quella che ad inizio video abbiamo citato come "Google Mirrorless Camera": il Modular Optical System, delle mini fotocamere attaccabili magneticamente ed integrate all'interno dell'applicazione fotografica del nostro smartphone.


Xiaomi è riuscita con questo nuovo concetto a rendere l'utilizzo facile, immediato e alla portata di tutti: come un qualunque power bank magsafe basta avvicinare l'obiettivo (che in realtà è una vera e propria fotocamera) al magnete circolare e ai due pin per agganciare il tutto.

Fatto ciò all'interno dell'app fotocamera uscirà fuori un tastino che se cliccato ci porterà all'interno di una interfaccia di scatto ottimizzata per questo nuovo accessorio. Tutto è rapido e senza caricamenti, sembra di trovarsi di fronte ad un prodotto già disponibile alla vendita.


Il sensore alla base dello Xiaomi Modular Optical System è un 4:3, proprio come l'Olympus AIR A01, un netto passo in avanti rispetto ai sensori da 1 pollice degli smartphone odierni. Le lenti invece ci portano ad una lunghezza focale di 35mm ed una apertura focale di f/1.4.

La cosa bella rispetto agli altri concept? Qui grazie ai magneti e ai due pin abbiamo quello che Xiaomi chiama "LaserLink", un passaggio di informazioni rapidissime tra accessorio e smartphone che permette di sfruttare lo Snapdragon 8 Elite ed il suo ISP come processore della mini-fotocamera. Ciò implica anche la presenza dell'autofocus, una caratteristica essenziale per una eventuale commercializzazione di massa.


Lo smartphone della demo è uno Xiaomi 15 "personalizzato" ma che a conti fatti dimostra come anche uno smartphone di dimensioni tascabili possa supportare un accessorio del genere. La mini fotocamera è completamente prodotta da Xiaomi, non c'entra nulla Leica in questo caso. Il sensore è da 100 megapixel (viene chiamato Light Fusion X) e le lenti sono prodotte ed ingegnerizzate da Xiaomi.

Non vi nego che se domani trovassi questo accessorio in vendita ad un prezzo non troppo esagerato lo comprerei ad occhi chiusi. Uso un sensore micro quattro terzi sulla mia Lumix GH7 da circa 2000€ (trovate la recensione qui) e avere un sensore forse anche di miglior qualità su un accessorino così piccolo mi ha emozionato e non poco.

CONCEPT CHE PUNTANO AL FUTURO

Questi due concept, come anche quello di Xiaomi del 2022, non puntano ad una commercializzazione di massa. Ad onor del vero e come vi abbiamo detto lo Xiaomi Modular Optical System con qualche aggiustamento potrebbe già essere pronto alla vendita, ma comunque le cose da migliorare sono ancor tante.

La cosa positiva di entrambi i concept è la loro "futuribilità": nell'idea di Realme, quando uscirà un "Ultra 2", con lo stesso adattatore si potrà continuare a sfruttare le stesse lenti, migliorando magari il sensore alla base. Nello Xiaomi in un futuro "Xiaomi 16" basterà continuare ad integrare l'anello magnetico ed i due pin con tecnologia "LaserLink" per continuare a sfruttare le mini lenti/fotocamere già acquistate.


Insomma per entrambe le soluzioni si eviterebbe la fine fatta dagli accessori di LG & Friends del G6 e dalle Moto Mods di Motorola. Una cosa non scontata e che andrebbe ad ammortizzare anche il costo di tutto ciò.

Lo Xiaomi lo reputiamo più pronto alla vendita anche perché è l'unica soluzione in grado di generare ricavi da ogni via: vendita dello smartphone e vendita degli accessori. Il Realme Ultra al momento guadagna tutto dalla vendita dello smartphone ma le lenti sono di terze parti, gli obiettivi non vengono prodotti da Realme. Insomma al netto delle scomodità maggiori anche da un punto di vista aziendale non è la miglior soluzione. E voi, cosa ne pensate? Quale preferite?

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