Lo scorso 27 settembre è stata annunciata la nuova release 6 di LMDE, acronimo di Linux Mint Debian Edition, battezzata Faye.
Le novità di questa versione sono speculari a quelle introdotte in Linux Mint, quindi Kernel Linux 6.1 che introduce il supporto sperimentale a Rust, il supporto iniziale ai chip di Intel Meteor Lake e le schede video AMD RDNA 3, il desktop Cinnamon 5.8 con tutti i miglioramenti nell’ambito della gestione delle finestre e dei workspace, per finire con l’aggiornato software manager che consente di switchare con facilità tra applicazioni pacchettizzate dal sistema o mediante Flatpak (che ricordiamo Mint da tempo ha scelto come sistema per i pacchetti rispetto a SNAP).
L’installazione può essere fatta mediante il consueto sistema Live (questo il link al torrent del file .iso), mentre l’aggiornamento da una versione precedente è dettagliato in un post dedicato, ma nella sostanza non è nulla di più di un sudo mintupgrade.
Ma l’occasione di questa release è utile, come abbiamo indicato nel titolo, per sottolineare l’importanza che ha LMDE, in particolare alla luce delle recenti e controverse scelte che aziende open-source hanno compiuto, vedi Red Hat con la questione dei sorgenti RHEL o Canonical con LXD.
Linux Mint, come molti sapranno, è “figlia” di Ubuntu (che è figlia appunto di Canonical), pur non essendone uno spin ufficiale per scelta del progetto che, come nel caso ad esempio della scelta Flatpak su SNAP, ha voluto prendere vie diverse rispetto alla distribuzione “madre”.
LMDE è un progetto Linux Mint il cui obiettivo è garantire che Linux Mint sia in grado di continuare a offrire la stessa esperienza utente e quanto lavoro richiederebbe se Ubuntu dovesse mai scomparire e per garantire che il software che viene sviluppato in seno al progetto Linux Mint sia compatibile al di fuori di Ubuntu.
Alla luce di tutto questo però la domanda potrebbe nascere spontanea: rilevata l’utilità di LMDE, perché non mantenere solo questa?
È proprio il maintainer principale del progetto, il francese Clement Lefebvre, a rispondere a questa domanda (Can we know where you stand in your thinking regarding the transition of Linux Mint from an Ubuntu base to a Debian base? Would it be too much work to also migrate the Mate and XFCE versions to Debian?) , nei commenti al blog post di presentazione della nuova release:
I’ve nothing bad to say about 22.04. I hope Ubuntu continues to be as good going forward and doesn’t neglect its APT package base. If we don’t have a reason to transition we won’t. Ubuntu is still the best APT package base out there in our opinion. LMDE is there as a potential solution, but it is not a goal in itself.
In the scenario of a transition we’d likely port all editions towards Debian. There would be bit of work of involved to backport/patch Xfce and MATE but it would be pretty small since most of the work was already done on the Ubuntu base. I’d be more worried about communication, the lack of upgrades between Mint and LMDE, the lack of LTS, and filling what’s left of a gap between the two (driver/kernel management etc..). This is something we work on every year. We reduced the differences between Mint and LMDE to a point where the experience, for most users, is almost the same. We also invested time in our ISO production method and that covered both distributions, they’re built the same way now and with less differences than before.
Nel caso di una transizione, probabilmente porteremmo tutte le edizioni verso Debian. Ci sarebbe un po’ di lavoro da fare tra backport e patch di Xfce e MATE, ma sarebbe abbastanza limitato poiché gran parte del lavoro è stato già fatto sulla base di Ubuntu. Sarei più preoccupato della comunicazione, della mancanza di aggiornamenti tra Mint e LMDE, della mancanza di LTS e di colmare ciò che rimane di una differenza tra le due (gestione driver/kernel, ecc.). Questo è qualcosa su cui lavoriamo ogni anno. Abbiamo ridotto le differenze tra Mint e LMDE a un punto in cui l’esperienza, per la maggior parte degli utenti, è quasi la stessa. Abbiamo anche investito tempo nel nostro metodo di produzione ISO, che ora copre entrambe le distribuzioni, sono costruite nello stesso modo e con meno differenze rispetto al passato.
Quindi, nella sostanza, pur non essendoci piani effettivi né previsti per l’adozione di LMDE come unica distribuzione, il salvagente è pronto ed in teoria con poco lavoro tutto dovrebbe essere possibile.
Una sicurezza in più per gli utenti Linux Mint.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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