La crisi diplomatica tra Albania e Iran a causa di un attacco informatico

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A causa di un attacco cyber una crisi diplomatica senza precedenti. Tirana sostiene d’avere “prove inconfutabili” del fatto che fu l’Iran a scatenare lo scorso 15 luglio “un massiccio attacco informatico” nella capitale, che distrusse i dati di numerose istituzioni albanesi e mandò in tilt i siti web e i servizi digitali.

Per la prima volta un Paese rompe ogni rapporto con un altro Stato a causa d’un cyber attacco. L’Albania ha annunciato in una nota ufficiale la rottura delle relazioni diplomatiche con Teheran. Motivo: dopo più d’un mese e mezzo d’indagini, coordinate dall’Fbi americana assieme a esperti di Microsoft e a una società Usa di cybersicurezza (la Mandiant, la stessa che s’è occupata in passato dei “disturbi” cinesi a Taiwan), Tirana sostiene d’avere “prove inconfutabili” del fatto che fu l’Iran a scatenare lo scorso 15 luglio “un massiccio attacco informatico” nel Paese, attacco che distrusse i dati di numerose istituzioni albanesi e mandò in tilt i siti web e i servizi digitali.

Il premier Albanese Edi Rama ha dichiarato che quanto successo “non è stato un intervento di gruppi della criminalità organizzata cibernetica, ma un’aggressione statale.

E un’approfondita inchiesta, ha portato alla luce prove inconfutabili che questa aggressione è stata sponsorizzata dall’Iran, impegnando nell’attacco contro l’Albania, quattro gruppi, tra cui uno dei più famigerati del terrorismo cibernetico internazionale, autore di precedenti attacchi anche contro altri Paesi, tra i quali Israele e Arabia Saudita”. Al personale dell’ambasciata dell’Iran a Tirana è stato chiesto di lasciare l’Albania entro 24 ore.

Il sostegno Usa

Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, ha parlato ieri con il primo ministro albanese, Edi Rama, “per esprimere il forte sostegno degli Stati Uniti ad un forte alleato della Nato dopo l’attacco informatico dell’Iran del 15 luglio”.

Sullivan e Rama “si sono impegnati a continuare a lavorare insieme sulla sicurezza informatica”. Il consigliere per la sicurezza nazionale americana ha inoltre espresso apprezzamento “per la generosa accoglienza da parte dell’Albania dei profughi afghani fuggiti dal loro Paese”.

L’Albania fa parte della Nato dal 2009

“Siamo solidali con l’Albania a seguito del recente attacco informatico alle sue infrastrutture informatiche nazionali: gli Alleati riconoscono le dichiarazioni dell’Albania e di altri alleati che attribuiscono la responsabilità dell’attacco informatico al governo dell’Iran“, fa sapere il Consiglio Nord Atlantico in una nota.

“Condanniamo fermamente tali attività informatiche malevole, concepite per destabilizzare e danneggiare la sicurezza di un alleato e perturbare la vita quotidiana dei cittadini. La Nato e gli alleati sostengono l’Albania nel rafforzare le sue capacità di difesa informatica per resistere e respingere tali attività informatiche dannose in futuro”.

La crisi diplomatica tra Albania e Iran durante la visita del presidente Mattarella

La crisi diplomatica con Teheran arriva durante la visita di Sergio Mattarella nel Paese. Il premier Rama ha girato un video che va in onda nella tv di Stato per spiegare agli albanesi come l’Iran abbia utilizzato quattro diversi gruppi di pirati informatici “per creare il caos“, come già accaduto in Germania e in Olanda, in Lituania e in Belgio, in Israele e in Arabia Saudita, in Giordania e negli Emirati arabi, in Kuwait e a Cipro. Uno di questi gruppi, HomeLand Justice, è famoso per i “riscatti” in denaro chiesti alle vittime, in cambio dello stop alle incursioni informatiche.

In particolare, HomeLand Justice avrebbe pubblicato su Telegram i dettagli riguardanti tremila Mujaheddin del popolo, i dissidenti iraniani, che sono nella lista nera delle organizzazioni terroristiche internazionali e che l’Albania ospita dalle parti di Durazzo.

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