Nelle ultime settimane abbiamo parlato spesso del rapporto conflittuale tra l'Unione Europea e Apple: il Digital Markets Act, ossia il nuovo regolamento europeo per la concorrenza nei mercati digitali, porterà parecchie novità nel settore tech, molte delle quali avranno un impatto importante su Apple e i suoi prodotti. Tra i cambi più eclatanti, l'azienda dovrà consentire l'installazione di marketplace alternativi ad App Store su iPhone e dovrà accettare browser con motori di rendering proprietari.
Per stabilire i settori digitali su cui le aziende dovranno consentire maggiore apertura, la Commissione Europea aveva identificato un certo numero di cosiddetti gatekeeper, ossia prodotti e servizi che hanno una posizione dominante tale da creare delle distorsioni nel sistema economico e impedire la libera concorrenza. E se non c'erano dubbi sul ruolo da gatekeeper per servizi come App Store, WhatsApp o Google Maps, per altri nomi come iMessage, Bing, Edge e Microsoft Advertising la questione era ancora in ballo.
iMessage, Edge e Bing sono stati graziati: che succede ora?
Due giorni fa, la Commissione Europea ha annunciato il responso sull'indagine relativa a questi potenziali gatekeeper: i quattro prodotti in questione (iMessage, Bing, Edge, Microsoft Advertising) non hanno le caratteristiche necessarie per essere considerati gatekeeper dall'Unione Europea e, di conseguenza, non dovranno sottostare al DMA.
Questo vuol dire che le rispettive aziende (Apple e Microsoft) non dovranno adottare le pratiche necessarie per garantire la libera concorrenza: ad esempio, Microsoft potrà impostare Edge come browser di default su Windows ed Apple non sarebbe costretta a rendere iMessage interoperabile con altre piattaforme di messaggistica.
Tuttavia, il 16 novembre Apple ha annunciato l'implementazione del protocollo RCS (se non sapete cos'è, lo spieghiamo qui) su iMessage, che permetterà agli utenti di usare l'app Messaggi di default di iPhone per chattare anche con altre piattaforme di messaggistica (come le app Messaggi degli smartphone Android, ma in futuro anche WhatsApp).
L'azienda della mela in passato era stata molto ferrea sulla volontà di tenere iMessage "chiuso", anche considerando che negli Stati Uniti avere o meno iMessage (e quindi un iPhone) fa davvero la differenza nelle comunicazioni: per questo, tutti avevano interpretato l'annuncio dell'implementazione di RCS come una resa nei confronti di quanto richiesto dall'UE, in anticipo prima della decisione sui gatekeeper.
Non aveva aiutato che la dichiarazione di Apple fosse arrivata proprio il 16 novembre, ossia l'ultimo giorno utile per fare ricorso in appello contro il DMA.
Proprio da qui nasce la domanda del titolo: Apple si tirerà indietro? Improbabile, ma non impossibile: le pesanti multe previste per chi non rispetta il DMA erano sicuramente un grande deterrente per Apple, che adesso avrà decisamente meno interessi a implementare rapidamente il protocollo RCS.
Vale la pena ricordare ancora una volta che il protocollo RCS, che rappresenta l'evoluzione degli SMS, sta per diventare uno standard molto importante per scambiarsi i messaggi, soprattutto in Unione Europea dove anche app di terze parti come WhatsApp dovranno implementarlo.
Dopo aver promesso agli utenti e al mondo intero l'interoperabilità della sua app si messaggistica, Apple potrà davvero tirarsi indietro?