
È passato tantissimo tempo da quando abbiamo parlato l’ultima volta di LibreOffice, la suite open-source prodotta dalla Document Foundation. Era il febbraio del 2021 e raccontavamo di come proprio la Document Foundation avesse invitato le aziende a non usare LibreOffice Community in virtù di versioni a pagamento fornite dai propri partner, per contribuire alla sopravvivenza del progetto.
Tempo ne è passato da allora, ma quando The Register ha pubblicato il recente articolo “LibreOffice still kicking at 40, now with browser tricks and real-time collab” si è alzato qualche sopracciglio: son già passati 40 anni?!
In realtà le cose, come i più avranno già capito, sono un filo diverse, ed il titolo dell’articolo è piuttosto fuorviante, poiché i 40 anni ad essere passati sono quelli dalla creazione di StarOffice.
Alzi la mano quanti si ricordano di questo prodotto di Sun, azienda poi confluita in Oracle, che di fatto nasceva per essere un’alternativa credibile a Microsoft Office.
StarOffice non riuscì mai nell’impresa di scalzare dal trono la suite di Redmond (ad un certo punto StarOffice era stato offerto gratuitamente ai clienti Sun), e dopo qualche tempo venne convertito in un prodotto completamente open-source, dal nome evocativo: OpenOffice!
OpenOffice rimase proprietà di Sun, quindi di Oracle, fino a quando non venne forkato in un nuovo progetto chiamato LibreOffice da parte della Document Foundation, che nacque allora appositamente con lo scopo di mantenerne gli sviluppi e la libertà. Cose che, evidentemente, sotto Oracle non erano così garantite.
Il breve riassunto fornito sin qui viene esteso ed approfondito nell’articolo di Foss Force dal titolo “No, LibreOffice Doesn’t Turn 40 This Year, but StarOffice Would if It Were Still Around” il quale, nello spiegare il misunderstanding sull’età del progetto, racconta anche alcuni aspetti interessanti dei vari passaggi che ci sono stati.
Infatti lo StarOffice offerto da Sun non solo aveva tutte le funzioni di OpenOffice/LibreOffice, ma molto altro. Era infatti dotato di un proprio browser e di un client di posta elettronica, entrambi strettamente integrati nel resto della piattaforma.
Il browser si apriva nell’area di testo del word processor, e con un clic poteva essere visualizzato a schermo intero. Una funzionalità piuttosto innovativa in un’epoca in cui i desktop virtuali non esistevano ancora.
Insomma, la sua storia StarOffice l’ha fatta, ed in un certo senso OpenOffice prima e LibreOffice dopo ne hanno portato avanti il retaggio attraverso l’open-source, ma a compiere quarant’anni è solo l’idea dell’alternativa a Microsoft Office, non certamente un prodotto vero e proprio.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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