Nelle ultime ore il Marocco si è ritrovato costretto a confrontarsi con un attacco informatico senza precedenti. L’attore responsabile, sotto pseudonimo ‘Jabaroot’ ha confermato di aver compromesso la Cassa Nazionale di Sicurezza Sociale del Marocco (CNSS). I dati e le informazioni sottratte, con annessi disservizi, potrebbero indirettamente colpire anche le aziende straniere che operano nel Paese, come quelle italiane.
Marocco sotto attacco
Lo scorso martedì sera il Marocco si è ritrovato sotto un massiccio attacco informatico, che ha portato alla sottrazione di dati e informazioni da portali governatici. La fattispecie è stata quella del data breach, una violazione dei dati. La conseguenza di un tale incidente di sicurezza informatica è l’accesso, la modifica, la perdita o la divulgazione non autorizzata di dati sensibili.
Secondo Security Affairs, l’attore responsabile, sotto pseudonimo ‘Jabaroot’ avrebbe confermato di aver compromesso la Cassa nazionale di sicurezza sociale del Marocco (CNSS). Sotto attacco anche il Ministero del Lavoro e dell’Impresa. La rivendicazione dell’azione, come ha spiegato France 24, è avvenuta sull’applicazione Telegram.
Per il Paese del Nord Africa la minaccia è stata senza precedenti. Almeno 500.000 imprese, informazioni personali di quasi due milioni di impiegati, più di 53.000 pdf con i salari, le informazioni bancarie, le residenze e le mail sarebbero finite nelle mani dei criminali. Di pubblico dominio, addirittura, anche i riferimenti di Mohammed Mounir El Majidi, il Segretario Particolare di Re Mohammed VI.
Oltre i confini
Al netto della portata dell’attacco, anche dal punto di vista simbolico, le implicazioni non hanno riguardato solo il Marocco. Il fatto che siano divenute di dominio pubblico o comunque consultabili i dati e le informazioni legate al comparto del lavoro e della previdenza sociale, ha proiettato la questione oltre i confini nazionali.
In Nord Africa infatti vivono e lavorano tante persone e aziende straniere, perfettamente inserite su quei mercati. Non ultime, quelle italiane, vista la solidità del rapporto tra i due Paesi. Nella prassi, la violazione e la compromissione di dati sensibili delle istituzioni marocchine potrebbero rallentare gli scambi commerciali, contrastando la fluidità delle transazioni economiche.
I rischi per la privacy dei cittadini hanno una volta di più riaffermato come la cybersicurezza sia oggi un pilastro per il corretto funzionamento dei servizi essenziali. Per altro, quest’ultimo attacco si è inserito all’interno di un contesto geopolitico particolarmente delicato, con le tensioni tra il Marocco e l’Algeria per la regione del Sahara Occidentale.
Da quattro anni, infatti, Algeri ha rotto le sue relazioni diplomatiche con Rabat. Agire per rinforzare la dimensione cibernetica, dunque, sarà per il Marocco un altro modo per ribadire la propria posizione in quel quadrante. Il tutto, con annesse proiezioni sul Mediterraneo.