Mastodon è una società non profit, e tale rimarrà. Lo riferisce il CEO Eugen Rochko nel corso di un'intervista rilasciata al Financial Times - pensiero poi ribadito anche a TechCrunch - in cui dice di aver rifiutato più di cinque offerte ricevute da altrettante società di investimento. Inutile sottolineare che mai come ora le alternative a Twitter fanno gola sul mercato, e tra queste Post e la stessa Mastodon appaiono decisamente avvantaggiate rispetto alla concorrenza.
Da quando Musk ha acquistato il social il sito open source costituito da più server decentralizzati ha avuto un successo sino a poco tempo fa insperato: gli utenti attivi hanno superato quota 2,5 milioni (erano 300.000 prima del passaggio di proprietà di Twitter) e sempre più aziende iniziano ad essere attratte dalla piattaforma. Tanto da ricevere le attenzioni di importanti investitori americani che si sono però sentiti dire no alle loro proposte di partecipazione societaria con centinaia di migliaia di dollari.
Mastodon non si trasformerà in tutto ciò che odi di Twitter. Il fatto che possa essere venduto ad un controverso miliardario, che possa essere chiuso, fallire e così via. É la differenza di paradigmi,
spiega Rochko nell'intervista. Dunque continueranno ad essere le donazioni la principale fonte di finanziamento di Mastodon: su Patreon oltre 9.300 sostenitori stanno donando circa 30.000 euro ogni mese, cifra tuttavia destinata a crescere visto che la base utenti sta continuando a crescere.