Musk compra Twitter, c'è chi scappa verso le alternative: boom per Mastodon

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Musk compra Twitter, c' chi scappa verso le alternative: boom per Mastodon

27 Aprile 2022 4

È successo tutto molto in fretta. E non a tutti è piaciuto: anzi. A fine marzo Musk ha attivato la prima parte del suo piano, scagliandosi pubblicamente contro Twitter e le sue politiche. Poi alle parole ha fatto seguire i fatti, e ad inizio aprile ha messo le mani sul 9,2% della piattaforma. E già da quel momento le sue intenzioni si erano delineate chiaramente: nel giro di una ventina di giorni infatti è arrivata la notizia dell'acquisizione piena di Twitter da parte del tycoon per 44 miliardi di dollari.

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Siamo davanti ad un evento che sta facendo discutere oggi, e che sarà destinato a far discutere per chissà quanto tempo ancora. Twitter infatti negli anni si era consolidato come un avamposto di quell'ideologia "woke" contro cui Musk si è recentemente scagliato in maniera aperta e netta proprio su Twitter, parlando di Netflix e del suo declino che sarebbe da legare ai limiti eccessivi e alle forzature imposti dal politicamente corretto.

LA VERIT DI MUSK

Di sicuro all'interno della community di Twitter c'è una fetta significativa che non gradisce l'arrivo di Musk al timone, e che vede già intaccati i presupposti ideologici della piattaforma. Il buon Elon si è augurato scaltramente che anche i suoi critici più accaniti vogliano restare sul social, sempre in nome della libertà d'espressione.

I hope that even my worst critics remain on Twitter, because that is what free speech means

— Elon Musk (@elonmusk) April 25, 2022

Ma una parte consistente di utenza ha cominciato a guardarsi attorno e cercare alternative: Musk se ne è accorto velocemente, e ha commentato la fuga di utenti in maniera polemica, sostenendo che la loro reazione estrema di fronte alla promessa di libertà di parola li qualifica.

The extreme antibody reaction from those who fear free speech says it all

— Elon Musk (@elonmusk) April 26, 2022

D'accordo, ma quali sono le piattaforme che stanno beneficiando di questo scenario? Un suggerimento arriva direttamente da Musk, che nota come la situazione abbia improvvisamente resuscitato Truth, il social lanciato lo scorso febbraio dall'ex presidente statunitense Donald Trump, e i cui numeri fino ad oggi si erano rivelati molto deludenti.

Truth Social is currently beating Twitter & TikTok on the Apple Store pic.twitter.com/RxawVUAYKH

— Elon Musk (@elonmusk) April 27, 2022

Attualmente sull'App Store Truth Social occupa la prima posizione tra le app gratuite più scaricate. Ma al contempo l'accento cade anche sul secondo posto di Twitter, mentre TikTok è quinta. Ad ogni modo, Musk intende sottolineare con questa osservazione come la sua "discesa in campo" in ambito social abbia generato un clima di eccitazione generalizzato, e che dunque sarebbe sbagliato concentrarsi sull'esodo di parte dell'utenza liberal più radicale mentre perfino un social d'area conservatrice come Truth di Trump si risveglia dal letargo.

L'ELEFANTINO CHE VUOLE CINGUETTARE

Al di là di quest'orizzonte, ce n'è un altro costituito da Mastodon: che mastodontico ancora non è, al momento, ma in futuro potrebbe forse diventarlo. Alla leggerezza dell'uccellino di Twitter, Mastodon oppone il peso e la responsabilità dell'elefantino che ne è la mascotte. Il social, nato nel 2016, si presenta in maniera esplicita come un'alternativa etica a Twitter, e quindi ha l'identikit perfetto per attrarre la platea di scontenti in fuga da Musk.

Attualmente Mastodon conta 4,4 milioni di iscritti, e ha comunicato di aver registrato un flusso anomalo di iscrizioni negli ultimi giorni, in seguito alla diffusione della notizia dell'acquisto di Twitter da parte di Elon Musk.

Le caratteristiche fondamentali di Mastodon sono l'assenza di server centralizzati, di pubblicità e profilazione dell'utenza e la responsabilità della gestione che è affidata alla community, incaricata di segnalare i post che violano le regole policy del sito. Per il resto, stiamo parlando di una piattaforma di microblogging à la Twitter, con messaggi limitati a 500 caratteri, e un'organizzazione interna però frammentata, che attualmente si articola in circa 3mila "istanze", bolle dialettiche con un proprio regolamento interno.


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