Non sarai rimpiazzato da una AI, ma da uno sviluppatore che la sa usare, parola di… Adidas?!

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Nel discutere di tematiche sull’open-source e sull’intelligenza artificiale uno degli interlocutori che meno ti aspetteresti è qualcuno come Adidas, nella persona di Fernando Cornago, che nell’azienda sportiva tedesca ricopre il ruolo di Global SVP Digital & Ecom Tech.

In una lunga intervista riportata nell’articolo di The New Stack non lascia spazio a dubbi:

You’re not going to be replaced by a tool or by an AI. You’re going to be replaced by a person using AI.

Non sarai rimpiazzato da un tool o da una AI. Sarai rimpiazzato da qualcuno che sa usare l’AI.

Per quanto sia un ragionamento lineare, è pieno di verità.

L’articolo racconta l’evoluzione di Adidas, spiegando come l’adozione tempestiva della tecnologia sia essenziale per il successo aziendale. Infatti, durante la pandemia di COVID-19, Adidas ha dovuto reinventarsi digitalmente, arrivando (oggi) a generare oltre il 20% delle entrate attraverso le vendite online, con la metà del personale tecnico rispetto al passato.

La metà.

L’approccio di Adidas alla trasformazione digitale si basa su un forte impegno verso DevOps, piattaforme scalabili e l’uso dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI). Questo ha portato a una crescita delle vendite digitali del 10% annuo, con oltre 4.000 rilasci software all’anno e una riduzione del 27% dei costi software dal 2020.

Ecco le sei lezioni più interessanti emerse da questo percorso, citate da Cornago:

  • Velocità di adattamento: ovvero la capacità di scalare rapidamente la propria tecnologia per rispondere alle esigenze di mercato. Un esempio è l’integrazione con l’API di TikTok in Cina (prima azienda al mondo ad integrarsi), che ha generato il 30% delle vendite nel mercato locale.
  • Strategia multicanale: grazie a un’architettura componibile, Adidas riesce a sperimentare nuovi canali senza sprechi di tempo ingegneristico, migliorando così l’efficienza e la velocità di rilascio.
  • Piattaforma come fondazione: l’azienda adotta un modello “platform as a product“, trattando i dati come prodotti e offrendo percorsi tecnologici strutturati per aumentare la produttività.
  • Ottimizzazione del valore: Adidas ottimizza il flusso di valore attraverso KPI chiari, migliorando il percorso del cliente dall’acquisto alla consegna e all’assistenza post-vendita.
  • Visualizzazione dell’architettura: per gestire oltre 300 microservizi aziendali, Adidas ha sviluppato il “Capability Diamond“, uno strumento di mappatura che cataloga i componenti riutilizzabili e li integra in API e flussi di eventi.
  • Adattarsi al cambiamento: essere pionieri in tecnologia, come con DevOps e GenAI, richiede una cultura aziendale aperta alla sperimentazione e al cambiamento continuo.

Adidas ha sperimentato l’uso di GitHub Copilot, con 500 ingegneri nel primo trimestre del 2024, riscontrando un aumento del 20-25% nell’efficienza. Oltre l’80% degli sviluppatori ha adottato l’AI per la codifica quotidiana, dimostrando come l’AI possa accelerare il lavoro senza sostituire gli ingegneri.

Va però aggiunto che l’azienda ha evidenziato come non tutti i team possono essere ugualmente produttivi a causa di fattori architetturali e della maturità DevOps. Adidas enfatizza il miglioramento dell’ambiente di lavoro e dei processi organizzativi come elementi chiave per l’adozione efficace dell’AI.

Inutile dire che, anche se non citato direttamente, il legame con l’open-source di tutte queste componenti è saldissimo. Adidas ha una lunga tradizione nell’adozione di tecnologie open-source, sfruttando piattaforme componibili e scalabili per migliorare l’integrazione tra i vari sistemi. L’uso di API aperte e l’adozione di strumenti basati su standard condivisi riflettono una filosofia orientata all’innovazione collaborativa e alla trasparenza.

Insomma, verrebbe da chiedersi… Ma che c’entra Adidas? E invece…

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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