di WindowsBlogItalia, 10 novembre 2022, 09:3010 novembre 2022, 09:30
Si sente sempre più spesso parlare di obsolescenza digitale, cioè del fatto che i nostri dispositivi tecnologici invecchino molto precocemente dopo il loro acquisto. Spesso e volentieri accade perché i software non vengono più aggiornati, o perché escono ogni anno modelli sempre più sviluppati che ci portano a pensare che il nostro apparecchio tecnologico sia ormai vecchio e debba essere sostituito.
In particolar modo gli smartphone subiscono gli effetti dell’obsolescenza digitale che per noi è quasi impossibile da contrastare. Questi apparecchi sono ormai una vera e propria estensione del nostro corpo e un minimo malfunzionamento o l’invecchiamento sono a tutti gli effetti dei concetti che ci fanno vacillare e ci portano a non accettare più il dispositivo, che dovrebbe quindi essere sostituito.
L’obsolescenza programmata degli smartphone e le leve del marketing
I concetti appena espressi vengono ancora messi più in evidenza dalle leve del marketing applicate dai produttori. L’uscita ogni anno di un nuovo modello Apple o Samsung rende i nuovi dispositivi dei veri e propri status symbol, che devono essere così acquistati per farci sentire accettati dalla società ed essere alla moda.
Inoltre gioca un brutto ruolo in questa faccenda l’obsolescenza programmata. Sebbene i vari organismi antitrust cerchino quotidianamente di combattere questa pratica, è risaputo in modo informale che molti apparecchi abbiano delle componenti programmate per non funzionare più dopo alcuni anni, portandoci così ad acquistare un nuovo smartphone.
Il consumismo che fa male al Pianeta
Oltre che alle nostre tasche, la pratica della continua sostituzione dello smartphone crea anche seri danni al nostro pianeta. Ogni giorno, infatti, vengono estratti metalli e terre rare per produrre gli hardware di questi dispositivi e le materie prime, specialmente in questo particolare periodo storico, stanno iniziando a scarseggiare.
Da non dimenticare inoltre l’impatto ambientale dello smaltimento: si stima che solo in Italia nel 2020 si siano prodotte 365 mila tonnellate di rifiuti tecnologici da dover smaltire.
Tutti questi elementi di certo non fanno bene al nostro portafoglio e all’ambiente. Esistono per fortuna alcune semplici pratiche che possono aiutarci a preservare i nostri risparmi e a dare un sensibile contributo al pianeta che ci ospita ogni giorno.
Cosa fare per provare a combattere l’obsolescenza digitale
Esistono alcune pratiche che possiamo adottare per evitare di continuare a produrre rifiuti e ad abbattere i nostri risparmi nella continua ricerca degli ultimissimi modelli di apparecchi digitali.
La prima è quella di fare un po’ di sana autoanalisi ed autocritica non appena vediamo lo spot della nuova uscita di un modello di smartphone. Dobbiamo chiederci se davvero ci possa servire e se davvero abbia delle funzioni nuove che possano essere indispensabili per noi.
Già rispondendo a queste domande ci rendiamo subito conto che la metà degli acquisti che facciamo sono spesso poco utili.
Inoltre dovremmo essere più abili a proteggere e rendere sicuri i nostri smartphone. Non aprire contenuti sospetti ed installare un solido antivirus li farà durare di certo più a lungo.
Infine, se abbiamo proprio necessità di sostituire il nostro smartphone, potremmo sempre valutare l’acquisto di un modello ricondizionato o rigenerato. Questo tipo di modelli ci permette di risparmiare sensibilmente e di dare nuova vita ad un prodotto che è stato riparato in fabbrica e garantito dal produttore e dal rivenditore.
Un esempio che ci sentiamo di farvi è l’acquisto di un iPhone 12, smartphone alla moda con moltissime funzionalità. Il prezzo del modello nuovo sarebbe di 880 €, ma l’acquisto dello stesso modello ricondizionato e garantito ci porterebbe a risparmiare quasi la metà, per avere così un telefono nuovo, funzionante e alla moda, riducendo lo spreco di risorse ambientali e la nostra spesa.