È interessante per chi ama andare un po' più a fondo e capire anche le dinamiche dei mercati sulla tecnologia scoprire qual è il tasso di aggiornamento di iPhone, un prodotto molto particolare, molto più di altri. Da un lato infatti Apple garantisce 5 anni di aggiornamenti dall'uscita, senza fare distinzioni tra quelli di sicurezza e quelli con novità al seguito, e lato Android nessuno ancora arriva a tanto; dall'altro però la Mela punta parecchio sul marketing, per convincere chiunque che tra la nuova generazione e la precedente non esiste confronto.
Quindi da un lato la longevità del supporto determina la mancanza di appigli che consentano di giustificare - a sé o ad altri - il passaggio da una generazione all'altra, dall'altro i più sensibili alle novità potrebbero voler "cedere" comunque (molto) prima dello stop agli aggiornamenti. I clienti iPhone, alla fine della fiera, cosa fanno? Il sondaggio del Cirp sul mercato americano conferma quel che si può presumere senza nulla in mano. Ma lo fa con i numeri, dai quali emerge che i giovanissimi cedono più volentieri al nuovo che avanza rispetto a chi ha qualche anno in più (di saggezza? di esperienza?) sulle spalle.
GIOVANI COMBATTUTI, GLI ALTRI NON HANNO DUBBI: SI BADA AL SODO
Le fasce d'età col maggior numero di iPhone con un anno o meno di vita (13%) sono quelle tra i 18 e i 24 anni e tra i 35 e i 44 anni, mentre dai 25 ai 34 anni la percentuale si riduce al 10% ma allo stesso tempo in questa fascia si registra il minor numero di iPhone con 3 anni o più di vita (21%). Una delle possibili chiavi di lettura potrebbe essere che all'interno di quel 13% confluiscono i giovanissimi, che malgrado un potere d'acquisto tendenzialmente basso sono i più sensibili alle novità, insieme a chi ha già una posizione lavorativa consolidata e magari pure una famiglia, dunque tende a concedersi lo sfizio in modo più spensierato.
In mezzo la fascia tra i 25 e 34 anni dove potrebbe "pesare" in misura maggiore quella fetta di clientela che alla prima esperienza lavorativa e con un futuro da costruire presta più attenzione alla voce uscite del conto in banca, pur rimanendo sensibile all'età del compagno quotidiano, l'iPhone, che difficilmente ha più di 3 anni, anzi si osserva la percentuale più bassa tra gli intervistati.
Estremamente interessante le evoluzione delle percentuali dai 55 anni in poi. Tra le donne e gli uomini di mezza età che hanno partecipato al sondaggio, appena l'1% possiede un iPhone nuovissimo e una percentuale molto più ampia di essi ne ha uno che supera i 3 anni di vita.
È l'indizio più forte e più chiaro di quel che avviene superati i 65 anni, dove grandissima parte degli intervistati inizia a disinteressarsi delle novità per guardare al sodo: il 65% tra chi è o è vicino alla pensione ha un iPhone con più di tre anni, così il badare al sodo, alla funzionalità, ha la meglio sulle finezze, sul passaggio dalla fotocamera tele a una con struttura a periscopio o dalla Lightning alla USB-C.