OpenSearch, il fork AWS di Elasticsearch, diventa una progetto della Linux Foundation, è il motivo del ritorno all’open-source di Elastic?

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Quando si parla di progetti open-source le sorprese non finiscono mai. Con comunicati pubblicati in contemporanea, la Linux Foundation e AWS hanno annunciato la OpenSearch Software Foundation, l’ennesimo progetto creato nell’immenso ecosistema della Linux Foundation il cui scopo è:

to support a vendor-neutral community for search, analytics, observability, and vector database software

… supportare una community vendor-neutral per la ricerca, l’analytics, l’observability e i database software vettoriali

Nella pratica tutto questo si traduce nel passaggio di OpenSearch, il fork creato da AWS durante la bagarre con Elastic del 2021, al di sotto della Linux Foundation. L’idea è quella di staccare il fork e farlo diventare a tutti gli effetti un progetto community, slegato da un vendor specifico quale è AWS.

All’interno della fondazione sono presenti parecchi nomi altisonanti dell’industria: AWS, SAP e Uber, in qualità di membri “premier” e poi altri membri “general” quali Aiven, Aryn, Atlassian, Canonical, Digital Ocean, Eliatra, Graylog, NetApp Instaclustr e Portal26.

L’idea è sostanzialmente quella alla base di tutti i progetti simili, vedi il fork di Terraform, OpenTOFU: abilitare la tecnologia a tutti i miglioramenti che altrimenti rimarrebbero parte delle versioni a pagamento prodotte dagli sviluppatori originali. Nel caso di Elastic ad esempio, i miglioramenti del caso dovrebbero essere quelli relativi alla sicurezza avanzata, al momento disponibile solo a pagamento.

E proprio Elastic è indirettamente l’altra azienda protagonista di questa notizia, poiché solo un ingenuo potrebbe pensare come la decisione annunciata all’inizio di questo mese, ossia quella di rendere nuovamente open-source il codice di Elasticsearch, non sia in qualche modo correlata alla creazione della OpenSearch Software Foundation.

Rimangono da capire i motivi. Se possibile questa mossa dovrebbe portare ancor più convinzione nella scelta di non usare l’open-source come modalità di distribuzione del proprio prodotto da parte di Elastic, mentre invece ciò che è avvenuto è l’esatto opposto.

Forse il tutto va letto analizzando l’altro aspetto di cui abbiamo parlato recentemente, quello relativo alle aziende che hanno cambiato licenza da open-source a proprietaria e non hanno accresciuto il loro valore economico, ma è difficile farsi un’idea precisa.

Forse la scelta di Elastic, ora che di fatto sono sicuri che il loro prodotto non viene (e non verrà) più usato da AWS per arricchirsi alle loro spalle, è romantica, come ha sempre cercato di affermare il creatore e CEO Shay Banon, ma sono oggettivamente solo speculazioni.

A decidere chi avrà avuto ragione (se ce ne fosse bisogno) rimarrà il solito sospetto, ossia il mercato.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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