Finora il nome di ChatGPT è stato praticamente sinonimo di intelligenza artificiale, essendo di fatto stato lui a dare il via "all'era dell'IA", ma nei tempi recenti ci sono forti segnali che il trend potrebbe cambiare.
Da una parte Google ha recentemente annunciato una nuova architettura che supera molti limiti di quella utilizzata dagli attuali modelli, ma soprattutto, con il recente lancio della serie Galaxy S25, Samsung ha dato una forte spinta in direzione di Big G. Spinta che potrebbe essere decisiva.
Samsung sceglie Gemini prima di Bixby
Al contrario di quanto lasciavano intendere alcuni rumor pre-lancio, Samsung non ha raddoppiato gli sforzi su Bixby, ma ha abbracciato in pieno l'IA di Google, ovvero Gemini.
Considerando che parliamo del maggior produttore di smartphone Android al mondo, questo significa che Gemini è di fatto diventato l'IA predefinita sulla maggior parte dei nuovi Android e non è detto che altri produttori non seguano Samsung, anche perché non sono in molti ad avere una propria alternativa, e allora perché non seguire la corrente?
Di fatto OpenAI non ha ancora offerto una vera alternativa al pari di Gemini su Android.
ChatGPT al momento è un'app, ma non può essere impostata come assistente digitale predefinito. Paradossalmente Perplexity, proprio oggi, è arrivata prima di OpenAI, ma per quanto Perplexity funzioni bene è difficile immaginare che possa essere una vera minaccia per Gemini.
Per quanto un servizio sia famoso e valido infatti, se un altro ce l'hai sempre a disposizione con la semplice pressione di un tasto, finirai per usare quello e Samsung ha appena dato una grandissima spinta in tal senso a Google; ancora di più se Gemini si farà largo su tutta la line-up prossima ventura del produttore coreano (ma perché non anche in quella passata, con l'aggiornamento a One UI 7?).
Più usi l'IA, più l'IA ti usa
Il postulato è semplice: più persone useranno Gemini, più Gemini diventerà migliore.
Di fatto è un effetto valanga del quale sia Google che gli utenti potrebbero beneficiare. Ed è proprio questo il punto. Ora come ora non è che Gemini sia il migliore a prescindere, però ha (e avrà sempre più) accesso a molte più informazioni (e utenti smartphone) dei concorrenti e questo non può (potrà) che fargli bene.
Del resto è un copione già visto con Ricerca Google. L'azienda di Mountain View conosce benissimo l'importanza di insinuarsi rapidamente nei dispositivi più usati dagli utenti ed è chiaro che con Samsung ci sia stata una forte intesa in tal senso (ovvero un accordo monetario i cui termini ci sono ignoti). E sappiamo benissimo che per essere primo Google è disposto a pagare grandi cifre.
Tutti i concorrenti, non importa quanto validi, non importa quanto famosi, per ora non sono così immediatamente accessibili da miliardi di utenti e difficilmente lo saranno nel prossimo futuro. Nella migliore delle ipotesi sono delle app da scaricare e installare. Gemini è di fatto un pulsante presente sui Pixel e sui nuovi S25, ovvero sui più famosi smartphone Android.
Il vantaggio intrinseco di Gemini
Gemini ha una corsia preferenziale su Android, perché può anche modificare le impostazioni di sistema, può essere usato a schermo bloccato, può eseguire azioni attraverso varie app e i suoi ultimi modelli hanno una finestra di contesto molto ampia, superiore a tanta concorrenza.
Quali concorrenti possono farlo o lo faranno a breve? Siri? Alexa? Consentiteci di dubitarne.
E poi non va sottovalutato il fatto che Google ha intenzione di mettere Gemini ovunque nei suoi servizi. Di recente l'abbiamo visto comparire in Gmail anche sul web, così come in Drive, e state pur sicuri che arriverà poi su tutti i più famosi servizi di Google, che miliardi di utenti usano ogni giorno.
Quanto sarà comodo usare ovunque lo stesso assistente IA, in modo da avere un'esperienza più uniforme e interconnessa! E quanti altri concorrenti potranno fare altrettanto?
Google ha già vinto?
No, siamo sicuri che l'azienda di Mountain View potrebbe ancora rovinare tutto, ma considerando che è partita in rincorsa dobbiamo dire che non solo ha saputo tenere il passo, ma adesso lo sta proprio dettando.
Gemini è tutto fuorché perfetto, ma questo vale anche per i suoi concorrenti. Siamo ancora nelle fasi iniziali di questa nuova tecnologia: gli utenti si stanno ancora abituando a usarla, a capirne le potenzialità e i limiti.
Ma Google sa benissimo una cosa: essere in prima fila, proprio nella fase iniziale, vale oro.
ChatGPT ha beneficiato finora di questo posto in prima fila, almeno nell'immaginario collettivo, ma Google ha il vantaggio intrinseco di avere già miliardi di utenti in tanti altri servizi, dove Gemini potrà comparire da un giorno all'altro senza colpo ferire; in parole povere è l'ubiquità che OpenAI deve invece sudare, cercando magari accordi con Microsoft ed Apple nel tentativo di allargare il proprio bacino di utenti.
Sarà questa l'anticamera di una futura causa antitrust? Può essere, ma per Google vale senz'altro il rischio.
Se gli utenti si abitueranno oggi a Gemini, continueranno a usarlo anche domani. E Big G ha già dimostrato di essere molto bravo in questo gioco, che agli utenti piaccia o meno.