Piracy Shield 2.0 costerà 2 milioni di euro ai contribuenti. Sì, lo Stato dovrà metterci dei soldi

5 months ago 87

Si preannuncia una nuova calda stagione per il pezzotto, coloro che lo usano e per coloro che intendono contrastarlo. Proprio come anticipato nelle scorse settimane, il Governo sta pensando a un nuovo scudo anti-pezzotto.

Quello che abbiamo conosciuto come Piracy Shield, lanciato all'inizio della scorsa stagione calcistica, nato con l'obiettivo di oscurare entro 30 minuti tutti i contenuti pirata, non ha avuto vita facile. Anzi, data l'inattesa mole di lavoro richiesta, ha sostanzialmente fallito nell'oscurare la pirateria in Italia durante quest'anno.

Piracy Shield 2.0: cosa cambia e quanto costa

Già nei recenti approfondimenti abbiamo affrontato quali dovrebbero essere le novità introdotte con il nuovo Piracy Shield. A livello sostanziale non dovrebbe cambiare nulla, con l'obiettivo principale che rimane quello di oscurare i contenuti pirata, e dunque la trasmissione di eventi sportivi da piattaforme a pagamento in maniera illegale, entro 30 minuti. Quello che cambia è il suo raggio d'azione.

Dovrebbe essere infatti almeno quadruplicata la potenza di fuoco di Piracy Shield, con la possibilità di gestire oltre 300 organismi che segnalano contenuti illeciti distribuiti dal pezzotto.

Realizzare questo non è semplice: saranno richieste maggiori infrastrutture hardware e software, ma anche più personale.

E tutto questo ha un costo. Il Piracy Shield 2.0 costerà circa 2 milioni di euro, secondo le stime riportate da Repubblica. Una cifra che dovrebbe essere pagata dallo Stato, ovvero da noi contribuenti. Al momento non è chiaro se lo Stato finanzierà l'intera somma, o soltanto i due terzi.

Questi costi copriranno il pagamento dei servizi cloud, come Amazon e Microsoft, che dovrebbero supportare l'identificazione delle sorgenti pirata, il pagamento del personale in più da impiegare presso le aziende che devono provvedere all'oscuramento tempestivo dei contenuti illegali, come i vari provider di servizi di connettività, e il pagamento delle risorse hardware necessarie.

Servirà l'approvazione del Parlamento

Se lo Stato dovrà pagare il nuovo Piracy Shield, allora servirà un'approvazione parlamentare. La maggioranza di Governo starebbe infatti lavorando a presentare un emendamento nella legge Butti, che riguarda l'intelligenza artificiale, per mettere nero su bianco il pagamento da parte dello Stato del nuovo scudo anti-pezzotto.

A livello di tempistiche, si stima che il nuovo Piracy Shield dovrebbe arrivare per l'inizio della prossima stagione calcistica, al più tardi in autunno. Inizialmente Piracy Shield 2.0 si occuperà di salvaguardare le piattaforme che trasmettono contenuti sportivi a pagamento. Dal prossimo anno Piracy Shield 2.0 dovrebbe essere efficace anche nell'oscurare i contenuti pirata di film e serie TV.

Il pareggio di bilancio di DAZN

In tutta la questione anche i conti di DAZN conterebbero. La maggioranza di Governo infatti dovrebbe chiedere il rafforzamento dello scudo anti-pezzotto anche per favorire la stabilità del sistema calcio. E proprio in questo i conti di DAZN svolgono un ruolo cardine.

DAZN è in perdita, anche se non lontana dal pareggio di bilancio. All'azienda mancherebbero circa 150.000 abbonati per arrivare al pareggio di bilancio. Nel caso in cui questo avvenisse, e magari DAZN riuscisse addirittura ad andare in positivo, allora gli utili verrebbero distribuiti anche con la Lega Calcio, e dunque con i club che la compongono.

Ecco perché il nuovo Piracy Shield 2.0 non può fallire, visto che impatterebbe positivamente su tutto il sistema calcio, uno degli aspetti trainanti dell'universo dei contenuti streaming a pagamento, almeno in Italia.

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