Il Google Pixel 7 e il Pixel 7Pro sono i primi smartphone Android della storia a supportare solo le app a 64 bit: spiacenti, fan inguaribili di Flappy Bird, ma vi toccherà scegliere un altro smartphone! Google non ha fatto annunci ufficiali, ma se ne è accorta la community di smanettoni e super appassionati tra cui Mishaal Rahman di Esper.
Questo switch-off è in lavorazione già da anni: le CPU dei SoC sono a 64 bit da tempo ormai, e devono includere hardware specifico per la compatibilità con i 32 bit. Inoltre, il Play Store ammette solo app (sia nuove sia aggiornamenti) a 64 bit dal 2019. Tra l'altro, anche le app obsolete che non sono state mai aggiornate a 64 bit non sono più disponibili nel Play Store dall'anno scorso.
A quanto pare, i due nuovi smartphone di Google si basano su una build ancora "ibrida" di Android 13, che contiene ancora tracce dei 32 bit; nello specifico, lo userspace è sia a 32 sia a 64 bit, mentre Zygote, il processo di Android responsabile dell'avvio delle applicazioni, è solo a 64 bit. È interessante osservare che teoricamente il SoC dei Pixel 7, il Google Tensor G2, è in grado di eseguire app a 32 bit: tutte e tre le sue classi di core supportano le istruzioni AArch32.
Recentemente sono emerse indiscrezioni che il Pixel Tablet, la cui uscita è prevista per l'anno prossimo, compirà un ulteriore passo avanti e monterà una build dell'intero Android 13 solo a 64 bit. Android 14 completerà il viaggio e sarà solo a 64 bit per default, sicché la novità si estenderà ai dispositivi di tutti i produttori.
Quindi, vantaggi e svantaggi lato utente? In realtà, pochissimi se ne accorgeranno in maniera concreta: come dicevamo, ormai le app a 32 bit sono praticamente scomparse dalla scena da tempo, sicché è estremamente improbabile ritrovarsi impossibilitati a usare software abituale. Lo stesso Flappy Bird, per quanto virale sia stato all'epoca, è ormai dimenticato - per non parlare del fatto che se ne trovano tutti i cloni che si vogliono. Tra i vantaggi "intangibili" si annoverano maggior sicurezza, migliori prestazioni e reattività - e per il futuro i chipmaker potrebbero smettere di implementare le istruzioni a 32 bit nei loro microprocessori, liberando spazio prezioso da riempire con hardware più moderno, a tutto vantaggio della potenza.
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