Nelle scorse ore, Google ha aggiornato la propria documentazione ufficiale sul Pixel Watch specificando meglio in che modo è effettivamente possibile raggiungere il traguardo delle 24 ore di autonomia, elencando nel dettaglio quali azioni da compiere e per quante volte/quanto tempo. Potete consultare il documento originale seguendo il link FONTE, ma visto che è solo in inglese ve lo traduciamo qui di seguito:
- 240 notifiche
- 280 controlli dell'ora
- 1 chiamata via LTE, durata 5 minuti
- 1 allenamento che impiega LTE e GPS con riproduzione di musica scaricata da YouTube Music, durata 45 minuti
- 1 sessione di navigazione satellitare via Google Maps con orologio collegato allo smartphone via Bluetooth, durata 50 minuti
- Orologio configurato con le impostazioni predefinite, tra cui spicca l'Always-On Display disattivo
In precedenza, le informazioni ufficiali si basavano "su software e hardware di pre-produzione"; per chiarire, l'autonomia dichiarata è rimasta inalterata - 24 ore. Il punto dell'AoD sembra il più cruciale tra tutti: è vero che il display è piccolo ed è OLED quindi solo i pixel effettivamente accesi sono coinvolti, ma in genere è una funzione che ancora ha un impatto significativo sull'autonomia generale, anche nel settore degli smartphone. Vale inoltre la pena precisare che questo modo di dichiarare l'autonomia non è adottato solo da Google: storicamente lo usa anche Apple, per esempio.
L'autonomia è proprio una delle principali critiche rivolte al Google Pixel Watch, la prima avventura del colosso di Mountain View nel mondo degli indossabili (almeno con il brand principale, non contando quindi che possiede Fitbit da qualche anno ormai). Vale la pena ricordare che l'orologio ha una batteria da 294 mAh, quasi identica a quella dell'ultima generazione di Apple Watch (308 mAh per il modello più piccolo).
Ricordiamo infine che Pixel Watch non è venduto ufficialmente da noi - Amazon Italia ne ha avuta qualche unità a magazzino ma sono finite in fretta, e non sono mai più tornate.