Gli utenti, soprattutto negli ultimi anni, cercano da uno smartphone le massime prestazioni fotografiche. In tal senso, Vivo e Zeiss hanno collaborato per sviluppare la tecnologia che "animerà" la fotocamera della nuova serie del marchio cinese: Vivo X90. L'obiettivo di questa cooperazione è molto ambizioso: scattare delle foto che corrispondano perfettamente a ciò che vede l'occhio umano. In particolare, le attenzioni delle due aziende si sono concentrate sui miglioramenti da apportare a due campi ancora critici per molti dispositivi: ritratti e foto notturne.
Per ottenere risultati più soddisfacenti rispetto ai competitors, l'inedito sistema ottico realizzato da Vivo e Zeiss utilizza lenti e rivestimenti avanzati in modo tale da migliorare il rapporto segnale/rumore del sensore fotografico. Tra l'altro, la tecnologia "True Color Restoration Engine" dovrebbe consentire la determinazione del giusto bilanciamento del bianco. Inoltre, è presente l' "Ultra-Clear Image Quality Engine", un algoritmo che utilizza un modello virtuale dell'obiettivo per recuperare circa il 35% delle informazioni perse a causa di imperfezioni ottiche (presente anche una modalità multi-frame per migliorare qualità della foto e la gamma dinamica).
Le novità, però, non si esauriscono qui. Per migliorare la qualità dei ritratti, le due aziende hanno sviluppato un sistema che rileva fino a 103 punti caratteristici del viso, tenendo conto anche della posa del soggetto. Successivamente, il software applicherà dei filtri di bellezza automatici e interverrà sullo sfondo per regolare elementi come il tono o la luminosità. Per quanto riguarda le foto notturne, è stata raddoppiata la sensibilità massima: difatti la fotocamera può raggiungere ISO 102.400. Non dovrebbero esserci problemi, ad esempio, nel "catturare" un cielo notturno stellato. E a proposito di sensori, Vivo ha affermato che il sensore dei futuri smartphone avrà una sensibilità alla luce del 77% migliore rispetto al sensore ISOCELL GNV personalizzato utilizzato nella serie X80.
Infine, gran parte dell'elaborazione è gestita da un nuovo motore di accelerazione, che sembra essere un successore dell'ISP V1. È stato sviluppato internamente e accelera le attività di deep learning e visione artificiale, combinando gli approcci tradizionali degli ISP con le moderne soluzioni basate sull'intelligenza artificiale.
Tra l'altro, per gestire tutti i dati richiesti è presente la SRAM integrata sul chip Vivo personalizzato: rispetto alla RAM off-chip, ha una latenza inferiore e utilizza meno energia.