Questo avrebbe potuto essere il primo telefono Android

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È sempre affascinante scoprire le origini di sistemi operativi e dispositivi che oggi fanno parte delle nostre vite. Il 2007 è infatti passato agli annali come l'anno di nascita degli smartphone come oggi li conosciamo grazie al lancio del primo iPhone, ma in quei mesi la lotta per definire il futuro era tutt'altro che scritta, con diversi attori come Google, Apple e Microsoft, impegnati in progetti ambiziosi.

A svelare alcuni retroscena è Rich Miner, uno dei co-fondatori di Google, in una serie di post su Twitter in cui nega che Google copiò Apple, ma stava in realtà sviluppando un proprio dispositivo in parallelo.

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A quel tempo, Larry Page era convinto che gli smartphone sarebbero diventati dei veri e propri computer tascabili, e la preoccupazione maggiore era che Microsoft ripetesse il proprio dominio che aveva nel mercato dei PC sul nascente settore con Windows Mobile. Google stava investendo nei browser, e vedeva negli smartphone una scommessa promettente.

Cinque mesi prima del lancio di iPhone, Google stava studiando due dispositivi, Sooner e Dream. Sooner era un modello tipo Blackberry e Dream, o Google G1, era invece dotato di touchscreen.

Come potete vedere dall'immagine sopra, il telefono era dotato di una tastiera QWERTY a scomparsa di colore verde fluo molto acceso, che si intravedeva anche dai bordi da chiuso. Lo stesso colore era usato per il marchio Google in alto, per i tasti fisici per l'email e la chiocciola ("@") subito sotto allo schermo e le icone in basso.

Subito sotto, infatti, troviamo i pulsanti per la risposta e il rifiuto delle chiamate, la home e il tasto indietro, ognuno evidenziato da un'icona che ruota in base all'orientamento del telefono. Sulla destra, c'è un anello circolare, evidentemente per spostarsi tra i menu, e secondo Miner questa era solo una delle opzioni per l'input, pensata non per la rotazione ma per la spinta.

Il lancio dell'iPhone cambiò tutto. Sooner venne cancellato e il progetto Dream venne portato avanti. Le somiglianze con iPhone secondo Miner erano solo dovute ai limiti tecnologici dell'epoca e alla tecnologia simile. Nel 2008 Google G1 diventò il mitico HTC Dream o T-Mobile G1. Il telefono era dotato di cinque pulsanti fisici e una trackball per il movimento nei menu, oltre a una leggera curvatura nella parte inferiore per modellarsi al viso.

Miner poi prosegue dicendo che al tempo si pensava che il mercato degli smartphone avrebbe raggiunto il 30% del mercato della telefonia, non che lo avrebbe completamente fagocitato, e che Android non ha mai rincorso Apple, anzi nel 2010 l'ha superata. 

Purtroppo, quello che Miner non spiega è cosa sia successo tra metà 2006 e il 2008 e come mai il Dream/Google G1 non sia stato lanciato prima. A quel punto, forse doveva essere chiaro che il pericolo non fosse Microsoft, ma Apple.

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