Negli ultimi anni l'intelligenza artificiale è arrivata nel nostro quotidiano sotto diverse forme, e quello che voleva fare Rabbit R1 consisteva nel concentrarla in un unico piccolo dispositivo. Ancora non sappiamo se ci è riuscito, ma sicuramente è innegabile che Rabbit R1 sta avendo problemi di sicurezza.
Non è la prima volta che si parla di problemi di sicurezza per Rabbit R1, il dispositivo innovativo con l'intelligenza artificiale arrivato recentemente anche dalle nostre parti. E i problemi emersi nelle ultime ore non sono così trascurabili.
Prima del suo arrivo sul mercato Rabbit R1 ha destato moltissimo interesse, e anche meraviglia, visto che prometteva di rivoluzionare il nostro concetto di dispositivo mobile. Poi è arrivato sul mercato, e questa rivoluzione ancora non l'abbiamo vista.
Rabbit R1 per il momento ha deluso sotto alcuni aspetti, soprattutto per la sua incompleta intelligenza artificiale. E poi anche per un software che sembrava una scatola magica ma che alla fine si è rivelato una personalizzazione di Android, la quale può girare anche sotto forma di semplice app.
Ma soprattutto sono arrivati i problemi di sicurezza. Giusto qualche giorno fa abbiamo parlato della vulnerabilità che ha esposto il dispositivo all'accesso non autorizzato, da parte di potenziali malintenzionati, di tutte le risposte fornite dal dispositivo agli utenti, della possibilità di resettare o brickare il dispositivo o sostituire la voce dell'assistente.
A pochi giorni di distanza emergono altri problemi che, accoppiati a quelli descritti sopra, rendono Rabbit R1 ancora più rischioso dal punto di vista della sicurezza dei dati personali. Il problema emerso poche ore fa riguarda il fatto che Rabbit R1 ha involontariamente tenuto traccia di tutte le attività svolte dai suoi utenti.
Questo significa che in una partizione della memoria del dispositivo vengono archiviati automaticamente tutti i dati relativi all'utilizzo del dispositivo da parte degli utenti, con informazioni che possono essere anche molto personali. Tra queste informazioni potrebbero esserci chiaramente anche contenuti multimediali, come foto e video personali.
La cosa è aggravata dal fatto che, fino a poco fa, Rabbit R1 non disponeva di un'opzione per ripristinare il dispositivo alle impostazioni di fabbrica, ovvero non era possibile resettarlo. E quindi non era possibile cancellare tali informazioni archiviate. Pertanto, un Rabbit R1 smarrito o rubato avrebbe potuto dare potenzialmente accesso non autorizzato ai dati personali dei proprietari.
Rabbit ha prevedibilmente riconosciuto il problema ed è corsa ai ripari rilasciando un aggiornamento software. Questo ha introdotto l'opzione per ripristinare ai dati di fabbrica il dispositivo.
Inoltre, è stata rimossa la funzione per cui Rabbit R1 tiene traccia delle attività svolte dagli utenti. Quindi, i dati relativi a tali attività non dovrebbero più essere memorizzati nella memoria interna del dispositivo. Sempre in questo contesto, Rabbit ha promesso di lavorare ulteriormente sul software per rendere il suo R1 ancora più sicuro.
E per rimanere in tema, vi lasciamo qualche guida interessante che vi tornerà utile se state iniziando ad approcciarvi, o se già vi siete approcciati, ai servizi e app con intelligenza artificiale: