Recensione Ajazz AK966
Sulla carta può far gola a molti: una tastiera meccanica (quasi) completa usabile senza fili e dotata, tra le altre cose, anche di manopola del volume. Ed è anche hot-swappable! Insomma, alla Ajazz AK966 venduta in Italia da EPOMAKER non sembra mancare davvero nulla. Vediamo quindi insieme se vale l'investimento previsto.
La confezione della Ajazz AK966 include, oltre alla tastiera, un piccolo tester con 4 switch Kailh (un Midnight Pro lineare, un Midnight Pro tattile, un Jellyfish e un Silent Tactile), quattro tasti sostituitivi per CTRL, ALT e FN, una manopola del volume sostitutiva, un cavo USB-C ricoperto in tessuto di 1,6 metri, uno strumento unico per rimozione keycap e switch e un coperchio anti-polvere in plastica rigida. Il dongle per l'uso in Wi-Fi è integrato nel case della tastiera. Non male in definitiva, ma abbiamo visto di (molto) meglio.
Ajazz AK966 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 96% composta da 96 tasti. È quindi dotata di tastierino numerico (con tasto zero accorciato), ed è presente anche una fila aggiuntiva dotata dei tasti Del, PgUp e PgDn. Assenti invece i tasti End, Home, Ins, Prt Sc e altri che di solito ritroviamo sopra le frecce direzionali. Queste ultime sono "incassate" fra la sezione sinistra della tastiera e il tastierino numerico. A completare la dotazione una manopola del volume in metallo di colore verde removibile. Lo stesso colore viene ripreso anche da una piastra, sempre metallica) che fa da cornice ai tasti Del, PgUp e PgDn. Come per altre tastiere meccaniche di marchi quali EPOMAKER e AKKO di cui vi abbiamo parlato in passato, c'è un po' da farci l'abitudine, visto il posizionamento diverso dal solito di alcuni tasti. Il layout è ANSI con tasti UK/USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto invio è più piccolo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto leggermente allungato posto subito sopra invio.
I keycap in dotazione sono realizzati in PBT (polibutilentereftalato) dye-subbed, tra i più resistenti, sia per solidità che per qualità della stampa, che potete trovare in commercio. Se masticate l'inglese qui trovate una valida spiegazione relativa alle differenze di qualità dei materiali usati per i tasti. Non sono shine-through, di conseguenza la retro-illuminazione non va ad illuminare lettere e simboli. Il colore delle lettere nel nostro modello è verde oliva su sfondo bianco, con tasti funzione verdi e gialli. Si tratta di una delle 3 varianti di colore che EPOMAKER mette in vendita sul suo sito: quella in questione si chiama Green Land, altrimenti ci sono le varianti Summer Dream (bianca con accenti celesti e rosa) e Starry Night (nera e grigia con accenti gialli). Su Amazon Italia è disponibile solo la variante che stiamo provando in questo momento. Il profilo dei tasti è MDA. Non lo avete mai sentito nominare? Molto probabile: si tratta di un profilo simile all'SA (Spherical All, con parte superiore particolarmente concava) ma più ribassato. Questo perché la particolare struttura della tastiera e la sua inclinazione fanno sì che tasti del genere, dal profilo appunto più ribassato, siano tra le scelte più logiche e comode da fare. In realtà ad occhio i tasti ci sembrano leggermente più alti di altre tastiere con profilo MDA (come la EPOMAKER TH66), ma è questione di millimetri. In ogni caso potete osservare il profilo in questione nella seguente immagine.
Gli switch del modello che abbiamo recensito sono i Kailh Cream Switch. Si tratta di switch meccanici a 5 pin di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 55 ± 10 gf, di una distanza di attuazione di 1,9 ± 0,5 mm e di una corsa totale di 4,0 ± 0,4 mm. Sono interamente realizzati in plastica di tipo POM (Poliossimetilene) e a detta di Kailh sono pre-lubrificati di fabbrica. Lo stelo ha la classica forma a croce senza paratie anti-polvere. Qui trovate lo schema tecnico. Devono il nome al colore che li caratterizza. A differenza degli switch rossi lineari classici hanno una forza di attuazione leggermente maggiore e un suono molto corposo, anche grazie alla qualità costruttiva della tastiera e ai tasti MDA. Come gli switch rossi lineari, sono la giusta via di mezzo per chi usa la tastiera sia in ambito gaming che lavorativo/studio. Vista la maggior forza necessaria sono raccomandati anche a chi preme con vigore sui tasti. L'esperienza di digitazione nuda e cruda è davvero buona, e dipende da svariati fattori, tra cui anche la tipologia di costruzione. Si tratta infatti di una tastiera Gasket Mount, che, come vi abbiamo spiegato in altre recensioni, è una tipologia di montaggio che è sempre più in voga tra i produttori di tastiere meccaniche. Ci torniamo a breve. Intanto ecco una clip audio della Ajazz AK966 con switch Kailh Cream in fase di digitazione.
Non male gli stabilizzatori, sempre di casa Kailh (anch'essi color crema) e già lubrificati di fabbrica. Sono fissati alla piastra tramite un classico incastro e non traballano. La barra spaziatrice presenta anche degli inserti in poliuretano (poron) nelle fessure che separano gli stabilizzatori dallo switch centrale, utili a ridurre ulteriormente il rumore emesso dalla barra e quell'eventuale sensazione di "tremolio" trasmesso da alcuni modelli. Il rumore in generale è molto gradevole, un pro di non poco conto per una tastiera del genere. Anche gli utenti più esperti potrebbero non aver bisogno di mettere mano alla tastiera, usandola così com'è. Il rumore della barra spaziatrice è in linea con quello degli altri tasti della tastiera, molto "thoc" e corposo appunto. Buoni anche rumore e performance degli altri tasti stabilizzati.
La PCB è compatibile con switch a 3 e 5 pin. Addentriamoci un attimo nel modo in cui è assemblata questa tastiera Ajazz. Subito sotto i tasti e gli switch troviamo una piastra in policarbonato lucido dove sono attaccati gli stabilizzatori a incastro. Su di essa trovano spazio varie guarnizioni in silicone. Da qui la dicitura Gasket Mount (montaggio a guarnizione). La piastra quindi non è a diretto contatto con i bordi della tastiera. Le guarnizioni in silicone rivestono delle sporgenze della piastra, che fanno poi sì che lo strato in questione sia ammortizzato, distribuendo parte dell'energia impressa durante la digitazione su tutta la scocca. Subito sotto la piastra c'è un ulteriore strato di poliuretano che contribuisce ad ammortizzare e rendere più piacevole il rumore in digitazione. C'è poi la già citata PCB (ricoperta di silicone) seguita da uno strato di schiuma fonoassorbente. Subito sotto, prima quindi della scocca che va a chiudere il tutto, ci sono le due batterie di cui è dotata la tastiera. Non male quindi, e tutte queste accortezze si traducono in un rumore in fase di digitazione estremamente piacevole. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante orientato verso sud. Essendo i tasti in PCB non shine-through è ovvio che la retro-illuminazione serva fino a un certo punto. I colori chiari della nostra variante aiutano la tastiera ad essere ben visibile anche con scarsa illuminazione, ma con stanze al buio la cosa si fa più complicata. Più tastiere proviamo di questo tipo, e più siamo convinti che l'illuminazione sia di fatto quasi del tutto inutile. Le uniche tastiere che ne giovano sono quelle in acrilico o in plastica traslucida. A livello hardware segnaliamo che la tastiera, in modalità cablata, vanta un polling rate di 1.000 Hz. Non male quindi anche a livello gaming!
La scocca è in plastica ABS di discreta fattura. Forse a primo acchito potrebbe dare l'impressione di essere un po' "cheap", ma non lo è affatto. Non c'è alcuna vite a vista, e questo forse è uno dei principali problemi. Non tanto che non siano a vista, ma che non siano proprio accessibili da nessuna parte. Disassemblarla sembra molto complicato, ed è probabile che le viti siano nascoste sotto i piedini in plastica gommata che si trovano sul retro. Diciamo quindi che rispetto ad altri modelli, portare avanti una eventuale routine di manutenzione interna o applicare eventuali modifiche strutturali è un po' più complicato del previsto. Le dimensioni sono in linea con quelle di altre tastiere complete 96 / 98 %: si parla di 387,5 x 136,5 x 41,5 mm, per un peso totale di 1.070 grammi circa. La scocca integra LED di stato per la gestione del capslock, del tastierno numerico e indicatori d'uso per le modalità senza fili, oltre ad uno switch fisico posto sulla sinistra per passare da modalità cavo a quella Bluetooth o Wi-Fi.
Lato connettività la Ajazz AK966 può essere utilizzata in tre diversi modi: cablata, grazie al cavo USB-C in dotazione (o qualsiasi altro cavo), via Bluetooth 5.0 o via Wi-Fi 2.4 GHz grazie all'apposito dongle che trovate inserito dentro la scocca (nella fessura sulla destra). Si possono collegare fino a 5 dispositivi contemporaneamente, 3 in Bluetooth, 1 via dongle Wi-Fi e l'altro via cavo. Per quanto riguarda le modalità senza fili si può passare da un dispositivo all'altro con FN+Q, W, E, mentre per passare alla modalità cablata o al dongle c'è il già citato switch fisico posto a sinistra. La batteria a bordo dichiarata è da ben 10.000 mAh. Non sappiamo se sia effettivamente così capiente. Da laboratorio, Ajazz garantisce 1.200 ore di standby con LED spenti e fino a 50 ore di uso continuato con LED accesi. Per una 10.000 mAh forse ci pare anche poco. In ogni caso la settimana lavorativa riesce a portarla a fine senza troppi problemi.Per quanto riguarda la compatibilità, la AK966 è utilizzabile su sistemi Windows, macOS, e anche su dispositivi mobili tramite Bluetooth (o cablata su Android). Piccolo cenno anche alla porta USB-C. È posizionata sotto la scocca in un apposito incavo. Ci sono delle canaline che permettono di direzionare il cavo facendolo uscire da destra, sinistra o dal centro. Nel caso abbiate intenzione di usare cavi personalizzati potreste avere problemi, visto appunto che il cavo non deve avere particolari sporgenze.
Estetica, costruzione ed ergonomia
Ajazz AK966, da un punto di vista estetico, si fa notare per via di due fattori: gli accostamenti di colori dei tasti, che possono piacere come no, e la rotella per il volume, che con il suo materiale metallico e la vernice lucida spicca più di altri elementi. Tralasciando questi due elementi, l'estetica è piuttosto classica, simile ad altre tastiere complete come ad esempio la ACR98 di AKKO. La cosa che probabilmente ci piace meno, a livello sia di aspetto che di feedback, è lo switch laterale per il passaggio alle varie modalità di utilizzo. In generale comunque la tastiera si presta bene anche in ambito lavorativo, sia nella sua variante Green Land (quella in foto) che Starry Night. Nulla poi vieta di cambiargli i connotati cambiando set di tasti. Il font di quelli in dotazione è sottile e sufficientemente "elegante", meno chiccoso dello stile AKKO.
Da un punto di vista costruttivo, quanto detto nel paragrafo relativo alle caratteristiche tecniche potrebbe essere sufficiente a farsi un'idea delle qualità della tastiera. In generale possiamo dire che questa Ajazz se la cava alla grande, anche meglio del modello precedente che provammo qualche tempo fa. Tutte le varie soluzioni interne, a partire dal montaggio gasket, fino agli strati di schiuma fonoassorbente e quelli in silicone, fanno sì che il rumore il rumore emesso in digitazione sia particolarmente soddisfacente. Prima di procedere con altre considerazioni ecco lo schema "costruttivo" della tastiera.
La scocca in plastica ABS è solida e non sembra suonare troppo a vuoto. Ha anche una discreta resistenza alle torsioni, e non sembrano esserci particolari punti deboli da sottolineare. Il fatto che non sia smontabile con facilità forse la rende anche più solida di altre tastiere in plastica. Difficile quindi portare avanti una eventuale routine di manutenzione, se non appunto quella che prevede la rimozione di tasti e switch. Approfittiamo per vedere anche il retro. Nella foto sottostante si notano le canaline che permettono di direzionare il cavo verso tre diverse uscite e 5 piedini gommati che donano un ottimo grip al tutto.
Sempre sul retro ci sono anche quattro piedini rialzabili che permettono di utilizzare la tastiera a 3 diverse inclinazioni: 5°/8°/11°. La struttura della tastiera e il profilo MDA dei tasti può permettervi di usarla anche all'inclinazione di base. Anzi, ad essere sinceri l'abbiamo usata prevalentemente senza rialzarla. Le potete vedere nella galleria qui di seguito.
Come di consueto abbiamo utilizzato la tastiera per scrivere questa recensione, sfruttandola anche nelle classiche sessioni di gaming con fps quali Overwatch e Call of Duty: Vanguard. L'esperienza di digitazione ci ha davvero sorpreso in positivo. Lo abbiamo già detto nel paragrafo relativo alle caratteristiche tecniche e lo ribadiamo. La montatura di tipo "gasket", sempre più diffusa nel settore delle tastiere meccaniche, in combinazione con i vari strati di schiume e silione, contribuiscono attivamente a rendere tale l'esperienza di digitazione e il feedback uditivo e tattile. Gli switch Creamy, lineari ma leggermente più duri, suonano molto corposi, e la digitazione piacerà a chi "pesta" forte sui tasti. Occhio ovviamente al layout ANSI UK diverso dal nostro che implica un posizionamento e una dimensione diversa per alcuni tasti, e simboli diversi sulla fila dei numeri e accanto alle lettere. Anche questa, come altre tastiere di cui vi abbiamo parlato negli ultimi mesi, è di origine cinese, e non vengono prodotte in varianti ISO ITA. Qualcosa comunque si sta smuovendo (vedi AKKO o Keychron). In definitiva, da un punto di vista ergonomico, vista anche la possibilità d'uso in più inclinazioni e l'esperienza di digitazione, la tastiera di Ajazz è promossa a pieni voti.
Ajazz AK966 usa un software per la gestione di vari parametri, tra cui l'illuminazione RGB, l'assegnazione dei tasti e la creazione di macro ad-hoc. Il portale da cui scaricarlo è un po' "nascosto". Lo trovate qui. Sul sito di EPOMAKER purtroppo il download vi fa scaricare una versione del software che funziona con un modello diverso.
La tastiera è già programmata con tutta una serie di scorciatoie, utili ad esempio a cambiare modalità di retroilluminazione e gestirne i parametri (luminosità, velocità, direzione), l'avvio di applicazioni e anche a gestire la riproduzione di contenuti multimediali. Sono tutte indicate nel manuale che potete trovare qui. Sempre con le scorciatoie si gestisce il passaggio tra i vari dispositivi collegati. Con FN + Q, W ed E si passa ai dispositivi associati via Bluetooth, mentre per passare alla modalità cablata o Wi-Fi si usa l'apposito switch fisico. Per passare dalla modalità Windows a quella macOS si usano le combinazioni FN+S o FN+A. Di base la tastiera è in modalità Windows. C'è anche una combinazione rapida per spegnere tutti i LED, in modo da risparmiare batteria (FN+X). Sempre tramite combinazione si può ciclare tra 18 pre-set di retroilluminazione, e addirittura viene offerta la possibilità di creare i propri pattern senza l'ausilio del software. Si può creare fino a 3 profili e salvarli nei tasti 1, 2 e 3, da richiamare poi con l'ausilio di FN.
Dal software, come accennato, potete anche registrare macro grazie ad un'interfaccia piuttosto classica con gli indicatori di ritardo, elenco di macro e altre funzioni classiche. Queste poi possono essere assegnate a tasti singoli o a combinazioni di tasti dall'apposito tab Button Setting, quello utile anche a rimappare del tutto la tastiera. Si possono assegnare diverse funzioni ai tasti, relative ad esempio all'apertura di software, alla gestione di contenuti multimediali e anche alla pressione dei tasti del mouse. Peccato solo che la manopola del volume non sia riprogrammabile. Dal tab Light Setting si possono gestire gli effetti di retroilluminazione, anche assegnando rapidamente un colore unico a tutta la tastiera.
Dal tab Other Settings invece si ha accesso ad altre opzioni come la gestione del polling rate (per la modalità cablata), del Windows Lock e di altre funzionalità. Il tutto può poi essere salvato in più profili da richiamare rapidamente tramite software. Vale in definitiva quanto già detto per altre tastiere di origine cinese: software con interfaccia spartana, solo in inglese, ma che comunque fa il suo dovere senza troppe pretese o fronzoli. Ci sono ovviamente grossi margini di miglioramento.
Discreta l'autonomia della AK966 in modalità Bluetooth o Wi-Fi. Sospettiamo, come già accennato, che la batteria non sia realmente da 10.000 mAh. Comunque siamo riusciti tranquillamente a portare a termine una settimana lavorativa (anche qualcosa in più) senza la necessità di doverla ricaricare, il tutto con LED sempre accesi al massimo della luminosità. Avrebbe forse fatto comodo un indicatore di stato di batteria. Ovviamente usandola con i LED disattivati (c'è anche l'apposita scorciatoia per spegnerli) l'autonomia è pressoché infinita. Come accennato infatti, la retroilluminazione su modelli con keycap in PBT non shine-through ha davvero senso solo fino a un certo punto.
Il prezzo della Ajazz AK966 non è dei più accessibili. Su Amazon Italia, come accennato, è disponibile solo il modello Green Land venduto a 169,99€. Non è certo la prima tastiera meccanica (quasi) completa a vantare prezzi del genere, anzi, c'è chi propone prezzi addirittura più salati, ma c'è da dire che ci si può spaventare per via della provenienza e per via del layout particolare.
Acquistando direttamente da EPOMAKER si riesce a spendere qualcosina in meno, circa 150€ tasse incluse. E proprio dallo store di EPOMAKER si possono scegliere anche i due colori alternativi che vi mostriamo nella gallery sottostante.
Approfittiamo per fare un recap delle caratteristiche salienti: per 150 (o 170€, a seconda di dove volete acquistarla) vi portate a casa una tastiera meccanica customizzabile (hot-swappable) utilizzabile in modalità cablata o senza (via Wi-Fi con dongle o Bluetooth), con retro-illuminazione, possibilità di programmazione, switch lineari di buona qualità, manopola del volume e una più che discreta qualità costruttiva. Proprio la qualità costruttiva e la sempre più motivata attenzione al suono emesso dalla tastiera sta facendo sì che piano piano i prezzi aumentino. Se non altro c'è una motivazione che trova conferma in ciò che tocchiamo con mano.
Recensione Ajazz AK966 - Foto dal vivo
Recensione Ajazz AK966 - Foto dal vivo
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Giudizio Finale
Ajazz AK966
EPOMAKER Ajazz AK966 è una tastiera che è difficile da non apprezzare. Ha tutto ciò che si può sperare di trovare in una meccanica di qualità, tranne forse l'impossibilità (per i meno smaliziati) di smontaggio e i materiali plastici della scocca. Il fatto di avere il tastierino numerico e di poter essere usata senza fili potrebbe ingolosire particolarmente chi cerca uno strumento di lavoro flessibile che possa davvero cambiare il modo in cui si scrive, migliorando l'esperienza di digitazione e il feeling generale. Il prezzo però potrebbe spaventare alcuni acquirenti, soprattutto considerato il layout ANSI e il marchio poco noto.
Sommario
Caratteristiche tecniche 9
Estetica, costruzione ed ergonomia 9
Pro
- Stile classico arricchito da manopola del volume
- Meccanica Hot-swappable, tasti in PCB
- Anche Bluetooth o Wi-Fi via dongle
- Ottima qualità costruttiva
- Esperienza di digitazione
Contro
- Solo layout ANSI UK
- Software spartano (e solo ENG)
- Praticamente impossibile da smontare
- Marchio poco conosciuto in Italia
- La batteria sarà davvero da 10.000 mAh?
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.