Dopo aver visto una selezione di tastiere EPOMAKER in stile 75% (la EP84, la K870T e la 3084B Plus), passiamo a un qualcosa di ancora più particolare: la AKKO ACR61. Cosa avrebbe di così peculiare? Una scocca acrilica (il nome completo è ACRYLIC61) traslucida piena di LED e un formato ridotto all'osso. Sullo store ufficiale EPOMAKER risulta sold-out, ma sullo store Amazon italiano è ancora reperibile in più varianti. Scopriamola insieme!
La confezione della AKKO ACR61 venduta da EPOMAKER è più grande del previsto. Questo perché è ricca di contenuti: troviamo, oltre alla tastiera, un cavo bianco a spirale (tra i più apprezzati dagli appassionati di tastiere meccaniche), una scatola in cartone che comprende il set completo di keycap in PBT (ovvero quelli che mancherebbero per costruire una tastiera completa, circa 100 keycap in più), un paio di piedini da attaccare sotto la scocca tramite biadesivo, la pinza per la rimozione dei keycap e alcuni manuali. Considerato che solo il set di keycap, denominato AKKO Black on White, ha un prezzo che oscilla sui 60€, va da sé che si tratta di una confezione davvero ricca.
La AKKO ACR61 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 60% composta da 61 tasti. Non solo è priva di tastierino numerico, ma non ci sono nemmeno le frecce direzionali, i tasti F1-F12, e tutta l'isola di solito collocata sopra le frecce (PgUp, PgDn, Del e così via. Di fatto risulta quindi compattissima, ma c'è da farci l'abitudine: l'assenza di così tanti tasti potrebbe mettere più di un utente in crisi. Si sopperisce alla mancanza di alcuni di essi con combinazioni specifiche, ma ci torneremo nel paragrafo dedicato alla funzionalità. Il layout è ANSI con tasti UK/USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto invio è più piccolo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto lungo posto subito sopra invio.
I keycap sono realizzati in PBT (polibutilentereftalato) double-shot, tra i più resistenti, sia per solidità che per qualità della stampa, che potete trovare in commercio. Non sono shine-through (come nella 3084B Plus e nella K870T). Il colore delle lettere è nero su sfondo bianco. Gli oltre 100 tasti aggiuntivi presenti in confezione sposano la stesse veste grafica, ma c'è anche una selezione di tasti sfondo nero carattere bianco pensati per dare un accennto grafico al layout. Avrete notato dalle immagini che le lettere e i numeri hanno caratteri asiatici oltre a quelli classici: è il layout delle tastiere giapponesi. Dà un ulteriore tocco di oriente alla tastiera, e nel caso non fosse di vostro gradimento la ACR61 è disponibile anche in altri colori con keycap diversi. In ogni caso nulla vieta di cambiarli, ma vista la natura particolare della tastiera hanno, almeno secondo la nostra opinione, il loro perché. Il profilo dei tasti è ASA. Non lo avete mai sentito nominare? Molto probabile: si tratta di un profilo proprietario realizzato dalla divisione AKKO (qualche info qui) caratterizzato dalla stessa altezza del profilo OEM e da una maggior sfericità dei tasti. Lo potete vedere nella prossima immagine.
Anche gli switch potreste non averli sentiti nominare: si tratta degli AKKO CS Jelly White, realizzati dalla casa madre della tastiera. Si tratta di switch meccanici di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 35 ± 0,5 gf, di una distanza di attuazione di 1,9 ± 0,3mm e di una corsa totale di 4,0 ± 0,3mm. A differenza degli switch rossi lineari classici hanno quindi una forza di attuazione minore, ma la particolarità dei Jelly White è da ricercarsi anche in altri fattori. Hanno un particolare stelo antipolvere, sempre compatibile con i keycap a croce ma con una protezione aggiuntiva ai lati, e un feedback sonoro che ci è piaciuto tanto (se non fosse per gli stabilizzatori della barra spaziatrice). Complice probabilmente anche la struttura stessa della tastiera, ma in ogni caso il rumore ricorda quasi quello di una macchina da scrivere smorzata. Valutate voi stessi con la clip audio che trovate di seguito.
Si tratta, in ogni caso, di una buona via di mezzo per chi cerca una tastiera meccanica che sia compagna di giochi e di digitazione. Gli stabilizzatori in dotazione ai tasti Shift, Invio, Backspace e simili sembrano un po' meglio di quelli in dotazione alla barra spaziatrice. In realtà sono gli stessi, e non sono il massimo: fanno un po' gioco e non risultano nemmeno lubrificati. Sugli altri tasti sono meno tremolanti, e il feedback in definitiva non è così male. Possibile che con un po' di lavoro manuale possano essere sistemati, tipo con un po' di lubrificante o con smorzatori di vario genere. La AKKO ACR61 è disponibile anche con altri switch: dipende sostanzialmente dal colore della tastiera. Vi conviene, a tal proposito, dare un'occhiata direttamente su Amazon. Come già accennato poi, gli switch sono di tipo hot-swappable: di conseguenza potete anche decidere di cambiarli. Il che ci porta a parlare della PCB e della scocca.
La PCB (Printed Circuit Board) è compatibile con switch a 3 o 5 pin. Quelli in dotazione sono a 3 pin. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante, ma non potrete creare un pattern di illuminazione personalizzato. Non c'è infatti un software di supporto, anche se le funzionalità non mancano. C'è anche da dire che con i keycap in PBT la retro-illuminazione è quasi del tutto estetica e ben poco funzionale. Ci sono comunque delle funzioni di programmazione che rendono questa board più "intelligente" di altre; ne parleremo nella sezione dedicata alle funzionalità. Non ci sono strati di schiuma nella scocca. C'è sufficiente spazio per collocarne di eventuali, ma non se ne sente troppo il bisogno, anche grazie alla solidità della struttura che ospita la PCB e all'organizzazione del layout. La particolarità della scocca è quella di essere realizzata con 4 strati di acrilico traslucido opaco tenuti insieme da una serie di piccole viti a brugola.
Una particolarità che rende questa AKKO ACR61 davvero unica nel suo genere. Oltre ai LED dei singoli tasti, anche la scocca presenta tutta una serie di LED aggiuntivi che fanno sì che tutta la struttura sia illuminata. Sui modelli nero e blu l'effetto è diverso. Probabilmente quella bianca da noi testata è quella su cui l'illuminazione risulta più evidente. Le dimensioni sono pari a 292 x 101 x 37 mm, mentre il peso ammonta a 592 grammi, non male per una tastiera compatta! Si sente però, maneggiandola, che si tratta di un dispositivo estremamente solido e ben costruito. Ci torneremo nel prossimo paragrafo.
Lato connettività, la ACR61 sfrutta unicamente la modalità d'uso cablata. Il cavo in dotazione è di alta qualità: si tratta di un modello a spirale di diametro leggermente più ampio di quelli classici. È anche dotato di laccettino a stretch per riporlo. Non siamo ai livelli di altri cavi prodotti dalla stessa AKKO, che presentano anche connettori in metallo e combinazioni di colori particolari (come questo), ma è comunque migliore dei classici cavi che si trovano in confezione. Buono il posizionamento della porta USB Type-C per il collegamento del cavo. Nulla vieta di usare i propri cavi, visto che la porta non presenta scalini particolari o altri impedimenti visti su modelli diversi. La tastiera risulta compatibile con Windows e macOS, anche se non c'è una combinazione di tasti per passare da un SO all'altro. In ogni caso funziona anche su dispositivi alternativi come ad esempio smartphone Android (basta un adattatore).
Estetica, costruzione ed ergonomia
Da un punto di vista estetico, la AKKO ACR61 non si può certo dire che passa inosservata. L'illuminazione LED, che coinvolge non solo i 61 tasti ma anche la scocca stessa, è brillante e spettacolare, se vi piace il genere ovviamente. Anche solo il fatto che la scocca sia realizzata con 4 strati di acrilico ben visibili la rende unica nel suo genere. Dobbiamo spendere per forza anche qualche parola sui keycap: il fatto che quasi tutti i tasti riportino anche il sillabario hiragana rende la tastiera in qualche modo ancora più peculiare. Chiariamo una cosa: se di per sé non vi dà fastidio il fatto che si tratti di una tastiera ANSI UK, con una disposizione dei simboli diversa dalla nostra, non vi darà fastidio nemmeno la presenza di caratteri giapponesi. Alcuni poi possono essere sostituiti con i tasti extra presenti in confezione.
Sul retro non ci sono piedini pensati per usare la tastiera a diverse inclinazioni. Ci sono 4 piedi gommati che gli donano un'unica inclinazione. Come accennato in confezione ci sarebbero due sostegni aggiuntivi da applicare tramite biadesivo (sufficientemente resistente) che donerebbero alla tastiera 3 diversi tipi di inclinazione. Li abbiamo applicati subito proprio perché la posizione di base ci era parsa molto particolare e quasi di difficile utilizzo. Dopo qualche ora di digitazione abbiamo cambiato idea: i sostegni aggiuntivi rendono più instabile la tastiera, e per certi versi persino troppo inclinata. Usandola così com'è, con i piedi di base, la ACR61 risulta invece ben più stabile e, tutto sommato, anche abbastanza comoda. Certo è anche vero che la sua particolare altezza, la conformazione dei tasti (ASA), e l'inclinazione di base potrebbero portare buona parte degli utilizzatori a dotarsi di un poggiapolsi.
Una volta intuita la posizione più adatta all'utilizzo della ACR61, l'esperienza di digitazione è ottima. Se non fosse per il rumore della barra spaziatrice, il feedback dei tasti (anche grazie agli switch proprietari e ai keycap in PBT), tattile e uditivo, uniti alla solidità della tastiera, concedono una velocità di scrittura e una soddisfazione complessiva davvero niente male. Certo, come in ognuna di queste recensioni vi mettiamo nuovamente in guardia sugli eventuali problemi di digitazione derivanti dal layout ANSI. Per qualche strano motivo l'Alt di destra è Alt Gr come nelle nostre tastiere, il che è già qualcosa. Rimane però il tasto Invio su una sola linea con il tasto per la ù accentata subito sopra, che potrebbe portare in un primo momento ad una serie di errori di battitura. Vi assicuriamo che si tratta di una mera questione di abitudine. Più che altro su questo modello l'ostacolo maggiore e il non avere a disposizione frecce direzionali e tasti funzione. Sono raggiungibili tramite l'utilizzo del tasto FN, ma di fatto sono assenti, e per certe tipologie di utenze si tratterà di una mancanza a cui non sarà possibile sottostare. In ogni caso l'abbiamo utilizzata per svariati giorni senza ricorrere a soluzioni alternative, e vi assicuriamo che si lascia usare senza grossi problemi. L'abbiamo sfruttata anche per le nostre classiche sessioni di gioco a Overwatch 2 Beta e Call of Duty: Vanguard. Alla fine anche con il gaming se la cava bene, anche perché i tasti di cui dovete disporre sono meno che in digitazione.
Il livello costruttivo della ACR61 di AKKO, lo avrete oramai intuito, è ottimo. La scocca è solidissima, non si percepisce nessuna debolezza strutturale né scricchiolii di alcun genere. Anche senza gli strati di schiuma il rumore emesso è quello che si avrebbe dagli switch in dotazione, senza rimbombi causati appunto da strutture con angoli vuoti o deboli. Sembra insomma una tastiera fatta per resistere anni e anni, e anche solo il fatto che si possano cambiare switch (garantiti comunque per più di 50 milioni di battute) e i tasti la rende sulla carta ancora più longeva.
La EPOMAKER AKKO ACR61 non ha un software dedicato. Non ci sono nemmeno soluzioni lato hardware per la realizzazione di creare profili di retro-illuminazione personalizzata (che troviamo invece sulla K870T). Come già accennato, retro-illuminare i tasti in realtà ha una funzione solo estetica in questo caso, visto che i keycap in PBT non sono shine-through. Da quel punto di vista, ci sono tantissime modalità di retro-illuminazione da ciclare con le apposite combinazioni di tasti. Tali modalità non coinvolgono solo i tasti, ma anche il case! L'illuminazione della scocca e dei tasti si modifica con combinazioni di tasti diverse, offrendo quindi la possibilità di creare combinazioni davvero uniche. Sempre tramite scorciatoie si può anche aumentare o diminuire la luminosità, gestire la velocità delle animazioni o anche spegnere tutto, o solo il case o solo i tasti.
I tasti freccia e funzione sono assenti per via delle particolari dimensioni ristrette della tastiera, ma sono in realtà integrati in altri pulsanti. Con la pressione di FN + WASD si accede allle frecce direzionali, mentre con FN + numeri da 1 a 0 (e i due simboli accanto) si accede ai tasti F1-F12. Anche PgUp, PgDn, Home, End e altri sono integrati in altri tasti. Ci sono persino i comandi per regolare il volume, accessibili tramite FN + < o >. Di fatto quindi, imparando le combinazioni elencate nella manualistica presente in confezione, avrete accesso a tutti i tasti classici in caso di bisogno. Come dicevamo la ACR61 ha anche una funzionalità aggiuntiva che la rende leggermente più smart: la possibilità di creare Macro senza il supporto del software. Si tratta del sistema hardware denominato Akko Macro 1.0, e vi permette di programmare tutto tranne i tasti Esc, Fn, Left sinistro e Win destro. Ci sono ovviamente delle limitazioni, come l'impossibilità di decidere l'intervallo di tempo fra i tasti (che di fatto è quello registrato durante la creazione della macro) o di correggerle come fareste da software, ma è comunque una gradita aggiunta che sopperisce un minimo alla mancanza del software.
Sono quattro i colori disponibili sullo store Amazon Italia di EPOMAKER. A cambiare non è solo il colore della scocca, ma anche il set di keycap e gli switch in dotazione. Il prezzo è lo stesso per tutti i modelli: 109,99€. Potrebbe sembrare alto, considerato anche che si tratta di un modello 60%. Ci sono però delle considerazioni da fare. Una l'abbiamo già fatta nel paragrafo relativo alla confezione: la AKKO ACR61 include un set completo di keycap in PBT double-shot (oltre 150 tasti) che già di suo verrebbe a costarvi più di 60€. Come se non bastasse c'è anche un cavo a spirale decente, oltre alla pinza per la rimozione dei keycap e ai piedini aggiuntivi. Anche la base stessa, quella in acrilico con la PBT, di suo avrebbe un prezzo piuttosto salato. Aggiungeteci a tutto anche il fatto che trovarla sta diventando sempre più difficile (sul sito EPOMAKER è terminata). Il prezzo insomma è in linea con quanto offerto. Allo stesso prezzo vi consigliamo anche di prendere in considerazione la AKKO 3084B Plus.
Recensione AKKO ACR61 - Foto dal vivo
Recensione AKKO ACR61 - Foto dal vivo
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Giudizio Finale
AKKO ACR61
La AKKO ACR61 è un prodotto ancor più di nicchia delle altre tastiere EPOMAKER viste finora. Lo è per via del suo formato 60%, privo di tastierino numerico, frecce direzionali e tasti funzione. Lo è anche per via del suo layout ANSI UK. E soprattutto, lo è per via del suo look. È vistosa, quasi esagerata, piena di luci, quasi "kawaai" (anche grazie al sillabario hiragana stampato sui tasti), e dotata di una modalità di scrittura particolare. Si tratta però di una tastiera meccanica di ottima qualità, sia da un punto di vista costruttivo che di caratteristiche tecniche. L'esperienza di digitazione è gradevole, e gli switch proprietari sono davvero ottimi (almeno per i nostri gusti). Completa la dotazione una confezione davvero ricca e di valore. Peccato per gli stabilizzatori, unico, vero difetto di questo prodotto così particolare.
Sommario
Caratteristiche tecniche 8.5
Estetica, costruzione ed ergonomia 8
Pro
- Confezione ricca
- Unica nel suo genere
- Switch hot-swappable, keycap in PBT
- Macro programmabili lato hardware
Contro
- Solo layout ANSI UK
- Il formato 60% è per pochi
- Stabilizzatori barra spaziatrice
- No schiuma nella scocca
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.