Recensione AKKO x MonsGeek M1 DIY Kit: amore a prima digitazione

1 year ago 273

Kit tastiera meccanica fai-da-te

Torniamo a parlare di tastiere meccaniche di casa AKKO, e anche stavolta vi presento un nuovo DIY, ovvero un kit fai-da-te pensati per permettere all'utenza di costruirsi da soli la propria tastiera. Questi kit nascono per far sì che siano gli utenti stessi a scegliere switch e tasti da abbinare, cosa che ho potuto fare anche per questo modello di cui vi parlo oggi, la AKKO x MonsGeek M1 DIY Kit, un set disponibile sullo store AkkoGear.de che nasce dalla collaborazione con il neonato marchio MonsGeek (nato da una costola di AKKO). Non si tratta però della classica tastiera meccanica in alluminio, ma di un prodotto pensato per non costare un'esagerazione e per offrire performance di altissimo livello. Vi ho incuriosito un minimo? Allora continuate a leggere!

Unboxing

L'unboxing della AKKO x MonsGeek M1 DIY Kit mette sicuramente meno nel panico di quello della ACR TOP 75 di cui vi ho parlato l'ultima volta. Il kit in questione è già montato e pronto per essere completato con switch e tasti. Questo si traduce in un passaggio in più per chi volesse modificare qualcosa e in un passaggio in meno per chi volesse solo completare il tutto e usarlo prima possibile. Ci sono comunque altri componenti all'interno della confezione. In una bustina troviamo un set di stabilizzatori a marchio AKKO da applicare alla PCB con relative viti. Sul corpo tastiera sono invece già applicati degli ottimi stabilizzatori a piastra. Ottimo che sia offerta la possibilità di cambiarli, visto che per le build più avanzate molti preferiscono quelli da avvitare alla PCB. Oltre agli stabilizzatori troviamo anche un cavo a spirale in plastica, una serie di adesivi in teflon per effettuare la così detta "Force Break Mod" (ci torno a breve), un adesivo grande quanto il fondo della tastiera per la "Tape Mod" e un copri-tastiera in policarbonato.

C'è anche uno strumento per la rimozione delle viti che tengono unite le due sezioni della scocca.

Assemblaggio

Il kit è fai-da-te, ma come già accennato la MonsGeek M1 arriva di fatto già assemblata. Se avete fretta di provare la vostra nuova tastiera in alluminio potete applicare al volo switch e tasti e usarla. È anche più veloce di quanto avevamo visto nel caso della 007S V2!

Nel caso si fosse curiosi di vedere come è composta all'interno comunque, smontarla è cosa piuttosto rapida: basta rimuovere le viti che si trovano sul retro della tastiera per liberare piastra, strati fonoassorbenti e PCB. C'è comunque lo schema costruttivo ufficiale che ci permette di capire come è assemblata questa tastiera:

Si tratta di una Gasket Mount, esattamente come avevamo visto sulla già citata 007S V2. Rispieghiamo velocemente di cosa si tratta. La piastra in cui vengono incastonati gli switch non è a diretto contatto con i bordi della struttura tastiera.

Ci sono invece dei cuscinetti, in questo caso in silicone, che rivestono degli inserti della piastra che vengono chiusi a sandwich tra il coperchio superiore e la scocca inferiore. In questo modo la piastra è quasi come se fosse ammortizzata, flettendosi durante la digitazione e distribuendo al contempo l'energia applicata dalle dita sulle guarnizioni in silicone. E in questo caso il flettersi della piastra è ancora più sensato, visto che quella presente nel kit è in policarbonato traslucido. D'altronde anche la stessa AKKO nei suoi kit offre spesso due alternative per le piastre.

A livello di soluzioni fonoassorbenti, oltre alle già citate guarnizioni in silicone, troviamo uno strato di etilene vinil acetato (EVA) che funge da materiale fonoassorbente tra la piastra e la PCB, un po' più denso degli strati classici. Lo strato in questione poggia su un pad di silicone IXPE, ben visibile negli slot in cui apporre gli switch, che è a sua volta adagiato su una PCB da 1,2 mm, ovviamente compatibile con stabilizzatori da avvitare direttamente alla sua struttura.

Sotto la PCB troviamo poi un ulteriore strato fonoassorbente in silicone.

Due le particolarità da sottolineare: il potenziometro (o encoder) nell'angolo in alto a destra e le due sezioni color oro sui fianchi. Per quanto riguarda il primo, è dello stesso colore della scocca (in questo caso bianco), ed è stato realizzato in modo da sfiorare quanto meno possibile la scocca. Davvero peculiare il fatto che la sua pressione non abbia un feedback né uditivo né tanto meno tattile. L'effetto è quello classico che ci si aspetterebbe da una manopola per il volume, ovvero silenziare l'audio di sistema, ma appunto è davvero particolare che non ci siano feedback di alcun genere. Per quanto riguarda le sezioni in oro invece, si tratta di due placche già incastonate tra le due sezioni in alluminio che compongono la tastiera. Danno un tocco di originalità alla tastiera, senza mettere in campo LED o altre soluzioni più "tamarre".

Quali modifiche si può apporre alla tastiera? Qui entrano in gioco alcuni degli accessori inclusi in confezione. Il grosso adesivo che sembra essere grande quanto la tastiera è utile alla cosidetta "Tape Mod", ovvero quella modifiche che consiste nell'apporre un certo tipo di nastro adesivo sul retro della PCB. L'obiettivo è ovviamente quello di ridurre il suono emesso in digitazione. Il foglio è già pronto per ricoprire tutta la PCB, senza quindi doversi preoccupare di fare tanti pezzettini per ricoprirla tutta. Ci sono poi gli adesivi in teflon per la "Force Break Mod". Questa modifica consiste nel collocare queste "patch" intorno ai fori delle viti che tengono insieme le due sezioni della scocca. Solitamente si collocano nella sezione inferiore della scocca, ma nulla vieta di metterli nell'altra sezione. Si tratta di una modifica perfetta per certi generi di tastiere meccaniche in metallo, visto che riduce ulteriormente l'eventuale rumore metallico emesso in digitazione.

Queste due modifiche in combinazione con gli strati fonoassorbenti già inclusi e le guarnizioni in silicone fanno sì che il rumore emesso in digitazione sia potenzialmente fantastico. Ma dipende molto anche dagli switch e dai tasti che scegliete! Nulla vieta poi di sperimentare con materiali diversi sul fondo della scocca o di sostituire le guarnizioni in silicone presenti sulla piastra con altre in poliuretano.

Switch AKKO V3 Cream Yellow

Perché non testare una build nuova di zecca con switch AKKO altrettanto nuovi? Sulla MonsGeek M1 ho installato i nuovi AKKO V3 Cream Yellow, terza generazione di switch lineari caratterizzati da un buon prezzo e ottime performance. La parte superiore della scocca è in policarbonato trasparente di colore giallo, mentre la sezione inferiore in plastica classica (non è specificato se POM o ABS). Lo stelo è a croce classico, senza paratie anti-polvere come gli ultimi CS. Il nome è abbastanza azzeccato, ma prima di dirvi perché vediamo le caratteristiche.

Sono switch lineari a 3 pin dotati di una forza di attuazione di 50 ± 5 gf, di una distanza di attuazione di 1,9 ± 0,3 mm e di una corsa totale di 3,5 ± 0,3 mm. Sono molto veloci, anche se non tra i più veloci (in tal senso i POM Silver sono molto più rapidi). Sono leggermente più duri dei rossi lineari classici, e sono davvero piacevoli da usare. Il feedback in pressione è ottimo, ma è soprattutto il suono ad essere cremosissimo, proprio come il nome che gli ha assegnato AKKO. Vista la distanza di attuazione a quasi 2 mm è un po' più difficile incappare in errori di battitura derivanti da pressioni involontarie, ma c'è anche da dire che sono soffici da premere. Certo, rumore e feedback dipendono molto anche dai tasti che scegliete di abbinare.

Visto che le tastiere metalliche tendono ad essere un po' più rumorose in caso non ci siano soluzioni fonoassorbenti o accortezze costruttive particolari, ho preferito switch lineari che appunto non fossero troppo rumorosi.

E in effetti il risultato finale è meraviglioso. Nel caso voleste dare una chance agli switch V3 di AKKO, vi segnalo che sono disponibili anche i Cream Blu tattili. La cosa curiosa è che nonostante siano appunto tattili, hanno una forza di attuazione minore dei Cream Yellow.

Ecco una clip audio registrata durante la digitazione sulla AKKO x MonsGeek M1 con switch Cream Yellow di casa AKKO e keycap MDA Carolina Blue sempre di casa AKKO.

Keycap AKKO MDA Carolina Blue

Per quanto riguarda i tasti ho invece optato per un set sempre piuttosto recente, l'MDA Carolina Blue di AKKO. I colori, almeno a mio gusto, si sposavano con il bianco della scocca della MonsGeek. Il kit comprende ben 227 tasti, abbastanza per assemblare anche una tastiera 100% dotata di tastierino numerico e tasti extra, e ci sono anche tante varianti dei soliti tasti. C'è anche l'Invio ISO nostrano, due barre spaziatrici corte per le build in stile Alice, tasti con simboli e disegni vari, il tutto conservato in 3 scomparti protetti da plastica e poliuretano.

Il profilo è diverso dal classico ASA di casa AKKO: si tratta dell'MDA, un profilo curvo che, a differenza del profilo XDA, tende appunto ad essere più ergonomico variando altezza e inclinazione dei tasti. Vista la struttura inclinata della MonsGeek, un profilo del genere tende ad essere particolarmente comodo per le mani, visto che va ad aumentare progressivamente di altezza salendo verso l'alto.

Il font è quello classico di AKKO, caratterizzato da lettere molto grandi e ben leggibili e stampe di alta qualità. Il materiale è PBT Double-Shot, in assoluto il più resistente in circolazione. Un gran bel set insomma, che è caratterizzato da un prezzo nemmeno troppo esoso.

Caratteristiche tecniche

AKKO x MonsGeek M1 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 75% composta da 82 tasti. Le forme sono molto simili a quelle della AKKO MOD 007S v2. Cambiano il profilo, dove notiamo gli inserti in alluminio color oro, l'altezza del potenziometro e, ovviamente, gli interni.

Il formato 75% è completo di frecce direzionali, tasti funzione, e tasti Del, Home, End, PgUp e PgDn. Il layout è ANSI USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto invio è più piccolo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto lungo posto subito sopra invio.

Recensione AKKO x MonsGeek M1 DIY

Non è possibile acquistare la Monsgeek M1 già assemblata, di conseguenza keycap e switch dipendono dalle vostre scelte. Come specificato nei precedenti paragrafi, la scelta è ricaduta su switch V3 Cream Yellow e su tasti MDA Carolina Blue. Davvero ottimi gli stabilizzatori già montati sulla piastra in policarbonato. Il rumore non è affatto metallico ed è sufficientemente piacevole e smorzato. Sono già lubrificati a livello di fabbrica. E nel caso voleste ottenere risultati ancora migliore potete provare a montare quelli presenti in confezione da avvitare direttamente alla PCB.

Le fessure della piastra all'altezza della barra spaziatrice hanno riempimenti in poliuretano, e si notano anche altre fessure sulla piastra (vicino, ad esempio, al tasto CapsLock) sempre riempite con poliuretano.

La PCB è compatibile con switch a 3 pin o 5. I socket per gli switch sono i TTC Gaming, garantiti quindi per migliaia di sostituzioni. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante orientato verso sud. Altra particolarità della PCB: è spessa soli 1,2 mm. In questo modo aumenta la flessibilità di tutta la struttura e la rende al contempo compatibile con una più vasta scelta di stabilizzatori da avvitare direttamente sulla PCB stessa.

Come già accennato si tratta di una Gasket Mount dotata di scocca in alluminio , piastra in policarbonato e interni in EVA e silicone. I due pezzi che costituiscono la scocca sono pesanti e di altissima qualità.

Pensate che il kit privo di tasti e switch arriva a pesare 1,96 kg, anche più della già citata 007S V2. Con tasti e switch si superano tranquillamente i due chili. Le dimensioni ammontano a 33,2 x 14,7 x 3,3 cm. Non è poi così compatta insomma. Lato connettività la MonsGeek M1 può essere usata in un solo modo: in modalità cablata, grazie al cavo USB-C bianco a spirale in dotazione. Niente modalità wireless quindi, ed è un vero peccato, ma in quasi nessuna di questa build è presente la modalità d'uso senza fili. La nicchia dove inserire il cavo è particolarmente incavata, di conseguenza potreste avere qualche difficoltà ad usare cavi personalizzati o comunque particolari. Per quanto riguarda la compatibilità, il modello in questione è utilizzabile su sistemi Windows, macOS, e anche su dispositivi mobili. In generale funziona su qualsiasi dispositivo normalmente compatibile con una tastiera.

Estetica, costruzione ed ergonomia

La MonsGeek M1 che ho avuto modo di testare con mano è del colore che AKKO chiama E-White. Il bello di questo kit è che è disponibile in altri 5 colori, per un totale di 6 varianti: nero, oro rosa, viola, rosso e l'esclusivo colore Christmas Red.

Non c'è che dire: si tratta di un kit molto elegante che può essere reso perfetto per qualsiasi scrivania, sia essa di casa o di ufficio. Dipende ovviamente molto dal set di tasti che scegliete di installare sugli switch. Gli inserti in oro laterali sono altrettanto eleganti, e appunto, scegliendo un set di keycap che si abbini bene al colore della scocca può venire fuori una build davvero fantastica. Il modello bianco è leggermente perlato / metallico, non è quindi un bianco opaco o lucido classico, e probabilmente è quello più neutro tra quelli a disposizione. Comunque sia, da un punto di vista meramente estetico è promossa a pieni voti.

Da un punto di vista costruttivo, MonsGeek M1 è virtualmente indistruttibile. L'alluminio di cui è composta la scocca è ovviamente pensato per resistere anni e anni, e nonostante la piastra in policarbonato e il montaggio in stile Gasket, la flessione della struttura è comunque contenuta e non percepibile come eventuale debolezza. Il peso, come accennato, ammonta a 2 chilogrammi: si ha davvero la sensazione di tenere per le mani un qualcosa di "eterno". Le soluzioni fonoassorbenti applicate all'interno fanno sì che il rumore emesso in digitazione sia fantastico anche senza metterci le mani sopra. E se si vuole ulteriormente migliorare il tutto si possono azzardare alcune modifiche rese disponibili dagli accessori in confezione. Comunque, abbinandoci i giusti switch e magari montando gli stabilizzatori da avvitare alla PCB, potete ottenere con il minimo sforzo quei risultati che si vedono (anzi, si sentono) spesso su YouTube. Unica nota stonata forse è il potenziometro: a detta di MonsGeek è fatto per strusciare il meno possibile sui bordi metallici della scocca, un problema comune in questo genere di build.

In realtà la manopola tende a strusciare un po'. Solo se siete precisi con i movimenti, afferrandola dall'alto con cura, girerà libera da costrizioni.

Sul retro troviamo 4 piedini gommati di forma allungata, senza rialzi regolabili. Ciò significa che vi dovete far andare bene l'inclinazione della tastiera. In ogni caso la struttura della tastiera sale dai 2 cm di altezza verso la barra spaziatrice ai circa 3,3 cm raggiunti verso i tasti funzione. Come già detto, con la scelta del giusto set di keycap (consiglio quelli in stile SA e derivati), la tastiera risulta comoda anche senza piedini per rialzarla. Al più basta dotarsi di un poggiapolsi, ma dal canto mio non ne ho sentito la necessità.

Per quanto riguarda la retro-illuminazione, come spesso accade in modelli del genere se scegliete set di tasti in PBT non shine-through, avere o non avere i LED è la stessa cosa.

Sì, sono orientati verso SUD e si vedono, ma non cambiano la visibilità della tastiera con condizioni di luminosità avverse. Tant'è che AKKO stessa sullo store ha inserito foto del prodotto con set di tasti trasparenti, proprio per dare più visibilità alla retro-illuminazione. Tra l'altro i LED installati su questa MonsGeek vantano colori un po' meno saturi del solito, tant'è che c'è persino una combinazione da tastiera per variare la saturazione.

Come di consueto ho utilizzato la tastiera per scrivere per intero questa recensione, sfruttandola anche nelle classiche sessioni di gaming con fps quali Overwatch 2 e Call of Duty: Modern Warfare 2. Non è certo una tastiera gaming, ma comunque, con i giusti switch, se la cava anche in questo campo. Certo è che se cercate un qualcosa da gaming competitivo è meglio puntare a modelli ad-hoc con polling rate più alti.

La MonsGeek dovrebbe avere una frequenza di aggiornamento di 1.000 Hz, ma non è specificato da nessuna parte. Se non altro non rimarrete mai a secco di batteria, visto che è utilizzabile solo in modalità cablata. In scrittura invece la situazione è ben diversa. Probabilmente è la migliore tastiera meccanica su cui ho messo le mani, sia per rumore in digitazione (un vero burro, anche grazie agli switch Cream Yellow), sia per velocità di scrittura che riesco a mantenere. A costo di ripetermi, dipende tanto anche da tasti e switch, ma la base di partenza è ottima di suo, anche senza metterci sopra le mani. Occhio ovviamente al layout ANSI USA diverso dal nostro ISO IT. Se è la vostra prima tastiera del genere vi servirà un po' di tempo per abituarsi alla disposizione dei tasti.

Funzionalità

Inaspettatamente, la MonsGeek M1 utilizza il celebre software VIA per la gestione delle sue funzionalità.

E non c'è nemmeno da scaricare il layout della tastiera: è sufficiente recuperare la giusta versione di VIA disponibile sullo store di AKKO (lo trovate qui) e il software riconoscerà in automatico la tastiera. Come ogni tastiera meccanica che si rispetti poi, è già programmata con tutta una serie di scorciatoie da richiamare anche senza l'ausilio del software. C'è un solo problema: in confezione non c'è il manuale, e le scorciatoie di conseguenza non sono indicate da nessuna parte. Per fortuna che sono tutte visibili da VIA, ma se volevate evitare di installare il software è praticamente impossibile scoprirle tutte andando avanti per tentativi.

Dalla schermata principale di VIA, quella utile a rimappare la tastiera, è sufficiente premere LAYER 2 per scoprire le varie combinazioni utili. Si scopre quindi che FN + frecce direzionali permettono di gestire i parametri di retro-illuminazione; o ancora che FN+P esegue il comando Print (il tasto Print è assente); FN+C avvia la calcolatrice; FN+F2 apre il client di posta elettronica e così via.

Il bello di VIA è che ovviamente vi permette anche di cambiare tutte queste associazioni ed adattarle alle vostre esigenze. Comprando poi set di tasti come quello di cui vi ho parlato in questa recensione potete anche riassociare i tasti a quelli che preferite, impiegando il giusto keycap. Insomma, l'unico limite è la vostra fantasia.

Cosa altro si può fare da VIA? Più o meno tutto ciò che vi può servire. Da Macros si possono creare Macro con un editor piuttosto elementare. In realtà VIA è un po' più complesso di quello che sembra, e vi merita in tal senso cercare qualcosa su internet per sprigionare il vero potenziale dell'editor in questione. Da Lighting si può gestire la retro-illuminazione, scegliendo tra una serie di effetti pre-impostati e regolarne parametri. Purtroppo non se ne possono creare di personalizzati. Si puo poi salvare il proprio profilo in appositi file da salvarsi magari su cloud ed avere sempre con sé.

Apprezzo molto VIA per tutto il sistema di rimapaggio dei tasti (compreso il potenziometro!), forse il più potente in circolazione. Però per le altre funzioni, come banalmente le macro e la gestione della retro-illuminazione, ci sono software di produttori che fanno decisamente di meglio. Se non altro l'interfaccia di VIA è un po' meno spartana e più curata.

Prezzo

Uno dei punti di forza di questa MonsGeek M1 è il prezzo. Qualsiasi colore scegliate andrete a spendere quanto spendereste per un kit AKKO in acrilico (la ACR TOP 75) e 50€ meno di un kit AKKO 007S V2 equivalente. Il tutto senza rimetterci in qualità o personalizzazione. Si parla di 129,99€ senza tasse o 154,69€ comprese tasse e spedizione in Italia. Di più che in altri paesi del mondo, dove si parla addirittura di 99$ (senza tasse), ma non c'è molto che ci si possa fare. Sommandoci 20€ circa per due confezioni di switch come quelli usati per questa build e circa 50€ per un set di tasti in PBT double-shot, si parla di un investimento di circa 220€ per costruirsi una tastiera meccanica davvero, davvero ottima.

Recensione AKKO x MonsGeek M1 - Foto dal vivo

Giudizio Finale

AKKO x MonsGeek M1 DIY Kit

È completamente in metallo e dotata di potenziometro, vanta ottime sonorità anche grazie alle accortezze costruttive e alla modalità di costruzione "Gasket", è disponibile in tanti colori, è riprogrammabile con VIA e costa meno della media dei kit fai-da-te per le tastiere in metallo (e in acrilico): non so cosa altro possa volerci per convincervi, ma è davvero difficile rimanere delusi da questa AKKO x MonsGeek M1. La cosa bella è che le sonorità sono già ottime di suo anche senza metterci le mani sopra, il che significa che con un po' di modifiche può diventare davvero fantastica.

Pro

  • Scocca solidissima di 2 kg
  • Tipologia "Gasket Mount"
  • Strati fonoassorbenti in EVA e silicone
  • Tante modifiche possibili

Contro

  • Già montata
  • Solo cablata
  • Layout ANSI USA
  • Niente manuale in confezione

Lorenzo Delli

Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.

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