Torniamo a parlare di tastiere meccaniche di casa AKKO. Dopo avervi parlato del kit fai-da-te MonsGeek M1 è il turno della sua variante completa, ovvero AKKO x MonsGeek M2 DIY Kit. Si tratta in sostanza di una versione molto simile dotata però di tastierino numerico dedicato. Anche questo kit è disponibile sullo store AkkoGear.de e nasce nuovamente dalla collaborazione con il marchio MonsGeek nato da una costola della stessa AKKO. E anche in questo caso siamo di fronte a una tastiera che non costa un'esagerazione, almeno a confronto con altri modelli completamente in alluminio. Vediamo un po' di che pasta è fatta!
Unboxing MonsGeek M2 DIY Kit
L'unboxing della AKKO x MonsGeek M2 DIY Kit potrebbe mettere un po' di panico addosso a chi non ha mai montato una tastiera meccanica. A differenza del kit della M1, dove praticamente era già tutto montato, qui c'è da impegnarsi un po' di più. In una bustina troviamo gli stabilizzatori a marchio AKKO da applicare alla PCB. E qui dovrete fare tutto da soli: sulla M1 avevo trovato una variante a piastra già montata. Troviamo poi una bustina con tutte le viti del caso, un cavo a spirale in plastica, una serie di adesivi in teflon per effettuare la così detta "Force Break Mod" (ci torno a breve), un adesivo grande quanto il fondo della tastiera per la "Tape Mod" e un copri-tastiera in policarbonato. Ci sono anche un piccolo manuale, che però non vi è utile per il montaggio della tastiera, e una chiave a brugola utile per la rimozione delle viti sul retro della tastiera.
Assemblaggio
Il kit è fai-da-te, e lì per lì si ha l'impressione che la MonsGeek M2 sia già assemblata. In realtà dovrete smontarla per applicare gli stabilizzatori, sia che vogliate applicare quelli inclusi in confezione, sia che optiate per un modello a piastra. Per smontare il tutto dovrete rimuovere le viti sul retro (serve una punta a brugola), scollegare il sandwich di componenti dalla porta USB, rimuovere le viti che tengono insieme il sandwich (si svitano dal retro della PCB), e sfilare la PCB. Occhio che una volta che avete montato gli stabilizzatori. Se è la prima volta che lo fate seguite un video tutorial (come questo), e magari attrezzatevi con un po' di lubrificante. Se non volete spendere una follia ci sono dei piccoli kit perfetti per iniziare, come questo:
E occhio che dovrete attrezzarvi anche con qualche cacciavite di piccole dimensioni. La chiave a brugola in confezione va bene le viti sul retro, ma all'interno vi servirà anche un cacciavite a croce.
Io mi sono attrezzato con uno elettrico con punte intercambiabili e luce LED. Torna utile per velocizzare questo genere di operazioni.
Comunque se volete sapere come MonsGeek M2 è fatta dentro prima di acquistarla c'è anche lo schema costruttivo ufficiale:
Dallo schema costruttivo forse non si intuisce molto, ma si tratta di una Gasket Mount, esattamente come avevamo visto sulla M1. Rispieghiamo velocemente di cosa si tratta. La piastra in cui vengono incastonati gli switch non è a diretto contatto con i bordi della struttura tastiera. Ci sono invece dei cuscinetti, in questo caso in silicone, che rivestono degli inserti della piastra che vengono chiusi a sandwich tra il coperchio superiore e la scocca inferiore. In questo modo la piastra è quasi come se fosse ammortizzata, flettendosi durante la digitazione e distribuendo al contempo l'energia applicata dalle dita sulle guarnizioni in silicone. E in questo caso il flettersi della piastra è ancora più sensato, visto che quella presente nel kit è in policarbonato traslucido.
A essere più precisi, a risultare più ammortizzato è tutto il sandwich di componenti che troviamo all'interno, visto che piastra, strati fonoassorbenti e PCB sono tenuti insieme da una serie di viti.
A livello di soluzioni fonoassorbenti, oltre alle già citate guarnizioni in silicone, troviamo uno strato di schiuma in poliuretano, uno switch pad di silicone IXPE (ovvero un tappetino da mettere sopra la PCB) e due ulteriori strati di schiuma sul fondo, uno che riprende le forme della PCB e uno sul fondo della scocca. 4 strati quindi, niente male. Sul fondo della scocca c'è anche uno strato isolante in polietilene tereftalato (PET). Serve a evitare eventuali cortocircuiti. Si tratta di un evento rarissimo, ma a quanto pare AKKO ha preferito evitare che un'evenienza del genere portasse a eventuali danni.
Assente il potenziometro che avevamo visto sul modello M1 75%. Permangono invece le placche speciali sui fianchi, che nel caso del modello viola da me provato sono color argento.
Servono a dare un tocco di originalità alla tastiera, senza eccedere in LED o in altri dettagli un po' sopra le righe.
Quali modifiche si può apporre alla tastiera? Le avevamo già viste in occasione della recensione della M1. Il grosso adesivo che sembra essere grande quanto la tastiera è utile alla "Tape Mod", la modifica che consiste nell'apporre un certo tipo di nastro adesivo sul retro della PCB. L'obiettivo è ovviamente quello di ridurre il suono emesso in digitazione. Il foglio è già pronto per ricoprire tutta la PCB, senza quindi doversi preoccupare di fare tanti pezzettini per ricoprirla tutta. Qui però c'è il problema che sotto la PCB c'è uno strato di schiuma pensato per adattarsi proprio alle sue forme. Ci sono poi gli adesivi in teflon per la "Force Break Mod". Questa modifica consiste nel collocare queste "patch" intorno ai fori delle viti che tengono insieme le due sezioni della scocca.
Solitamente si collocano nella sezione inferiore della scocca, ma nulla vieta di metterli nell'altra sezione. Si tratta di una modifica perfetta per certi generi di tastiere meccaniche in metallo, visto che riduce ulteriormente l'eventuale rumore metallico emesso in digitazione. Queste due modifiche, unite a quanto già presente all'interno della scocca, possono far sì che il rumore in scrittura sia fantastico. Dipende però ovviamente anche dagli switch e dai tasti che scegliete per la vostra build.
Switch AKKO Haze Pink Silent
Perché non testare una build nuova di zecca con switch AKKO altrettanto nuovi? Sulla M1 avevo provato gli ottimi V3 Cream Yellow, ma ci si può spingere oltre in quanto a silenziosità. Ed ecco spuntare gli Haze Pink Silent, switch come al solito caratterizzati da un prezzo decente e performance al top. Tutta la scocca è in policarbonato traslucido color rosa. Lo stelo è a croce classico, privo quindi di paratie anti polvere.
Sono effettivamente switch molto silenziosi, approfittiamo quindi per vedere le caratteristiche tecniche.
Sono switch lineari a 3 pin dotati di una forza di attuazione di 43 ± 5 gf, di una distanza di attuazione di 2,0 ± 0,3 mm e di una corsa totale di 4,0 ± 0,3 mm. Sono quindi molto simili ai lineari classici (come gli CHERRY MX), e di conseguenza abituarsi al loro uso è questione di un attimo. Il rumore emesso in digitazione è fantastico, e non c'è nemmeno bisogno di lubrificarli prima di utilizzarli (a meno che non vogliate fare un lavoro più certosino di quello di AKKO). Su tastiere non in alluminio potrebbero risultare ancora più silenziosi, ma già su questa M2 suonano ottimamente.
Nel caso voleste dare una chance agli switch Haze Pink Silent, li trovate sullo store di AKKO a 13,99€ ogni 45 pezzi. Nel caso di una tastiera semi-completa come questa MonsGeek M2 vi serviranno 3 scatole.
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Ecco una clip audio registrata durante la digitazione sulla AKKO x MonsGeek M2 con switch Haze Pink Silent di casa AKKO e keycap Cherry Silent sempre di casa AKKO.
Keycap AKKO Cherry Silent
Qui devo per forza aprire una parentesi. AKKO mi ha inviato questo set di tasti dietro mia richiesta, ma in realtà non andrebbero bene per la M2. Lo spiega anche la pagina del prodotto sullo store di AKKO: servono set che includano 2 tasti funzione (FN e ALT) di dimensione 1.5u. Di conseguenza i set AKKO giusti sono quelli nei formati MDA o SAL. Questo qui, con profilo Cherry classico, non va bene per l'assenza di un tasto FN sufficientemente lungo. Ma io oramai mi ero fissato su questo set, visto che i suoi colori sembravano essere perfetti per la MonsGeek M2 color viola. È così è: come noterete dalle foto il tasto FN è un po' corto, ma poco importa, il risultato finale è davvero carino.
Comunque il set in questione si chiama Cherry Silent, perfetto quindi per gli switch Haze Pink Silent e dotato di un profilo Cherry estremamente classico. Tra gli accenti di colore che è possibile scegliere ce ne sono di viola o di azzurro. Ho ovviamente optato per quelli viola. Il set comprende 177 tasti, quindi sufficienti anche per le tastiere dotate di tastierino numerico e anche in grado di offrire tanti tasti alternativi. Sono, come da tradizione AKKO, realizzati in plastica PBT Double-Shot. La loro resistenza insomma è fuori discussione.
Il font è altrettanto classico: ben leggibile e vecchio stile, se paragonato ai set classici di AKKO. Risulta quindi azzeccato per una build come questa, priva di fronzoli o di altre stranezze che potremmo trovare su tastiere meccaniche di altro genere. Un gran bel set insomma, caratterizzato da un prezzo forse leggermente più alto di altri. Se usate il codice sconto "mondadori" avrete un 10% di sconto sul primo acquisto.
Caratteristiche tecniche
AKKO x MonsGeek M2 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 1800. Le forme sono molto simili alla già citata MonsGeek M1, con la differenza che qui troviamo il tastierino numerico. A tal proposito, il formato 1800 (96%) risulta più compatta delle tastiere complete di stampo classico, andando a rimuovere l'isola di tasti che solitamente troviamo sopra le frecce direzionali. Queste ultime sono invece incastonate tra la parte di sinistra e il tastierino stesso, tant'è che è lo 0 di quest'ultimo è corto. Il layout è ANSI USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto invio è più piccolo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto lungo posto subito sopra invio.
Non è possibile acquistare la Monsgeek M2 già assemblata, di conseguenza keycap e switch dipendono dalle vostre scelte.
Come specificato nei precedenti paragrafi, la scelta è ricaduta su switch Pink Haze Silent e su tasti Cherry Silent. Gli stabilizzatori sono presenti in confezione, ma purtroppo devo sottolinearvi uno degli unici, grandi difetti di questa tastiera: lo stabilizzatore della barra spaziatrice è terribile. Suona tutto meravigliosamente, sia grazie agli strati fonoassorbenti, sia grazie alla scelta di tasti e switch, poi si preme la barra e l'emozione scema vertiginosamente. Eppure l'ho anche lubrificata, smontata e rimontata più volte, ma non c'è nulla da fare. Chiariamoci: basta comprare un altro set di stabilizzatori, il mondo ne è pieno. Però è un peccato, anche considerati gli stabilizzatori a piastra già applicati sulla MonsGeek M1.
La PCB è compatibile con switch a 3 pin o 5. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante orientato verso sud. Altra particolarità della PCB: è spessa soli 1,2 mm.
In questo modo aumenta la flessibilità di tutta la struttura e la rende al contempo compatibile con una più vasta scelta di stabilizzatori da avvitare direttamente sulla PCB stessa.
Come già accennato si tratta di una Gasket Mount dotata di scocca in alluminio, piastra in policarbonato e interni schiuma PORON. I due pezzi che costituiscono la scocca sono pesanti e di altissima qualità. Il kit privo di tasti e switch arriva a pesare 2,15 kg. Tutto assemblato si arriva quasi a 2,4 kg. Le dimensioni ammontano a 39,1 x 14,6 x 32,7 cm. Lato connettività la MonsGeek M2 può essere usata in un solo modo: cablata, grazie al cavo USB-C bianco a spirale in dotazione. Niente modalità wireless quindi, così come d'altronde anche la M1 (o la nuova M3). E la nicchia dove inserire il cavo è piuttosto fonda, di conseguenza non tutti i cavi potrebbero andare bene per usarla.
Per quanto riguarda la compatibilità, il modello in questione è utilizzabile su sistemi Windows, macOS, e anche su dispositivi mobili. In generale funziona su qualsiasi dispositivo normalmente compatibile con una tastiera.
Estetica, costruzione ed ergonomia
La MonsGeek M2 che ho assemblato e testato è la variante Purple (viola quindi). Si tratta di un viola metallizzato tenue, tendente al lilla. Alternativamente ci sono le versioni argento scuro e nero. Meno colori quindi di quelli previsti per la M1.
Anche questo, così come l'M1 è un kit molto elegante, persino in questa variante viola. Anzi, forse l'assenza del potenziometro lo rende ancora più classico nel look, e con il giusto set di tasti può essere perfetto anche per un ambiente professionale. Gli inserti laterali in questa variante sono molto sobri, vista la scelta del color argento chiaro. Sulla M1 bianca erano oro, una scelta ben più vistosa. Anche le linee squadrate con angoli tondi la rendono simile a quello che è l'archetipo di tastiera nell'immaginario collettivo.
Da un punto di vista costruttivo, MonsGeek M2 è un colosso indistruttibile e inamovibile. Si scelgono tastiere in alluminio nella speranza che durino per sempre, è così sarà a meno di maltrattamenti particolari. Magari dovrete cambiare switch tra qualche anno, o magari anche i tasti in PBT mostreranno il fianco (o semplicemente siete stufi), ma le due sezioni in alluminio della scocca dureranno in eterno. Nonostante poi si tratti di una Gasket Mount con piastra in policarbonato, la flessibilità del sandwich dei componenti interni non è così accentuata da far percepire una ipotetica fragilità della tastiera. Scegliendo i giusti tasti e switch avrete ottime sonorità, visti anche gli strati fonoassorbenti a cui abbiamo fatto cenno. Occhio ovviamente agli stabilizzatori.
Sul retro troviamo 4 piedini gommati di forma allungata, senza rialzi regolabili. Ciò significa che vi dovete far andare bene l'inclinazione della tastiera. In ogni caso la struttura della tastiera sale dai 2 cm di altezza verso la barra spaziatrice ai circa 3,2 cm raggiunti verso i tasti funzione.
Scegliendo i giusti keycap non sentirete l'esigenza di rialzare il tutto. E anzi, a dirla tutta non l'ho sentita nemmeno con tasti con profilo Cherry, che vantano altezze ben più contenute di tanti altri set. Ah, i piedini gommati lasciano un po' il tempo che trovano: è difficile spostare per sbaglio 2,4 kg di tastiera, anche prendendo a pugni la scrivania dopo una sonora sconfitta.
Per quanto riguarda la retro-illuminazione, come spesso accade in modelli del genere se scegliete set di tasti in PBT non shine-through, avere o non avere i LED è la stessa cosa. Bello che siano orientati verso sud, ma appunto, se non scegliete tasti che fanno passare la luce dei LED è come non averli. Certo, quando la tastiera è sulla scrivania vanta un'inclinazione tale che riuscite a vedere i LED (che tra l'altro sono molto brillanti), ma si tratta di un dettaglio puramente estetico di cui potete fare anche a meno.
Come di consueto ho utilizzato la tastiera per scrivere per intero questa recensione, sfruttandola anche nelle classiche sessioni di gaming con Overwatch 2 (e Redfall). Non è una tastiera gaming, ma comunque, con i giusti switch, se la cava anche in questo campo. Scordatevi però un polling rate competitivo o altri particolari accorgimenti gaming che trovereste altrove. Questa è più una tastiera "da bosco e da riviera", da usare per scrivere e, all'occorrenza, per giocare. A livello di velocità di digitazione è tra le migliori su cui ho messo le mani, ma si tratta comunque di un parametro soggettivo che dipende tra l'altro anche dagli switch e dal profilo dei tasti. Dipende però anche dalla qualità del kit, e questo di qualità ne ha da vendere. Come sempre vi ricordo di porre attenzione sul layout ANSI USA. Se è la vostra prima tastiera del genere vi servirà un po' di tempo per abituarsi alla disposizione dei tasti.
E c'è anche da abituarsi al formato diverso dalle classiche tastiere complete.
Funzionalità
Anche la MonsGeek M2 utilizza il celebre software VIA per la gestione delle sue funzionalità. E non c'è nemmeno da scaricare il layout della tastiera: si usa via web. Sì, avete capito bene: basta collegarsi qui per poter mettere mano ai parametri della tastiera. Come ogni tastiera meccanica che si rispetti poi, anche MonsGeek M2 è già programmata con tutta una serie di scorciatoie da richiamare anche senza l'ausilio del software. Come accennato in confezione c'è un manuale dove sono indicate le shortcut presenti di default.
Dalla schermata principale di VIA, quella utile a rimappare la tastiera, è sufficiente premere LAYER 2 per scoprire le varie combinazioni utili. Meglio ancora però se usate il LAYER 0 per programmare la tastiera come vi piace a voi, magari rimappando i tasti con accento o cambiando altre funzioni, e il LAYER 1 per programmare le funzioni associati alla combinazione di FN con gli altri tasti.
Di default i simboli maggiore e minore servono, insieme a FN, ad abbassare e alzare il volume di sistema, mentre FN+M muta l'audio. Tornano molto utili, visto che manca il potenziometro. Con FN+ù (che nel layout ANSI corrisponde al tasto sopra l'Invio) si cicla tra i vari effetti di retro-illuminazione. Particolare il fatto che su queste MonsGeek è possibile cambiare addirittura il livello di saturazione dei LED (con FN + frecce direzionali a destra e sinistra).
Cosa altro si può fare da VIA? Più o meno tutto ciò che vi può servire. Da Macros si possono creare Macro con un editor piuttosto elementare. In realtà VIA è un po' più complesso di quello che sembra, e vi merita in tal senso cercare qualcosa su internet per sprigionare il vero potenziale dell'editor in questione. Tra l'altro almeno la versione via web è leggermente cambiata dalle ultime volte, e sembra leggermente migliorata.
Occhio però: in digitazione prende il layout ANSI USA anche se quello di sistema è impostato in ISO ITA. Di conseguenza per creare macro che includono simboli, lettere accentate e punteggiatura dovrete avere bene in mente il layout americano. Da Lighting si può gestire la retro-illuminazione, scegliendo tra una serie di effetti pre-impostati e regolarne parametri. Purtroppo non se ne possono creare di personalizzati. Si può poi salvare il proprio profilo in appositi file da salvarsi magari su cloud e avere sempre con sé o alternativamente anche caricare quelli fatti da altri. Apprezzo molto VIA per tutto il sistema di rimapaggio dei tasti, forse il più potente e intuitivo in circolazione. Però per le altre funzioni, come banalmente le macro e la gestione della retro-illuminazione, ci sono software di produttori che fanno decisamente di meglio. Se non altro l'interfaccia di VIA è un po' meno spartana e più curata.
E in questo caso non c'è neanche bisogno di installare il software: si fa tutto da browser!
Prezzo
AKKO ha deciso di realizzare questa linea alternativa per proporre sul mercato kit fai-da-te a prezzi non esosi. E la cosa bella è che al momento questa MonsGeek M2 costa meno della M1! Il kit nei 3 colori che vi ho mostrato poco fa è disponibile a 129,99€. A questo ci dovrete aggiungere però circa 28€ di tasse, in modo da non incappare in spese doganali. Facciamo conto tondo a 160€. Per una tastiera formato 1800 completamente in alluminio è comunque poco. Se ci aggiungete, sempre dal sito di AKKO, anche 3 scatole di switch Haze Pink e il set di tasti Cherry Silent si arriva a 280€ (tasse incluse). Inizia a diventare un investimento importante, seppur in linea con altri modelli o kit fai-da-te simili. Se usate il codice sconto "mondadori" avrete un 10% di sconto sul primo acquisto.
C'è modo di risparmiare qualcosina. Il set di tasti ad esempio è tra i più costosi tra quelli disponibili sullo store di AKKO. Ce ne sono di altrettanto validi che costano anche 20€ meno, e qualcosa si trova anche su Amazon. Diciamo che ve la potete cavare con 250€. Per chi non bazzica il mondo delle tastiere meccaniche potrebbe comunque sembrare un investimento "folle", ma i kit in alluminio hanno prezzi pari anche al doppio o al triplo di quello richiesto per la M2 (o la M1).
Nuovo store EU
Approfitto anche per segnalarvi che AKKO ha finalmente lanciato il nuovissimo store EU, anche tradotto in lingua italiana! I kit MonsGeek li trovate anche sul nuovo store. Anche qui potete usare il codice "mondadori" per un 10% di sconto.
Recensione MonsGeek M2 - Foto dal vivo
Recensione MonsGeek M2 - Foto dal vivo
Giudizio Finale
AKKO x MonsGeek M2 DIY Kit
MonsGeek M2 è una valida alternativa per quelli che avrebbero voluto un kit come la M1 dotato però di tastierino numerico. Si perde il potenziometro, ma le stesse funzioni possono essere eseguite tramite classiche combinazioni da tastiera. La qualità è la stessa, ovvero molto alta. Peccato solo per gli stabilizzatori inclusi in confezione, non all'altezza del resto del prodotto.
Pro
- Scocca in alluminio indistruttibile
- Tipologia "Gasket Mount"
- Multipli strati fonoassorbenti
- Tante modifiche possibili
- Programmabile tramite VIA
- Elegante
Contro
- Dovete montare gli stabilizzatori...
- ... e quelli inclusi non sono granché
- Solo cablata
- Layout ANSI USA
- Prezzo alto per i neofiti
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.