Tastiera Meccanica Gasket con Display
C'erano già state delle prime, timide aperture al mondo delle tastiere meccaniche custom da parte di ASUS. Con ROG Azoth, il celebre marchio taiwanese mette da parte la timidezza e include (quasi) tutto ciò che si potrebbe sperare di trovare su una meccanica customizzabile, compresa una confezione super ricca e un display OLED che la rende ancora più unica nel suo genere. Il prezzo però è salato. Vi ho incuriosito un minimo? Allora eccovi serviti con la recensione di questa nuovissima ASUS ROG Azoth!
L'unboxing della ASUS ROG Azoth ci fa capire quanto ASUS sia voluta andare all-in con questo prodotto. Oltre alla tastiera, già assemblata e pronta all'uso, troviamo una scatolina di cartone che ospita diversi gadget: uno strumento per la rimozione dei tasti, uno per la rimozione degli switch meccanici, uno per l'apertura degli switch, un pennello, un piccolo contenitore con 10 g circa di lubrificante Krytox GPL-205-GD0 e una lube station. Quasi tutto il necessario per modificare sin da subito la propria tastiera! Sempre nella stessa scatola troviamo anche 3 switch meccanici di riserva, un cavo USB-C ricoperto in tessuto e un adattatore USB-C/USB-A. Non manca ovviamente la manualistica del caso. Si sente la mancanza di due cose: una chiave o un cacciavite per lo smontaggio della tastiera e un copritastiera. Quest'ultimo anche perché con prodotti come la Falchion ASUS ci aveva abituati bene. Visto il prezzo poi non avrebbe sfigurato nemmeno un poggiapolsi (sulla falsa riga della Strix Flare II).
ASUS ROG Azoth è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO (100% anti-ghosting) formato 75% composta da 81 tasti. Fa quindi parte della famiglia delle compatte (anche più delle TKL): è del tutto assente il tastierino numerico, e mancano anche alcuni dei tasti che solitamente troveremmo sull'isola sopra le frecce direzionali. Queste ultime sono incastonate tra la fila dei tasti Ins, Canc, PgUp e PgDn che troviamo sulla destra e il resto dei tasti. Di conseguenza lo Shift di destra è più corto del normale.
Uno dei grossi punti a favore della nuova Azoth? Così come gli altri modelli di ASUS, è un layout ISO ITA, raro da trovare nel formato 75%. A renderla poi unica nel suo genere ci sono altri due fattori: una manopola di controllo a tre vie sul bordo destro e un display OLED da 2" in bianco e nero in alto a destra. La manopola serve banalmente alla gestione del volume, anche se può essere riprogrammata da Armoury (ci torno su nel paragrafo Funzionalità).
Il display invece può essere utile per monitorare parametri di sistema o semplicemente per personalizzare la tastiera. La manopola di controllo nasconde anche un pulsante con il logo ROG: premendolo si modificano i parametri controllabili con la stessa manopola!
I keycap in dotazione sono realizzati in ABS (acrilonitrile-butadiene-stirene, la stessa plastica dei mattoncini LEGO). Se masticate l'inglese qui trovate una valida spiegazione relativa alle differenze di qualità dei materiali usati per i tasti. Sono shine-through, di conseguenza la retro-illuminazione va ad illuminare lettere e simboli. Ciò nonostante sono ben leggibili anche a retro-illuminazione spenta. Sono tasti neri opachi, con un font influenzato dallo stile ASUS ma comunque ben leggibile. Vista l'oapcità e il materiale utilizzato tendono di più a trattenere l'unto delle dita. Sono perfettamente in linea con quelli già visti sulla ROG Strix Flare II. Il profilo dei tasti è OEM: simile allo Cherry, con linee più geometriche e comunque adatto sia al gaming che alla digitazione, ma è caratterizzato da tasti più alti.
Possono comunque essere sostituiti con facilità se ne sentiste il bisogno: gli switch sono compatibili con qualsiasi set di keycap a croce. Nella foto seguente il profilo della ASUS ROG Azoth.
Gli switch del modello che ho recensito sono gli ASUS ROG NX Red. Si tratta di switch meccanici a 3 pin di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 40 gf (totale di 50 gf), di una distanza di attuazione di 1,8 mm, di una corsa totale di 4,0 mm. Sono switch molto classici (anzi, i più classici di tutti), dotati di una copertura trasparente in policarobato, uno stelo a croce color rosso lubrificato e base trasparente in policarbonato. Grazie anche ai contatti placcati oro sono garantiti per qualcosa come 70 milioni di pressioni. Lineari rossi, tra i più universali insomma: ci si scrive bene, ci si gioca anche meglio, anche se sono leggermente più morbidi dei rossi Cherry.
L'esperienza di digitazione è buona, sia per gli switch rossi che per il fattore ergonomico. Nulla vieta comunque di cambiarli: come accennato la tastiera è hot-swappable, di conseguenza potete rimuoverli e metterci quelli che preferite. A livello di sonorità c'è di che discuterne. Prima però ecco una clip audio della ASUS ROG Azoth con switch ASUS ROG NX Red in fase di digitazione.
Gli stabilizzatori sono auto-prodotti da ASUS (come gli switch d'altronde). Sono fissati alla piastra in metallo e vantano degli steli che, a dirla tutta, non sono molto stabili. Il rumore è molto meno metallico di prodotti gaming di produttori blasonati come appunto ASUS, tant'è che sono anche lubrificati a livello di fabbrica, e più in linea con tastiere meccaniche custom o cinesi di fascia alta. La cosa buffa, si fa per dire, è che il suono dei tasti stabilizzati è quasi migliore di quello emesso dai tasti classici.
Ottimo, considerato che di solito si perde molto tempo a rendere migliore proprio il suono degli stabilizzatori, ma per il suono dei tasti la faccenda si fa un po' più complicata. In ogni caso, è possibile anche sostituirli. Da segnalare che ci sono due grossi cuscinetti in silicone nelle fessure della barra spaziatrice, e che c'è stato un lavoro extra di lubrificazione da parte di ASUS per farla suonare in modo ottimale.
La PCB è compatibile con switch a 3 o 5 pin di tipo MX. Addentriamoci un attimo nel modo in cui è assemblata questa ASUS. Stavolta sul sito ufficiale si trova lo schema costruttivo (o comunque lo schema esploso) della tastiera, e c'è un perché: non è stato tralasciato nulla! Siamo ai livelli di tastiere custom di alta qualità, o comunque di modelli cinesi di fascia medio/alta. Vediamo uno screenshot della tastiera esplosa per poi lanciarci in varie considerazioni.
Ebbene sì: si tratta di una gasket mount.
Recap per chi non conoscesse questo genere di assemblaggio. La piastra in cui vengono incastonati gli switch non è a diretto contatto con i bordi della struttura tastiera. Ci sono invece dei cuscinetti, in questo caso in silicone, che rivestono degli inserti della piastra chiusi a sandwich tra il coperchio superiore e quello inferiore. In questo modo la piastra risulta ammortizzata, flettendosi durante la digitazione e distribuendo al contempo l'energia applicata dalle dita sulle guarnizioni in silicone. Si tratta di un tipo di assemblaggio sempre più in voga tra i produttori cinesi di tastiere meccaniche, ed è probabilmente la prima volta che lo vediamo su una tastiera di un marchio gaming tra i più diffusi al mondo. Dallo schema si intuisce come ci siano 10 guarnizioni in silicone: due per lato corto, 3 per lato lungo. Ottimo, se non fosse che la piastra in materiale metallico riduce un po' il vantaggio di questa tipologia di montaggio.
Il metallo infatti flette molto poco, e di conseguenza si perde ammortizzazione. Le sonorità dei tasti sono quindi sufficientemente decise, anche troppo per i miei gusti. E il problema è che non esistono versioni alternative della piastra utilizzata. Subito sotto questa piastra troviamo un cuscinetto in silicone da 3,5 mm seguito dalla PCB. Sotto il circuito stampato troviamo un ulteriore soluzione fonoassorbente: un cuscino in schiuma PORON! La base poi è ulteriormente riempita con schiuma in silicone.
Le sonorità in digitazione sono buone, ma viste le tante soluzioni fonoassorbenti potevano essere decisamente migliori. I tasti stabilizzati, come già accennato, sono addirittura migliori degli altri. E non è una questione di switch: ne ho provati 3 diversi, inclusi i ROG NX di ASUS: gli AKKO V3 Cream Yellow che avevo già provato (ed apprezzato) nella recensione della MonsGeek M1 DIY e i KiiBOOM Taro Cream Milk. Le sonorità sono tutte molto simili, nonostante quelli di AKKO siano fatti apposta per essere più silenziosi della media e quelli di KiiBOOM siano addirittura di tipo tattile.
E non è neanche un discorso di lubrificazione, visto che ad esempio gli switch di AKKO sono già lubrificati. Tornando invece alle caratteristiche della PCB, ogni slot è dotato di LED RGB orientato verso Nord. A livello hardware, il polling rate raggiunge i 1.000 Hz sia in modalità cablata che in Wi-Fi con il suo ricevitore.
Le dimensioni sono sufficientemente contenute: si parla di 326 mm x 136 mm x 40 mm. Tutta assemblata quindi è pari a 435 x 250 x 38 mm. Il peso della sola tastiera ammonta a 1.186 grammi, più della ROG Strix Flare II che è una tastiera completa! Questo sia per via dei materiali utilizzati che per via delle soluzioni fonoassorbenti integrate nella scocca. Non ci sono LED di stato per un semplice motivo: c'è il display OLED!
Lato connettività, ASUS è andata letteralmente all-in: ROG Azoth può essere utilizzata in modalità cablata, via Bluetooth 5.1 o in Wi-Fi con l'apposito ricevitore USB con tecnologia SpeedNova, in grado di garantire bassa latenza e trasmissioni protette da eventuali interferenze.
Supporto classico quindi a 5 dispositivi contemporaneamente: 3 in Bluetooth, uno cablato e uno via Wi-Fi. A differenza poi delle altre tastiere ASUS gaming, c'è il supporto ufficiale a macOS. Funziona ovviamente su Windows, e vista la presenza del Bluetooth potete collegarla anche ad altri dispositivi. La porta USB si trova sulla sinistra e vi permette con facilità di usare qualsiasi cavo vogliate. Insomma, a livello di scheda tecnica non gli manca davvero nulla: tante soluzioni fonoassorbenti, montaggio a guarnizione, potenziometro e display OLED, triplice modalità di connessione, ampia compatibilità, PCB hot-swappable, tasti shine-through e, soprattutto, layout ISO ITA.
Estetica, costruzione ed ergonomia
ASUS ROG Azoth è una tastiera gaming, ma vanta comunque un design un pelo meno aggressivo di altri prodotti da gioco del marchio taiwanese. Il display OLED può essere usato per mostrare statistiche di utilizzo, e non necessariamente animazioni "zarre" o effetti pirotecnici troppo vistosi. La manopola del volume si confonde bene con l'elegante scocca metallica superiore, e utilizzando un pattern di retro-illuminazione non troppo colorato si può confondere con tastiere dai toni più seri.
Se poi volete far uscire il lato gaming, ovviamente la Azoth sa il fatto suo anche in questo campo. Tutto questo per dire che il look è curato e più a cavallo tra i due mondi (lavorativo e gioco) che orientato verso solo uno dei due. Comunque, da un punto di vista estetico mi sento di promuoverla senza riserve.
Ottima la retro-illuminazione, che illumina decentemente le lettere dei tasti shine-through diffondendo anche la luce colorata attraverso le fessure dei tasti. I colori sono leggermente opachi, ma il merito è soprattutto dei tasti. La luce che filtra dai tasti invece è più brillante. I tasti comunque, come già accennato, sono ben visibili anche a retroilluminazione spenta. Si tratta di un fattore importante in una tastiera senza fili che potrebbe rimanere quasi a secco obbligandovi a spegnere i LED.
Da un punto di vista costruttivo, la tastiera di ASUS è davvero molto solida.
La parte superiore della scocca è in metallo (quasi sicuramente alluminio), mentre quella inferiore in plastica. Considerate comunque che tutta la sezione superiore corre anche lungo i bordi. La parte inferiore funge quindi solo da coperchio. Il tutto è tenuto insieme da viti a brugola sul retro, a riconferma che volendo è anche possibile disassemblare la tastiera. C'è ovviamente da fare i conti con i collegamenti della porta USB, della batteria e dello schermo OLED, ma non dovrebbe essere niente di trascendentale. Gli interni, come accennato nella precedente sezione, sono curatissimi: troviamo vari strati di materiale fonoassorbente, inserti per la barra spaziatrice e guarnizioni in silicone. Peccato che sia stato usato un materiale nobile per la piastra: suona sbagliato, lo so, ma il policarbonato su tastiere "gasket mount" di questo tipo tende a rendere il suono in digitazione ben più piacevole di così. Vediamo una foto del retro così possiamo iniziare a parlare anche di ergonomia:
Si notano 4 piedini in gomma per mantenere salda la presa sulle superfici e due rialzi che permettono di ottenere altre due inclinazioni di utilizzo (8 e 11° circa).
La tastiera è sufficientemente inamovibile, sia grazie alla gomma dei piedini che al peso complessivo ben sopra la media. Vediamo quindi anche le foto di tutte e tre le inclinazioni d'uso della Azoth di ASUS.
Veniamo quindi all'ergonomia. Direi molto, molto buona per svariati fattori, ma dipende anche dalle abitudini. Se vi piacciono le 75% vi ci troverete subito a vostro agio. Il profilo OEM rialzato si lascia usare piacevolmente, anche grazie agli switch rossi proprietari lubrificati. Il fatto poi di poterla inclinare a piacere aiuta a trovare una posizione comoda. Un poggiapolsi non guasta, ma non ce n'è necessariamente bisogno, soprattutto se usate uno di quei tappetini enormi che coprono tutta la scrivania. La digitazione è piacevole, e gli errori in battitura sono pochi. E poi il layout è ISO ITA, un valore aggiunto per molti utenti là fuori! Peccato per il suono un po' troppo accentuato (a prescindere dagli switch utilizzati), ma si tratta comunque di un rumore piacevole e migliore della media delle tastiere gaming di marchi blasonati (come Corsair, MSI o le vecchie tastiere della stessa ASUS).
Come di consueto ho usato la tastiera per scrivere questa recensione per intero, sfruttandola anche nelle sessioni di gaming con Overwatch 2 e Call of Duty: Modern Warfare 2. Essendo a tutti gli effetti una tastiera gaming, dà il meglio di sé proprio in questo campo. Gli switch lineari sono velocissimi, e il polling rate a 1.000 Hz è sufficiente per garantire buone prestazioni. Non la definirei una tastiera da torneo o da gaming competitivo, ma più un punto di incontro tra il mondo delle tastiere da gioco e le meccaniche custom.
ASUS ROG Azoth sfrutta ovviamente il software proprietario di casa ASUS, Armoury Crate. Di base ci sono già delle funzionalità associate alle scorciatoie da tastiera, comprese quelle per cambiare effetti di retro-illuminazione (FN + frecce direzionali), ma le vere potenzialità della tastiera si schiudono da Armoury Crate. In ogni caso, le seconde funzioni dei tasti sono ben visibili sugli stessi, visto che sono stampate sul fianco frontale del keycap.
Con FN+TAB ad esempio si passa dalla modalità Windows a quella macOS. Con FN più i numeri da 1 a 6 si passa tra i vari profili d'uso. Con FN + frecce direzionali si modificano i parametri di retro-illuminazione. E i tasti mancanti, come Pause, ScrLk, Inizio e Fine sono assegnati ad FN più i tasti presenti nell'isola di destra. Manca il PrintScreen, ma in realtà è sostituito da FN + P.
Vediamo le varie sezioni di Armoury nello specifico cosa possono fare. Da Tasti si può rimappare tutta la tastiera, ad eccezione della manopola a tre vie che ha una sezione ad-hoc. Ad un singolo tasto si possono associare tasti diversi, funzioni del mouse, macro, avvio di applicazioni, apertura siti web, comandi multimediali e altro.
Da Illuminazione gestite tutti i parametri della retro-illuminazione. Oltre ai 10 pre-set potete selezionare anche Aura Sync, per sincronizzare l'illuminazione di tutti i prodotti ASUS, o crearne di vostri.
Per fare ciò però vi servirà Aura Creator da scaricare a parte. Di lato troviamo i parametri come velocità, direzione e spessore, oltre ad un ulteriore selettore di effetti di luce.
Da Manopola di controllo regolate il comportamento della manopola laterale. Molto interessante la gestione delle ventole nel caso utilizziate una scheda madre ASUS: potete impostare la velocità di tutte le ventole (tranne quelle della GPU) cambiando rapidamente modalità e vedendo (e sentendo) gli effetti in tempo reale. E con il pulsante Personalizza potete creare la vostra funzione personalizzata, che potrebbe banalmente essere un zoom in e zoom out, avvio di applicazioni e tanto altro. Per poi sfruttare tutte queste modalità si preme il pulsante di lato in modo da ciclare tra una e l'altra. Un gran bello strumento!
Da OLED si controlla lo schermo OLED integrato in alto a destra. Da qui si visualizzano tutte le informazioni relative alle funzionalità in uso con la manopola.
Come "salvaschermo" è possibile inserire immagini e animazioni, compresi file caricati dall'utente, banner testuali personalizzati, equalizzatori grafici che mostrano anche il titolo del brano in riproduzione e anche Informazioni di sistema, con temperature e frequenza d'uso delle componenti.
C'è anche il tab Alimentazione, ma ne parliamo nel prossimo paragrafo. E infine c'è Aggiornamento del firmware, un altro tab che è facile intuire a cosa serva. Comunque è Armoury Crate stesso a dirvi quando ci sono aggiornamenti. In definitiva l'ho trovato più intuitivo di altri software (il che non è affatto male), ed è completamente tradotto in italiano. Buono anche l'editor di Macro, che permette, una volta registrata una macro, di mettere mano a tutti i suoi valori o inserire nuovi eventi con facilità. A donare ulteriore valore aggiunto, a mio parere, è tutto ciò che è possibile fare con la manopola di controllo a tre vie e con il display che ci mostra quello che effettivamente stiamo facendo.
Quindi promossa a pieni voti dal punto di vista delle funzionalità.
Autonomia
ASUS non ha riportato esplicitamente i valori in mAh della batteria che troviamo a bordo. Ci sono però degli interessanti valori di riferimento a cui dare un'occhiata. Vediamo come prima cosa l'autonomia in Wi-Fi con la già citata tecnologia SpeedNova:
- RGB OFF - OLED OFF: oltre 2.000 ore di utilizzo
- RGB ON - OLED OFF: 131 ore di utilizzo (circa 16 giornate lavorative)
- RGB OFF - OLED ON: 128 ore di utilizzo (circa 16 giornate lavorative)
- RGB ON - OLED ON: 62 ore di utilizzo (circa 8 giornate lavorative)
In Bluetooth, con RGB spenti e schermo OLED spento, si arriva a 2076 ore di autonomia. Ne consegue che il resto dei valori è molto simile con entrambe le modalità d'uso senza fili.
Con tutto acceso al massimo della luminosità diciamo che si arriva a consumare un 10% di batteria al giorno, considerando sempre una giornata lavorativa tra le 8 e le 10 ore.
Non male, anche se nella media delle tastiere meccaniche di questo genere. Già regolando un po' la luminosità del display OLED (che comunque consuma) e della retro-illuminazione, si guadagnano ore preziose. Da Armoury Crate c'è una schermata riepilogativa da cui si può mettere mano ad alcuni parametri, creando avvisi ad-hoc per quando si raggiungono determinate percentuali o rendendo le politiche di standby più aggressive del solito. Comunque dal display OLED c'è anche un indicatore di stato di batteria, anche se non precisissimo.
Avevamo definito salato il prezzo della ROG Strix Flare II (220€), ma qui si va ancora più su. Si parla di ben 299€. Gli appassionati di tastiere meccaniche custom storceranno subito il naso: con una cifra del genere si compra un kit in alluminio, switch di buona qualità, tasti PBT double-shot e c'è il grosso rischio che avanzino anche soldi.
Cosa giustifica quindi un prezzo del genere? Il display OLED supportato da un'ottima manopola a 3 vie, le accortezze costruttive e i materiali utilizzati, un ottimo supporto software (tutto in italiano), il layout ISO ITA quasi impossibile da trovare su prodotti del genere e la tripla connettività, che molto spesso in kit DIY non si trova.
Tenendo in considerazione questi aspetti il prezzo è quasi giustificato, ma a chi si rivolge un prodotto del genere? I già citati appassionati di custom keyboard probabilmente non la prenderanno nemmeno in considerazione. E chi si avvicina a questo mondo difficilmente spenderà una cifra del genere per la sua prima tastiera. Risulta quindi difficile trovare un target per un prodotto del genere, se non in quel pubblico che non ha assolutamente problemi di budget.
Recensione ASUS ROG Azoth - Foto dal vivo
Recensione ASUS ROG Azoth - Foto dal vivo
Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.
Giudizio Finale
ASUS ROG ROG Azoth
ASUS ROG Azoth è un prodotto che segna una vera e seria apertura al mondo delle tastiere meccaniche custom. C'erano già stati timidi esperimenti, ma con questa ASUS è decisamente andata all-in: soluzioni fonoassorbenti, costruzione in stile "Gasket Mount", PCB con slot hot-swappable, soluzioni d'uso senza fili e tanto, tantissimo altro. Il voto finale sarebbe anche più alto, se non fosse per le sonorità non all'altezza di tutto ciò che è stato implementato e per il prezzo davvero, davvero alto.
Sommario
Unboxing ASUS ROG Azoth 8.5
Caratteristiche tecniche 10
Estetica, costruzione ed ergonomia 9
Voto finale
ASUS ROG ROG Azoth
Pro
- Hot-swappable, shine-through, layout ISO ITA
- Stazione per lubrificare gli switch inclusa
- Manopola a 3 vie supportata da display OLED
- Anche in Wi-Fi o Bluetooth
- Tante soluzioni fonoassorbenti
Contro
- Si può fare ancora di meglio a livello di sonorità
- Prezzo esagerato
- Difficile trovargli un target
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.