Recensione Chuwi MiniBook X: pensavo fosse amore, invece...

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Nicola Ligas

Nicola Ligas del 04 maggio 2022, 15:12,modifica il 27 aprile 2022, 18:23

Un piccolo laptop da 10,8'' con risoluzione 2K, e con un buco nella parte superiore sinistra, fatto per alloggiare una videocamera a 1440p. È anche ruotante a 360°, ha il supporto stylus, è fanless ed è tutto realizzato in lega di alluminio. C'è un sacco di amare in questo Chuwi MiniBook X, eppure è anche un dispositivo di nicchia.

Chuwi MiniBook X è realizzato con una scocca unibody composta da una lega di alluminio a sei strati, con un processo di sabbiatura che produce dei bei riflessi e lo rende più delicato al tocco.

La cerniera, che permette allo schermo di ruotare a 360°, è molto rigida, e vi permette di collocare lo schermo in qualsiasi posizione vogliate, senza tremolii di sorta. Da questo punto di vista ci sono modelli molto più cari e blasonati che quasi sfigurano al confronto.

Il peso complessivo è di soli 944 grammi sul piatto della nostra bilancia, più degli 899 grammi dichiarati da Chuwi, ma comunque ancora abbastanza contenuto come peso, soprattutto in relazione alla solidità di cui sopra.

Peccato che manchi un qualche tipo di aggancio per lo stylus HiPen. Non c'è infatti alcuno slot nel quale inserirlo, né magnetismo di sorta che lo tenga ancorato al MiniBook X.

Risicato il numero di porte: 2 USB-C ed il jack audio, ma del resto sarebbe stato strano se ci fosse stato qualcosa in più, e la flessibilità delle Type-C le rende comunque sufficienti.

La tastiera è purtroppo disponibile solo con layout US al momento, e questo è già un primo ostacolo. Chuwi ha comunque sfruttato al meglio lo spazio a disposizione, con tasti a filo di scocca, e sacrificando un po' solo le dimensioni di alcuni caratteri speciali.

Il risultato è che si prende confidenza velocemente con questa tastiera, e ci si scrive piuttosto bene, anche in virtù della solidità della scocca di cui sopra. Discreta la retroilluminazione: non senza qualche sbavatura, ma ben visibile anche di giorno, per quanto regolabile su soli due livelli.

Certo, chi avesse le mani più grandi potrebbe trovare qualche difficoltà in più, sia per la dimensione dei tasti che per "l'accozzaglia" degli stessi, ma era difficile fare tanto meglio di così con lo spazio a disposizione.

Altrettanto non si può dire del touchpad, che non solo è piccolissimo, ma è anche insolitamente poco cliccabile. Giusto gli angoli destro e sinistro possono fare clic, il resto della superficie è praticamente rigida. Anche qui gli spazi di manovra sono quelli che sono, ma il risultato è peggiore della tastiera.

  • Schermo: 10,8'' 2K (2.560 x 1.600 pixel) touch
  • CPU: Intel Celeron N5100
  • RAM: 12 GB LPDDR4X
  • Archiviazione: 512 GB SSD SATA 3
  • Webcam: 5 megapixel, video 2K
  • Porte: 2x Type-C, jack audio
  • Connettività: Wi-Fi ac, Bluetooth, 
  • Batteria: 28,88 Wh
  • Peso: 944 grammi
  • OS: Windows 11

Chuwi punta molto sull'apparenza, come un po' suo solito. Abbiamo infatti un display ad altissima risoluzione, per di più di soli 10,8 pollici, ed anche un buon quantitativo di memoria, ma a spingere il tutto c'è una CPU Jasper Lake, che basta per le attività di base (navigazione, mail, social, multimedia, small office) ma niente di più. Benissimo in questo senso l'impiego di un SSD in luogo di memorie eMMC, seppure con velocità intorno ai 500 MB/s in lettura e scrittura (comunque più che sufficienti).

Il vantaggio della webcam col buco è poi la risoluzione. Dove la trovate un'altra webcam in 1440p@30fps in circolazione? Peccato che sia completamente decentrata su un lato, e che la sua posizione sia di ostacolo in alcune applicazioni (se a pieno schermo) sia in landscape che in portrait.

MiniBook X ha un bel display; anche troppo bello. 2K su un 10,8'' è una risoluzione quasi sprecata, soprattutto perché poi va a minare quello che dovrebbe essere un punto forte di un super-portatile: l'autonomia (ne riparleremo nel paragrafo dedicato). 

Abbiamo una copertura completa dello spettro sRGB, una luminosità massima di circa 350 nit (la luminosità minima però poteva essere anche più bassa, per risparmiare qualcosa), ed un ottimo lettering. Buoni gli angoli di visione, ed i riflessi sono anche meno marcati di quanto avremmo pensato, a dispetto della finitura lucida.

Per di più c'è il supporto multi-touch a 10 punti, utile in particolare per sfruttare lo stilo HiPen H7 MPP, e la cura di Chuwi nello stondare tutti gli angoli dello schermo è encomibaile. 

Un buono schermo insomma, forse anche troppo per un ultra-portatile così piccolo.

  MiniBook X  Surface Go 2
PCMark 10 1.697 1.515
GeekBench 4 single-core 2.400 2.200
GeekBench 4 multi-core 4.850 4.300
GeekBench 4 GPU 15.000 17.000
CrystalDisk lettura 558 MB/s 1.774 MB/s
CrystalDisk scrittura 425 MB/s 841 MB/s

Guardando nel nostro dabatase delle precedenti recensioni, abbiamo faticato nel trovare qualcosa da affiancare a MiniBook X. Giusto il Surface Go 2, con Pentium 4425Y ed 8 GB di RAM, è al suo stello livello (lievemente sotto sul fronte CPU, meglio come velocità di accesso allo storage, che però è ininfluente sull'esperienza complessiva).

Questo per ribadire che siamo sulla fascia non bassa, ma bassissima del mercato, dal punto di vista delle prestazioni. Del resto, nel mondo degli Intel Core di 12ma generazione o dei Ryzen serie 6000, i Celeron hanno ragion d'essere solo per contenere i costi e per chi abbia esigenze di computing piuttosto basilari.

In realtà c'è un'altra ragione per preferire un Celeron: la silenziosità (non staremo qui a citare gli Apple M1). MiniBook X è infatti fanless, ovvero del tutto privo di ventole, e quindi completamente silenzioso in ogni situazione.

E le temperature non sono male. Sui core è difficile superare i 70°, anche sotto sforzo, ma il problema è che la scocca stessa, in particolare nella parte inferiore, funge da dissipatore. Alla base del notebook non è difficile superare i 45° superficiali, che sono davvero tanti, al punto da rendere fastidioso tenerlo in mano in queste condizioni.

Per fortuna la parte della tastiera non è mai rovente, e se questo fosse un portatile tradizionale non ci sarebbe nulla da ridire in generale. Essendo però un convertibile ruotante, votato alla portabilità, avere una superficie così calda può essere più fastidioso, soprattutto in certi frangenti.

Chuwi MiniBook X è un ultra portatile, uno di quei notebook per chi abbia spesso esigenza di qualcosa di più di uno smartphone, ma che sia comunque poco ingombrante ed il più possibile leggero. Da questo punto di vista è una macchina che fa bene il suo lavoro: lo schermo di lascia guardare che è un piacere, e la tastiera è abbastanza comoda da permettervi di scrivere anche a lungo. Uno studente che voglia prendere appunti, o un lavoratore sempre in movimento, apprezzeranno la sua versatilità.

Il fatto che sia un convertibile ruotante è poi un bonus non indifferente, perché usarlo in modalità tablet diventa più comodo per scrivere, o qualora voleste principalmente fruire dei contenuti, piuttosto che crearli.

Le prestazioni non sono un problema. Siamo di fronte a performance davvero basilari, questo sia chiaro, ma MiniBook X non è un "primo computer", quanto piuttosto un qualcosa a metà tra il vostro phablet (si dice ancora così?) ed il vostro notebook/desktop principale. Ci navigate, magari stando attenti al numero di schede aperte ed al contenuto delle stesse, non tanto per un fatto di RAM quanto per via del processore, ci vedete tutti i film che volete, sia in locale che in streaming (ottima davvero la parte di decoding, con supporto per 4K HDR in H.264, H.264 o VP9 praticamente impeccabili), ci lavorate con i programmi da ufficio più comuni, ma senza troppe pretese.

È abbastanza comodo anche per una videochiamata, grazie alla webcam che registra in 2K a 30 fps, anche se la qualità audio dei microfoni è piuttosto scarsa, col risultato che avrete un bel video ed una brutta voce. La posizione decentrata della webcam vi riprende inoltre di lato: non è pessima come le webcam nascoste nella tastiera di Huawei/Honor, ma non è comunque la collocazione ottimale. Del resto abbiamo già parlato di come il foro sia una soluzione più "di marketing" che non pratica, il cui unico beneficio può essere appunto l'altissima risoluzione.

Ci potete anche programmare qualcosa, magari compilando il risultato con qualcos'altro, ma non è certo il notebook per chi faccia spesso fotoritocco, e non parliamo assolutamente di produzioni video.

Ciò che compromette un po' l'esperienza d'uso sono altri aspetti che potrebbero sembrare più marginali, ma che invece, proprio in un ultra-portatile, diventano ancora più imporanti. Ad esempio il risveglio dalla sospensione è poco repentino. Non c'è l'instant-on al sollevamento dello schermo, un fattore molto gradito in dispositivi del genere, che portando spesso a giro vuoi poter usare con l'immediatezza di uno smartphone. Se il sistema non è andato in deep sleep dovrete comunque aspettare un paio di secondi per vedere lo schermo accendersi, idem dicasi premendo il pulsante di accensione, lasciandovi nel dubbio di averlo premuto correttamente o meno.

Altra croce e delizia: lo stylus HiPen H7, che potete avere per una manciata di euro in più. La penna di per sé ci sta, ma l'esperienza di scrittura non è ottimale, perché c'è un visibile ritardo tra il movimento dello stylus su schermo ed il disegno corrispondente. Nella video recensione è piuttosto evidente "la scia" che si crea dietro la punta della penna, anche con movimenti abbastanza lenti. Potete insomma scrivere e sottolineare, ma la sensazione di ritardo può essere fastidiosa e soprattutto compromette gli utilizzi più di precisione.

Peccato infine per l'autonomia, che non riesce a convincere. La colpa la diamo soprattutto al display, troppo energivoro e gestito probabilmente in modo non ottimale. Fatto sta che questo limita molto l'utilizzo in mobilità di un dispositivo che ha senso solo (o quasi) in mobilità.

Per tutti questi motivi, un Surface Go 2, che in quanto a prestazioni è anche un pelo inferiore, risulta più piacevole da utilizzare. Si sblocca subito, riconoscendo anche il vostro volto, è più impeccabile con lo stylus, ed ha un'autonomia doppia rispetto a questo Chuwi. Potete insomma usarlo con maggiore piacere proprio in mobilità, che dovrebbe essere il "terreno naturale" per dispositivi del genere.

Ok, la batteria è piccola, ma si poteva fare di meglio. Si doveva fare di meglio, perché l'autonomia è un elemento chiave in un dispositivo del genere, ed invece risulta non sufficiente.

In idle, con luminosità al minimo, risparmio energetico massimo e PC fermo, MiniBook X arriva a malapena a 5 ore. Per fortuna, dato che la luminosità minima è anche troppo elevata e che il consumo del processore è molto contenuto, ciò significa che anche utilizzandolo attivamente un 4 ore gliele strapperete, ma siamo comunque sempre sul filo del rasoio.

Per fortuna il caricabatterie è ovviamente leggero, e supporta la ricarica fino a 45 Watt, quindi è piuttosto rapido. Essendo USB-C va bene anche quello del vostro smartphone (se abbastanza veloce), fatto sta che sarebbe stato meglio poterne fare a meno più a lungo.

MiniBook X è al momento disponibile su Amazon UK ed US, ma non merita comprarlo dal colosso dell'e-commerce, perché cambio e dogana non sono favorevoli. In attesa che arrivi quindi su Amazon Italia, potrete rivolgervi allo store ufficiale, dove può essere vostro per 541€ senza stylus o 560€ con lo stylus, e spedizione dalla Spagna per non avere pensieri.

Considerando la qualità costruttiva e la particolarità del dispositivo (non è facile trovargli un vero rivale) sono cifre che possono anche starci, ma a questi prezzi si trovano notebook molto superiori in quanto a prestazioni (date un'occhiata alla nostra guida per rendervene conto), seppure non certo così compatti né ruotanti. Del resto questi sono i selling-point di MiniBook X, pertanto non è nemmeno troppo giusto paragonarlo con qualcosa di molto diverso.

Immagini

Giudizio Finale

Chuwi MiniBook X

MiniBook X è uno di quei prodotti realizzati con estrema cura, che ti aspetti da un'azienda matura, quale Chuwi ha dimostrato di essere. Per chi cerchi un computer genuinamente portatile è una chicca, ma ci sono anche dei limiti legati proprio alla portabilità. Anzitutto l'autonomia è troppo contenuta, inoltre il fatto di essere fanless può far salire considerevolmente la temperatura della scocca, che di fatto sulla base è un unico grande dissipatore. Non è insomma l'ultraportatile impeccabile che si poteva sperare, ma al contempo è anche una delle poche soluzioni di questo tipo, ed in mancanza di tante alternative si passa più facilmente sopra a quelli che sono i suoi difetti. Forse.

Sommario

Benchmark e Temperature 6.5

Voto finale

Chuwi MiniBook X

Pro

  • Compatto, solido e ruotante
  • Schermo ad elevata risoluzione
  • Tastiera il meno possibile sacrificata
  • Lo stylus costa poco

Contro

  • Scarsa autonomia
  • Scalda molto nella parte inferiore
  • Il foro in un portatile non è una buona idea
  • Stylus "in ritardo"

Nicola Ligas

Nicola Ligas Nicola è caporedattore su SmartWorld.it, e per questo motivo è odiato da tutti. I colleghi. Gli piace credere che il suo lavoro semplifichi la vita agli altri, in qualche modo. Ma non ai colleghi. Nel tempo libero cerca di complicare la sua vita, con nuovi progetti che non ha mai tempo di realizzare. Per fortuna. Dei colleghi.

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