Recensione DualSense Edge: se solo non costasse così tanto...

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Recensione DualSense Edge PS5

DualSense Edge è il nuovo controller premium di Sony dedicato a PS5 (e PC). E con Premium intendo che il prezzo è davvero salato. I vantaggi rispetto ad un DualSense classico sono però tanti. Quindi il gioco vale la candela? Scopritelo nella recensione!

La confezione del DualSense Edge è ricca, curata e dotata di tutto ciò che vi serve per personalizzarlo al massimo delle sue possibilità. Il controller si trova all'interno di una custodia in plastica rigida che riprende i colori di PS5. Un comodo accessorio per portare il nuovo DualSense sempre con sé, e vista la natura del controller ha il suo perché. Nella custodia troviamo: un cavo in tessuto molto resistente e molto lungo (3 metri circa), un fermacavo in plastica per evitare disconnessioni accidentali, 2 coppie di copri-levette sostituitivi (a profilo rialzato o ribassato), 2 coppie di tasti posteriori (a leva o a mezza cupola) in metallo. Non si sente la mancanza di nessun accessorio, il che è già qualcosa.

Vi avverto sin da subito: nominerò spesso SCUF Reflex nel corso di questa recensione. E inizio subito dicendo che di questo DualSense Edge si può dire quanto dissi proprio all'inizio della review del Reflex: sembra di maneggiare un DualSense classico in tutto e per tutto.

Le dimensioni sono identiche, leggermente diverso invece il peso. Un DualSense classico pesa 279 grammi, il DualSense Edge privo dei paddle posteriori pesa invece 329 grammi; aggiungendo i paddle si arriva a 336 grammi. Giusto per paragone, uno SCUF Reflex pesa 302 grammi, mentre un Elite serie 2 per Xbox arriva alla bellezza di 345 grammi. Non ha molto senso lanciarsi in altri paragoni: Thrustmaster non ha ancora lanciato un equivalente PS5 del suo ESWAP PRO Controller, e forse l'unico altro paragonabile è un AimController (di cui però non saprei dirvi il peso).

L'incremento di peso va a incidere leggermente sul bilanciamento del controller. Fortunatamente la maggior parte del peso extra sembra protendere nelle direzioni delle impugnature, facendo sì che si senta quasi più saldo in mano del DualSense classico. Cambiano alcuni aspetti estetici: le "infiltrazioni di nero" nelle impugnature sono più sottili; il touchpad è nero (con la classica trama con i simboli dei comandi PlayStation in miniatura), così come croce direzionali e pulsanti croce, triangolo, tondo e quadrato; e, per qualche motivo sconosciuto, la placca frontale è nera lucida invece che opaca.

Questo è forse l'unico appunto che posso fargli da un punto di vista meramente estetico. Un occhio attento nota anche altre sottili differenze: il modo in cui è tagliato il touchpad, molto più geometrico che nel DualSense tradizionale, la zigrinatura aggiuntiva dei tasti dorsali posteriori L2 e R2, e una porta USB circondata da plastica nera e da due fori laterali. Questi ultimi servono ad inserire l'alloggiamento per il connettore a cui facevo cenno nel paragrafo dedicato all'unboxing, un accessorio più utile del previsto che previene disconnessioni accidentali e che di conseguenza vi permette di muovervi con una certa libertà.

DualSense Edge ovviamente è sia un controller wireless che cablato. Per la modalità wireless si appoggia al Bluetooth su PC e al classico abbinamento dei controller Sony su PS5. In modalità cablata si può sfruttare il cavo in dotazione o qualsiasi altro cavo tipo C, anche se quello in dotazione è più che sufficiente per accontentare quasi tutti gli utenti.

Già il fatto che sia lungo 3 metri è un gran bel punto a favore, visto che la concorrenza fa di peggio. Su PC il cavo torna utile nel caso vogliate giocare alle esclusive PlayStation disponibili ad esempio su Steam compatibili con le feature del DualSense.

Da un punto di vista ergonomico, le forme, come già specificato, sono identiche a quelle del DualSense. Ciò significa che se avete una PS5 e vi trovate bene con il DualSense, non avrete problemi di adattamento con il DualSense Edge. D'altronde l'obiettivo di Sony è quello di fornire agli utenti che vogliono investire la cospicua cifra richiesta un'esperienza simile dotata però di feature extra. Cambia, come già accennato, il bilanciamento, in questo caso in meglio. Il feedback delle levette analogiche è lo stesso. La differenza è che i copri levetta sono removibili e sostituibili con quelli convessi più o meno alti.

Sostituirli è questione di un attimo: basta tirare con un po' di forza e il gioco è fatto. Cambia invece il feedback dei tasti funzione, leggermente più cliccosi sia a livello tattile che uditivo. Probabilmente l'hardware che si trova sotto va a influenzare questi aspetti. Identico invece il feedback dei pulsanti dorsali (tutti e 4) e della croce direzionale.

Cosa c'è quindi in più di un DualSense classico? Un sacco di cose. I coprilevette sostituibili sono solo la punta dell'iceberg. Subito sotto le levette analogiche ci sono i nuovi tasti Funzione. Ce ne sono due, anche se svolgono la stessa funzione (e non possono essere riprogrammati). L'idea è quella di avere un tasto per ciclare rapidamente tra i profili d'utilizzo, quelli che programmate e personalizzate da software (di cui vi parlo nella prossima sezione), e per modificare rapidamente volume degli auricolari e bilanciamento dell'audio tra gioco e chat vocale.

Queste ultime due funzionalità tornano particolarmente utili, visto che normalmente richiederebbero molti più passaggi e di conseguenza perdita di tempo prezioso. Non li premerete mai per errore, e anche una singola pressione non servirà ad attivare il menu contestuale per ciclare tra i profili. Vanno infatti tenuti premuti e premere poi altri tasti funzione per attivare il comando desiderato.

Sul retro troviamo uno switch denominato Release, un po' difficile da premere per la verità, che permette di rimuovere lo scudo frontale (quello nero lucido per intenderci). Una volta rimosso si ha accesso ai due moduli delle levette analogiche, che, grazie ad altre due levette argentate dedicate, è possibile rimuovere del tutto. A cosa serve una feature del genere? Lo scopo principale è quello di acquistare moduli di riserva da inserire nel caso quelli principali salutino la curva. Può succedere per i motivi più disparati, e chi gioca molto lo sa.

A naso vi direi che in futuro potrebbero arrivare altre tipologie di moduli da inserire al posto di quelli esistenti, ma al momento non ci sono annunci o leak a riguardo. Comunque questa funzionalità può tornare utile anche per fare un po' di manutenzione del controller. pulendolo da eventuale sporco accumulato.

Salendo troviamo gli slot per le palette. Nella confezione ce ne sono di due tipi: uno classico in stile "paddle" (o a leva), e uno a mezza cupola. Sono in entrambi i casi di metallo e sono molto comodi da utilizzare. La posizione è ben raggiungibile, e lo slot in cui collocarli fa uso sia di incastri che di magneti. Facili da rimuovere e sostituire quindi, ma potete stare tranquilli che non verranno mai via durante le sessioni di gioco. Il loro feedback è "cliccoso" e ben riconoscibile, e impugnando il controller viene spontaneo poggiarci le dita medie per utilizzarli sin da subito.

Salendo ancora si arriva ad uno di quelli che considero uno dei game changer di questo pad, anche se non si tratta certo di una novità. Ci sono i due regolatori fisici di corsa dei grilletti, che permettono di ridurre appunto fisicamente la corsa dei tasti dorsali L2 e R2. Lo ritroviamo ad esempio anche sull'Elite Serie 2 per Xbox. Il vantaggio nel DualSense Edge è che in qualche modo i grilletti rimangono adattivi anche con le corse ridotte, anche se ovviamente con la corsa al minimo la funzionalità perde completamente di senso. Considerate che su uno SCUF Reflex per implementare i grilletti posteriori istantanei servono 44,99€ in più, e sono definitivi (nel senso che li userete per sempre così). Qui non solo si può ridurre praticamente a zero la corsa dei grilletti ottenendo un effetto simile, ma si può tornare in un momento alla configurazione classica o ad una intermedia.

A cosa serve averli istantanei? Torna molto utile ad esempio negli sparatutto in prima persona, dove è preferibile che la pressione del grilletto si traduca istantaneamente in azione nel gioco.

Per il resto, a bordo troviamo tutto quello che ci si aspetterebbe da un DualSense. I motori interni per il feedback aptico sembrano gli stessi, e anche in questo modello la vibrazione è di altissimo livello. Ci sono sempre il tasto per mutare al volo il microfono, il microfono integrato, speaker, tasto PlayStation in rilievo e tutti i sensori del caso. Nonostante la presenza del coperchio frontale removibile e le componenti extra, la solidità del controller è comunque al top. Insomma, da un punto di vista costruttivo e di ergonomia è promosso.

Un controller di questo tipo senza un qualche tipo di funzionalità software serve fino a un certo punto. DualSense Edge non ha un'app da installare su PS5: tutte le sue funzioni sono perfettamente integrate nelle impostazioni di sistema della console.

La prima volta che lo collegate alla console parte comunque un tutorial che vi spiega per filo e per segno tutte le feature che lo distinguono dal DualSense classico, facendovi anche premere i nuovi pulsanti per spiegarvi a cosa servono e quando usarli.

Per trovare le opzioni legate al DualSense Edge è sufficiente andare nelle impostazioni di PS5, cercare la voce Accessori e scorrere fino a Controller Wireless DualSense Edge.

Iniziamo dai tasti Funzione (FN), i due frontali che troviamo subito sotto le levette analogiche. La foto seguente mostra cosa succede tenendo premuto i pulsanti in questione. Sì, una foto, perché si crea un overlay su schermo di cui non è possibile catturare uno screenshot. Questo overlay appare anche durante il gaming, ed è il menu di scelta rapida dei profili. Tenendo premuto uno dei due FN e premendo i tasti funzione laterali, si può passare rapidamente tra i profili di utilizzo. È uno dei modi più rapidi per passare tra i profili, anche se ci sono controller che sfruttano tasti fisici in combinazione con LED per farci capire quale profilo stiamo utilizzando.

Volendo si può personalizzare al volo anche i profili esistenti. Inoltre i tasti FN sono molto comodi per accedere rapidamente alla regolazione del volume delle cuffie e del bilanciamento tra chat vocale e volume di gioco. Sembra banale, ma per accedere alle impostazioni in questioni in modo rapido un tasto dedicato è una manna dal cielo.

Per creare profili si utilizzerà la voce Profili personalizzati, che va ad aprire questa schermata. Da qui si nota la divisione in due sezioni, Profili assegnati e non assegnati. Nella sezione Non assegnati potete crearne ben più di 4, ma quelli da richiamare rapidamente sono solo 4. Questo perché questi 4 profili d'uso vengono di fatto memorizzati all'interno del controller (in una memoria dedicata). Una volta salvati, i profili possono teoricamente essere utilizzati anche su PC. L'unico problema? Su PC non c'è l'overlay di selezione del profilo, di conseguenza utilizzerete solo e soltanto l'ultimo che avevate selezionato su PS5.

Profili personalizzati vi dà anche un rapido sguardo su quelle che sono le personalizzazioni che avete applicato al profilo selezionato. Comunque, per dovere di cronaca, giocando a Spider-Man Miles Morales su PC con il DualSense Edge ritroviamo tutte le funzionalità del DualSense classico, giusto per dirvi che il supporto a Windows c'è anche se manca la possibilità di riprogrammarlo.

Una volta creato un nuovo profilo, quanti parametri si possono modificare? Un bel po', e alla fine è proprio ciò che conta. Per cominciare, si può rimappare tutto il controller. Da qui si può anche impostare il comportamento dei paddle posteriori. Potete abbinarci qualsiasi cosa vi possa tornare utile e, come accennato, i tasti che abbinate ai paddle saranno poi utilizzabili anche su PC con giochi compatibili con il DualSense. In realtà però vi ho detto una "bugia": si può rimappare tutto il controller, tranne i nuovi tasti FN utili ad accedere al menu di selezione del profilo.

Ha senso, visto che sono pensati per quello (e per la regolazione del volume). La cosa che forse non ha molto senso è che entrambi i tasti FN svolgono esattamente la stessa funzione. Un po' ridondante, visto che sicuramente il giocatore sceglierà uno dei due e userà sempre o quasi quello. Bastava forse obbligare il giocatore a tenerne attivo uno dei due.

Si passa poi alla regolazione delle zone morte. Oltre quindi alla possibilità di regolare fisicamente la corsa dei grilletti, si può anche regolare la zona morta del controller, modificando il range dell'input, sia il valore minimo che il valore massimo. Potete anche regolarli in modo asimmetrico, in modo che L2 e R2 si comportino in modo drasticamente diverso.

Si passa poi alla regolazione della sensibilità e della zona morta delle levette. Da qui si possono selezionare vari preset che vanno a modificare la curva della sensibilità della levetta, preset che può ulteriormente essere modificato mettendo mano allo slider della regolazione della curva (per renderla più dolce o ancora più drastica) e alla regolazione di una eventuale zona morta.

I preset tornano molto comodi ed è questione di un attimo trovare quello che fa al caso dei propri giochi preferiti.

All'occorrenza si può poi decidere quali genere di avvisi deve mandare il DualSense Edge in caso di cambio di profilo di utilizzo. Può sembrare ridondante, visto che siete voi a decidere quando cambiare profilo, ma considerato che va tenuto premuto un tasto mentre se ne preme un altro, è possibile che nei momenti più concitati qualcosa vada storto. In questo modo avrete un feedback di ritorno che vi avvertirà di aver cambiato profilo con successo.

Ci sono ovviamente anche tutte le impostazioni classiche che ritroveremmo anche su un DualSense di stampo classico. Nei paragrafi precedenti mi sono concentrato unicamente sulle cose in più che l'utente troverà collegando un Edge alla propria PS5. E lo rispecifico giusto per chi non lo avesse ancora colto: non si tratta di nulla di particolarmente originale o innovativo.

C'è però da dire che è ben implementato e integrato alla perfezione nel sistema. In quanto a funzionalità era difficile chiedere di più, se non forse la possibilità di riprogrammare almeno uno dei due nuovi tasti FN. C'è poi da considerare che il DualSense al momento è più evoluto dei controller della concorrenza, almeno per quanto riguarda feedback aptico e grilletti adattivi, e ritrovare tutte queste cose con in più regolazioni, pulsanti programmabili e modifiche di tipo hardware è un gran bel valore aggiunto.

Già l'autonomia del DualSense non era tra le migliori. Con il DualSense Edge purtroppo Sony è riuscita a fare di peggio. C'è da dire che il controller fa più cose e di fatto ha anche più tasti. Si parla in ogni caso di valori compresi tra le 5 e le 6 ore di gioco. Forse disabilitando la vibrazione e altre funzioni accessorie si guadagna qualche minuto in più, ma è inutile sperare di fare miracoli.

È anche per questo forse che in confezione troviamo un ottimo cavo in tessuto da ben 3 metri e un piccolo accessorio per alloggiare il connettore e tenerlo ben saldo ancorato al controller.

Ha senso, soprattutto in ottica competitiva, giocare con il cavo. Si riduce la possibilità di incidenti di percorso e di possibili interferenze. Dotarlo di una batteria maggiorata probabilmente era impossibile, sia per un discorso di dimensioni che di bilanciamento. In ogni caso, vista la cifra richiesta per l'acquisto, un'autonomia del genere non è assolutamente sufficiente.

Il prezzo di DualSense Edge parla da solo. È alto, molto alto. Tanti utenti che potrebbero trovarlo fantastico probabilmente non lo compreranno per il suo prezzo fuori scala. C'è da dire che per tastiere e mouse gaming di alta qualità si spendono cifre simili se non di gran lunga superiori, per cui un prezzo del genere per un prodotto di alta qualità, come lo è questo DualSense Edge, può aver senso per gli appassionati.

Ha senso paragonarlo al prezzo di listino dell'Elite 2 di Microsoft (179,99€)? Fino a un certo punto. Usciva in un periodo in cui non c'erano tutti gli aumenti e i problemi che hanno colpito il mercato della tecnologia. Ha alcune cose in più, come 4 paddle sul retro (invece di 2) e una maggior autonomia, ma i paddle non sono removibili né tanto meno sostituibili. Non voglio stare qui ad elencare le differenze, ma davvero ha senso solo fino a un certo punto. Anche perché poi stiamo parlando di un controller PS5. E non ha neanche senso tirare in ballo l'ESWAP di Thrustmaster, visto che è pensato per PS4. Torna quindi alla ribalta il confronto con SCUF, e considerato quanto costa personalizzare un Reflex forse il prezzo dell'Edge non è poi così male. Ma sono tutte considerazioni per chi ha un bel po' di soldi da investire nella strumentazione di gioco.

Recensione DualSense Edge - Foto dal vivo

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Giudizio Finale

DualSense Edge

Se si fosse mantenuta sotto la soglia psicologica dei 200€ forse Sony avrebbe attirato meno critiche per il suo DualSense Edge. Di base è un ottimo controller: ben bilanciato, pieno di funzionalità extra sia a livello hardware che software, una buona gestione dei profili d'uso e un'esperienza d'uso complessiva più che soddisfacente. L'autonomia però lascia davvero a desiderare (per usare un eufemismo), e il prezzo di 239€ spaventa anche i fan più accaniti dell'ecosistema PlayStation. Un vero peccato poi, vista l'apertura al mondo PC, che non ci sia un modo per gestire il controller su Windows. Per programmarlo e usarlo a dovere sulle esclusive PS4/PS5 presenti su Steam e Epic, dovrete per forza di cose appoggiarvi ad una PlayStation 5.

Sommario

Unboxing DualSense Edge 10

Costruzione ed ergonomia 9

Voto finale

DualSense Edge

Pro

  • Confezione ricca
  • Personalizzazioni hardware e software
  • Gestione dei profili
  • Tutti i vantaggi di un DualSense con tanto in più

Contro

  • Prezzo altissimo
  • Su PC è limitato
  • Solo 2 paddle sul retro
  • Autonomia disastrosa

Lorenzo Delli

Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.

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