Tastiera Meccanica Custom Alice
A fine luglio vi abbiamo parlato di un'altra tastiera "Alice", un formato così particolare che da una parte incuriosisce e dall'altro spaventa. Spaventa perché per certi versi si deve reimparare a posizionare le mani, vista la particolare divisione delle due aree di scrittura. O almeno questo è quello che viene da pensare: la realtà dei fatti è che tastiere del genere sono più intuitive del previsto. Oggi vi parliamo della Feker Alice 80 venduta in Italia anche su Amazon da EPOMAKER. Ah, prima di andare avanti: Feker è un marchio che produce tastiere meccaniche low-budget, sufficientemente rinomato tra gli appassionati per il kit fai-da-te IK75.
Purtroppo (per Feker) mi sono abituato bene con le confezioni di altri marchi quali EPOMAKER e AKKO. Quella della Alice 80 è una bella confezione, con una finestrella che lascia intravedere la tastiera stessa, ma tolta quella non rimane un granché. Il ricevitore wireless è incastonato in un'apposita nicchia nella tastiera, e oltre a quello ci sono un cavo, uno strumento per rimuovere switch e keycap e un piccolo manuale. Fine dei giochi. Forse qualche keycap per modificare un minimo la disposizione di fabbrica, o magari qualche switch di riserva, non avrebbero guastato. Stiamo pur sempre parlando di una tastiera dal costo niente male.
Feker Alice 80 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato Alice composta da 68 tasti. Qui riapro la stessa parentesi che aprii in occasione della recensione della AKKO ACR Pro Alice Plus in cui vi raccontai da dove arrivano questo genere di tastiere. L'origine di Alice è forse da attribuire al designer malese Yuk Tsi, che postò sul forum GeekHack il suo primo prototipo.
In realtà Alice si basava su un altro modello ancora, EM7, ma non vogliamo divagare oltre. Proprio Yuk Tsi rese alla fine pubblici i file relativi al design, facendo sì che altri fan e produttori potessero sfruttarlo. Ad essere del tutto precisi poi, il formato Alice sarebbe quello 60%, privo quindi di frecce direzionali. Quello Feker sarebbe quindi più un formato Arisu (65%), ma oramai Alice è diventato più "modaiolo". Scavando ancora più a fondo si possono citare anche le vecchie tastiere ergonomice Microsoft, ancora in circolazione con modelli aggiornati, o addirittura la mitica Apple Adjustable Keyboard. Torneremo sull'ergonomia e sulla digitazione nella sezione successiva a questa. Sono assenti tastierino numerico, tasti funzione (F1-F12) e altri pulsanti di solito presenti nei modelli di tastiera completa. Si sopperisce alla mancanza di alcuni di loro tramite la pressione combinata di FN e altri tasti. Ci sono però frecce direzionali e tasti Del, PgUp e PgDn.
E anzi, qui troviamo persino una manopola per la regolazione del volume, un'aggiunta graditissima (insieme ad altre che vedremo a breve). Occhio però: oltre ad essere Alice e quindi ergonomica e particolare, vanta anche layout è ANSI con tasti USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto Invio è stretto e lungo, e la u accentata, se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il pulsante lungo posto subito sopra invio
I keycap in dotazione sono realizzati in PBT (polibutilentereftalato) dye-sub, tra i più resistenti, sia per solidità che per qualità della stampa, che potete trovare in commercio. Sono diversi dai double-shot, forse un pelo peggiori; se masticate l'inglese qui trovate una valida spiegazione relativa alle differenze. Non sono shine-through, di conseguenza la retro-illuminazione non va ad illuminare lettere e simboli.
La variante che ho testato ha keycap neri con lettere gialle (molto accese, molto ben visibili), con varianti color giallo e bianco con testo nero per alternare e rendere più evidenti i tasti che non riguardano lettere, punteggiatura e numeri. Il profilo dei tasti è un classico Cherry, più geometrico quindi di molti profili che ritroviamo in tastiere cinesi (come SA o la variante ASA di AKKO). Lo potete vedere nella prossima immagine.
Gli switch del modello in questione sono i Gateron Pro 2.0 Yellow. Qui potete consultare lo schema tecnico completo. Si tratta di switch meccanici a 3 pin di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 50 ± 15 gf, di una distanza di attuazione di 2 ± 0,6 mm e di una corsa totale di 4,0 ± 0,4 mm. Lo stelo è in plastica POM (poliossimetilene), la sezione superiore in policarbonato e quella inferiore in PA66. Ma soprattutto sono lubrificati di fabbrica, e si sente! A differenza degli switch rossi lineari classici hanno una forza di attuazione maggiore e un suono ulteriormente attenutato.
In realtà l'attenuazione è dovuta a tutta una serie di fattori, quali la già citata lubrificazione e la qualità costruttiva della tastiera. Come gli switch rossi lineari, sono la giusta via di mezzo per chi usa la tastiera sia in ambito gaming che lavorativo/studio. E attenzione, in realtà la Feker Alice 80 riserva una piccola sorpresa: i tasti dotati di stabilizzatore hanno uno switch differente. Si tratta di switch meccanici a 3 pin Feker Holy Panda di tipo tattile, con una forza di attuazione di 58 gf, una corsa totale di 4 mm e una distanza di attuazione di 2 mm. Una scelta particolare con un suo perché: differenziare il feedback dei tasti stabilizzati, almeno per i miei gusti, ha senso. E anzi, a livello di sonorità, cambiare switch ha in qualche modo fatto sì che il suono dei tasti normali e di quelli stabilizzati sia molto, molto simile.
L'esperienza di digitazione nuda e cruda è a dir poco fantastica, e dipende sia dalla scelta degli switch, sia dalle accortezze a livello costruttivo che vanno a rendere il rumore più ovattato e soddisfacente. Ecco una clip audio della Feker Alice 80 con switch Gateron Pro 2.0 Yellow in fase di digitazione:
Ottimi gli stabilizzatori, già lubrificati di fabbrica e per una volta tanto non in modo grezzo. Non si notano "bioccoli" di lubrificante come in altri modelli, ma si capisce che è stato applicato un po' di prodotto. Sono fissati alla piastra e non alla PCB, e sono dotati di stelo anti-polvere, ottimo anche per aumentare la stabilità dei tasti. C'è anche da dire che lo stabilizzatore più critico, quello che di solito deve amministrare la barra spaziatrice, è assente in questo modello, visto che la barra è spezzata in due segmenti. Di fatto sono identici agli stabilizzatori applicati a Shift sinistro, Invio e Backspace.
In ogni caso sono tutti caratterizzati da rumori più che soddisfacenti, degni anche di tastiere di fascia molto più alta.
La PCB è compatibile con switch a 3 o 5 pin. Ogni slot per lo switch è dotato di LED a sé stante orientato verso sud, altro punto a favore di questo modello. Essendo i tasti in PCB non shine-through è ovvio che la retro-illuminazione serva fino a un certo punto. Se non altro la piastra montata è leggermente traslucida, e contribuisce alla diffusione della luminosità emessa da tutti i LED. A proposito della piastra, la Feker Alice 80 è una così detta Gasket Mount, che, nelle scorse recensioni, abbiamo tradotto come montaggio a guarnizione. Ve ne abbiamo già parlato nella recensione della AKKO ACR Pro 75 o in quella della Ajazz AK966, ma per comodità ne riparliamo brevemente anche qui. La piastra in cui vengono incastonati gli switch non è a diretto contatto con i bordi della tastiera.
Ci sono invece dei cuscinetti in poliuretano (di solito sono in silicone) che rivestono delle estremità della piastra che vengono chiuse a sandwich tra il coperchio superiore e la scocca inferiore. In questo modo la piastra è quasi come se fosse ammortizzata, flettendosi durante la digitazione distribuendo al contempo l'energia applicata dalle dita sulle guarnizioni in silicone. E così facendo soprattutto non ci sono viti centrali, visto che la piastra è tenuta in posizione dalle guarnizioni. Subito sotto la piastra in policarbonato e le guarnizioni troviamo un sottile strato di silicone fonoassorbente, la particolare PCB Alice, un ulteriore strato fonoassorbente (anche particolarmente spesso) in poliuretano, le due batterie al litio e la scocca inferiore. Ecco lo schema costruttivo della tastiera:
La scocca è in plastica ABS di buona qualità. C'è una particolarità che caratterizza questa Feker e non la AKKO Alice di cui vi parlai a luglio: la scocca superiore convergendo verso il centro è inclinata verso l'alto.
La Alice di Feker in sostanza sposa la classica struttura ergonomica che si trovava anche sulle tastiere Microsoft. Tale particolarità si nota anche guardando la tastiera di profilo. E non è solo questione di ergonomia: si guadagna così un po' di spazio all'interno, utile per aumentare lo spessore del materiale fonoassorbente (che risente delle batterie). Lo smontaggio non è proprio banale: non ci sono viti sul retro, né tanto meno sulla piastra. Di conseguenza dovrete scastrare le due scocche, quella superiore e quella inferiore, possibilmente usando una tessera o uno strumento apposta per infilarsi tra le fessure delle plastiche.
Nonostante l'assenza della linea dei tasti funzione o del tastierino numerico, la Feker Alice 80 è bella lunga: si parla di 368 mm. Larghezza e altezza ammontano invece a 128 e 40 mm. Il peso raggiunge i 1.080 grammi circa (quanto la AKKO Alice!), niente male per una tastiera in plastica. Tra i tasti Del, PgUp, PgDn e gli altri tasti troviamo 4 LED di stato, tra cui quello classico per il CapsLock, per il Bluetooth e per il Wi-Fi.
Lato connettività, la Feker Alice 80 vince sulla concorrenza: modalità cablata classica, via Bluetooth 5.0 e via Wi-Fi a 2,4 GHz grazie all'apposito trasmettitore. Si possono collegare come di consueto fino a 5 dispositivi contemporaneamente, 3 in Bluetooth, 1 via dongle Wi-Fi e l'altro via cavo. Un po' macchinose le combinazioni da tastiera da ricordarsi, ma sono comunque scritte sul manuale. La batteria a bordo è una gargantuesca 8.000 mAh al litio suddivisa in due celle da 4.000 mAh. Per quanto riguarda la compatibilità, la tastiera in analisi è utilizzabile su sistemi Windows, macOS, e anche su dispositivi mobili tramite Bluetooth (o cablata su Android). In generale funziona su qualsiasi dispositivo normalmente compatibile con una tastiera. Un cenno anche alla porta USB-C. È posizionata al centro senza particolari impicci, quindi è compatibile anche con cavi personalizzati di stampo più "particolare". È a fianco dell'interruttore di accensione e di quello per il passaggio da Mac a Win.
Vorrei però sottolineare un piccolo difetto: la nicchia dove riporre il ricevitore USB, che tra l'altro vanta anche una piccola calamita per tenerlo saldo a sé, è poco più profonda della chiavetta stessa. Se la premete troppo in fondo rimuoverla potrebbe rivelarsi cosa molto, molto difficile.
Estetica, costruzione ed ergonomia
Da un punto di vista estetico, la Feker Alice 80 si presenta in modo molto particolare. Il modello di AKKO è sicuramente più elegante, ma anche questa non dovrebbe sfigurare troppo in un ambito lavorativo o comunque semi-serio. Stona forse un po' il giallo, il colore scelto per affiancare quello predominantre (il nero), ma forse è una questione di gusti miei. C'è però la variante bianca che potrebbe piacervi di più.
Per dargli un look più uniforme si può scegliere il pattern di retro-illuminazione giallo che almeno amalgama un po' il tutto. A prescindere dalla palette, una tastiera del genere non passerà inosservata.
Questo anche per via delle sue linee curve, che si ritrovano appunto su modelli ergonomici, e, perché no, anche per la manopola per il volume in metallo che spicca in alto a destra.
Ma da un punto di vista ergonomico, perché si dovrebbe optare per una tastiera del genere? Sulla carta, una disposizione così particolare dei tasti permette, in fase di digitazione, di tenere le mani in una posizione più naturale, che tende ad angolarsi verso l'interno permettendo anche di mantenere le spalle più comode e rilassate. Gli effetti si vedono sul lungo periodo, e per certi versi potrebbe persino essere la giusta soluzione per chi soffre di particolari tipi di dolori derivanti da lunghe sessioni di digitazione. Anzi, la Alice di casa Feker migliora ulteriormente questo aspetto, vista l'aumento di altezza verso il centro che permette una posizione delle mani ancora più comoda.
Da un punto di vista soggettivo posso dirvi che ci ho messo addirittura meno tempo ad abituarmi a questa che alla AKKO Alice. Erano un paio di mesi che non mettevo mano su una Alice, e con questa mi è venuto così naturale scrivere che quasi non ci credevo. Riesco a digitare velocemente e senza grossi intoppi, incappando al più ogni tanto in qualche pressione a vuoto nel centro della tastiera. Il trucco come al solito è non guardare in basso (non state scalando una montagna, lo so, ma è così). Può comunque volerci un periodo di assestamento, soprattutto se siete a digiuno. Anche questo modello vanta due lettere B, una a destra e una a sinistra, e la cosa bella è che potrebbe capitarvi di usare una o l'altra a seconda della parola che state digitando! Tra i contro di questa tastiera c'è da sottolineare nuovamente l'assenza dei tasti funzione e di altri pulsanti che solitamente troviamo in formati più classici.
Inoltre non tutti i set di keycap potrebbero andare bene per questa tastiera. Trovarne una con due barre spaziatrici così corte potrebbe essere molto complicato.
Da un punto di vista costruttivo, la Feker Alice Pro risulta sufficientemente solida. Tamburellando la scocca superiore si sentono un po' di punti vuoti, ma dipende anche dalla curvatura della stessa e dalle forme particolari che caratterizzano anche gli interni. I tasti sono solidi e di ottima fattura, e le accortezze a livello costruttivo, come gli strati di schiuma e le guarnizioni in poliuretano, fanno sì che il rumore emesso in digitazione sia non solo piacevole, ma anche incredibilmente soddisfacente. Anzi, forse tra i migliori provati nelle tastiere puramente commerciali. Aiutano molto non solo gli strati fonoassorbenti, ma anche gli switch di buona qualità pre-lubrificati e gli stabilizzatori. Smontarla, come accennato, potrebbe essere un po' più difficile del previsto ma non impossibile.
Sul retro troviamo 5 piedini gommati che, all'altezza base, donano un certo grip alla tastiera. Ci sono però anche due piedini reclinabili doppi che permettono di regolare la Alice di Feker ad altre due altezze. Su alcune superfici cala però la tenuta della tastiera. Anzi, a dirla tutta, tutta la struttura sembra un po' basculante, cosa che non succede all'altezza base. Il consiglio è, nel caso, di usare i due piedini più alti. Almeno nel mio caso hanno reso la tastiera anche più comoda di quanto già lo è. Potete poi aiutarvi con un poggiapolsi come no. Nella gallery sottostante trovate foto del retro e le tre altezze d'uso.
Sempre sul retro si nota un altro dettaglio: una piccola piastra metallica che include alcune informazioni di natura tecnica sulla tastiera.
Come di consueto ho utilizzato la tastiera per scrivere questa recensione (e anche altre in verità), sfruttandola anche nelle classiche sessioni di gaming con Overwatch 2 e altri titoli recenti.
Non mi sento di definirla una tastiera gaming, ma sa comunque il fatto suo. Gli switch sono azzeccati, e la posizione della mano è comoda e adatta anche a lunghe sessioni di gioco. Se considerate anche che l'assenza del tastierino numerico fa sì che il mouse, e di conseguenza braccio e mano destre, siano più vicine alla mano sinistra, il posizionamento ha ancora più senso per quanto riguarda l'ambito gaming. L'esperienza di digitazione, come accennato, sa essere fantastica. Gli switch Gateron Pro gialli pre-lubrificati forniscono un gran bel feedback alla digitazione, garantendo un'ottima velocità di scrittura. Il fatto che siano leggermente più "duri" dei rossi classici potrebbe anche evitarvi qualche errore di battitura. Occhio ovviamente al layout ANSI USA diverso dal nostro, che implica un posizionamento e una dimensione diversa per alcuni tasti, e simboli diversi sulla fila dei numeri e accanto alle lettere, oltre ovviamente alla disposizione di tipo Alice / Arisu ben diversa dal solito.
La FEKER Alice 80 ha un grosso problema di fondo: il suo software ufficiale, che dagli screenshot sembra proprio un reskin di altri software per tastiere cinesi, viene riconosciuto da Windows 11 come malevolo. Non si riesce nemmeno a portare a termine il download: il sistema lo blocca in automatico perché lo riconosce come minaccia. Sinceramente non me la sono sentita di rischiare e ho preferito fare a meno di provarlo. È la prima volta, per la cronaca, che succede una cosa del genere con tastiere di origine cinese. C'è però un modo per mettere almeno mano alla programmazione della tastiera e delle macro: VIA! VIA è un software che chi bazzica il mondo delle tastiere meccaniche custom conoscerà di sicuro, e potete stare certi che non c'è assolutamente nulla da temere. Sul sito EPOMAKEr purtroppo non c'è il necessario per usarlo, ma potete trovare tutto qui.
Nel pacchetto di download è incluso il firmware aggiornato per la tastiera (fa tutto da solo, è questione di un attimo) e il file .JSON che permette a VIA di riconoscere la tastiera.
L'interfaccia di VIA è spartana, ma permette di modificare quasi tutti i parametri della tastiera. Da keymap si può riprogrammare tutto, compresa la manpola del volume, sia in pressione che in rotazione. Tanta roba, visto che molte tastiere non lo permettono. Navigando il menu in basso a sinistra avrete un bel po' di comandi da associare ai tasti, e come se non bastasse VIA riconosce senza problemi il layout spezzato della Alice di Feker, permettendovi quindi di personalizzare anche le due barre spaziatrici in modo separato. Molto importante la distinzione tra i Layer che si nota in alto a destra. Il Layer 0 è quello che vedete a occhio nudo; premendo su Layer 1 VIA vi mostra tutti (o quasi) i tasti extra che si attivano alla pressione di FN, anch'essi modificabili liberamente.
I Layer 2 e 3 sono vuoti, ma nulla vieta di metterci mano. Approfitto per segnalare che in una tastiera del genere manca AltGr. Di conseguenza per fare simboli quali €, @ e # dovrete premere Ctrl e Alt di sinistra.
Dal tab MACROS si possono invece creare fino a 16 macro da assegnare poi ai tasti della tastiera. Non ci sono purtroppo grandi opzioni (come l'aggiunta o la rimozione di ritardi, o eventi quali clic del mouse e simili), ma ci si può accontentare. VIA include anche un comodo Key Tester, per testare, ad esempio dopo la sostituzione degli switch, che tutti i tasti funzionino a dovere, e qualche altra impostazioni niente male. Purtroppo però se andate sul tab LIGHTING, che è quello che dovrebbe permette di mettere mano ai parametri di retroilluminazione, il software crasha. Da SAVE+LOAD potete anche salvare il .JSON con la configurazione che avete assegnato alla tastiera.
Di base comunque la tastiera è già programmata con tutta una serie di scorciatoie utili a cambiare modalità di retroilluminazione e gestirne i parametri (luminosità, velocità, direzione), l'avvio di applicazioni e anche a gestire la riproduzione di contenuti multimediali.
Il manuale incluso in confezione vi accoglie con un lungo elenco di queste scorciatoie. Le combinazioni di tasti cambiano ovviamente fra Windows e macOS. Vi ricordo a tal proposito che il passaggio fra i due sistemi è gestito tramite switch fisico posto accanto alla porta USB.
Il consiglio, soprattutto se ci lavorate in ufficio o in un ambiente sufficientemente luminoso, è quello di disattivare la retro-illuminazione che come al solito è un po' fine a sé stessa. In ogni caso, la enorme batteria da 8.000 mAh è più che sufficiente per portarvi in fondo alla settimana lavorativa e ovviamente anche qualcosa in più. Ci sono ovviamente delle modalità di standby che fanno sì che la tastiera vada in sleep in caso di inutilizzo, sia in Bluetooth che in Wi-Fi. Un modo comodo per controllare l'autonomia residua è quello di connettere la tastiera allo smartphone. Almeno su Android nel menu Bluetooth vi comparirà la percentuale rimasta.
Però ecco: non vi aspettate miracoli. Non è la prima tastiera che provo con una batteria così grande, ma di solito non c'è una durata così alta da far gridare al miracolo. Ammetto di non averla mai ricaricata da quando la uso, ma se ne fate un utilizzo davvero intenso con retro-illuminazione sempre accesa al massimo (magari con effetti particolari) è possibile che non regga più di due settimane.
Feker Alice 80 non è economica, ma va a finire che il prezzo è più o meno quello del modello AKKO. E in più qui troviamo: Bluetooth, ricevitore USB per il Wi-Fi, manpola del volume, piedini per rialzarla, design più ergonomico, switch già lubrificati, compatibilità con VIA (che alcuni preferiranno a software ufficiali) e sonorità eccellenti. Si parla di 169,99€ direttamente su Amazon Italia. Sul sito EPOMAKER il prezzo ammonta a 139,99$, ma aggiungendoci eventuali tasse il prezzo si allinea a quello italiano.
L'alternativa è la già citata AKKO ACR Pro Alice che viene venduta in Italia dalla stessa EPOMAKER. Il prezzo è lo stesso, ma non c'è connettività wireless.
C'è altrimenti una terza alternativa: il kit fai da te. Se avete già tasti e switch meccanici e volete risparmiare qualcosina, trovate sempre su Amazon e sempre venduta da EPOMAKER il kit Alice 80 sia bianco che nero a 131,99€.
Recensione Feker Alice 80 - Foto dal vivo
Recensione Feker Alice 80 - Foto dal vivo
Giudizio Finale
Feker Alice 80
Sommario
Caratteristiche tecniche 9.5
Estetica, costruzione ed ergonomia 9
Voto finale
Feker Alice 80
Pro
- Layout Alice/Arisu...
- Hot-swappable, keycap in PBT
- Manopola volume riprogrammabile
- Senza fili (Wi-Fi o Bluetooth)
- Ergonomica, esperienza di digitazione stupenda
- Ottime sonorità out-of-the-box
Contro
- ... che potrebbe spaventare
- Layout ANSI USA
- Retro-illuminazione utile fino a un certo punto
- Software ufficiale riconosciuto come malevolo
- Sui piedini posteriori traballa un po'
- Prezzo non per tutti
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.