Recensione Garmin Vivoactive 5: per lo sport e la vita di tutti i giorni

5 months ago 82

In un mercato degli smartwatch sempre più caratterizzato da un’offerta che sembra sovrapporsi, con i brand che faticano a distinguere il proprio prodotto da quello degli altri, è indubbio che il lavoro fatto da Garmin negli anni passati abbia lasciato un segno positivo. Specializzarsi negli sportwatch, parlando non necessariamente a chi pratica sport ad alti livelli ma a chi fa dell’attività sportiva uno dei propri punti fermi, ha aiutato il brand a emergere dal resto dell’offerta.

Prodotti che presentano feature utili per gli allenamenti di tutti i giorni si alternano, all’interno del catalogo Garmin, ad altri pensati per scenari più specifici come il golf e la pesca o con funzioni utili per i super atleti (o chi vuole emularli). In questo senso la serie Vivoactive è una sorta di ponte verso indossabili più classici: ha le principali funzioni utili per la propria routine sportiva quotidiana, ma offre anche un look e alcune soluzioni che lo avvicinano a smartwatch più classici.

Di recente ho provato Garmin Vivoactive 5 per un paio di settimane e mi sono fatto l’idea che possa essere una valida via di mezzo per chi vuole un Garmin, con tutti i pro del caso, senza però avere a tutti i costi le soluzioni più avanzate.

BELLO DA VEDERE, SENZA ESSERE TROPPO APPARISCENTE

Vivoactive 5 ha un look più discreto rispetto alla maggior parte degli smartwatch firmati Garmin. Il corpo del dispositivo è in una plastica di ottima qualità e, in combinazione con la ghiera in alluminio, permette di avere al polso un dispositivo che non dà necessariamente l’impressione che abbiamo appena finito di correre una mezza maratona o tentato la scalata di qualche montagna.

La dimensione è una sola, 42mm, e dovrebbe adattarsi al polso e ai gusti di un pubblico molto vasto. Lo spessore di 11.1mm e il peso di 36 grammi lo rendono inoltre molto comodo da utilizzare tanto di giorno quanto di notte, qualora vogliate sfruttare le funzioni di analisi del sonno. In queste ultime settimane l’ho alternato con un Apple Watch 9 e con un Garmin Forerunner 265 e l’ho trovato più comodo di entrambi al polso. Ad aiutare in questo senso ci pensa anche un cinturino in plastica che, ugualmente, risulta estremamente e morbido ma allo stesso tempo si asciuga in un secondo se bagnato (il dispositivo è certificato fino a 5 ATM), tornando subito ad essere utilizzabile.

Sulle colorazioni si entra ovviamente nel campo dei gusti personali: in nero e blu scuro (quello che ho testato) non si sbaglia mai, mentre le versioni viola (Orchid Metallic) e bianco / oro (Cream Gold & Ivory) parlano a chi ci tiene un po’ di più a distinguersi dalla massa.

LO SCHERMO OLED CAMBIA TUTTO

Nel 2023 Garmin ha portato gli schermi AMOLED anche sulla fascia media e il Vivoactive 5 non fa eccezione grazie al suo display da 1,2”. Ad alcuni gli schermi MIP, storicamente usati dall’azienda, potrebbero ancora piacere di più ma è in dubbio che pensando nell’ottica di un pubblico vasto ed eterogeneo, gli AMOLED fanno un altro effetto. I colori sono brillanti e, nonostante non ci siano tutte le animazioni per ciascuna disciplina che ho apprezzato su Forerunner 265, comunque l’interfaccia è chiara e piacevole da consultare. Peccato forse solo per delle cornici un filo più spesse di quanto mi sarebbe piaciuto vedere.

Come accennavo all’inizio, Vivoactive è una sorta di via di mezzo tra il classico approccio da sportwatch di Garmin e quello lifestyle della concorrenza. Il risultato è che qui si perde un tasto fisico (sono due e comunque permettono di navigare tra tutti i menu, volendo) per fare più affidamento sul touchscreen. Che comunque risponde sempre bene. La verità è che, molto probabilmente, tenderete a utilizzare un mix delle due soluzioni.

UNA GARANZIA PER LO SPORT...

Come per gli altri Garmin, Vivoactive 5 tiene traccia di valori quali il battito cardiaco e la respirazione, ma anche di parametri come lo stress, la propria condizione fisica del momento e le statistiche del sonno. Mancano su questo modello alcuni indicatori, come la Training Readiness, che restano esclusivi di modelli più costosi, ma dal mio punto di vista quello che c’è basta e avanza per aiutarmi a scegliere quando e come allenarmi.

Alcuni valori, come Body Battery e Stress, ho potuto verificare che funzionano bene anche con questo Vivoactive 5 e danno un’idea abbastanza precisa di quante energie mi restano, il primo, e quando nel corso della giornata sono stato più sotto pressione rispetto al solito. Non si tratta di dispositivi medici, questo è chiaro, ma di solito trovo che ci sia una corrispondenza tra quello che percepisco e quello suggerito dall’orologio (e da Garmin Connect sul telefono).


Negli anni si sono aggiunte alcune funzioni carine, come il breve Morning Report con alcune informazioni utili sulla giornata e, ora, anche il Daily Summary che la chiude. Io non sono grande fan degli smartwatch pensati per aiutarmi a dormire meglio per il semplice motivo che fatico a tenerli al polso, ma sappiate che con Vivoacrive sono stati fatti passi in avanti per il Sleeping Coach e ora questo smartwatch può anche rilevare i pisolini che facciamo nel corso della giornata.

Ho registrato un po’ di allenamenti utilizzando sia questo Garmin Vivoactive 5 che alcuni altri smartwatch, quelli citati in apertura. Il risultato suggerisce la bontà dei sensori quando si tratta di tener traccia di battito cardiaco e consumo calorico, ma anche del percorso fatto attraverso il tracciato del GPS. Siamo grossomodo in linea con quanto mi è stato segnalato dal Forerunner 265.


A meno che non abbiate esigenze molto particolari, ad esempio vi volete allenare per competizioni che avvengono in situazioni estreme oppure che vi suggeriscano di voler puntare a caratteristiche molto avanzate, un dispositivo come Vivowatch 5 secondo me serve molto bene le esigenze della stragrande maggioranza degli atleti amatoriali.

Tra l’altro Garmin Connect ha sempre i suoi piani tra cui scegliere, ad esempio per puntare a una data distanza da percorrere, oppure i singoli allenamenti che nel tempo sono diventati di più e più completi, utili anche per chi vuole un compagno da utilizzare in palestra.

Peccato invece per l’assenza dell’altimetro che onestamente ci si aspetterebbe in un prodotto da 300 euro e che purtroppo toglie anche il conteggio del numero di piani di scale fatti.

...E UNA SCELTA SOLIDA PER LA VITA DI TUTTI I GIORNI

Un giorno chi sceglieva Garmin lo faceva per le funzioni legate allo sport, non c’è molto da discutere in merito. Negli anni il sistema operativo proprietario si è molto evoluto e oggi, unito alla presenza di diverse app utili alla vita di tutti i giorni e a dispositivi dal look sobrio come Vivoacrive 5, quanto di buono fatto per lo sport resta, ma si sono aggiunte anche diverse novità interessanti.

Certo, ancora con questo dispositivo che abbiamo provato nei giorni scorsi ci siamo resi conto che a livello di grafica e animazioni siamo distanti da Apple Watch e da alcuni produttori, come Samsung, impegnati su Android, però estetica fin troppo minimale a parte, ci si fa davvero di tutto.


Le notifiche si leggono bene e si può rispondere con alcuni messaggi pre impostati, ho ascoltato musica e podcast senza alcun tipo di problema attraverso Spotify scaricando sul dispositivo le canzoni e gli episodi che volevo e anche Garmin Pay funziona a dovere. Ecco, non ha il microfono quindi non potete rispondere alle chiamate dall’orologio, ma a parte questo limite e tenuto conto che se non avete mai usato un Garmin potreste necessitare di un (breve) periodo di apprendimento per imparare a sfruttare al meglio tutte le funzioni, oramai fate con un questo smartwatch quello che fareste con qualsiasi altro prodotto simile.

Ora la domanda potrebbe essere: perché questo anziché un Apple Watch SE o un Galaxy Watch? Secondo me il singolo aspetto che resta vincente, più ancora che alcune funzioni avanzate per lo sport, è la durata della batteria. Anche in questo caso e nonostante l’adozione dello schermo AMOLED, ci si può aspettare di fare cinque giorni di utilizzo pieno con Always on attivo, un paio di allenamenti in palestra e un paio all’aperto, notifiche e tutto il resto attivato. Disattivata la modalità con lo schermo sempre attivo, questo valore sale fino a dieci giorni di batteria con una singola ricarica. Sono valori che oggettivamente cambiano radicalmente l’esperienza d’uso di uno smartwatch, facendo la differenza.

CONCLUSIONI

Vivowatch 5 è la risposta di Garmin a chi vuole uno smartwatch sotto i 300 euro da usare per allenarsi ma anche per la vita di tutti i giorni. Un’offerta fondamentale per poter competere con i nomi noti della concorrenza.

Il risultato è un prodotto che ha tantissimo da offrire, che non rinuncia ai punti forti per cui l’azienda è diventata nota e riesce anche ad essere sobrio. Secondo me i due singoli aspetti più interessanti dell’offerta Garmin rispetto a molti concorrenti sono la durata della batteria davvero notevole e poi la presenza di un gran numero di statistiche, dati e valori utilizzabili senza la necessità di dover pagare abbonamenti o gettoni extra.

Certo il software ha ancora un paio di limiti, ad esempio una grafica non sempre super sofisticata, e purtroppo manca l’altimetro, però al netto di queste assenze Vivowatch 5 è una scelta adatta a un pubblico molto vasto di sportivi ma non solo.


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