HP Elite Dragonfly G3 vuole essere un portatile nel senso vero del termine: compatto, leggero, con una grande autonomia, in modo da poterlo portare sempre con sé. La buona notizia è che ci riesce, la cattiva notizia è che per farlo perde di vista altri aspetti importanti, che potrebbero dissuadervi dal'acquisto.
Tirerete fuori il vostro nuovo Elite Dragonfly G3 da una comune scatola di cartone, con il portatile tenuto fermo da due imbottiture anch'esse in cartone, mentre l'alimentatore sarà in una piccola scatolina, ovviamente di cartone, al suo fianco.
Non c'è nulla di male in tutto ciò (confezione e imbottiture sono realizzate al 100% da fibre certificate e riciclate di origine sostenibile): è un unboxing piuttosto comune... per un portatile sotto i mille euro! Qui però siamo in un'altra fascia di prezzo, e se vi andate a rivedere l'unboxing dell'XPS 13 Plus capirete subito a cosa ci riferiamo.
Devi dare un po' di soddisfazione al cliente che compra un laptop premium, qualcosa che gli faccia percepire fin da subito che ha comprato un prodotto superiore alla media. Qui quel qualcosa semplicemente non lo troverete.
HP Elite Dragonfly G3 è realizzato in lega di magnesio-alluminio, e pesa 1,163 Kg. Per un 13,5 pollici di diagonale sono abbastanza pochi, soprattutto se pensiamo che al suo interno c'è una generosa batteria da 68 Wh, inusuale in laptop di questa taglia.
Attenzione però, perché lo scotto della leggerezza si paga in termini di rigidità, o meglio di flessibilità. La scocca flette infatti visibilmente sul retro dello schermo, sulla base, ed in parte anche attorno alla tastiera. Le due meta del notebook non combaciano alla perfezione a schermo chiuso, tanto che se schiaccerete un po' le vedrete avvicinarsi.
Insomma, non sembra ancora una volta un portatile di stampo premium, tanto più che è vero che abbiamo peso ridotto e batteria capiente, ma un LG Gram 14 2021 riusciva a pesare quasi 200 grammi meno (974 grammi), pur avendo una batteria più capiente (72 Wh), ed ancora una volta i paragoni tornano scomodi.
Il design stondato ovunque ha una sua originalità, soprattutto perché HP l'ha applicato con coerenza a tutto il profilo del laptop. Se piaccia o meno è ovviamente soggettivo, anche se indubbiamente si discosta dalle mode del momento che, soprattutto sui modelli di fascia alta, prevedono linee un po' più spigolose e tagliate.
La tastiera di HP Elite Dragonfly G3 ci è piaciuta. Dopo pochi minuti già sfrecciavamo sui suoi tasti, che non brillano per qualità al tocco, ma si fanno perdonare con la velocità. C'è anche un discreto feedback aptico, una discreta retroilluminazione (non la più intensa che abbiate mai visto, ma comunque efficace in caso di bisogno), e c'è un lettore di impronte digitali inserito in un tasto (premibile per chissà quale ragione) tra alt gr e freccia sinistra.
È una tastiera ok per un portatile, che non svetta in qualche modo rispetto alla media, ma nemmeno presenta punti critici, tanto che la curva di apprendimento è bassa, e la vostra memoria muscolare non dovrà sforzarsi in alcun modo. La scocca attorno ai tasti non è granitica, come già accennato, ma questo non va troppo a discapito della scrittura, che non ne risulta compromessa.
Il touchpad invece è molto ampio, e presenta un clic più morbido della media. Potevano essere una buona accoppiata, però dobbiamo purtroppo segnalare una pessima palm rejection. Anche facendo un normale scrolling a due dita è facile che il sistema le interpreti come un gesto a tre dita, con conseguenti effetti indesiderati sullo scorrimento delle pagine.
Questo succede perché il touchpad è così ampio ed a filo di scocca che è probabile una parte del palmo della mano ne ricopra un angolo, e ciò viene erroneamente riconosciuto come un terzo tocco. È quindi un problema che può succedere, ma che non avevamo mai sperimentato così sistematicamente, al punto da guastare l'esperienza d'uso del touchpad. Prendete quindi il voto di questo paragrafo come una mera media tra i due.
Il modello di HP Elite Dragonfly G3 che abbiamo provato si chiama Wolf Pro Security Edition, perché include l'omonima suite di sicurezza sviluppata dalla stessa HP.
C'è anche una versione che ne è priva, e con un maggior quantitativo di storage
- Schermo principale: 13,5'' WUXGA+ (1.920 x 1.280 pixel, 3:2)
- CPU: Intel Core i7-1265U (sul sito di HP viene indicato il modello Core i7-1255U, ma le differenze dovrebbero essere minime)
- RAM: 16 GB LPDDR5 6400 MHz
- Archiviazione: 512 GB SSD M.2 NVMe
- Webcam: 1080p@30fps con sensori IR per Windows Hello
- Porte: 2x Thunderbolt 4, HDMI 2.0, USB-A 3.2, jack audio combo, slot SIM LTE
- Connettività: Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.2, LTE
- Batteria: 68 Wh con ricarica a 65 Watt
- Peso: 1,183 Kg
- OS: Windows 11 Pro
HP ha scelto uno schermo a (relativamente) bassa risoluzione, con inusuale rapporto 3:2, affiancato da un processore di 12ma generazione a basso consumo (15 Watt): l'intento è chiaro: puntare sull'autonomia, ed il gioco vale la candela, se ci tenete a stare tante ore lontano dalla presa di corrente.
Ciò non significa che HP Elite Dragonfly G3 sia carente sotto il punto di vista delle prestazioni, come vedremo a breve, ma semplicemente che non punti ad eccellere in tale ambito.
Lodevole però il numero di porte presenti, tra le quali anche una sottile USB-A, grazie ad uno sportellino a molla che ne contiene le dimensioni. Da notare anche lo slot per la SIM, con connettività LTE, tipico dei soli portatili business.
L'alimentatore USB-C da 65 Watt ha infine una particolarità: una parte del cavo è in tessuto, e l'altra in gomma: una simmetria mancata!
Da notare anche la presenza dello sblocco sicuro con il volto ed anche tramite impronta digitale, entrambi compatibili Windows Hello.
Lo schermo di questo HP presenta luci ed ombre, letteralmente. La risoluzione abbiamo già visto non essere particolarmente elevata, e per quanto gli occhi più abituati possano notare qualche difetto, non saranno quelli a comprometterne l'uso.
La calibrazione di fabbrica però non è certo impeccabile, soprattutto su scala di grigio, come testimonia l'analisi Calman qui sotto, ma la luminosità è davvero elevata, e la copertura dello spettro sRGB è completa.
Siamo oltre i 550 nit, per di più su uno schermo opaco, il che significa ottima visibilità anche in presenza di forti luci; a patto che guardiate lo schermo frontalmente. Sì perché il vero problema sono i pessimi angoli di visione.
Anche solo inclinando lo schermo lievemente rispetto alla perpendicolare vi accorgerete subito di come l'immagine cambi, sia a livello di rappresentazione del colore che di luminosità; e la visione laterale è ancora peggiore. Per farvi un esempio, durante una videochiamata alla quale abbiamo partecipato in quattro, chi si trovata davanti lamentava anche l'eccessiva luminosità dello schermo, mentre chi era di lato a malapena vedeva qualcosa e lo trovava buio. Guardate poi le prime due immagini nella galleria qui sotto: la luminosità del display era la stessa tra i due scatti, lo avreste immaginato?
Tutto ciò deriva probabilmente dal privacy screen HP Sure View Reflect, una funzione attivabile tramite pressione su F2, che davvero rende quasi invisibile il contenuto del display a chi cerchi di sbirciarlo lateralmente.
Il problema è che, anche disattivando questa opzione, gli angoli di visione rimangono quelli descritti, al punto che, per godere davvero a pieno di una buona visione, occorre inclinare il display in modo che sia proprio dritto davanti ai vostri occhi.
Può non essere un problema nel caso in cui non abbiate mai (o al più raramente) esigenza di condividere ciò che c'è sul vostro schermo con qualcun altro, ma anche semplicemente guardare un film in due sullo schermo di questo HP può non essere un'esperienza appagante per nessuno dei due spettatori.
HP G3 | LG Gram 14 | XPS 13 Plus | |
3DMark (night raid) | 16200 | 15200 | 18215 |
PCMark 10 | 4916 | 4456 | 5075 |
GeekBench 5 single-core | 1684 | 1400 | 1740 |
GeekBench 5 multi-core | 7700 | 5100 | 10700 |
GeekBench 5 GPU | 17900 | 15200 | 21100 |
Procyon | 5665 (photo) / 2490 (video) | 4713 (photo) / 1820 (video) | 6250 (photo) / 2575 (video) |
Cinbench R23 | 1710 (single) / 6938 (multi) | 1360 (single) / 5000 (multi) | 1638 (single) / 11800 (multi) |
CrystalDisk lettura | 2920 MB/s | 3375 MB/s | 6800 MB/s |
CrystalDisk scrittura | 1585 MB/s | 2987 MB/s | 5110 MB/s |
È finalmente venuto il momento di parlare di performance, ovvero dell'i7-1265U (come già specificato di listino questo HP G3 avrebbe un i7-1255U, ma i due processori sono di base lo stesso, con piccole differenze a livello di clock).
È un buon chip, potente ma parsimonioso. Lo possiamo considerare una buona risposta agli M1 di Apple, tanto per capire subito cosa intendiamo con "potente".
Su MacBook Air M1, quasi 2 anni fa, Cinebench R23 segnava 1.500 punti in single-core e 7.500 punti in multi-core, che sono piuttosto vicini ai 1.710 (single) e 6.938 (multi) dell'i7-1265U dentro al portatile di HP che abbiamo provato. Certo, il notebok di Apple poi andava in throttling continuando a ripetere il test, a causa dell'assenza di ventole al suo interno, ma quello è un altro discorso (bastava prendere un Pro 13 ed il problema non si poneva, ma non divaghiamo).
Ed a questo proposito, la buona notizia è che HP Elite Dragonfly G3 non ha grandi problemi di throttling, e quei quasi 7.000 punti li difende abbastanza strenuamente, con perdite nell'ordine del 5% dopo mezz'ora di stress test. Detto ciò, non è esattamente questo il notebook pensato per stare ore ed ore ad elaborare dati.
Rispetto al già citato LG Gram dello scorso anno (i5-1135G7 + 8GB), vedete che c'è un buon aumento di potenza proprio sul processore stesso (assai meno a livello di grafica integrata), ma questo è normale, perché Intel ha lavorato di più sulle GPU Iris con l'11ma generazione, e di più sulla CPU con la 12ma generazione.
A questo proposito però, occorre sottolineare l'ovvio, cioè che la serie U è quella a più basse performance tra i processori mobile Alder Lake. L'i7-1280P presente nell'XPS 13 Plus riesce infatti a regalarvi sia prestazioni multi-core decisamente superiori (oltre il 40%), che anche a livello grafico (+15% circa).
Ovviamente il notebook di Dell non può vantare la stessa autonomia di questo HP (mentre invece gli M1 di Apple possono eccome), quindi è come sempre un gioco di equilibri. Basta essere coscienti di cosa si compra e del perché lo si compra.
A proposito di capacità grafiche, le 96 unità di elaborazione presenti nell'i7-1265U vi permettono anche di giocare un po' scendendo a patti con la risoluzione. Per darvi un'idea, Overwatch 2 con dettagli minimi gira intorno ai 100 fps medi in 1.400 x 1.050 pixel: non sarà certo la risoluzione più elevata che ci sia, ma almeno il gioco è fluido anche nei momenti più concitati, senza scendere praticamente mai sotto i 60 fps.
Riguardo le performance generali, quei 7.000 punti su Cinebench vi faranno dormire sonni tranquilli per qualsiasi attività di ufficio / navigazione / multimedia. Anche la suite Adobe, se guardate i punteggi di Procyon, non si comporta male, tanto che il fotoritocco è un'opzione fattibile; e pure il video editing, magari in full HD. Detto ciò, non stiamo assolutamente parlando di un notebook per fotografi e videomaker, stiamo solo dicendo quello che si può fare senza mandarlo in crisi, ma è chiaro che chi voglia spendere soldi puntando alle prestazioni dovrà guadare altrove.
Lo abbiamo accennato più volte, e finalmente è il momento di dare un po' di numeri in materia di autonomia. I test di PC Mark10 sono tra i più alti che abbiamo mai registrato con un portatile Windows, e lasciano ovviamente ben sperare:
- Idle (luminosità minima, massimo risparmio energetico): 25h e 25min
- Gaming (luminosità massima, massime prestazioni): 2h e 55min
- Ufficio (luminosità 25/100, prestazioni bilanciate): 16h e 20min
- Video (luminosità 50, volume 25, prestazioni bilanciate): 12h e 20min
Anzitutto è positivo constatare come non ci sia alcun battery drain, con il sistema che in idle riesce a rimanere accesso per più di un'intera giornata.
Di riflesso, anche cercando di scaricarlo prima possibile lui rimane acceso per circa 3 ore prima di gettare la spugna. Nel mezzo c'è tutto il resto.
PCMark10 ci dice che, con un carico di lavoro leggero e con luminosità bassa potreste farci anche 2 giorni di lavoro. Nella pratica io non ci sono mai riuscito, superando comunque le 10 ore con un utilizzo intenso di Chrome (con annessi Drive e YouTube) e Telegram. È il classico (ma nemmeno poi tanto visto che non ce ne sono chissà quanti) portatile Windows da trasferta, quello che vi permette di lasciare l'alimentatore a casa con relativa tranquillità, sicuri che non rimarrete a piedi (a meno di non andarsela a cercare).
Recensire HP Elite Dragonfly G3 è stato come andare sulle montagne russe. Da una parte infatti, come avete visto, ci sono degli ottimi spunti, ma con altrettanti "scivoloni" un po' in ogni area.
È un portatile leggero, ma non leggerissimo; è più che in grado di portare a casa tutti i compiti più comuni, ma al momento in circolazione troverete facilmente notebook altrettanto compatti ma più potenti.
Ha un display davvero luminoso e leggibile anche all'aperto, ma se fate tanto di tenere il portatile sulle ginocchia lo vedrete malissimo. Potete scriverci con tranquillità la vostra autobiografia, ma poi attenzione a scorrere le varie pagine col touchpad perché potreste ridurre a icona Word senza volerlo.
Per capire il perché di alcune di queste critiche dovreste prima aver letto il paragrafo prezzo. Ve lo anticipiamo: il listino è di 2.322,88€, scontati (in questo momento) a 1.922€. Sono prezzi da portatile premium, per un'esperienza utente che è premium solo in segmenti ben specifici.
È quindi davvero difficile dare un giudizio sommario e oggettivo, perché si tratta di un modello fortemente targettizzato, che potrebbe rivelarsi da una parte molto soddisfacente per alcuni, e al contempo insufficiente per altri. E purtroppo anche la mancanza stessa di universalità è in parte un difetto.
Sia chiaro: ll laptop che metta d'accordo tutti non esiste, ovviamente, ma ciò non toglie che ci siano aspetti oggettivamente migliorabili di questo HP Elite Dragonfly G3, con i quali andrete a scontrarvi ogni giorno.
E purtroppo c'è anche un'esperienza software che non getta acqua sul fuoco.
Ci sono tanti (troppi) programmi di HP preinstallati, ed alcuni comportamenti del sistema non sempre predicibili, forse anche frutto dell'interazione di programmi diversi. Ad esempio la retroilluminazione del display che si abbassa ben prima della soglia di tempo impostata su Windows, o la retroilluminazione della tastiera che a volte si spegne subito dopo essersi attivata, o la webcam che non funziona correttamente con tutti gli applicativi (in alcuni casi, pur non essendo bloccato il suo funzionamento tramite il tasto apposito, non tutti i software sono riusciti ad accedervi, nemmeno quelli di Windows).
La stessa Wolf Security Pro, il tool di sicurezza cui abbiamo già accennato, è aggressiva in certi suoi comportamenti: ad esempio ha impedito ad un noto benchmark di funzionare (lo usiamo sempre, su tutti i notebook che proviamo, anche con anti virus/malware accesi), tanto da costringerci a disabilitarla per portare a termine i nostri test.
Buone impressioni invece sul fronte audio, con gli speaker Bang & Olufsen che regalano un ascolto superiore alla media dei portatili Windows, sia in termini di potenza che di pulizia del suono.
Insomma l'impressione generale è quella di un notebook fortemente polarizzato (non solo nel display) che potreste amare, oppure odiare, senza troppi mezzi termini.
Lo abbiamo spoilerato nel paragrafo precedente: 2.322,88€ di listino, scontati a 1.922€ sul sito ufficiale (nel momento in cui stiamo scrivendo questa recendione), e non è che Amazon aiuti molto per migliorare le cose.
In rapporto alle pure e semplici prestazioni potete senz'altro trovare di meglio ad un prezzo più basso, ed anche guardando tra i pari fascia, come l'XPS 13 Plus già citato, l'esperienza premium che questi restituiscono è senz'altro superiore.
C'è una grande autonomia, è vero, ma per quanti basterà a giustificare un prezzo tanto alto? Ma soprattutto, quando più di un MacBook (Air e Pro 13 M1 ed M2) costa meno ed offre di più, è segno che c'è qualcosa che non torna.
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Giudizio Finale
HP Elite Dragonfly G3
Dare un giudizio sommario su HP Elite Dragonfly G3 è molto difficile. Da una parte abbiamo uno dei notebook Windows con la migliore autonomia di sempre, con delle buone prestazioni per tutti gli usi più comuni, e con un display che riuscirete a leggere bene anche all'aperto. Dall'altra quello stesso display perde subito di efficacia inclinandolo un po', e dovrete stare attenti a come usate il touchpad per evitare tocchi non voluti; ma soprattutto vi accorgerete che a questo prezzo non mancano alternative più equilibrate. "Polarizzante" è forse il termine più adatto, nel bene e nel male.
Sommario
Benchmark e Temperature 8
Voto finale
HP Elite Dragonfly G3
Pro
- Autonomia eccellente
- Schermo luminoso
- Buon numero di porte
- Portatile
Contro
- Prezzo alto
- Scarsi angoli di visione, in ogni direzione
- Palm rejection poco efficace
- Prestazioni non da questa fascia
Nicola Ligas Nicola è caporedattore su SmartWorld.it, e per questo motivo è odiato da tutti. I colleghi. Gli piace credere che il suo lavoro semplifichi la vita agli altri, in qualche modo. Ma non ai colleghi. Nel tempo libero cerca di complicare la sua vita, con nuovi progetti che non ha mai tempo di realizzare. Per fortuna. Dei colleghi.