Tastiera meccanica compatta Wireless
Commercializzata in Italia da EPOMAKER, la tastiera meccanica MechLands MC66 è davvero speciale. Non avete mai sentito nominare il marchio? Molto probabile, visto che all'attivo ha solo questo modello! Dovrebbe spaventarvi? Non più di tanto, sia per la sua effettiva qualità, sia perché il mercato delle tastiere meccaniche di origine cinese è sempre più florido e denso di sorprese. Se siete quindi attirati dalla sua compattezza e dal suo design semi-trasparente, vediamo insieme di che pasta è fatta!
Nessuna sorpresa di rilievo purtroppo nell'unboxing della MechLands MC66. Anzi, sembra quasi di vedere la confezione della EPOMAKER TK68 di cui vi ho parlato ultimamente. Sarà perché sono uscite insieme sul mercato? Ci tornerò su questo punto più avanti. All'interno, oltre alla tastiera, troviamo uno strumento unico per rimozione tasti e switch, un cavo USB-C in plastica e un paio di switch di riserva. Il ricevitore USB Wi-Fi è incastonato sul retro.
MechLands MC66 è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 65% composta da 66 tasti. È priva di tastierino numerico, ed è assente anche la classica linea con i tasti funzione (F1-F12). In questa struttura però ritroviamo frecce direzionali e il tasto Del e Ins, che grazie alla pressione di FN svolgono anche la funzione di PgDn e PgUp. In alto a destra troviamo un potenziometro in metallo utile, di default, alla regolazione del volume.
Il layout è ANSI con tasti USA, diverso quindi dal nostro (ISO), e anche per questo non adatto a tutti. Il tasto invio è più piccolo, e la u accentata (ù), se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in utilizzo, è il tasto lungo posto subito sopra invio. C'è anche da abituarsi alle frecce direzionali, poste subito a destra di Ctrl e Shift di sinistra. Proprio lo Shift di sinistra ne risente, ed è più corto del solito.
I keycap in dotazione sono realizzati in policarbonato con stampe fissate in UV. Non sono propriamente trasparenti, sono più traslucidi / opachi. La stampa è di ottima qualità, e proprio il loro non essere del tutto trasparenti permette una buona leggibilità anche con la retro-illuminazione spenta. E a differenza di altre tastiere trasparenti, che proprio per via di questa caratteristica sacrificano molto la leggibilità a LED accesi, la MechLands MC66 è sempre ben visibile anche con i LED accesi.
Il font è di stampo classico, e presenta anche tutti i simboli alternativi che ci permettono di scoprire rapidamente le scorciatoie da tastiera senza doverle per forza imparare a memoria.
Il profilo dei tasti è SA, molto in voga tra le tastiere cinesi, caratterizzato da linee più morbide dei profili Cherry o OEM (che sono più geometrici), e anche da altezze maggiori. Qui si vedono bene le differenze. Ammetto che tendenzialmente mi ci trovo meglio che con quelli geometrici, ma dipende molto dai gusti personali. Nella foto seguente il profilo della MechLands MC66.
Gli switch del modello che ho testato sono i Gateron G Pro Yellow, già provati in passato su altri modelli. Si tratta di switch meccanici a 3 pin di tipo lineare, dotati di una forza di attuazione di 50 ± 15 gf, di una distanza di attuazione di 2 ± 0,6 mm e di una corsa totale di 4 mm.
Sono leggermente più duri dei rossi lineari classici, e tendenzialmente li trovo anche un pelino più rumorosi di tanti lineari custom prodotti ad esempio da EPOMAKER o AKKO. Appartenendo alla linea Pro, sono lubrificati di fabbrica e dotati di contatti placcati in oro resistenti all'ossidazione. Si lasciano comunque usare in ogni ambito, e le sonorità sono buone, anche per via delle accortezze a livello costruttivo della tastiera stessa. Ecco una clip audio della MechLands MC66 con switch Gateron G Pro Yellow in fase di digitazione.
Veniamo al primo vero difetto di questa tastiera: gli stabilizzatori. Classico modello fissato alla piastra, sono probabilmente a marchio Gateron e vantano paratie laterali che contribuiscono sia a proteggere dalla polvere che a donare più stabilità nel punto di giunzione con l'incastro a croce. Sarebbero anche lubrificati, e ci sono persino inserti in silicone nelle fessure della barra spaziatrice presenti nella piastra.
Purtroppo il suono è molto metallico, il tipico "rattle" degli stabilizzatori tanto odiato dalla community di appassionati di tastiere meccaniche. I motivi potrebbero essere molteplici: stabilizzatori poco lubrificati, la piastra in metallo che contribuisce appunto al suono metallico, switch e tasti. Sicuramente non è a causa delle soluzioni fonoassorbenti. In ogni caso tenetene di conto. Rimuoverli è facile, e potete decidere di sostituirli o lubrificarli, ma appunto va tenuto di conto. E il bello è che il problema accomuna tutti gli stabilizzatori, non solo la barra spaziatrice!
La PCB è compatibile con switch a 3 pin o 5 di tipo MX. Ogni slot è dotato di LED orientato verso nord. Anche sul retro, o guardandola di lato, si notano dei LED che contribuiscono ad illuminare tutta la struttura. Visto che ci siamo, andiamo a vedere come è struttura la MechLands al suo interno.
Subito sotto tasti e switch troviamo la già citata piastra in metallo. Non è una Gasket Mount, ma le sonorità, se non fosse per gli stabilizzatori, sarebbero ottime già così.
Subito sotto la piastra troviamo uno spesso strato di silicone fonoassorbente che è possibile apprezzare anche guardando la tastiera di profilo.
Subito sotto troviamo la PCB e sotto ancora uno strato di silicone ancora più spesso modellato appositamente per la parte inferiore della scocca. Lo strato in questione si vede bene anche ribaltando la tastiera, visto che di fatto tutta la scocca è trasparente.
La scocca è una delle peculiarità di questa MechLands MC66. È realizzata in policarbonato trasparente di un colore tendente all'azzurra, e lascia intravedere alcuni dettagli degli interni della tastiera. Non siamo però ai livelli della già citata EPOMAKER TK68: si intravedono giusto il profilo, qualcosa del retro, e poco altro. Comunque ha il suo stile e il suo perché, ma ci sono tastiere ben più trasparenti, come ad esempio la KiiBOOM Phantom 81. Venendo ad un ipotetico smontaggio, potrebbe non essere così semplice come sembra. Alcune viti che tengono insieme il sandwich composto da piastra, silicone e PCB sono sotto la parte superiore della scocca.
Le due sezioni della scocca non sembrano tenute insieme da viti, di conseguenza, dopo aver rimosso tasti e switch, andranno scastrate con anche una buona probabilità di danneggiarle, visto che il policarbonato trasparente è un po' più delicato del solito. Le dimensioni sono ovviamente compatte, trattandosi di una 65%. Si parla di 302 x 116 x 42 mm, per un peso complessivo di poco più di 1.000 grammi. È più piccola della EPOMAKER trasparente, ma è più spessa e molto più pesante! Guardatela a confronto con un mouse Logitech G G502X PLUS, fa quasi impressione da quanto è piccola!
Tra i tasti Ins e Del e il resto dei tasti ci sono dei LED di stato. Curiosamente non comprendono luci per la segnalazione del CapsLock: servono a tenere traccia della modalità d'uso (PC o Mac), dello stato della batteria e dell'uso cablato o Wi-Fi. Il LED del tasto per il CapsLock comunque si illumina di bianco se premuto.
Il polling rate raggiunge i 1.000 Hz solo ed esclusivamente in modalità cablata. Sotto il cofano la tastiera nasconde una batteria da ben 4.000 mAh, ben nascosta in una nicchia all'interno dello strato inferiore in silicone. Il bello è che le sonorità della tastiera non ne risentono.
Lato connettività, MechLands MC66 può essere utilizzata in tre diversi modi: cablata, grazie al cavo USB-C in dotazione (o qualsiasi altro cavo), via Bluetooth 5.0 o via Wi-Fi 2.4 GHz grazie all'apposito dongle che trovate incastonato sul lato posteriore. Si possono collegare fino a 5 dispositivi contemporaneamente, 3 in Bluetooth, 1 via dongle Wi-Fi e l'altro via cavo. Per le modalità d'uso si usano le classiche scorciatoie da tastiera: FN+W/E/R per passare fra i tre dispositivi collegati in Bluetooth, FN+T per quello connesso tramite ricevitore Wi-Fi e FN+Q per il dispositivo cablato. Ma, come vi ho già detto, non c'è bisogno di ricordarselo: ci sono i loghi stampati sui tasti! Per quanto riguarda la compatibilità, la tastiera in analisi è utilizzabile su sistemi Windows, macOS, e anche su dispositivi mobili tramite Bluetooth (o cablata su Android).
Un cenno anche alla porta USB-C. È posizionata sul bordo posteriore sul lato sinistro, ed è in una piccola nicchia all'interno della scocca in policarbonato. Eventuali cavi personalizzati con prese USB-C circondate da abbellimenti potrebbero non entrare. L'interruttore per l'accensione e lo spegnimento della tastiera è sul retro, nella sezione dove si trova l'etichetta esplicativa del modello.
Estetica, costruzione ed ergonomia
MechLands MC66 è disponibile in due varianti di colore e in più versioni con switch diversi. Questo è il modello bianco (che di bianco ha poco), alternativamente potete puntare al modello nero, con scocca e tasti neri e simboli, lettere e numeri gialli. L'effetto dei keycap è simile a quello del set tasti di AKKO che vedete qui. Nel caso non vi piacessero gli switch Gateron G Pro la trovate anche con switch EPOMAKER Budgerigar o EPOMAKER Flamingo.
Che dire del look? Se non vi piacciono i LED statene alla larga. Idem dicasi per le tastiere trasparenti, anche se questa Mechlands non appartiene propriamente a questo genere.
Nulla vieta di usarla a LED spenti, ma non avrebbe senso. Tastiere meccaniche del genere con tasti shine-through sono rare, e vanno usate con la retro-illuminazione accesa. Potete altresì puntare ad un pattern tutto bianco o comunque mono-cromatico, in modo da renderla un po' più sobria. Comunque in generale la trovo anche più elegante della EPOMAKER TK68, e il potenziometro in metallo in alto a destra gli dona quell'ulteriore tocco di classe che non guasta affatto. Metteteci anche il fatto che è compattissima e, almeno a mio avviso, ci troviamo di fronte ad una piccola gemma.
Tornando nuovamente sulla qualità costruttiva, vedendola non si direbbe, ma la Mechlands MC66 è un piccolo mattone indistruttible. Compatta ma pesantissima, non sembra avere punti deboli. La scocca in policarbonato è spessissima, e probabilmente gli strati interni in silicone (e non in poliuretano) le donano questa pesantezza unica e insospettabile. Come già detto, smontarla non è banale, e anche grazie allo schema costruttivo che vi ho mostrato in precedenza si capisce quanto tutto sia pieno e potenzialmente privo di criticità.
La struttura non flette e non ha cigolii. Insomma, da questo punto di vista davvero impeccabile.
Ottima, come già accennato, la retro-illuminazione. Di fatto tutta la struttura è illuminata, e i tasti sono ben visibili in ogni occasione. Sono belli i colori, forse un po' più pastello del solito per via della trasparenza "sfocata" dei tasti. Ripeto, rispetto a tasti del tutto trasparenti questi sono più sensati ed estremamente più leggibili.
Sul retro ci sono 4 piedini in silicone di alta qualità di forma prolungata che donano ottimo grip alla tastiera. Grazie anche al peso elevato la tastiera è virtualmente inamovibile. Vediamo una foto del retro per intero.
Ci sono anche i piedini per rialzare la struttura. Sono doppi e permettono di inclinare la tastiera di valori piuttosto standard (circa 8 e 11°). Ecco quindi le foto delle tre modalità d'uso della MechLands.
Come di consueto MechLands MC66 mi ha fatto compagnia nelle ultime settimane di lavoro, a fianco delle altre tastiere di cui vi ho parlato ultimamente.
Vista la sua compattezza è finita spesso anche nel mio zaino, in modo da avere sempre con me una tastiera affidabile e con cui scrivere con comodità e rapidità. L'ho anche sfruttata come di consueto in vari match con Overwatch 2 e Call of Duty: Modern Warfare 2. Non è certo una tastiera gaming, ma vista la presenza a bordo degli switch lineari sa comunque il fatto suo. Magari in tal caso è bene usarla via cavo per sfruttare il polling rate a 1.000 Hz. Viste anche le modalità d'uso senza fili, la tastiera Mechlands in analisi risulta poliedrica e quindi azzeccata per vari scenari d'utilizzo. A livello ergonomico il profilo SA risulta ottimo per la digitazione intesa, aiutata anche dai piedini per rialzarla e, perché no, anche dalla solidità della struttura. Le sonorità sarebbero perfette, se non fosse per gli stabilizzatori di cui vi ho già parlato.
Occhio in ogni caso al layout ANSI USA diverso dal nostro, che richiede un po' di rodaggio per essere padroneggiato.
MechLands MC66 sfrutta il proprio software compatibile solo con Windows denominato semplicemente MC66 Keyboard. Lo trovate sul sito di EPOMAKER. Potete stare tranquilli a riguardo della sua origine: non ha codice malevolo al suo interno, altrimenti Windows non permetterebbe proprio di scaricarlo (cosa successa con altri software per tastiere). Ma prima di analizzarlo, vediamo cosa si può fare con la tastiera "out of the box".
Di base la tastiera è già programmata con tante utili scorciatoie. E come vi ho già detto, non dovete nemmeno impararle a memoria! Tutti i tasti che hanno funzioni secondarie vantano i simboli delle funzionalità stampate sotto lettere, numeri o simboli pre-esistenti. Ad esempio con FN+D si apre la calcolatrice, o ancora con FN+I si apre il client di posta elettronica.
La fila dei tasti funzione è gestita in modo molto particolare e diversa dal solito. I numeri hanno ben 4 funzionalità, anche troppe probabilmente: ogni tasto può riprodurre un numero e un simbolo o svolgere una funzione (come gestire l'illuminazione o controllare contenuti multimediali) o, alternativamente, diventare un tasto funzione F1/F12. Di conseguenza non potrete premere Alt + FN + 4 per replicare un classico Alt + F4. Si deve prima premere FN + Backspace per trasformare la linea dei numeri nella linea dei tasti funzione, e poi premere Alt + 4. Forse un po' macchinoso all'inizio, ma ci si fa presto l'abitudine.
Il software è caratterizzato da un'interfaccia spartana, non ridimensionabile e tutta in inglese. Da qui potrete:
- Cambiare l'associazione dei tasti, riprogrammandoli quasi tutti. Non c'è slo switch per mostrare lo strato FN, ma nulla vieta di associare combinazioni di tasti ai singoli tast. Purtroppo il potenziometro non è riprogrammabile.
- Registrare macro, grazie ad un'interfaccia piuttosto classica con gli indicatori di ritardo, elenco di macro e altre funzioni classiche; occhio però che in fase di digitazione prende il layout USA ANSI, di conseguenza se avete bisogno di lettere accentate o simboli specifici dovrete guardare la tastiera o scoprire le eventuali combinazioni di tasti giusti
- Impostare effetti di retro-illuminazione di vario genere e controllarne i parametri. Non c'è modo di crearne di personalizzati, e l'unico controllo che avrete è decidere il colore della modalità statica di colore.
- Attivare la modalità musicale per trasformare la tastiera in un equalizzatore grafico.
Attenzione: da software non si gestisce la striscia di LED che corre lungo i bordi.
C'è un solo modo per controllarla o, alternativamente, spegnerla: FN + CTRL sinistro. Da qui si cambia colore della striscia o si spegne definitivamente. Nel caso vogliate rendere il tutto uniforme o più elegante l'unico modo è questo.
Vale,in definitiva, quanto già detto in passato, anche nel caso di altre tastiere (compresi i modelli di EPOMAKER): l'interfaccia è spartana e solo in inglese. Ciò non toglie che riesca a svolgere il suo lavoro senza grossi problemi.
Più che discreta la batteria da 4.000 mAh. Nonostante i tanti LED regge tranquillamente una settimana di lavoro al massimo della luminosità. Se abbassate la luminosità o scegliete pattern non troppo cangianti potete farci anche di più. Sulla carta a LED spenti si parla di oltre 200 ore di autonomia, quasi un mese di lavoro. Peccato non ci siano parametri da impostare tramite software, ma considerate comunque che già di suo va in standby in caso di inutilizzo.
E quando ha poca batteria spegne automaticamente tutta la retro-illuminazione per risparmiare il più possibile.
Il prezzo non è male: si parla di 119,99€ direttamente su Amazon, venduta da EPOMAKER IT e spedita da Amazon. I tempi di spedizione sono rapidi: a quanto pare la tastiera è già nei magazzini europei di Amazon, il che è ottimo. Trovo quasi più sensati i 119€ richiesti per questa che i 104€ per la TK68. Qui abbiamo una struttura più solida, un potenziometro e un look forse un po' più ricercato. Vi metto di seguito tutte le varianti attualmente disponibili su Amazon Italia.
La trovate anche sul sito EPOMAKER a qualcosa in meno, ma dovete aggiungerci spedizione, tasse e tempi di attesa ben più lunghi.
Se siete a caccia di qualche alternativa ce ne sono diverse sempre targate EPOMAKER, come ad esempio la TH80, la nuova EP75 e altri modelli niente male:
Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.
Giudizio Finale
MechLands MC66
MechLands MC66 è un prodotto davvero particolare, che potrebbe non piacere a tutti per via dei LED e della scocca (a tratti) trasparente. Superato il possibile scoglio dell'aspetto, MC66 è un gran bel pezzo di hardware con un solo, grande difetto: gli stabilizzatori. Altrimenti le performance sono impeccabili.
Sommario
Unboxing MechLands MC66 6.5
Caratteristiche tecniche 9
Estetica, costruzione ed ergonomia 9
Voto finale
MechLands MC66
Pro
- Hot-swappable, keycap shine-through
- Anche Bluetooth o Wi-Fi via dongle
- Look fuori dalle righe...
- Solidissima e pesante
Contro
- Solo layout ANSI USA
- Software spartano (e solo ENG)
- ... che potrebbe non piacere a tutti
- Stabilizzatori non all'altezza
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.