Tastiera Meccanica Modulare
Mountain è una società tedesca il cui mantra recita "Reach Your Summit", raggiungi il tuo apice, e non è quindi un caso che il nome stesso dell'azienda sia la parola montagna in inglese. Ed Everest Max, sempre non a caso, è il nome del suo prodotto di punta, una tastiera meccanica modulare che, sono sicuro, riuscirà a stupirvi. Ad essere precisi Everest Max può essere considerato un pacchetto di prodotti che si basa sulla tastiera Everest Core. Vi spiegherò meglio nel prossimo paragrafo.
Nel caso decidiate di investire la cifra richiesta per l'acquisto della Mountain Everest Max, riceverete a casa una confezione a dir poco fantastica. Una vera e propria esperienza di unboxing che vi fa respirare un'aria tutta premium. Si tratta di un vero e proprio scrigno con apertura a calamita che nella parte superiore ospita la tastiera e il poggiapolsi.
Subito sotto c'è un cassetto dedicato a tutti gli accessori, ognuno nella sua scatolina dedicata. Sotto la prima scatolina a sinistra c'è anche la manualistica.
Acquistando la Everest Max ci si porta a casa tastiera Everest Core, poggiapolsi magnetico, la Media Dock con display e il NumPad con i così detti display key. C'è anche una scatolina aggiuntiva dove troviamo il cavo in tessuto (incredibilmente spesso), una prolunga di 15 cm da USB-C maschio a USB-C femmina, i riser feet (ovvero i piedini magnetici per rialzarla), una selezione di switch meccanici Cherry, il tasto con il logo Mountain da mettere ad esempio al posto del tasto Esc e uno strumento unico per la rimozione di keycap e switch.
Chiedere di più è davvero difficile. Ci sono marchi che richiedono lo stesso investimento offrendo meno della metà degli oggetti che troviamo qui.
Mountain Everest Max è una tastiera meccanica hot-swappable NKRO formato 100%. La base di partenza, ovvero il modello Everest Core, sarebbe in realtà una tastiera TKL, priva quindi di tastierino numerico ma comunque dotata di frecce direzionali e di tutti i tasti che solitamente stanno nell'isola sopra le frecce. Nel "paccheto" Everest Max il tastierino numerico è presente sotto forma di prodotto aggiuntivo, il così detto Everest Numpad, dotato appunto dei classici pulsanti che caratterizzerebbero un tastierino più quattro tasti extra dotati di display. Il bello di questo tastierino è che può essere collegato sia a destra che a sinistra della tastiera. Ci torno nel paragrafo dedicato. Ai fini di questa sezione, consideriamo la Everest Max come fosse una tastiera completa.
Oltre ai tasti classici troviamo anche la Everest Media Dock, che offre un display con ghiera e una serie di pulsanti fisici standard, utili alla gestione dei contenuti multimediali e alla navigazione nei contenuti nel display. Anche questa può essere collocata sul lato destro o sinistro della tastiera, e anche in questo caso ne riparlo nel paragrafo ad essa dedicata. Con tutto montato la tastiera è ampia come una classica 100%. La nota estremamente positiva è che è possibile acquistarla con layout ISO italiano! Troviamo a bordo il nostro tasto Invio, i simboli tutti al loro posto, le lettere accentate, e senza spendere un centesimo in più. Nella foto sottostante fanno sfoggio anche DisplayPad (qui nel paragrafo dedicato) e MacroPad (qui nel paragrafo dedicato). Intendevo questo quando nel titolo l'ho definita tastiera modulare!
I keycap in dotazione sono realizzati in ABS, meno resistenti quindi dei PBT. Se non altro sono traslucidi: lasciano quindi passare la retro-illuminazione, rendendo visibili i tasti anche con luminosità scarsa o del tutto assente.
Se proprio voleste keycap appositi in PBT, sempre shine-through, li vende la stessa Mountain a prezzi più che accettabili. Il look dei tasti è piuttosto classico: nero con simboli, lettere e numeri trasparenti. Con retro-illuminazione spenta la leggibilità è scarsa, ma non avrebbe senso disattivarla nel caso di questa tastiera. Il profilo dei tasti è OEM, ovvero molto, molto simile allo Cherry. Sono sempre molto geometrici ma leggermente più alti. Qui si vedono bene le differenze. Nella foto seguente il profilo della Mountain Everest Max.
Gli switch del modello che abbiamo recensito sono gli Cherry MX Brown. Si tratta di switch meccanici a 3 pin di tipo tattile, dotati di una forza di attuazione di 55 ± 15 gf, di una distanza di attuazione di 2 mm e di una corsa totale di 4,0 mm. Sono switch molto classici, dotati di una copertura trasparente, uno stelo a croce e base sempre traslucida.
La qualità degli switch Cherry è innegabile, e non c'è neanche bisogno di discuterne. Sono dotati di feedback di tipo tattile, che fa comodo probabilmente a chi odia i lineari per via dei possibili errori di battitura. Sono leggermente più rumorosi (in questo caso anche per via dei materiali della tastiera) e hanno quel grado di soddisfazione in più quando premuti che non ritroviamo sui lineari. In fase di acquisto potete comunque optare per gli MX Red. Nel caso preferiste il layout USA sono disponibili anche switch MX Blu, Silent Red e Speed Silver. Questi ultimi due richiedono un investimento di 10€ in più. Più che buona l'esperienza di digitazione. Proprio gli switch tattili aiutano a diminuire il numero di errori di battitura, e in generale si riesce a mantenere un'ottima velocità di scrittura. Ecco anche una clip audio della Mountain Everest Max con switch Cherry MX Brown in fase di digitazione.
Non male gli stabilizzatori: sono di marca Cherry (come gli switch) e sono fissati alla piastra tramite un classico sistema ad incastro. Sono anche dotati di paratie anti-polvere. Sono già lubrificati con Krytox GP205 G0. Il rumore della barra spaziatrice non è tra i più eleganti e anzi, a dirla tutta è un po' metallico, quasi come se non fosse davvero lubrificato. Decisamente meglio tutti gli altri stabilizzatori. Difficile migliorarne la resa: l'unica cosa che potete fare è smontare gli stabilizzatori e lubrificarli da capo o sostituirli con un'altra variante sempre da porre a incastro sulla piastra (non quelli da avvitare alla PCB per intenderci).
La PCB è compatibile con switch a 3 pin. Ogni slot è dotato di LED RGB orientato verso nord. A parte questo, Mountain non ha diffuso dei veri e propri schemi costruttivi a riguardo della tastiera. Difficile quindi collocarla nella famiglia delle Custom Keyboard, visto che l'utente si può limitare a cambiare switch, keycap e a scegliere quale modulo abbinare alla tastiera, ma smontarla per ad esempio migliorarne l'acustica proprio non se ne parla.
Da quanto confermato dalla stessa Mountain però, c'è effettivamente uno strato di poliuretano fonoassorbente tra la PCB e la parte inferiore del case per migliorare le sonorità. Tra la piastra e la PCB però sembra non esserci nulla, come confermato anche dalla rimozione di switch e tasti. Inoltre la scocca complessiva è composta da due sezioni in alluminio spazzolato che formano una sorta di sandwich su cui tra l'altro corre una lunga striscia LED che aumenta ulteriormentre la luminosità emessa dalla tastiera. A riguardo della qualità costruttiva ci torno nel prossimo paragrafo, ma la solidità è fuori discussione. Per quanto riguarda le sonorità si trova sicuramente di meglio, ma un prodotto del genere non lo si acquista in ottica "custom". A livello hardware, la Everest vanta un polling rate di 1.000 Hz e una memoria interna in grado di memorizzare fino a 5 profili d'uso.
La scocca, come già accennato, è in alluminio spazzolato. Tra l'altro si tratta di una spazzolatura particolarissima e ricercata, che aggiunge a mio avviso ulteriore valore al tutto. Non ci sono viti a vista, ma è sufficiente rimuovere tasti e switch per notare alcune viti che tengono insieme tutta la struttura. Veniamo a dimensioni e peso. La Everest Core, ovvero la TKL senza accessori, misura 366 x 154 x 41 mm e pesa 892 grammi. Aggiungendo anche il Numpad si sale a 461 x 265 x 43 mm per un peso complessivo di 1.373 grammi. Di base non ci sarebbero LED di stato sulla tastiera, ma se acquistate la versione Everest Max comprensiva di Media Dock si notano proprio sulla dock 4 piccoli LED per CapsLock, NumLock e altro. In realtà da software si può attivare la funzionalità denominata "Enable Core indicator LEDs" che sostanzialmente sfrutta la retro-illuminazione per farci capire se i tasti in questione sono attivi o no.
Lato connettività, Everest può essere usata solo in modalità cablata. La porta USB-C dove collegare il grosso cavo in dotazione è posta sul retro, in una nicchia apposita che difficilmente risulterà compatibile con cavi personalizzati o a spirale. È insomma una di quelle tastiere da mettere sulla scrivania e da non spostare mai più. La dotazione di porte USB non finisce qui: ce ne sono altre 5! Ci sono due USB-C sui fianchi, utili al collegamento del tastierino numerico, due USB-C sul bordo superiore (una a destra, l'altra a sinistra) per il collegamento di altri accessori Mountain e una porta USB-A sempre sul bordo superiore (leggermente a destra del logo Mountain) che può servire da porta di alimentazione per qualche accessorio. Essendo una tastiera cablata è compatibile con Windows e macOS (anche se il software c'è solo per Windows), ma volendo nulla vieta di collegarla ad un dispositivo mobile in modalità cablata.
Ovviamente buona parte delle funzionalità extra non funzioneranno.
Everest Numpad
I vari accessori meritano sezioni a parte. Iniziamo dal più importante, già incluso nella confezione della Everest Max. Numpad è un tastierino numerico modulare che, vista la struttura della Everest Core, e visto il suo meccanismo sul retro, può essere collocato sia a destra che a sinistra della tastiera. Già questa caratteristica è di per sé un "win": gli utenti mancini potrebbero preferire averla proprio sul fianco sinistro, e comunque in generale avere la libertà di collocarlo dove ci pare è un qualcosa in più che non troviamo altrove. Vediamo in foto i meccanismi a cui ho appena fatto cenno:
Sul retro del Numpad c'è uno slider che permette di far uscire il meccanismo di incastro dotato di porta USB-C maschio sia a destra che a sinistra del Numpad stesso. La Everest, dal canto suo, ha sia a destra che a sinistra una porta USB-C femmina con due slot al suo fianco per l'incastro che permettono appunto di collegare il tastierino sui due fianchi.
Se per qualche motivo non volessimo collegare il Numpad direttamente alla tastiera si può utilizzare anche la prolunga di 15 cm inclusa in confezione e tenerlo leggermente separato.
Oltre alla sua modularità e adattabilità, l'altra caratteristica che salta subito all'occhio è la presenza dei 4 Display Keys, ovvero 4 tasti dotati di schermo TFT da 72 x 72 pixel personalizzabili via software. Di base, già alla prima accensione, mostrano icone di base e funzionalità pre-impostate che lasciano intuire sin da subito le loro potenzialità. Il feedback è "cliccosino" e delicato, ma i tasti di per sé non sembrano affatto delicati. Subito sotto troviamo la classica dotazione di tasti che ci aspetteremmo da un tastierino, sempre con gli stessi switch e keycap del resto della tastiera. Anche i materiali sono gli stessi: doppia piastra in alluminio, striscia LED di lato, stabilizzatori Cherry su piastra sufficientemente discreti (e lubrificati). Insomma, tutto di alta qualità come il resto della tastiera.
Nel caso i tasti con display non vi fossero di alcuna utilità (ma sono bellissimi, ed è facile trovargli una funzione da associarvi), potreste anche optare per acquistare l'Everest 60 Numpad, un tastierino comprensivo solo dei tasti classici caratterizzato ovviamente da un prezzo inferiore. Torno sull'argomento proprio nel paragrafo intitolato Prezzo.
Everest Media Dock
La Media Dock di Everest è una di quelle cose di cui non sapevate di avere necessità fintanto che non iniziate ad usarla. Di base potrebbe sembrare una pulsantiera per la gestione di contenuti multimediali, ma in realtà è molto di più. La parte circolare sulla destra nasconde un display TFT anch'esso circolare (interrotto da una banda nera sul fondo sulla falsa riga dei vecchi smartwatch) circondato da una ghiera per la selezione dei contenuti. Anche questa, come il Numpad, sprigiona le sue vere potenzialità tramite il software ufficiale Mountain, ma già di base permette di fare un sacco di cosette interessanti.
Dal menu navigabile avete accesso a tutte le seguenti funzioni: un orologio che funge anche da timer o cronometro; selezione dei profili d'uso; modifica dei parametri di retro-illuminazione (sia pattern che luminosità); Volume, per la regolazione del volume di sistema di Windows; le così dette PC Info che vi danno informazioni su temperature, velocità di scrittura dell'hard-disk, Speedtest (sì, vi dà la velocità della rete in tempo reale), consumo RAM; e anche il così detto APM Counter, dove APM sta per Action per Minute. Quest'ultimo è un contatore che tiene traccia di quanto veloce riuscite a scrivere, una chicca inutile che però, vista la natura della tastiera, ci stava bene. Per passare da una funzione all'altra si ruota la ghiera, che emette un clic ad ogni scatto, e si seleziona poi il contenuto premendo il primo tasto a sinistra della ghiera stessa.
Gli altri tasti sono utili alla gestione della riproduzione dei contenuti multimediali.
Ci sono anche i già citati LED di stato per CapsLock e simili. Da bravo accessorio per tastiera modulare, anche Media Dock può essere collocato sia a destra che a sinistra della tastiera. Come accennato, sul bordo superiore la Everest include due porte USB-C, utili proprio al collegamento del DisplayPad. A me è venuto spontaneo collocarlo a destra, ma sta all'utente decidere come utilizzarlo. A differenza del resto della tastiera è realizzato completamente in plastica, ma non mi sento di etichettarlo come difetto vero e proprio.
Everest DisplayPad
DisplayPad è una delle ultime novità di casa Mountain. L'idea è quella di proporre qualcosa sulla falsa riga dell'Elgato Stream Deck, che però potesse essere usato in combinazione con la tastiera. In realtà Mountain vi propone due metodi d'uso: separato, grazie ad un pesante stand incluso in confezione, che tra l'altro rialza anche tutto il DisplayPad ponendevolo a favore di mano, o collegato direttamente sulla tastiera.
Come? Vi ricordate della scanalatura tra le due piastre in alluminio dove corre la striscia LED? Quella scanalatura ha anche un'altra funzione: quella di binario dove far scorrere gli accessori! Sia DisplayPad che MacroPad possono scorrere in questa scanalatura ed essere posti un po' dove vi pare, a patto magari di sacrificare il Media Dock. L'unico problema, se così si può dire, è che più di due accessori non riuscite a collocarli.
DisplayPad mette a disposizione dell'utente 12 tasti TFT identici a quelli che troviamo sul NumPad. Sono brillanti, ben visibili e personalizzabili in ogni loro minimo aspetto e funzione. Qui devo per forza di cose citare il software Base Camp di cui riparlo anche nel paragrafo relativo alle Funzionalità. C'è però una cosa che vi dico direttamente qui: si possono creare le cartelle all'interno dei tasti. Ovvero? Potete far sì che uno dei tasti a schermo apra una selezione di altri 11 tasti, proprio come se fosse una cartella di tasti.
E dentro queste cartelle potete crearne altre. Potenzialmente quindi ci stanno ben più di 12 comandi!
Dal software ufficiale potete cambiare la funzione associata ad ogni singolo tasto, scegliendo tra tantissime opzioni: comandi di sistema, apertura di url specifici, avvio di programmi, apertura di cartelle, comandi multimediali, scorciatoie da tastiera (o mouse), macro, info sul PC sulla falsa riga del Media Dock, e persino comandi specifici di software quali OBS Studio, Twitch, Adobe Illustrator / Premiere Pro o Photoshop, o quelli della suite DaVince Resolve. L'unico limite è la fantasia dell'utente. Si può anche decidere di cambiare l'icona mostrata, e nel caso delle info sul PC abbiamo anche immagini dinamiche che si aggiornano a seconda delle performance del PC.
Se proprio vogliamo trovargli un difetto, DisplayPad non può essere collegato alle porte USB-C a cui solitamente connettiamo Media Dock. Sul retro troviamo una porta USB-C a cui va collegato il cavo che si trova in dotazione, che richiederà quindi una porta USB-A sul PC.
Potete anche optare per usare la porta USB-A che si trova sul corpo della Everest, e sfruttare il retro della tastiera per fare un po' di "cable managament".
Everest MacroPad
I tasti programmabili non sono mai abbastanza? Potete optare per abbinare alla vostra Everest un bel MacroPad, un tastierino comprensivo di 12 tasti retro-illuminati aggiuntivi, sempre con keycap shine-through, switch meccanici e slot hot-swappable. Qui troviamo switch Cherry MX Blu, forse per donare ancora più feedback uditivo e tattile in caso di pressione.
Il funzionamento è molto simile a quello del DisplayPad. Si può decidere di collocarlo sulla tastiera, sfruttando la scanalatura come fosse un binario, o porre l'accessorio sull'apposito stand presente in confezione. Anche questo ha una porta USB-C sul retro a cui collegare il cavo (sempre incluso in confezione) che poi va a sua volta collegato o alla porta USB sulla tastiera o direttamente al PC. Da Base Camp potete abbinarci praticamente tutte le stesse funzionalità viste in precedenza, tra cui macro, scorciatoie da tastiera e comandi mouse, e anche comandi specifici di vari software.
Ovviamente è anche possibile regolare la retro-illuminazione, scegliendo fra i pattern classici o colori specifici che magari ci sono utili da un punto di vista mnemonico.
Estetica, costruzione ed ergonomia
Mountain Everest Max sarebbe tecnicamente disponibile in due colorazioni, Gunmetal Gray e Midnight Black. In realtà se volete il layout ISO italiano l'unico colore disponibile è il Midnight Black. Il look della tastiera di casa Mountain è in linea con quello delle tastiere gaming di marchi quali CORSAIR, ASUS e simili. Non ci sono comunque fronzoli o dettagli estremi che la farebbero sfigurare in ambienti più seri. Certo, se iniziate a metterci un Numpad con tasti dotati di display, la Media Dock con display circolare dedicato, il Display Pad con altri tasti dotati di schermo, la Everest inizia diventare estremamente vistosa. Difficile quindi dare un giudizio oggettivo sull'estetica del prodotto. Diciamo che il colore nero e l'alluminio spazzolato aiutano a renderlo un minimo elegante, ma l'illuminazione RGB unita agli accessori la rendono appunto vistosa ed estremamente atipica.
Da un punto di vista costruttivo, le due piastre in alluminio rendono questa Mountain Everest estremamente solida e piazzata. Come già accennato non è stato reso noto lo schema costruttivo, ma la resistenza complessiva del prodotto è fuori discussione. Non ci scricchiolii o debolezze strutturali da sottolineare. Ho già fatto cenno allo strato di poliuretano fonoassorbente presente tra PCB e scocca inferiore, una pratica comune nelle tastiere custom che fa sempre piacere ritrovare in prodotti più "consumer" come questi. Il suono emesso in digitazione è bello deciso, anche per via degli switch tattili, ma c'è davvero molto di peggio. Anzi, le tastiere dei marchi citati poco fa solitamente hanno dei rumori molto più "molesti" di questo modello di casa Mountain. Se proprio vogliamo trovare un difetto strutturale alla Everest Max, il meccanismo che collega il tastierino numerico alla tastiera tende, in caso incliniate la tastiera, a flettere un po'.
Il Numpad insomma non è ancorato solidamente alla Everest, ma è anche vero che una volta che avete sistemato il tutto difficilmente vi metterete a spostare la postazione così di frequente.
Subito sotto la piastra inferiore in alluminio c'è una sezione in plastica (probabilmente ABS) che funge da punto di appoggio sulla scrivania per la tastiera. Persino il retro merita un minimo di approfondimento! Oltre alla porta USB-C per alimentare la tastiera, troviamo tutta una serie di scanalature utili al "cable management" e 5 piedini d'appoggio, di cui 3 gommati orizzontali sul lato inferiore e due circolari sul lato superiore. Questi ultimi nascondono un'altra delle particolarità dell'Everest: al loro interno hanno una calamita!
Nel caso voleste rialzare la tastiera per usarla ad inclinazioni diverse potete usare i piedini (anch'essi magnetici) circolari presenti in confezione. La volete ancora più alta? Usate più piedini! Se avete sia la Everest Core che il Numpad per usarla al massimo dell'inclinazione vi serviranno 8 piedini (2 per ogni piede circolare).
Ve ne avanzano due tra quelli presenti in confezione che non potete usare. Se invece volete usare la Everest Core, ovvero la tastiera in modalità TKL, con tastierino separato, potete arrivare anche a 5 piedini per lato. E il bello è che la tastiera non perde di stabilità anche usando tanti piedini magnetici. L'unico "contro" che ho notato usandone tanti è che peggiora leggermente la sonorità della tastiera. Si crea un sacco di spazio vuoto sul retro che tende ad amplificare il rumore emesso in digitazione.
Come di consueto ho usato la tastiera per scrivere questa recensione, sfruttandola anche nelle sessioni di gaming con Overwatch 2 e altri titoli. Ora, tecnicamente i LED RGB e i tasti shine-through potrebbero portare a pensare che si tratti di una tastiera gaming, ma non è propriamente così. La conformazione dei tasti e la presenza di accessori come il Macropad fa sì che effettivamente un gamer, anche a livello competitivo, possa trovarla fantastica, e alcuni dei prodotti da abbinarci sono palesemente pensati per i creatori di contenuti o per chi comunque fa molte live su Twitch.
Però appunto non mi sento di collocarla in una sola grande famiglia. Mountain Everest è stata creata per essere una tastiera quanto più poliedrica possibile, per adattarsi alle esigenze di tutti con facilità. Potete cambiargli aspetto cambiando i keycap; potete cambiare il feeling in scrittura cambiando gli switch; potete abbinarci il tastierino numerico a destra o a sinistra (o non usarlo proprio); potete metterci tasti extra, tasti con schermo, alzarla con quanti piedini volete. Insomma, un prodotto incredibile che riesce a mutare con estrema facilità. L'esperienza di digitazione è ottima, non quanto alcune tastiere che ho provato (e che sto provando) ultimamente, ma comunque ottima. E in questo caso non avrete neanche problemi di layout, visto che la tastiera è disponibile nella versione nostrana. A migliorare ulteriormente l'ergonomia c'è anche Everest Palm Rest, un poggiapolsi magnetico che si ancora perfettamente alla tastiera. È imbottito e presenta una copertura in simil-pelle opaca.
Difficile farne a meno, e se acquistate il pacchetto Everest Max lo trovate incluso in confezione!
Everest Core, e di conseguenza anche Everest Max, è già programmata con tutta una serie di scorciatoie da attivare con combinazioni specifiche di tasti che non richiedono l'appoggio del software. Con FN e i numeri da 1 a 5 ad esempio si passa ad uno dei 5 profili memorizzati all'interno della tastiera. Ci sono anche scorciatoie utili alla gestione dei contenuti multimediali, utili nel caso acquistiate la Everest Core TKL priva quindi di tutti gli accessori.
Le vere potenzialità della tastiera si sbloccano comunque con Base Camp (campo base, per rimanere in tema montagna), il software ufficiale di Mountain che però, come già detto, funziona solo ed esclusivamente su Windows. Togliamoci subito il dente ed evidenziamo i difetti palesi di questo software (oltre alla mancata compatibilità con macOS): non è tradotto in italiano e il tool di creazione delle Macro non riconosce il layout italiano.
Ciò significa che se ad esempio digitate il punto interrogativo all'interno di una macro, il software ve lo riconoscerà come una parentesi quadra. Non ho trovato soluzioni semplici per risolvere questo problema, se non quello di mettervi sotto mano un layout ISO UK e cercare dove sono i simboli o le lettere accentate che vi potrebbero servire per la creazione di stringhe specifiche. Che poi è strano, perché il tab Key Binding, che è quello utile a rimappare la tastiera, presenta il layout ISO ITA e non vi dà problemi di alcun genere. Inoltre sempre l'editor di Macro non permette di aggiungere eventi di alcun tipo alle macro create. L'unico parametro che potete modificare è il ritardo tra un comando e l'altro, o al più spostare l'ordine con un classico sistema a trascinamento. Un vero peccato che una tastiera così completa abbia un tool così limitato.
Nel resto del software non ho riscontrato grossi problemi o difetti evidenti. Vediamo rapidamente i vari tab a cosa servono:
- Profiles - Vi permette di creare i 5 profili d'uso da memorizzare all'interno della tastiera stessa, ognuno con nome e icona scelta da voi. Si possono anche esportare e importare come file.
- Lighting - Permette di selezionare i pre-set di retro-illuminazione o di crearne di personalizzati, scegliendo colori, animazioni, luminosità ed eventuale sincronizzazione tra tutti i dispositivi della gamma Everest.
- Key Binding - Come già accennato, è il tab necessario a riprogrammare i tasti della tastiera, compresi quelli del Media Dock.
- Macro - Il già citato editor di macro. Bene ma non benissimo. Se non altro se create qui delle macro le ritrovate anche nella sezione del software dedicata a MacroPad o DisplayPad.
- Display Dial - È la sezione che vi permette di decidere quali funzionalità avere a disposizione sul Media Dock (o meglio, sul display con ghiera). Qui si possono settare anche dei parametri come il colore del selettore della ghiera, lo sfondo che deve avere il display quando non lo si usa (lo screensaver) e dopo quanto farlo apparire.
- Settings - Una selezione di opzioni aggiuntive che vi permettono di impostare la lingua della tastiera, resettarla ai dati di fabbrica, controllare la disponibilità di aggiornamenti o disattivare combinazioni di tasti specifiche come Alt + F4 e simili.
La gestione degli altri accessori, ovvero DisplayPad e MacroPad, si ritrova in altre sezioni accessibili dalla home di Base Camp o dai tab posti nella barra in alto. Comunque, se non fosse in inglese, Base Camp è un software semplice e intuitivo che vi permette di personalizzare ulteriormente la resa di tutta la tastiera, adattandola a praticamente ogni vostra più piccola esigenza.
Mettendo le cose in prospettiva, il prezzo di Everest Max non è affatto male. Si parla di 249,99€, da spendere esclusivamente sul sito ufficiale di Mountain. Può sembrare molto, ma ci sono tastiere che a parità di prezzo non offrono tutto ciò che trovate dentro questo pacco combo. Giusto per ricordarlo, Everest Max include: la tastiera Everest Core TKL, il poggia polsi magnetico, il tastierino Numpad con tasti dotati di schermo, l'accessorio Media Dock e un pacchetto di accessori. A confronto, se prendete a paragone una tastiera Corsair equivalente e ci aggiungete iCUE NEXUS (che è lo schermettino orizzontale per la gestione dei contenuti) e un Elgato Stream Deck è molto probabile che vi trovate a spendere molto di più.
Se ci volete abbinare un MacroPad e/o un DisplayPad ovviamente la spesa sale. Si parla di 59,99€ per il MacroPad e di 109,99€ per il DisplayPad. Quest'ultimo tra l'altro è in pre-ordine perché la prima ondata è andata a ruba.
Se poi non siete disposti sin da subito a investire tutta la cifra richiesta, o se per qualche motivo vi interessasse la tastiera con, ad esempio, il DisplayPad e il Media Dock, potete anche comprare tutto a parte. C'è un solo problema: la Everest Core non viene venduta con layout ISO ITA. Vediamo i prezzi delle varie componenti prese a sé:
- Everest Core TKL: 149,99€
- Everest Numpad: 69,99€
- Everest Media Dock: 59,99€
- Everest Palm Rest: 14,99€
Recensione Mountain Everest Max - Foto dal vivo
Recensione Mountain Everest Max - Foto dal vivo
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Giudizio Finale
Mountain Everest Max
Everest Max di Mountain è un vero gioiello. Ovvio che non si tratti di una tastiera per tutti, sia per il prezzo, che comunque mettendo le cose in prospettiva non è affatto male, sia per la montagna (scusate il gioco di parole) di funzioni che mette a disposizione dell'utente. C'è quasi da sentirsi disorientati dalla quantità di opzioni e personalizzazioni a cui è possibile mettere mano. E nonostante si tratti di una tastiera "consumer", ci sono anche caratteristiche che ritroveremmo su prodotti più di nicchia, come la PCB hot-swappable e il poliuretano fonoassorbente. Qualche difetto c'è, ma bisogna proprio andare a cercare il pelo nell'uovo!
Sommario
Caratteristiche tecniche 9
Estetica, costruzione ed ergonomia 9
Voto finale
Mountain Everest Max
Pro
- Difficile trovare una tastiera così modulare e personalizzabile
- Hot swappable, keycap shine-through
- Qualità costruttiva
- Prezzo complessivo niente male
- Layout ISO italiano!
Contro
- Software solo in inglese
- Tool per le macro un po' castrato
- Sonorità forse troppo decise
- Lo stabilizzatore della barra è un po' metallico
Lorenzo Delli Cresciuto a "computer & biberon", si è avvicinato al mondo dell'informatica alla tenera età di 5 anni. Si occupa principalmente di news e recensioni legate al mondo del gaming (mobile e non) e dei canali Social per il network SmartWorld.