Recensione Nothing Ear: sempre meglio

4 weeks ago 61

Nothing è un'azienda che nel giro di pochissimo si è già fatta un nome, al punto di non aver bisogno di presentazioni: e non è poco. Sono passati appena tre anni dal lancio dei primi Nothing Ear (1), il primissimo prodotto della società, che mi aveva conquistato.

E se parte del successo è merito certamente dell'iconico design trasparente, i dispositivi Nothing non sarebbero andati da nessuna parte se, oltre a essere belli, non fossero anche funzionali. 

Ma i prodotti Nothing funzionano, e queste nuove Nothing Ear – la terza edizione delle cuffiette, che perde il numero nel nome – funzionano incredibilmente bene in termini di qualità audio e cancellazione del rumore. E, per fortuna, il prezzo non sale, rendendole ancora più appetibili.

La confezione di vendita è piuttosto standard: all'interno troviamo due coppie di gommini (S ed L) che si aggiungono a quelli applicati di default, più un cavetto USB/USB-C corto ma di buona fattura. Ancora una volta, Nothing sceglie un'esperienza di unboxing unica e distruttiva: per aprire la confezione si tira una linguetta che taglia in due la scatola.

I Nothing Ear sono praticamente identici al modello precedente: tanto la custodia di ricarica quanto gli auricolari sono indistinguibili dagli Ear (2), fatta eccezione per la scritta diversa sul case e sulle astine. Arriverei perfino a dire che Nothing abbia deliberatamente deciso di risparmiare sul design (sia in termini di ricerca, che di effettiva produzione) per investire su altro: e francamente va benissimo così.

Già dai primissimi Ear (1), gli auricolari di Nothing sono tra i più confortevoli che possiate trovare sul mercato: azzarderei a dire che sono forse gli auricolari che trovo più comodi in assoluto, insieme agli AirPods (dai quali palesemente si ispirano).

Sono anche molto leggeri (4,6 grammi) e potete indossarli a lungo senza grande fastidio.

Vale la pensa spendere qualche parola sul design, che è ormai iconico e certamente non passa inosservato. La scelta di auricolari e case trasparenti è sicuramente divisiva e può non piacere, ma è impossibile da ignorare (e personalmente la adoro). Così come la trasparenza, Nothing mantiene anche tutte le altre scelte estetiche che hanno caratterizzato i suoi auricolari precedenti: pallini rossi e bianchi per indicare destra e sinistra, l'avvallamento nel case per poggiarci il dito e giocarci, il discutibile font puntinato, e tutto il resto.

Non manca la resistenza a polvere e liquidi, sia su case che auricolari: le cuffiette hanno certificazione IP54, ma anche la custodia resiste a polvere e liquidi con certificazione IP55.

La qualità audio di Nothing Ear è davvero ottima: già con gli Ear (2) si era raggiunto un risultato notevole in termini di suono, ma con i nuovi Ear si fa ancora un passettino oltre.

Il driver dinamico da 11 mm progettato da Nothing riparte dalla struttura a doppia camera già vista sugli Ear (2) ma il migliora ancora con piccoli accorgimenti: il diaframma è ora in ceramica e sono stati aggiunti due sfiati, che migliorano la circolazione dell'aria all'interno, al fine di avere minore distorsione e dettagli più chiari.

E oltre al driver, c'è sempre l'ottima equalizzazione di Nothing: il risultato finale è francamente notevole e questi Ear hanno un suono che ho amato sin dal primo ascolto. Mi azzarderei a dire che è forse il miglior audio che possiate trovare nella fascia di prezzo: il profilo di default (Balanced) è molto piacevole (e piacione), con un leggerissimo profilo a V, ma meno enfatizzato rispetto agli Ear (2). I bassi sono sempre potenti e profondi ma meno enfatizzati che in passato, le voci si sentono meglio e gli alti — che era stato lo spettro di frequenze più criticato su Ear (2), perché troppo aspro – sono un po' meno squillanti, ma sempre molto ricchi di dettagli.

In generale, è proprio la quantità di dettagli che stupisce: i suoni sono chiari e si apprezza un'ottima separazione tra gli strumenti.

Rispetto al passato, c'è anche un'importante novità software, chiamata Bass Enhance. Come suggerisce il nome, si tratta di un algoritmo che migliora i bassi in tempo reale e può essere impostato acceso o spento, e impostato su 5 livelli (di default è acceso e impostato a 3). È un algoritmo che funziona bene e che, anche quando attivo, alza i bassi senza pomparli in modo artificioso o fastidioso, ma che personalmente ho preferito spegnere dopo qualche ascolto. 

In termini di personalizzazione dell'equalizzazione, Nothing è sicuramente l'azienda che fa meglio in assoluto: dall'app Nothing X è disponibile un equalizzatore semplice, in cui è possibile modificare genericamente i livelli di bassi, medi e alti, e un equalizzatore avanzato, che è uno strumento quasi professionale. Lanciato a luglio come aggiornamento delle Ear (2), l'equalizzatore avanzato è un equalizzatore a 8 bande, ma con un'importante differenza rispetto al solito.

Per ogni banda è infatti possibile selezionare precisamente la frequenza su cui operare e impostare il fattore Q. Il fattore Q (quality factor) è un numero che va da 0,1 a 10 e indica la larghezza di banda (ossia le frequenze) su cui quell'equalizzazione avrà effetto: più è basso il fattore Q, più la larghezza di banda sarà ampia e l'equalizzazione avrà effetto anche sulle frequenze vicine; al contrario, più è alto il fattore Q, più la larghezza di banda sarà stretta e l'equalizzazione agirà su una frequenza più mirata. Per farvi un'idea, potete dare un'occhiata alle immagini qui sotto.

Una personalizzazione simile strizza molto l'occhio agli audiofili, che potranno personalizzare il suono nei minimi dettagli, ottenendo esattamente il suono che vogliono ottenere. 

In aggiunta a tutto questo, per i meno esperti è sempre possibile selezionare dei profili "standard" (Più bassi / Più alti / Più voci) e, soprattutto, c'è ancora l'ottimo test per creare il proprio profilo audio personalizzato.

Si tratta ancora una volta del test sviluppato da Mimi Hearing, società specializzata in questo genere di analisi: il test riproduce un costante rumore di fondo, sul quale si stagliano poi dei bip a diverse frequenze; l'utente deve cliccare e tener premuto il grande pulsante al centro quando sente i segnali acustici, rilasciarlo quando sente solo il rumore di fondo.

Dopo aver eseguito il test, è possibile personalizzare ulteriormente le modifiche che verranno apportate al suono: si può scegliere tra due profili (Consigliato / Più ricco) e per ognuno dei tre profili, regolare l'intensità desiderata (da 0 a 100%). Forse perfino troppa personalizzazione ma, considerando che parliamo di auricolari, non posso fare a meno di apprezzare una cura tanto maniacale quando si parla di audio.

Dulcis in fundo, oltre i canonici codec AAC e SBC, i Nothing Ear supportano ben due tipi di codec ad alta definizione, LHDC 5.0 e LDAC, con immancabile certificazione Hi-Res Audio Wireless.

Il supporto a entrambi i codec ad alta definizione è un aspetto che adoro: non tanto per la differenza tra i due codec, piuttosto trascurabili (se volete sapere di più di codec Bluetooth e differenze, vi rimando a questo articolo), quanto perché supportare LDAC e LHDC permette di avere un numero maggiore di smartphone che possono godere di musica ad alta definizione. La gran parte dei dispositivi, infatti, supporta LDAC o LHDC, ma raramente entrambi.

ANC e trasparenza

Anche la cancellazione del rumore fa un passo in avanti rispetto al precedente modello: Nothing dichiara una riduzione del rumore fino a 45 dB (contro i 40 dB di Ear 2) ma dato che cifre simili in fondo non dicono molto, vi racconto la mia dopo due settimane con i Nothing Ear. 

In generale, la cancellazione del rumore funziona molto bene e – in alcuni contesti, come in strada – mi è sembrata abbastanza migliorata rispetto quella degli Ear (2).

Sono "solo" quei 5 dB in più o è cambiato qualcos'altro? Non saprei dirlo e, in generale, è piuttosto difficile misurare l'efficienza dell'ANC se non in ambienti controllati.

In ogni caso, piazzerei l'ANC dei Nothing Ear ancora un gradino sotto quello dei super top di gamma (AirPods Pro 2 o Sony WF-1000XM5, su tutti), ma un gradino sopra rispetto una generica fascia media.

In generale è un ottimo ANC, che funziona benone con rumori costanti e basse frequenze (metropolitana, lavatrice...) e non se la cava male neanche con le voci: con musica in riproduzione, non avrete problemi a lavorare neanche in un ufficio affollato.

L'ANC può essere ora regolato su tre livelli (Alto/Medio/Basso) o essere impostato su Adattivo, lasciando che Nothing decida automaticamente l'intensità a seconda del contesto. 

Anche la modalità Trasparenza funziona bene e restituisce i suoni in modo naturale ma, considerando la pletora di personalizzazioni disponibili nell'app, mi sono stupito di non trovare la possibilità di regolare anche la modalità Trasparenza.

Non sarebbe male avere la possibilità di modificarne l'intensità, oppure dare un focus maggiore alle voci. Infine, purtroppo la modalità Trasparenza pecca molto col vento contro.

App Nothing X

L'applicazione di riferimento si chiama Nothing X ed è disponibile sia su Android che su iOS.

Da qui è possibile modificare tutti i parametri relativi all'equalizzazione, eseguire il test per ottenere il profilo audio personalizzato, modificare il controllo del volume, far squillare gli auricolari per ritrovarli, avviare un test per verificare l'aderenza dei gommini ed eseguire gli aggiornamenti firmware.

Inoltre, dall'app è possibile abilitare anche la Modalità a bassa latenza, che riduce al minimo la latenza per migliorare l'esperienza nei giochi. Questa modalità si attiva automaticamente con gli smartphone Nothing quando avviamo un videogame.

Connettività

Il Bluetooth è in versione 5.3 e la connessione è sempre stabile e senza problemi. I codec supportati sono AAC, SBC, LDAC e LHDC 5.0.

I Nothing Ear supportano anche il multipoint, ossia la possibilità di collegarsi simultaneamente a due dispositivi. Dall'applicazione è anche possibile controllare (e modificare) i dispositivi a cui sono accoppiati gli auricolari.

Controlli

I Nothing Ear utilizzano un sistema di controlli basato sul pizzicare l'astina: l'esperienza d'uso complessiva è ottima, ed è difficile sbagliare a impartire un comando, anche grazie al chiaro feedback audio che si sente a ogni clic.

Purtroppo io rimpiango ancora la possibilità di controllare il volume con uno slide sull'astina, come per i primi Ear (1), ma fortunatamente è comunque possibile controllare il volume tramite il clic: i comandi sono ampiamente personalizzabili (individualmente, per auricolare destro e sinistro). Anche se il controllo del volume non è disponibile di default, è possibile aggiungerlo: personalmente, l'ho assegnato al doppio clic e tieni premuto, che è un'azione più semplice di quanto non sembri.

I controlli per i miei Nothing Ear sono configurati così:

  • Clic (SX e DX, non modificabile): Play/Pausa 
  • Doppio clic (SX e DX): Traccia successiva
  • Triplo clic (SX e DX): Traccia precedente
  • Clic prolungato (SX e DX): ANC/Trasparenza
  • Doppio clic e tieni premuto (SX e DX): Volume - / Volume +

Dulcis in fundo, non manca il Play/Pausa automatico: la musica va in pausa quando sfilate gli auricolari dalle orecchie e riparte quando li indossate di nuovo.

L'autonomia migliora rispetto gli Ear (2) e, anche se non arriva ai livelli dei campioni di batteria, va comunque bene: parliamo di quasi 5 ore e mezza con ANC attivo (8,5 ore senza ANC). Con le ricariche fornite dalla custodia si arriva 24 ore con ANC e 40,5 ore senza ANC.

Ottime le opzioni di ricarica: c'è la ricarica rapida (10 minuti di ricarica per 10 ore di autonomia senza ANC o 5 con ANC) e anche la ricarica wireless (Qi, fino a 2,5W).

Microfoni con alti e bassi: tendenzialmente vanno molto bene, ma ogni tanto c'è qualche sbavatura.

Ottimi in contesti silenziosi e veramente incredibili controvento (come potette sentire dalla registrazione in bici che trovate qui sotto), ma ogni tanto danno qualche problema se ci sono troppi rumori di fondo, tendendo a comprimere troppo la voce, che a volte può risultare un po' "spezzata".

Nel complesso sono promossi, ma considerando la qualità complessiva del prodotto potrebbero essere ancor meglio.

Il prezzo dei Nothing Ear è di 149€, lo stesso degli Ear (2). Considerando l'ottima qualità sonora e l'esperienza complessiva veramente completa, è un prezzo che considero adeguato: se avete intenzione di spendere più o meno questa cifra, i Nothing Ear sono uno dei migliori paia di auricolari che possiate acquistare.

Gli auricolari saranno in vendita dall 22 aprile, con preordini sul sito ufficiale nothing.tech a partire da oggi.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Nothing, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.

Giudizio Finale

Nothing Ear

I nuovi Nothing Ear (di terza generazione) sono la consacrazione di una famiglia di prodotti che aveva già dato grandi soddisfazioni. La qualità audio è davvero eccellente (con supporto a due codec diversi ad alta risoluzione, LDAC e LHDC), con una personalizzazione automatica del suono che funziona davvero e l'equalizzatore multibanda più completo del mercato. L'ANC fa bene il suo dovere e include un'ottima modalità adattiva, e non mancano nemmeno multipoint, modalità a bassa latenza e tante altre piccole chicche software. Buoni ma non eccellenti i microfoni: nessun problema a farsi capire anche nei contesti peggiori, ma a volte la voce è troppo compressa. Molto buono il prezzo, che non cresce rispetto al modello precedente: a 149€, questi sono certamente uno dei migliori auricolari true wirelss che possiate acquistare oggi.

Sommario

Costruzione ed Ergonomia 8.5

Cancellazione del rumore 8

Pro

  • Ottima qualità audio
  • Ottima cancellazione del rumore
  • Leggere e comodissime
  • Resistenza a polvere e liquidi (su case e cuffie)
  • Multipoint
  • Personalizzazione del suono automatica e il miglior equalizzatore del mercato
  • Ricarica rapida e ricarica wireless
  • Ottimi controlli a pressione (personalizzabili)

Contro

  • Microfoni buoni ma non eccellenti
  • Per controllare il volume, lo swipe era più comodo

Giuseppe Tripodi

Giuseppe Tripodi Sono soprattutto una persona curiosa: mi piace imparare cose nuove e spiegare quel che so. Quindi scusatemi per gli articoli così lunghi. Spesso mi isolo dal mondo con grosse cuffie in testa, a leggere su un ebook reader o ascoltare un podcast, ma ho un cane di nome Dubbio che mi mantiene vigile e mi trascina al parco un paio di volte al giorno.

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