Da grande appassionato del genere horror in ogni medium, verso la fine dell’adolescenza mi sono reso conto di essermi completamente desensibilizzato alle figure orrorifiche proposte negli horror “tradizionali”. Al giorno d’oggi sto riscoprendo l’orrore “occidentale” soprattutto con geni del calibro di Ari Aster e Yorgos Lanthimos, ma devo ammettere che in un momento di calma piatta per Europa e America sotto questo punto di vista, mi sono ritrovato a confrontarmi con la classica frase fatta: “Non hai visto l’horror finché non hai visto quello orientale”. Ed è dannatamente vero.
Incredibile come i registi giapponesi, e ancor di più coreani e cinesi, siano in grado di far crescere nello spettatore una sensazione di terrore e disagio,