Recensione TV Panasonic OLED LZ1500: il migliore anche senza soundbar
15 Ottobre 2022 1
La nuova gamma OLED 2022 di Panasonic, quest’anno, si è fatta attendere. La principale motivazione è da ricercare nella decisione del costruttore giapponese di utilizzare per tutti i nuovi modelli esclusivamente l’ultimissima generazione di pannelli OLED WRGB di LG Display. Stiamo parlando, naturalmente, dei pannelli “OLED.EX”, ovvero quelli dotati di diodi OLED con deuterio al posto dell’idrogeno, che garantiscono maggiori prestazioni in termini di luminanza di picco e anche più stabilità ed efficienza complessiva.
Dopo aver effettuato, nel corso dell’estate, una preview con tanto di misure di un esemplare pre-serie del top di gamma assoluto LZ2000, abbiamo ora focalizzato la nostra attenzione sull’interessantissima serie LZ1500 in diagonale da 55 pollici, che condivide gran parte delle caratteristiche tecniche e prestazionali proprio con il fratello maggiore, rinunciando però alla soundbar Atmos integrata e anche a una sezione di alimentazione più generosa.
Tra l'altro se siete interessati all'argomento, ne parleremo all'interno di una live speciale martedì 18 alle 15.30, in compagnia di alcuni esperti di Panasonic.
Oltre alla novità dell’adozione di pannelli OLED di ultima generazione, gli ingegneri Panasonic hanno concentrato l’attenzione su tutta una serie di affinamenti elettronici, con miglioramenti della gestione degli algoritmi di AI (intelligenza artificiale), l’integrazione di un inedito sensore di temperatura colore che, insieme all’immancabile sensore di luminosità, dovrebbe ottimizzare ulteriormente la resa delle immagini in vari scenari ambientali diurni e serali.
Novità anche sul fronte gaming con l’arrivo di una gaming bar per tenere sotto controllo tutti i parametri di gioco e supporto anche al VRR proprietario G-Sync di Nvidia, oltre ad AMD FreeSync Premium.
Dal punto di vista delle prestazioni HDR, dovremmo essere al top, visto che come per la serie “2000”, anche la serie LZ1500 Panasonic utilizza pannelli selezionati e particolari accorgimenti tecnici che consentono poi al mix di elettronica, alimentazione ed esclusiva soluzione di dissipazione di tirare fuori il massimo delle prestazioni (picco di luminanza, volume colore, rigore) e dell’affidabilità (contenimento del fenomeno di “burn-in”) rispetto alla concorrenza.
Scopriamo, quindi, come va l’OLED Panasonic LZ1500 da 55 pollici (sono disponibili anche i tagli da 42, 48 e 65 pollici), che viene proposto al prezzo di listino di 1.999 Euro.
SOMMARIO
CARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONE
Per quanto riguarda l’estetica, la serie LZ1500 riprende sostanzialmente il design della serie “1500” dello scorso anno, incluso il piedistallo centrale circolare e girevole sull’asse orizzontale. Sebbene questa serie non sia dotata dell’evoluta soundbar Dolby Atmos della serie superiore, lo spessore complessivo è meno sottile rispetto ad altri modelli TV OLED.
La maggiore profondità è sicuramente anche dovuta all’integrazione di una proprietaria lastra di dissipazione, nonché all’evoluto sistema di alimentazione che consentono di raggiungere le maggiori prestazioni di luminanza di cui è capace questo modello. Tutto ciò si traduce in uno spessore di 3,5 cm con la base e di 69mm per chi lo volesse appendere a muro grazie a un sistema di ancoraggio VESA 300 x 300 mm.
La parte frontale si caratterizza per cornici ridotte, ma non sottilissime, specie nella parte inferiore. Spostandoci invece sul retro, la sezione di connettività prevede 4 ingressi HDMI, di cui 2 in versione HDMI 2.1 da 40 Gbps e con supporto ALLM (Auto Low Latency), HFR 4K fino a 120Hz e VRR (Variable Refresh Rate) anche nelle versioni proprietarie AMD FreeSync Premium e, ora, anche Nvidia G-Sync (di cui non si fa menzione tra le feature ufficiali, mentre la voce è stata aggiunta nel menu del TV).
Per quanto riguarda il VRR il range di frequenze supportato oscilla tra i 48 e 120Hz, con una latenza in grado di scendere fino a 2,5ms, mentre in HFR a 120Hz la latenza dichiarata si attesa a 10 ms e a 60Hz a 15ms. Sia in VRR che in HFR, la modalità Dolby Vision è invece supportata fino a 60Hz. Come per la scorsa serie, è presente anche la modalità “4K 120Hz Bypass Mode” (da attivare e disattivare manualmente) che aggira gran parte delle elaborazioni delle immagini e consente un funzionamento a piena risoluzione e con l’input lag più contenuto.
Tornando infine alle due porte HDMI 2.1 c’è da notare che solo la porta 2 supporta la funzionalità eARC (enhanced Audio Return Channel). Questo significa che in assenza di un sistema audio già compatibile con le funzionalità HDMI 2.1, il suo eventuale utilizzo potrebbe sacrificare il collegamento di un PC o di una seconda console gaming di ultima generazione (vedi una PS5 + una Xbox Series X).
Il resto della dotazione mette a disposizione un doppio slot CAM CI+ in versione 1.4, tre porte USB (di cui una USB 3.0), un’uscita cuffie che può essere utilizzata anche come uscita pre-out per un eventuale subwoofer attivo, un'uscita digitale ottica, una porta Ethernet e i connettori per i sintonizzatori TV DVB-S2 e DVB-T2.
Questi ultimi supportano ovviamente anche la decodifica HEVC (profilo Main10) e la dotazione è completata anche dalle certificazioni Tivùsat 4K e Lativù 4K e dalla compatibilità HbbTV di ultima generazione. Sul fronte wireless è previsto il supporto Bluetooth (sia ricezione che trasmissione) e Wi-Fi con supporto Mirroring e integrazione degli assistenti vocali Google e Amazon Alexa.
A livello di scelte di design la serie “1500” continua a non emergere in quanto ad originalità, ma costruttivamente risulta comunque complessivamente convincente per qualità dei materiali e solidità. Il telecomando è rimasto esattamente lo stesso dello scorso anno, con la sua finitura argentata, un peso “importante”, un’ampia pulsantiera e l’assenza di qualsiasi tipo di retroilluminazione (speravo ci avessero ripensato, reintroducendo questa utile caratteristica del passato).
Venendo alla dotazione tecnica, il nuovo Panasonic LZ1500 integra un pannello “Master HDR OLED Professional Edition” a risoluzione 4K Ultra HD, 10 bit nativo e refresh fino a 120Hz, che esce sempre dalle linee di produzione OLED WRGB di LG Display, ma che prevede una preventiva selezione dei pannelli in grado di assicurare gli elevati standard qualitativi richiesti dagli ingegneri Panasonic. Pannelli che, nel caso del LZ1500 (e non solo), sono gli ultimissimi “OLED.EX” con diodi al deuterio che, secondo quanto dichiarato da LG Display, garantiscono un maggiore spunto di luminanza (e quindi picco HDR), una superiore efficienza e anche migliore stabilità nel tempo. Quindi, sulla carta, più affidabilità e anche minori rischi di “burn-in”.
Il tutto viene poi condito in “salsa Panasonic” grazie al know-how elettronico e di progettazione (essenzialmente dissipazione e alimentazione). Elettronica affidata all’ultima evoluzione del processore HCX Pro AI che abbiamo imparato a conoscere lo scorso anno e che promette, quest’anno, ulteriori affinamenti degli algoritmi di “Intelligenza Artificiale”, oltre a gestire le funzionalità legate al sensore di luminosità e all’inedito nuovo sensore di temperatura colore ambientali dell’apprezzato “motore elettronico” dei televisori nipponici di fascia più alta.
Per quanto riguarda invece l’audio, il LZ1500 integra altoparlanti in configurazione 2.1 canali – 2 canali sinistro / destro + un woofer con radiatori passivi dedicato alle basse frequenze - con una potenza complessiva dichiarata in 50W, che risultano compatibili con le tracce Dolby Digital, Dolby Digital+ e anche Dolby Atmos (sempre DD+). Tramite HDMI e via eARC vengono veicolate anche le tracce lossless TrueHD (anche Atmos), mentre non risultano supportate le tracce DTS (né lossy, né tanto meno lossless).
La serie LZ1500 supporta i contenuti ad “elevata dinamica” in tutti i formati disponibili: HDR10, HDR10+, HLG e Dolby Vision. Per quanto riguarda i due formati con metadati dinamici (HDR10+ e Dolby Vision) è anche previsto il supporto alle funzionalità HDR10+ Adaptive e Dolby Vision iQ, in grado di sfruttare i due sensori di luminosità e di temperatura colore per adattare la resa della immagini alle condizioni di illuminazione ambientale.
Da quest’anno, anche il preset “Filmaker Mode” - la modalità voluta dall’industria del cinema che disabilita tutte le elaborazioni delle immagini per restituire una visione dei film fedele all’originale cinematografico immaginato e voluto dal regista - è in grado di sfruttare i sensori per adattare la visione alle condizione di luce in ambiente.
Venendo alla Smart TV, sebbene voci insistenti lasciassero intendere un possibile passaggio ad Android TV (o Google TV), l’interfaccia rimane ancora una volta affidata al sistema operativo proprietario My Home Screen (una volta Firefox TV). L’ultima versione 7.0 si poggia sempre su un’interfaccia molto semplice e immediata con le ormai classiche icone circolari.
Ritroviamo anche l’opzione “My Scenery”, che consente di attingere a un catalogo di immagini e video rilassanti o di impostare una scena personalizzata in base alle preferenze della giornata o all'orario; “On Timer”, invece, permette invece di programmare l’orario di accensione del televisore e di pre-selezionare un canale preferito, oppure l’ingresso HDMI a cui è collegata una sorgente. Onestamente non sono riuscito a cogliere particolari differenze rispetto alla precedente versione 6.0, se non per l’integrazione ora nativa dell’assistente vocale Amazon Alexa (oltre a Google Assistant e relative funzionalità Chromecast).
Tra le App di maggior uso nel nostro paese, mancano ancora all’appello Now, Tim Vision, Spotify e ora anche Paramount+, ma tutte le altre ormai ci sono (anche Apple TV+ o Infinity+, ad esempio). Durante l’uso delle principali applicazioni come Netflix, Amazon Prime Video, Rai Play o Disney+ è sempre stato possibile sfruttarne tutte le potenzialità audio-video, incluse quindi riproduzioni in 4K Ultra HD , HDR10 / HDR10+ / Dolby Vision / HLG e audio Dolby Digital+ / Dolby Atmos (anche tramite canale di ritorno audio eARC).
L’interfaccia prevede anche un media-player integrato in grado di riprodurre contenuti multimediali sia da HDD esterni USB, che da eventuale NAS su rete locale DLNA / UPnP. Lo scraping è risultato sempre veloce e privo di impuntamenti e non ha evidenziato problemi nel riprodurre una molteplicità di formati video a qualsiasi risoluzione o da qualunque codec (anche AV1), container e anche in Dolby Vision con Dolby Atmos (DD+) e in HLG (quindi HDR televisivo). L’unico ostacolo ha riguardato la riproduzione di eventuali clip con traccia audio codifica in DTS, che rimangono semplicemente mute. Per quanto riguarda il codec AV1 è stato anche utilizzato con successo su Youtube.
Un’ultima caratteristica interessante riguarda la possibilità di configurare il TV come un server DLNA per poter trasmettere su rete locale una trasmissione televisiva e anche contenuti multimediali riprodotti da HDD o chiavetta USB.
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TV
Per la prima installazione è, come sempre, sufficiente seguire passo passo le indicazioni a schermo per ritrovarsi dopo qualche minuto con il televisore sintonizzato e pronto all’uso. Come per qualsiasi dispositivo di riproduzione video, prima di procedere con le misurazioni e la calibrazione, ho provveduto a un centinaio d’ore di rodaggio e assestamento. Durante il periodo di attesa ne ho approfittato per “giocare” con il ricco menu di configurazione che non si discosta dall’impostazione diretta e lineare che caratterizza da sempre le gamme TV Panasonic.
Nessuna novità particolare da segnalare e, come sempre, fin troppi i preset d’immagine disponibili: “Dinamico”, “IA Automatica”, “Normale”, “Foto professionale”, “Cinema”, “Filmaker Mode”, “True Cinema”, “Personalizza”, “Professionale 1”, “Professionale 2”, “Sport” e “Game”, sia in SDR che in HDR10 / 10+. Per il Dolby Vision sono previste poi la modalità “Vivid”, “Dark” e “IQ” e, infine, durante la visione con Netflix si aggiunge anche la “Netflix Calibrated Mode” (ora anche in versione Adaptive in grado di sfruttare il sensore di luminosità per regolare automaticamente la visione alle condizioni ambientali) di cui continuo sinceramente a non capire la necessità (e questo vale per qualsiasi produttore che la preveda).
Come prima cosa, per essere certi di avere davvero il controllo delle impostazioni, è bene disattivare la funzione di “Risparmio Energia” che trovate all’interno del menu “Impostazione”. Lo stesso discorso vale anche per il sensore di luce ambientale disponibile nel menù “Immagine” e che andrà a lavorare in congiunzione con gli algoritmi di Intelligenza Artificiale, con livelli di intervento selezionabili. Sebbene l’uso possa tornare utile in ambienti diurni ben illuminati per la visione di tutti i giorni, con le scelte automatiche di impostazione che sono indubbiamente migliorate rispetto allo scorso anno, in alcuni frangenti l’IA appare ancora perfettibile, specie con lo sport, in cui la resa risulta quasi sempre troppo “pompata” e poco naturale.
Se l’uso del TV sarà prevalentemente cinematografico / serie TV da sorgenti esterne come Blu-ray, Ultra HD Blu-ray o da App di streaming, potete disattivare questi ausili, ne guadagnerete in qualità di visione. Ritengo non abbia molto senso comprare un televisore di tale pregio e prestazioni, per poi non essere certi degli interventi elettronici. Sempre in merito al “Risparmio energetico”, premendo il tasto “Menu” del telecomando, vi apparirà una barra con le scorciatoie alle principali funzionalità del TV: alla voce “Visualizzazione a basso consumo” selezionate “Off”, pena minori prestazioni di luminosità complessiva del TV (a meno che non vogliate abbassare al volo la luminosità del pannello, utilizzando il preset “Minimo” o “Medio”).
Venendo ai preset “nudi e crudi” sconsiglio sempre e comunque l’utilizzo dei preset “Dinamico” e “Sport”, entrambi davvero troppo scorretti, sebbene in “Dinamico” il LZ1500 sia capace di raggiungere il ragguardevole livello di oltre 540 nit in SDR con finestra bianca al 10% e oltre 170 nit a pieno schermo. Non considero neppure il profilo “Game” adeguato per sessioni videoludiche: è vero che per giocare vanno bene anche immagini un po’ più fredde, però in questo caso lo sono troppo e anche come gamma non ci siamo. “Normale” e “Cinema”, con i dovuti accorgimenti di regolazione di temperatura colore e gamma, possono invece essere utilizzati per la riproduzione delle emittenti televisive digitale terrestre o satellitari.
Molto dipenderà anche dalla trasmissione in riproduzione e dall’illuminazione ambientale, nonché dalla preferenza per immagini un po’ più “dinamiche” o meno. Visto che con i broadcaster televisivi non esistono parametri univoci di messa in onda, in molte circostanze (vedi i film, ad esempio) potrebbe tornare utile anche il preset “Professionale 1”, ben bilanciato e con un gamma vicino al 2.2 già di fabbrica.
Cambia invece il discorso quando utilizziamo sorgenti di qualità come un lettore Blu-ray o Ultra HD Blu-ray, nonché le varie App di streaming. In questi casi, lo ricordo ancora una volta, l’industria si è data delle regole molto precise di riproduzione SDR e HDR e l’obiettivo sarà quindi quello di individuare la modalità d’immagine di riproduzione più corretta. “True Cinema” (un po’ più freddo), “Filmaker Mode” (che disattiva le elaborazioni delle immagini ed è – di base - adatto per la visione al buio) e i 2 preset “Professionale 1” (per la visione diurna) e “Professionale 2” (per la visione al buio) sono tutti più che ottimi.
E con ottimi intendo che sull’esemplare in prova (ma non ho difficoltà a ritenere che sarà così per tutti i sample, considerata la selezione operata sui pannelli per questa serie) non sarebbe necessario intervenire con una calibrazione. “Filmaker Mode” e i due “Professionale” sono esemplari nelle loro impostazioni, con scostamenti dal riferimento davvero irrisori, contenuti entro un deltaE medio inferiore a 2 e quindi rilevabili strumentalmente ma non percepibili a occhio. Anche per quanto riguarda i colori, la copertura gamut REC 709, le relative saturazioni e anche il Color Checker dei colori intermedi sfiorano strumentalmente il riferimento assoluto.
Stesso identico discorso anche per quanto riguarda la riproduzione in HDR, con “Filmaker”, “Professionale 1 e 2” che rasentano la perfezione sia per bilanciamento del bianco, sia per tracking della curva di tone mapping, con una luminanza di picco che raggiunge senza problemi i 1000 nit e un ABL a pieno schermo che interviene a circa 180 nit. Esemplare anche la copertura gamut DCi-P3 che sfiora il 100%, quella REC2020 che si attesta al 76%, il tutto confermato anche da ottime saturazioni intermedie e dal Color Checker, con scostamenti dal riferimento del tutto irrisori.
Rimanendo nel campo dell’HDR e delle pure prestazioni, c’è da evidenziare come in modalità “Dinamico” il LZ1500 non riesca a raggiungere le vette che avevamo misurato lo scorso anno con il JZ2000. In quel caso l’esemplare in prova era stato capace di superare i 1300 nit di picco e questo nonostante l’adozione di un pannello non “EVO”. Qui ci si ferma comunque a poco più di 1000 nit.
Sia chiaro, non è assolutamente un problema, né una critica, ma solo una constatazione. In compenso, l’LZ1500 i 1000 nit di picco di luminanza con finestra al 10% li raggiunge anche con tutti gli altri preset (quindi anche quelli corretti D65) e soprattutto riesce a tenerli molto a lungo prima dell’intervento elettronico dell’ABL (il limitatore di luminanza che serve a preservare il pannello): siamo arrivati a oltre 1 minuto di misurazione senza la benché minima flessione. Chapeau!
In sintesi, per quanto riguarda le impostazioni di fabbrica, il suggerimento è di usare i preset “Filmaker Mode” o “Professionale 2” per la riproduzione dei contenuti sia SDR che HDR10 / 10+ in stanza buia, mentre la modalità “Professionale 1” risulta la migliore per gli ambienti diurni o luminosi. In Dolby Vision le due modalità “Dark” e “IQ” (sfruttando quindi il sensore di luminosità) si adattano bene ai rispettivi utilizzi in ambiente buio e luminoso (da evitare invece il preset “Vivid” troppo poco accurato). Per quanto concerne la riproduzione televisiva (sia SDR a qualsiasi risoluzione, che HDR HLG con Sky 4K o Rai 4K) in linea generale si può optare per il preset “Professionale 1”. Chi ricercasse un po’ più di “punch” potrebbe anche optare per il profilo “Cinema” o in alcuni casi anche “Normale” intervenendo però sulla temperatura colore (scegliendo un profilo più cado) e il gamma (selezionando 2.2).
La calibrazione? Vabbè l’ho comunque fatta, più che altro per evidenziare come l’incredibile risposta ai comandi e linearità dell’elettronica consenta - con pochi interventi mirati - di raggiungere la perfezione assoluta sia in SDR che in HDR, con un deltaE che scende a 0,1 con tutti i parametri di scala dei grigi, temperatura colore, gamma e gamut perfettamente centrati. Insomma, non è un monitor, ma poco ci manca!
Volendo, tutta la procedura può essere demandata al software di calibrazione Calman di Portrait Display e la funzionalità “AutoCAL” supportata dagli OLED Panasonic. Operazione di calibrazione automatizzata SDR, HDR e Dolby Vision, che richiede però l’acquisto del software “Calman Home for Panasonic” (solo per PC Windows) e di un colorimetro (la spesa complessiva si aggira sui 350-400 euro).
Un’ultima nota in merito all’HDR: l’elettronica di Panasonic include anche un algoritmo di tone mapping dinamico (attivo di fabbrica) applicabile a qualsiasi contenuto in HDR10 e anche HLG. Funzione che rende dinamici i metadati statici che interviene con grande equilibrio nell’evitare fenomeni di clipping alle alte luci ed eventuali chiusure alle basse luci e con gestione ottimale in tempo reale di eventuali grading con metadati statici fino a 10.000 nit.
Il suggerimento è quindi quello di tenerlo attivo. Per i professionisti (essenzialmente gli studi di color correction), il LZ1500 consente addirittura di disattivare del tutto il circuito di tone mapping o di impostare un target di luminanza inferiore ai 1000 nit per verificare la bontà del grading HDR a prescindere dall’elettronica di visualizzazione in uso. La funzionalità può tornare utile anche a tutti coloro che volessero demandare il tone mapping a un processore esterno (come un HTPC con Mad VR, un processore Envy o, ancora, un Lumangen Radiance, ad esempio).
Da quest’anno poi, tenendo premuto il tasto “Info” del telecomando durante la visione dei contenuti in HDR da una sorgente esterna, avrete modo di visualizzare tutti i dettagli di “mastering HDR”: una chicca per i più appassionati e, forse, anche un po’ “malati” (ne faccio parte anch’io!) 😊
In modalità HDR10+ devo, infine, segnalare un bug emerso con il nostro esemplare con firmware versione 3.072: il TV riconosce i metadati dinamici, ma non sembra applicarli. Lo stesso tipo di test effettuato in Dolby Vision, funziona invece perfettamente. Abbiamo già informato Panasonic Italia che sta operando le verifiche del caso. Sono certo che basterà un eventuale aggiornamento FW per risolvere il problema.
Per quanto riguarda la gestione del moto è prevista l’interpolazione dei fotogrammi con possibilità anche di attivare il Black Frame Insertion (l’inserimento dei fotogrammi neri). Se da un lato l’interpolazione prevede sia dei preset, sia la possibilità di regolare manualmente la “Fluidità” (De-judder) e l’”Effetto mosso” (De-Blur), l’inserimento dei fotogrammi non prevede più diversi livelli d’intervento e opera esclusivamente a 60Hz.
Il vantaggio apportato in termini di risoluzione in movimento, contrasta però con una consistente perdita di luminosità (dimezzata in HDR) e l’insorgenza di un fastidioso “sfarfallamento” che rende poco utile la funzione. Con la sola interpolazione attiva, gli interventi sono sicuramente apprezzabili, a patto però di non esagerare, pena la comparsa di artefatti e un costante effetto “telenovela”.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONI
Inutile girarci intorno, il nuovo LZ1500 di Panasonic è dal punto di vista strumentale e della qualità di visione il miglior televisore che abbiamo testato fino ad oggi. Non sono differenze abissali e immediatamente percepibili (specie in un punto vendita), ma sotto diversi piccoli aspetti è riuscito anche a far meglio del JZ2000 che avevamo testato lo scorso anno. Ma entriamo maggiormente nei dettagli.
La sintonizzazione dei canali avviene piuttosto velocemente e anche con i canali in SD l’elettronica se la cava piuttosto egregiamente (dipende molto dal livello di compressione video scelta dall’emittente, specie in questo periodo di transizione swtich-off).
Con gli ormai numerosi canali in HD è possibile ottenere un po’ più di dettaglio forzando la nitidezza (siamo arrivati anche a 50, senza notare artefatti) e attivando l’”Ottimizzatore risoluzione” (anche al massimo). Suggerisco anche di attivare l’Intelligent Frame Creation (su minimo o medio) per migliorare la fluidità e la risoluzione in movimento (è comunque possibile personalizzarne l’intervento), soprattutto durante la visione di eventi sportivi (che siano da canali TV o streaming).
Passando ai contenuti in SDR Full HD e 4K Ultra HD, non saprei cos’altro chiedere: colori sempre naturali ed equilibrati, dinamica spettacolare, nero e uniformità anche ai primi step della scala dei grigi perfetti e questo anche grazie all’ottima uniformità del pannello. E poi la riproduzione delle bassissime luci: si vede davvero tutto e nulla risulta mai né troppo “chiuso”, né enfatizzato (provare l’ormai noto episodio 3 della stagione 8 del “Trono di Spade” per capire cosa intendo). E’, tra l’altro, ineccepibile la gestione dei contenuti con cadenza a 24 fps (grazie alla funzionalità “Accurate IFC” attiva di fabbrica).
In HDR e in Dolby Vision, il LZ1500 diventa quasi commovente: tanta riserva di dinamica e mai un’incertezza né alle bassissime luci, né durante i frangenti più luminosi. Anche i colori e le relative sfumature vengono restituite sempre con molta correttezza. I nuovi pannelli QD-OLED di Samsung dovrebbero offrire qualcosa in più da questo punto di vista, grazie a una superiore copertura gamut REC2020 e una maggiore luminanza dei colori (volume colore), però onestamente con i contenuti reali è difficile cogliere eventuali vantaggi e si apprezza invece l’incredibile rigore garantito dal mix di pannello ed elettronica di Panasonic. Anche in condizioni di HDR più “estreme” non siamo mai riusciti a percepire l’intervento dell’ABL e questo è indubbiamente un ulteriore punto a favore.
Sul fronte del supporto gaming, non abbiamo mai incontrato criticità e anche le sessioni di gioco in HDR, a 120Hz o in VRR sono state gestite quasi sempre in maniera ottimale (in VRR può apparire un leggero flickering con alcuni giochi). Ovviamente se volete mantenere basso l’input lag dovrete fare a meno dell’eventuale interpolazione dei frame (che viene infatti disabilitata). Per settare al meglio tutti i parametri di immagine durante le sessioni di gioco, è stata quest’anno implementata anche una barra “Game Mode Board” che consente di intervenire con facilità sulle ottimizzazioni di visione. A causa, infine, dei limiti dovuti all’utilizzo del chipset HDMI di Mediatek, il gaming in Dolby Vision non va oltre i 60Hz.
Il sistema audio integrato lo definirei onesto. Nulla a che vedere con la soundbar di cui è dotata la serie superiore “2000”, ma riesce comunque a sonorizzare senza problemi un ambiente di medie dimensioni, con voci sempre chiare e l’opzione per enfatizzare i bassi che aiuta ad aumentare l’impatto, specie durante la visione di film o le sessioni di gaming. Interessante la presenza di un’uscita pre-out che consente di estendere la risposta in frequenza verso il basso collegando un subwoofer attivo di vostra scelta.
In conclusione, sebbene l’arrivo dei pannelli QD-OLED abbia sicuramente dato uno scossone positivo al mercato in termini sia di prestazioni che di scelta (finalmente abbiamo un po’ di concorrenza in ambito tecnologico TV OLED), Panasonic dimostra ancora una volta quanto l’esperienza in fatto di elettronica e scelte progettuali possano fare la differenza e ridurre, se non addirittura annullare, il gap rispetto a una tecnologia di pannello che, sulla carta, dovrebbe offrire qualcosa in più.
Il comparto Smart TV e alcune funzionalità gaming più avanzate rimangono ancora i punti in cui poter migliorare, ma con film e serie TV sia in SDR che in HDR è davvero difficile ottenere di meglio nel 2022. Il nuovo LZ1500 è assolutamente raccomandato a tutti coloro disposti a spendere qualcosa in più della media pur di ottenere in cambio prestazioni al vertice, correttezza dei preset di fabbrica e costanza di rendimento.
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