Recensione TV Samsung QN90C: bene i Mini LED, ma occhio alla diagonale

9 months ago 192

​Nonostante l’ampiamento della sua gamma TV OLED con propri pannelli QD-OLED disponibili ora in due serie e con diagonali fino a 77 pollici, a presenziare con forza il mercato in casa Samsung sono ancora le tante serie LCD con retroilluminazione QLED (LED con Quantum Dots) e soprattutto Neo QLED (Mini LED con Quantum Dot) sia 4K Ultra HD che 8K.

Neo QLED 4K Ultra HD di cui fa parte la serie quasi top di gamma QN90C oggetto di questa prova, disponibile in diagonali da 43 fino 85 pollici e di cui noi analizzeremo il modello da 50 pollici. Una serie che rappresenta quasi il vertice della gamma dei Neo QLED 4K Ultra HD del costruttore coreano, dalle quali aspettarsi quindi prestazioni e funzionalità elevate, ma che possono in realtà variare sensibilmente in funzione della diagonale scelta.


È il caso proprio del modello da 50 pollici, che garantisce tutte le principali caratteristiche e funzionalità dei fratelli QN90C, ma utilizza un pannello LCD di tipo VA diverso rispetto ai modelli con diagonale più ampia (quest’anno LCD IPS-ADS), un refresh-rate che arriva fino a 144Hz (contro i 120Hz delle diagonali più ampie), un numero inferiore di zone di local-dimming e, come vedremo durante la recensione, anche prestazioni HDR inferiori alle attese.

La serie QN90C è disponibile a prezzi di listino compresi tra i 999 Euro del modello da 43 pollici, fino ad arrivare ai 4.299 Euro della diagonale più ampia da 85 pollici, con il 50 pollici prezzato a 1.249 Euro e uno street-price che si attesta ormai a poco più di 1000 Euro. Scopriamo insieme tutte le caratteristiche e prestazioni del Neo QLED QN90C da 50 pollici.

SOMMARIO

CARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONE

Sebbene la serie QN90C del 2023 dovrebbe rappresentare un’evoluzione della serie QN90B dello scorso anno, già alcune scelte estetiche – come il piedistallo – sembrano maggiormente indicare questa serie come un avanzamento della serie QN85B del 2022. Il QN90C da 50 pollici può contare sull’utilizzo di un pannello LCD di tipo VA a risoluzione nativa 4K Ultra HD (3840 x 2160 pixel) con retroilluminazione Mini LED con Quantum Dots in configurazione “Full Array” e 480 zone di Local-Dimming.


Come negli anni scorsi, Samsung punta a migliorare le prestazioni delle immagini grazie a un mix di soluzione hardware – utilizzo dei Mini LED in configurazione “Full Array” con tecnologia di diffusione luminosa “Quantum Matrix” -, nonché software affidate alle capacità di calcolo del processore quad-core “Neural Quantum Processor 4K” in grado di gestire gli algoritmi di Local-Dimming, nonché l’elaborazione di luminanza fino a 14 bit (quindi fino a 16384 livelli) per migliorare le sfumature della scala dei grigi in HDR e quindi assicurare maggiori prestazioni alle basse luci e più precisione nel contenere gli eventuali aloni di luce (blooming)che possono apparire intorno a punti luminosi o porzioni d’immagine chiare immerse nell’oscurità.


Dal punto di vista estetico, il QN90C rinuncia alla pesante base d’appoggio metallica con forma arcuata a L che caratterizzava la serie QN90B del 2022, a favore di un più semplice piedistallo a T con un’ampia base d’appoggio metallica ad esagono e lo spazio sufficiente a ospitare un’eventuale soundbar di quelle “slim” (come la Q800C).

Nella vista frontale, la serie QN90C mantiene comunque l’eleganza tipica dei televisori Samsung di fascia più alta, anche grazie all’ampio ricorso a materiali pregiati. Il display non è sottilissimo e raggiunge i 2,7 cm di spessore, anche perché integra tutto l’array di retroilluminazione Mini LED, l’elettronica, le connessioni e l’alimentazione. Per chi volesse appendere il TV a parete, il QN90C è compatibile con la staffa “Slim Fit” di Samsung stessa, oppure può acquistare una staffa da muro compatibile VESA 200 x 200mm.


Le connessioni poste sul retro mettono a disposizione 4 ingressi HDMI 2.1 con HDCP 2.3 e funzionalità eARC (enhanced Audio Return Channel con supporto per il passthrough delle tracce audio lossless multicanale fino al Dolby Atmos, ma non quelle in DTS) solo per l’HDMI 3, due porte USB (di cui una con alimentazione da 1A), una porta LAN Ethernet limitata a 100 Mbps, un’uscita audio digitale ottica, uno slot CAM CI Plus 1.4, connettività Wi-Fi (in versione “ac”) e Bluetooth 5.2 anche per eventuali cuffie wireless o game pad. Grazie all’estesa connettività, sono naturalmente supportati anche Miracast, Apple AirPlay 2 e gli assistenti vocali Bixby, Google Assistant e Amazon Alexa richiamabili dal microfono del telecomando.

Non mancano, infine, i coassiali d’antenna digitale terrestre (DVB-T/T2) e satellitare (DVB-S2) con supporto alla decodifica HEVC (profilo Main10) e completi di certificazioni Tivùsat 4K e Lativù 4K e di compatibilità con i servizi interattivi HbbTV di ultima generazione.

Porte HDMI 2.1 in versioni a piena banda da 48 Gbps che consentono la riproduzione di segnali 4K Ultra HD fino a 144 Hz (HFR – High Frame Rate), con compressione del chroma in 4:4:4 e campionamento colore fino a 12 bit. Gli ingressi supportano quindi pienamente tutte le funzionalità previste: oltre al già citato eARC (enhanced Audio Return Channel) su ingresso 3, sono supportati anche l’ALLM (Auto Low Latency) e il VRR (Variable Refresh Rate) anche nella versione proprietaria AMD Freesync Premium Pro.


Modalità VRR capace di scendere fino a cadenze di 40 Hz per evitare il difetto di “tearing”. Manca ufficialmente il supporto al VRR Nvidia Gsync che viene comunque correttamente riconosciuto dai Gaming PC dotati di una GPU Nvidia RTX di ultima generazione. Sul fronte dell’HDR, ritroviamo sempre il supporto HDR10, HDR10+ (anche Adaptive in grado di sfruttare il sensore di luminosità e anche Gaming per sfruttare le capacità di tone mapping delle GPU Nvidia) e HLG (per i canali TV). Come di consueto per Samsung continua, purtroppo, a mancare il supporto al formato Dolby Vision.


Il telecomando è l’ormai immancabile “One Remote” con batteria ricaricabile via cavetto USB Type-C, pannello solare posto sul retro e mantenimento della carica anche grazie alle onde radio Wi-Fi di casa. È minimalista e presenta esclusivamente i controlli principali e alcuni pulsanti di accesso diretto a Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ e Samsung TV Plus.


A gestire il funzionamento del televisore è la nuova versione 7.0 del sistema operativo Tizen, che riprende lo stile ad “Hub” dello scorso anno con affinamenti soprattutto in termini di fluidità e reattività. Fronte App non manca davvero nulla e chi volesse potrà aggiungere una webcam e una tastiera per lavorarci con videocall Google Meet o l’accesso integrato alla suite produttiva Microsoft 365.

Tra le funzionalità “Smart TV” segnaliamo la funzionalità “Multi View” che consente di riprodurre un contenuto televisivo affiancato da informazioni provenienti dal cellulare (tramite un’App dedicata compatibile con smartphone Android e iOS).

È poi inclusa anche un’App media-player in grado di riprodurre contenuti multimediali sia da HDD esterni USB, che da eventuale NAS su rete locale DLNA / UPnP. Lo scraping è risultato sempre veloce e non ha evidenziato problemi nel riprodurre una molteplicità di formati video a qualsiasi risoluzione (fino a 3840 x 2160 pixel) o da qualunque codec (anche AV1), container e anche in HDR10+ e in HLG (quindi HDR televisivo). L’unica incompatibilità riguarda i contenuti che dovessero prevedere una traccia DTS (in qualunque versione): come negli anni passati, il TV non ne supporta né la decodifica, né il passthrough eARC / ARC.


Una sezione a parte è dedicata poi al gaming con accesso alle piattaforme di cloud gaming Nvidia Geforce Now, Xbox Cloud Gaming con relativo catalogo “Game Pass Ultimate” e Utomik racchiusi all’interno del Samsung Game Hub. È anche possibile associare un gamepad Bluetooth, per utilizzare il TV come una sorta di “console in streaming”.

Se invece voleste collegare una console o un gaming PC via HDMI si attiva la “modalità Gaming” e il relativo menu pop-up “Game Bar” che permette di tenere sott’occhio tutti i parametri di gioco e di intervenire con le impostazioni necessarie, incluso l’input lag che può scendere fino a poco più di 10ms a 60 Hz e fino a poco più di 6ms a 120Hz (non conosciamo il valore a 144Hz, che dovrebbe, comunque, risultare simile).


Il cuore elettronico del TV è, invece, il processore “Neural Quantum Processor 4K”, capace di gestire tutte le elaborazioni delle immagini, a cominciare dall’upscaling, passando per tutti gli algoritmi di miglioramento della nitidezza, del contrasto e di riduzione del rumore. Tutte operazioni affidate alla cosiddetta “Intelligenza Artificiale” e che sfruttano anche il sensore di luminosità ambientale. Gli algoritmi sono indubbiamente efficaci, ma spesso tendono anche ad esagerare, rendendo le immagini talmente nitide da risultare poco naturali e credibili.


La capacità computazionale consente anche di gestire le elaborazioni audio e gli algoritmi di upmix della funzionalità “Object Tracking Sound” che riesce ad accrescere il coinvolgimento e l’impatto sonoro durante l’ascolto tramite gli altoparlanti integrati in configurazione 2.2 dalla potenza complessiva dichiarata in 40W.

LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TV

Venendo all’uso, la prima installazione risulta facile e intuitiva. Può essere completata velocemente tramite il proprio smartphone (non è obbligatorio, ovviamente) e in pochi minuti la procedura provvede anche a sintonizzare i canali e a configurare la gestione ottimale di eventuali sorgenti collegate (attivando i protocolli di controllo HDMI CEC per il telecomando).


L’interfaccia del menu “Impostazioni” riprende quasi del tutto quella dello scorso anno, mantenendone quindi l’approccio intuitivo e veloce e aggiungendo qualche apprezzata opzione di personalizzazione. Andando al menu “Immagine”, troviamo i cinque preset “Dinamico” (da evitare sempre), “Standard”, “Eco”, “Film” e “Filmaker Mode”, tutti personalizzabili e totalmente indipendenti per la visione di contenuti SDR e HDR.

Per chi volesse partire da zero nella calibrazione, manca un preset “personalizzato” e chi fosse interessato a fare due tarature “notte” e “giorno” dovrà quindi modificare i preset presenti (usando magari “Filmaker” per la calibrazione stanza buia e “Fim” per la visione diurna).


Dovrebbe anche essere prevista la modalità di “Auto Calibrazione” con il software Calman di Portrait Display ma, al momento della prova, la gamma 2023 non è risultata ancora supportata dall’ultima release del programma di calibrazione. All’interno delle “Impostazioni Avanzate” del menu “Immagine” è presente, anche quest’anno, la voce “Calibrazione intelligente” che consente di effettuare una taratura automatizzata del televisore grazie alla fotocamera di uno smartphone Samsung Galaxy o di un iPhone che supporta FaceID. Come durante la prova del QD-OLED S95C, sia in modalità “Basic”, che in modalità “Professionale” (che richiede circa 10 minuti) non ci hanno soddisfatto i risultati ottenuti.


Chi volesse regolare in maniera puntuale il televisore dovrà prima di tutto disattivare le impostazioni di “Risparmio Energetico” presenti all’interno del menu “Generale”. La disattivazione consente di evitare che l’elettronica possa intervenire sulla retroilluminazione Mini LED sfruttando il sensore di luminosità ambientale o riducendone il picco d’intervento per diminuire i consumi. Attenzione, perché non vi basterà farlo una sola volta, ma l’operazione andrà ripetuta per tutti i preset sui cui si vorrà poi intervenire. Naturalmente non andranno neppure utilizzate le “Modalità Intelligente” che non consentono di bypassare le impostazioni scelte dall’elettronica per riprodurre le immagini del momento.

Se siete particolarmente pigri, potete utilizzare gli automatismi per riprodurre i canali televisivi o YouTube, ma ne sconsiglio del tutto l’uso durante la visione di film o serie TV da lettori Blu-ray, Blu-ray 4K e anche da piattaforme di streaming.


Oltre alle solite impostazioni di luminosità (attenzione: sui Samsung il controllo viene chiamato “Dettaglio Ombre” e lo trovate più in basso nel menu), contrasto, colore e tinta, sono presenti varie elaborazioni dedicate al contrasto automatico, al colore, all’intervento di compensazione del moto e interpolazione dei fotogrammi, alla riduzione del rumore e così via. Il controllo della retroilluminazione (l’intensità luminosa a schermo) avviene tramite la voce “Luminosità” e sono, infine, disponibili le regolazioni del bilanciamento del bianco a 2 e 20 punti, del gamma e un completo CMS per i colori.

Per la visione di contenuti prettamente televisivi si può partire dal preset “Film” magari modificando l’impostazione di “Toni Colore” su “Caldo 1” e attivando anche la compensazione del moto che trovate all’interno del menu “Impostazioni Nitidezza Schermo” che aiutano a guadagnare fluidità e risoluzione in movimento, soprattutto durante gli eventi sportivi. Chi volesse ottenere un’immagine un po’ più “spinta” potrà eventualmente optare per il preset “Standard” o “Eco” (sono molto simili) con l’accortezza di utilizzare l’impostazione “Caldo 1” dei “Toni Colore” e un’impostazione del gamma 2.2. Suggerisco anche di verificare che lo Spazio Colore non sia su “Nativa” (pena un’eccessiva saturazione dei colori del tutto innaturali) e di selezionare “Auto”.

Diverso, invece, l’approccio alla visione di contenuti cinematografici o serie TV da sorgenti esterne come un lettore Blu-ray, un media-player o dai servizi in streaming. In questi casi l’industria si è data delle regole molto precise di riproduzione SDR e HDR e l’obiettivo sarà quindi quello di riuscire a determinare la modalità di visione più corretta. Nel caso di Samsung sono senza ombra di dubbio i due preset “Film” e “Filmaker Mode”.

Entrambe le modalità risultano assolutamente simili per impostazioni di scala dei grigi, gamma e colori e, in SDR REC709 (per la visione dei contenuti Blu-ray 1080p o un film in Full HD da una piattaforma streaming, ad esempio), denotano impostazioni di retroilluminazione di fabbrica doppia rispetto allo standard di riferimento per la riproduzione in stanza buia. Si raggiugono i 270 nit di luminanza, ideali per una riproduzione diurna (con un target di gamma che dovrebbe però risultare inferiore al BT1886 / 2.4 impostato di fabbrica), contro gli attesi 100-120 nit di una corretta visione dei film in stanza buia.

A parte ciò, il bilanciamento del bianco risulta piuttosto lineare, seppur con una leggera tendenza al freddo (temperatura colore di 7000°K), la scala dei grigi restituisce un lusinghiero deltaE medio di 2,4 (lo scostamento è più eccessivo alle alte luci, raggiungendo picchi di deltaE 4), il gamma centra perfettamente il target di 2.4 e la copertura gamut appare perfettibile per quanto riguarda il rosso, il verde e il secondario ciano. Il local-dimming non è mai disattivabile e per misurare il livello del nero e il rapporto di contrasto nativi, è necessario ingannare l’elettronica, pena il totale spegnimento dei LED con il pattern di misura a 0 IRE. Il livello del nero risulta quindi di poco superiore ai 0,015 nit (a conferma dell’utilizzo di un pannello di tipo VA), mentre il rapporto di contrasto nativo è di quasi 20.000:1. Segnalo, inoltre, che di fabbrica, la logica di local-dimming è impostata su “Standard”, mentre è preferibile impostarla su “Basso” sia in modalità “Film” che “Filmaker”.

Venendo all’HDR, prima di elencare le misure dei profili più corretti, non posso negare una certa delusione per quanto riguarda le prestazioni di picco. Se il QN90B da 55 pollici del 2022 ci aveva positivamente sorpreso grazie ai suoi oltre 3000 nit in “Dinamico”, 800 nit a pieno schermo e oltre 2000 nit in finestra al 10% in modalità “Film HDR” e “Filmaker HDR”, questo QN90C da 50 pollici non riesce in nessun caso a superare gli 870 nit di picco e, a pieno schermo, si ferma a poco più di 600 nit.

Ho ripetuto più volte le misurazioni temendo qualche mio errore, ma i risultati finali sono risultati purtroppo sempre gli stessi. Ho anche cercato recensioni estere dello stesso modello e le loro misurazioni hanno confermato le prestazioni del mio esemplare. I QN90C da 55 pollici in su (con pannelli LCD IPS-ADS) sembrerebbero, invece, offrire prestazioni nettamente superiori, riuscendo a raggiungere i 2000 nit di picco in finestra al 10% con le più corrette modalità “Film” e “Filmaker”.

Tornando alle misure del QN90C da 50”, i due profili da usare in HDR sono senza alcun dubbio “Film HDR”, che tende però a pompare i toni medi (il comportamento può tornare utile in condizioni diurne) e soprattutto “Filmaker HDR” che, nonostante un picco HDR di “soli” 830 nit in finestra al 10%, ha messo in luce un ottimo tracking della curva di tone-mapping EOTF e anche un eccellente roll-off che inizia il suo intervento a partire da circa 70 IRE. La copertura gamut DCI-P3 raggiunge il 92% con il blu, il rosso e il magenta in leggero eccesso di saturazione. La copertura BT2020 raggiunge, invece, il 77%. Anche alle saturazioni intermedie, la misurazione di “Color Checker” conferma la buona colorimetria HDR di fabbrica di questo televisore.

Riassumendo quindi la situazione di fabbrica, il consiglio è di utilizzare il preset “Filmaker” per la riproduzione di contenuti SDR REC709, abbassando a 9 / 10 il livello di retroilluminazione dei Mini LED (utilizzando la voce “Luminosità”) per una visione ottimale in stanza buia, mentre per una riproduzione diurna andrà bene il preset “Film” con l’unico suggerimento di abbassare di un punto il gamma. In HDR (HDR10, HDR10+ e anche HLG) potete invece utilizzare sia il preset “Film HDR” in situazioni diurne, e soprattutto “Filmaker HDR” (quest’ultimo, lo ricordo, disattiva qualsiasi tipo di elaborazione delle immagini, quindi è meno adatto alla riproduzione di eventi televisivi / sportivi).

Passando alla calibrazione SDR, una volta abbassata la luminanza (quindi la retroilluminazione Mini LED), già con i soli controlli del bilanciamento del bianco a 2 punti è possibile linearizzare le incertezze della scala dei grigi, centrando la temperatura colore di 6500 K, raggiungendo un deltaE medio di appena 0,9 (con picchi massimi sempre inferiori a 2) e una luminanza contenuta entro i 120 nit (ideali per una riproduzione in stanza buia). Sarebbe davvero difficile ottenere di meglio con i controlli della scala dei grigi a 20 punti (ma la funzionalità è comunque disponibile) e anche le piccole incertezze riscontrate di fabbrica sui colori, vengono perfettamente corrette (sconsiglio quindi ai più audaci di intervenire sul CMS).

Lo stesso, poi, si ripete anche in HDR, con i controlli a 2 punti più che sufficienti a linearizzare perfettamente la scala dei grigi di una già più che lodevole base di partenza di fabbrica.

LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONI

Il QN90C da 50 pollici rappresenta nel suo complesso un ottimo televisore, nonostante in HDR mi sarei aspettato prestazioni di picco superiori in virtù dell’appartenenza alla gamma “90”, storicamente tra le più prestazionali di Samsung. Ma per fortuna, in SDR, questo aspetto non rappresenta un limite, con il televisore che ha messo in campo un’eccellente resa delle immagini.

Specie durante la visione dei canali televisivi e dei contenuti in HD e 4K in REC709 la qualità della riproduzione appare estremamente solida e sempre molto corretta in termini di modulazione, dettaglio alle basse luci (specie ai primissimi step con l’impostazione di local-dimming su “Basso”), livello del nero e sfumature colore. Risulta migliorabile l’angolo di visione sia orizzontale che verticale (comunque tipico di un LCD di tipo VA), mentre appare piuttosto contenuto il fenomeno di blooming (specie dopo la calibrazione in virtù anche di una luminanza più che dimezzata).


Nonostante si possano apprezzare ulteriori miglioramenti nella gestione del local-dimming, al buio totale un occhio particolarmente attento potrà ancora notare qualche imprecisione nei contorni “chiaro / scuro” di un’immagine (vedi il classico esempio del cielo stellato). Non appena aumenta, invece, la luminosità ambientale diventa davvero impossibile notare le limitazioni. Se poi utilizzate il televisore principalmente in un ambiente diurno soleggiato o molto illuminato, gli oltre 600 nit a pieno schermo di cui è capace con la retroilluminazione al massimo, vi metteranno al riparo da qualsiasi limitazione di visione. Anche perché trattandosi di un LCD potete tranquillamente aumentare la luminanza senza temere di incorrere in problemi di ritenzione o “burn-in” che possono invece capitare con i pannelli OLED (comunque ancora molto distanti da questi livelli di luminosità a pieno schermo).


In HDR ho apprezzato l’ottima linearità generale e la gestione delle sfumature colore, sebbene le prestazioni di picco siano risultate ben al di sotto delle aspettative, riflettendosi anche sull’intensità dei colori. In compenso, la mancata “esuberanza” si rivela positiva per l’elettronica di Local-Dimming, molto meno in difficoltà del solito con i difetti di luce spuria o aloni (blooming).

Non siamo ancora a una resa perfetta, anche perché l’algoritmo di gestione delle 480 zone (ne servirebbero ancora di più) tende ancora a non interpretare sempre al meglio la situazione riprodotta, con l’ABL (il limitatore automatico di luminanza) che diventa un po’ troppo aggressivo in presenza di immagini sostanzialmente buie con porzioni luminose. Ne consegue che l’immagine appare meno luminosa di quanto dovrebbe, proprio per favorire il contenimento del livello del nero, a discapito dei punti più luminosi.


L’elettronica integra anche un algoritmo di tone mapping dinamico (attivo di fabbrica con il preset “Film HDR”) dedicato ai contenuti con metadati statici in HDR10. Sulla carta dovrebbe contribuire a migliorare la resa alle alte e basse luci dei contenuti con grading HDR particolarmente elevato (dai 2000 nit in su) lasciando intatti quelli fino a 1000 / 1500 nit, ma tende, invece, ad esaltare i toni medi anche quando non sarebbe necessario, dando complessivamente la percezione di immagini “più luminose” del previsto e non riuscendo sempre a gestire sequenze ad elevatissima dinamica, arrivando comunque al clipping. Il consiglio è quindi di tenerlo disattivato e, al limite, attivarne il processing per guadagnare più “impatto” durante visioni diurne o in ambienti illuminati.


Tra i pregi dell’elettronica più evoluta di Samsung, una menzione speciale la merita senz’altro l’upscaling. Le immagini restituite a schermo risultano compatte, pulite e dettagliate, sia con materiale di partenza a definizione standard che in HD. Entro certi limiti, naturalmente: molto dipenderà anche dalla qualità di partenza delle emittenti TV o dei contenuti in streaming riprodotti.


La resa della risoluzione in movimento risulta molto buona grazie a un intervento dell’elaborazione (anche regolabile manualmente sui parametri di de-judder, blur e de-noise) molto efficace e sostanzialmente priva di particolari difetti. Ovviamente senza esagerare con le impostazioni, pena la comparsa di inevitabili artefatti e del classico “effetto telenovela”. Le impostazioni prevedono anche la possibilità di attivare l’interpolazione dei frame “Movimento nitido LED” che sconsiglio di utilizzare in quanto causa di fastidioso flickering e una significativa perdita di luminosità.


In modalità gaming, i preset disponibili prediligono una resa più “fredda” e “aperta” e quindi sulla carta anche meno rigorosa. Chi volesse potrà comunque intervenire con ampie personalizzazioni delle regolazioni e anche attivare la gestione del moto, riuscendo comunque a contenere l’input lag entro i 30ms. Durante le sessioni ludiche, l’elettronica disattiva gran parte delle gestioni del Local-Dimming (che andrebbero a impattare negativamente sull’input lag) con inevitabili ripercussioni sul contrasto generale e anche sui difetti di luce spuria.


Per quanto riguarda la Smart TV e le App di streaming, la nuova versione Tizen 7.0 è risultata quest’anno complessivamente più reattiva e fluida e non abbiamo riscontrato problemi nel riconoscere correttamente i vari contenuti SDR, 4K, HDR (ovviamente limitati ad HDR10 e HDR10+), così come il Dolby Atmos quando presente e anche in pass-through eARC verso una soundbar o un sistema Home Theater compatibile.


A proposito di audio, le voci sono sempre molto chiare e la potenza complessiva di 40W sufficiente a insonorizzare un ambiente di medie dimensioni. Avrei apprezzato un po’ di “pienezza” in più, specie durante la visione di serie TV o film. Consiglio sicuramente l’abbinamento con una soundbar, con la funzionalità “Q Symphony” che permette di abbinarne una Samsung compatibile per ricreare una migliore sinergia tra altoparlanti TV + soundbar durante la riproduzione delle tracce sonore multicanale, Dolby Atmos o elaborate dall’algoritmo OTS - Object Tracking Sound.


Il QN90C da 50 pollici (lo preciso sempre, visto che dal 55 pollici in su, le prestazioni sembrerebbero essere piuttosto diverse) è risultato quindi un televisore complessivamente appagante, indubbiamente luminoso in SDR, molto ben calibrato di fabbrica (scegliendo i giusti preset) e con progressi sia in ambito di gestione dell’elettronica che per quanto riguarda il comparto Smart TV, ma al quale rimane difficile perdonare le mancate prestazioni di picco in HDR.

Va molto bene anche in HDR, non fraintendetemi, ma da un modello serie “90” che ci ha abituato in tutti questi anni a picchi di 1500 / 2000 nit HDR, ritrovarsene meno della metà su questo taglio da 50 pollici, fa un po’ storcere il naso. Poi come sempre sui Samsung, manca il supporto al Dolby Vision… chissà se al CES 2024 di Las Vegas i vertici coreani ci sorprenderanno?

PRO E CONTRO


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