Recensione TV Sony OLED A95K: il mix perfetto di QD-OLED ed elettronica al top!
03 Febbraio 2023 0
Dopo aver introdotto, nel 2021, l’apprezzatissima serie OLED “Master” A90J, Sony ha deciso nel 2022 di rilanciare la sfida sviluppando una serie capace di porsi al vertice assoluto, grazie all’utilizzo dei nuovi pannelli OLED con Quantum Dot sviluppati da Samsung.
La serie A95K vede quindi l’adozione dei pannelli QD-OLED a risoluzione 4K Ultra HD, capaci di prestazioni superiori in termini di copertura gamut e volume colore rispetto ai pannelli OLED WRGB (utilizzati invece per le altre serie del costruttore nipponico). Come per la serie S95B di Samsung (anch’essa dotata di pannelli QD-OLED), i tagli disponibili sono per ora limitati a 55 e 65 pollici. Dal canto suo Sony ha abbinato al nuovo pannello anche una soluzione di dissipazione, tutta la sua apprezzata esperienza di processing delle immagini, evoluto comparto audio con Acoustic Surface, tanta versatilità (inclusi supporto Dolby Vision, Dolby Atmos e DTS) e ampio supporto gaming.
Abbiamo provato il modello da 55 pollici, che viene proposto a un prezzo di listino di 2.799 euro, ma che è ormai possibile acquistare a uno street-price di circa 2.300 euro. Un costo che lo pone senza alcun dubbio nella fascia “Premium” del mercato TV e per il quale ci attendiamo prestazioni al vertice.
SOMMARIO
CARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONE
Dal punto di vista estetico, la serie A95K mantiene lo stile “minimal” ed elegante che contraddistingue la gamma più pregiata di televisori Sony. Le linee sono, come sempre, molto pulite e a dominare la parte frontale è essenzialmente il pannello, fatta salva la sottile cornice inferiore che include il LED e un loghino Sony nell’angolo a sinistra.
I bordi prevedono finiture in metallo, mentre il retro è caratterizzato da una originale finitura a “quadretti” che contraddistingue quasi l’intera superficie. Nonostante le smussature verso l’esterno, lo spessore complessivo risulta tutt’altro che iper sottile in quanto tutta la fascia centrale deve ospitare l’elettronica, l’alimentazione, i subwoofer del sistema audio “Acoustic Surface”, nonché tutti i vari connettori, che possono oltretutto essere comodamente celati alla vista.
In alto, centralmente, è poi previsto l’alloggiamento per la Bravia Cam (inclusa con l’acquisto), che consente di effettuare video chiamate con Google Duo, di attivare i controlli gestuali, di sfruttare il sensore e il microfono per adattare la visione e l’ascolto alle condizioni ambientali, nonché alla seduta degli spettatori, ma anche di rilevare la vostra presenza per attivare le funzionalità di risparmio energetico (anche attenuando o disattivando il pannello in vostra assenza). Chi temesse per la propria privacy, potrà coprire e quindi disattivare la Bravia Cam in qualsiasi momento.
Come di consueto, anche la serie A95K si distingue per un piedistallo molto originale e a filo che consente un doppio posizionamento frontale o posteriore per adattarsi al meglio alle vostre esigenze di arredamento. Chi volesse appendere il TV a parete, potrà acquistare una staffa da muro compatibile VESA 300 x 300mm.
Sul fronte delle connessioni, nessuna rivoluzione rispetto ai top di gamma precedenti, con 4 porte HDMI, di cui solo 2 in versione 2.1 e una sola completa anche di supporto al canale di ritorno audio eARC (enhanced Audio Return Channel). Le porte pienamente compatibili con le funzionalità HDMI 2.1 sono la 3 e la 4 e prevedono il supporto 4K fino a 120Hz, l’Auto Low Latency Mode e il VRR. Variable Refresh Rate supportato nella versione “generica” dell’HDMI Forum VRR e non nelle versioni proprietarie AMD FreeSync e Nvidia G-Sync (sebbene quest’ultimo risulti attivabile con le GPU da PC compatibili).
Come abbiamo già visto con altri televisori Sony, durante le fasi di gaming, il Dolby Vision è supportato con cadenze fino a 60Hz e l’elettronica non supporta simultaneamente il VRR e il Dolby Vision e le due opzioni andranno quindi selezionate tramite apposita voce del menù in funzione dell’utilizzo che si vorrà fare del televisore. Per quanto riguarda l’input lag, il TV si attesta a circa 16ms a 60Hz, per scendere fino a circa 8ms a 120Hz. Alla luce di quanto appena chiarito sul funzionamento dell’elettronica, in caso di gaming in HDR Dolby Vision, l’input lag risulterà quindi più elevato.
La dotazione è poi completata da 2 porte USB (di cui una con alimentazione fino a 900 mA e funzionalità di registrazione / time-shift su pennetta o HDD dei canali televisivi), dall’uscita digitale ottica SP-DIF, da un’uscita cuffie mini-jack, dalla porta di rete LAN Ethernet (limitata a 100 Mbps), dai connettori antenna DVB-T2 e DVB-S2 naturalmente compatibili con la decodifica HEVC, dallo slot per un modulo CAM CI+ e, infine, da 2 morsetti per poter eventualmente sfruttare il sistema audio Acoustic Surface integrato come diffusore centrale di un piccolo sistema Home Theater esterno. Non mancano, infine, la connessione Wi-Fi in standard “ac” (2,4 GHz e 5 GHz), nonché il Bluetooth e supporto Google Chromecast, Apple AirPlay, Apple HomeKit e agli assistenti vocali Google e Amazon Alexa.
Ma veniamo al pannello QD-OLED a risoluzione 4K Ultra HD (3840 x 2160 pixel) e 10 bit nativo. Per chi non lo sapesse, dietro questa sigla “tecnica” si cela una soluzione OLED che possiamo considerare a tutti gli effetti di tipo RGB. Sebbene, infatti, Samsung abbia deciso di utilizzare esclusivamente OLED Blu, i substrati emettitori vengono poi assorbiti dai nanocristalli Quantum Dot per essere riemessi in rosso e in verde. Non sono quindi presenti filtri colore e non si perde efficienza.
La tripletta Rosso, Verde (tramite i Quantum Dot) e Blu (dagli emettitori OLED) rimane pura e questo a tutto vantaggio della saturazione dei colori, della loro luminanza, delle prestazioni in HDR e probabilmente anche della durata nel tempo. Ma a differenza dei modelli di Samsung, gli ingegneri Sony hanno comunque deciso di integrare anche una lastra di dissipazione del calore, a tutto vantaggio dell’affidabilità e delle prestazioni.
La serie A95K supporta i contenuti ad elevata gamma dinamica nei formati HDR10, Dolby Vision e HLG (manca quindi all’appello solo l’HDR10+) e tutta l’elettronica è affidata al processore video “Cognitive Processor XR” con tutti i suoi algoritmi di analisi ed elaborazione “cognitivi” che puntano ad attestarsi ai vertici in ambito TV in termini di upscaling e resa del dettaglio, gestione dei colori e relative sfumature, tone-mapping HDR e gestione del moto. Proprio al moto è dedicato l’XR Motion Clarity, una soluzione che consente di combinare il BFI (Black Frame Insertion) a frequenza di aggiornamento variabile con l’interpolazione dei fotogrammi, per ottenere una resa del movimento più naturale, dettagliata e con minori perdite di efficienza luminosa.
Il processore viene sfruttato anche per ottimizzare la resa del sistema di altoparlanti “Acoustic Surface Audio+” che integra 2 attuatori “vibranti” posti dietro al pannello e 2 subwoofer per un’erogazione di potenza complessiva di 60W. Oltre a prevedere una soluzione di calibrazione acustica ambientale - con una procedura di misurazione tramite il microfono integrato nel telecomando retroilluminato -, il sistema è anche in grado di simulare una resa sonora surround: una funzionalità particolarmente utile durante la riproduzione di eventuali tracce dei film o delle serie TV in Dolby Atmos o in DTS.
La Smart TV e tutta l’interfaccia è, come sempre, affidata al sistema operativo Google TV (basata su Android 10). L’impostazione grafica rimane quella che abbiamo ormai imparato a conoscere, con il launcher che privilegia ormai soprattutto le raccomandazioni streaming, a discapito delle tradizionali emittenti televisive. Sono presenti tutte le App di streaming principali richieste dal mercato italiano: da Netflix a Prime Video, da Disney+ a DAZN, senza dimenticare Now o Apple TV+.
Immancabile, quando parliamo di un TV Sony di fascia alta, è poi la presenza dell’App proprietaria “Bravia Core”, che consente di accedere a un discreto catalogo di titoli e di abilitare la modalità “Pure Stream” ad elevato bitrate (con qualità simil Blu-ray e Blu-ray 4K e che richiede una connessione Internet da almeno 115 Mbps) con HDR, elaborazione IMAX Enhanced e anche audio DTS 5.1 (half-rate a 768 kbps).
Tutte le App di streaming che abbiamo testato (Netflix, Prime Video e Disney+) vengono riprodotte senza problemi e con pieno supporto in 4K, HDR, Dolby Vision e audio Dolby Digital+/Dolby Atmos, anche attraverso il canale di ritorno audio eARC. Il media-player integrato nell'interfaccia permette anche la riproduzione di contenuti multimediali da dispositivi esterni come HDD USB o da un NAS su rete locale DLNA/UPnP. Tuttavia, lo scraping potrebbe non essere sempre veloce e potrebbe richiedere il ricaricamento dell'app per accedere a tutti i contenuti presenti nell'hard-disk USB. Nonostante ciò, il media-player è in grado di riprodurre i formati video a qualsiasi risoluzione, codec, container e anche in Dolby Vision con Dolby Atmos e HLG (HDR televisivo). In alternativa, si possono sempre utilizzare app di terze parti come VLC, Kodi o l’ottimo Nova Player.
Segnaliamo, inoltre, la disponibilità delle modalità video “Netflix Calibrated Mode” e “IMAX Enhanced”, nonché del supporto “Calman Ready”, che permette di operare una calibrazione video SDR e HDR professionale del TV in maniera automatizzata. Una funzionalità del tutto valida, ma che richiede il possesso di un PC Windows, di un colorimetro, di un generatore di pattern (i segnali di test necessari per le misurazioni) e l’acquisto del software di calibrazione Calman Home for Sony di Portrait Displays.
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TV
Come da prassi quando si ha a che fare con un televisore dotato di sistema operativo Google TV, la prima installazione risulta ben supportata da indicazioni passo e passo e piuttosto facilitata in presenza di un account Google e di uno smartphone Android. Vi ritroverete con numerosi disclaimer e autorizzazioni che riguardano la privacy, ma nel giro di qualche minuto l’A95K risulterà sintonizzato e pronto all’uso riportandovi nell’Home dell’interfaccia Google TV.
Sebbene le numerose funzionalità di risparmio energetico e di luminosità adattiva in funzione della luce ambientale (grazie anche alla nuova Bravia Cam) possano tornare molto utili nell’uso quotidiano (specie per la visione di contenuti televisivi), prima di procedere con le misure strumentali ho provveduto a disattivarle, pena rilevazioni sulla bontà dei tanti preset disponibili che sarebbero stati inevitabilmente fuorviati dall’elettronica
Per quanto riguarda le impostazioni, il menu continua a rimanere fedele all’approccio Sony degli ultimi anni. Davvero numerose le modalità video disponibili: “Brillante”, “Standard”, “Cinema”, “IMAX Enhanced”, “Gioco”, “Grafica”, “Foto” e “Personale” in SDR e HDR10, “Dolby Vision Chiaro” e “Dolby Vision Scuro” per quanto riguarda i contenuti in HDR dinamico Dolby Vision, oltre alla modalità “Netflix Calibrated Mode” che apparirà solo una volta avviata la relativa piattaforma di streaming. Coloro che si affideranno al sistema di auto-calibrazione del software Calman Home for Sony o richiederanno la taratura ad un tecnico certificato ISF avranno, inoltre, la possibilità di sbloccare due ulteriori banchi di memoria “Professionista 1 e 2” da poter utilizzare sia per l’SDR che l’HDR e con la possibilità di intervenire sulle regolazioni della scala dei grigi a 20 punti, in luogo dei 10 punti disponibili di fabbrica.
In maniera assolutamente simile a quanto riscontrato in passato con altri televisori del costruttore nipponico e a prescindere dalla tecnologia di pannello usata, chi ricercasse correttezza durante la visione di film o serie TV dovrà assolutamente evitare i preset “Brillante” e “Standard”. Tutto ciò nonostante la modalità “Brillante” sia in realtà un ottimo indicatore delle potenzialità “luminose” del TV, capace di raggiungere in SDR quasi 800 nit in finestra bianca al 10% e anche di tenerli per quasi un minuto prima dell’intervento dell’ABL (il limitatore di luminanza che viene abilitato per preservare il pannello). A pieno schermo, la luminanza massima si attesta invece a circa 220 nit, che vengono mantenuti senza problemi per lungo tempo.
Chiusa questa parentesi sulle prestazioni di picco in SDR, i preset d’immagine più corretti risultano essere “Cinema”, “IMAX Enhanced” e “Personale”: restituiscono tutti un comportamento simile con alcune variazioni che riguardano esclusivamente il gamma (che oscilla tra il 2.3 di “Cinema” e il 2.4 di “Personale”).
Come testimonia il deltaE medio della scala dei grigi che si attesta a 1,3 / 1,4 per tutte e tre queste modalità, siamo di fronte a delle modalità di fabbrica che sfiorano l’assoluta correttezza e chi cercasse il rigore assoluto dovrà semplicemente limitarsi a contenere una leggera freddezza (specie alle alte luci) e una luminanza di 300 nit sicuramente utile in ambienti luminosi, ma che richiederà di essere più che dimezzata per la visione di contenuti in SDR REC709 in ambienti bui.
Per quanto riguarda i colori, la copertura REC709 più centrata viene raggiunta dal preset “Personale”, mentre “Cinema” e “IMAX Enhanced” esaltano troppo la saturazione in virtù dell’attivazione della funzione “Colore Brillante”. Anche tutti i colori secondari e le saturazioni intermedie vengono riprodotti con assoluta correttezza. Un plauso, infine, alla modalità “Gioco”, che presenta una luminanza, un gamma e una temperatura colore leggermente fredda che ben si prestano alle sessioni di gaming.
Venendo all’HDR, ricordiamo che i TV di Sony non prevedono delle calibrazioni separate, ma si limitano ad applicare una trasposizione (tramite una LUT interna) ai relativi preset SDR. Non sorprende quindi riscontrare una resa del bilanciamento del bianco simile e tendente anche in questo caso leggermente al freddo. In compenso, il tracking della curva EOTF e quindi il relativo tone-mapping sono assolutamente esemplari sia in modalità “Cinema”, sia in “Personale”.
In merito alla luminanza di picco, tutti i preset raggiungono senza il benché minimo sforzo i 1000 nit (sì, anche in modalità “Brillante” che sconsiglio di usare). Picco che viene raggiunto con porzioni d’immagine dall’1 al 10%, per poi dimezzarsi al 25% (circa 550 nit) e, infine, attestarsi a 235 nit con bianco a pieno schermo. Ma l’aspetto più interessante, è che i 1000 nit di picco li tiene senza la minima flessione anche per oltre un minuto! A quel punto si potrà notare della ritenzione a schermo, che viene però riassorbita nel giro di qualche secondo. E questa è un’ottima notizia, senza alcun dubbio merito anche della scelta di dotare il pannello di una lastra di dissipazione.
Per quanto riguarda i colori, com’era lecito aspettarsi in virtù dell’adozione dei nano cristalli Quantum Dot, siamo ai vertici, con una copertura gamut che raggiunge l’86% dello spazio colore BT2020 e il 100% di quello DCI-P3. Ineccepibili anche la resa delle saturazioni intermedie e la luminanza sia dei colori primari che secondari, con favorevole impatto in termini di volume colore.
Come avrete capito, già di fabbrica questo QD-OLED A95K si comporta dannatamente bene e con pochi aggiustamenti potrete godere di immagini che sfiorano il riferimento. Il mio consiglio è di usare il preset “Personale” per la riproduzione dei contenuti sia SDR (abbassando la luminanza) che HDR10 in ambiente buio, mentre la modalità “Cinema” è consigliabile per la riproduzione in ambiente luminoso. Per la televisione (sia SDR tradizionale che HDR HLG – ad esempio per Sky 4K o Rai 4K) si può invece optare per il preset “Standard” un po’ più “tonico”, scegliendo però un’impostazione di temperatura colore più calda rispetto a quella di default. Infine, per quanto riguarda il Dolby Vision, le due modalità chiaro e scuro si adattano bene ai rispettivi utilizzi in ambiente luminoso e buio.
Con una tale base di partenza, chi volesse procedere con la calibrazione raggiungerà piuttosto facilmente il rigore assoluto. Anche perché vi basterà tarare l’SDR per ritrovarvi calibrato anche il relativo banco HDR. Già con il solo bilanciamento del bianco a 2 punti (ho optato per interventi a 30 e 80 IRE) potremmo ritenerci più che soddisfatti con un DeltaE medio di 0,8 (ricordiamo che fino a valori di 3 non è possibile percepire scostamenti apprezzabili). Ma visto che c’ero ho voluto limare ulteriormente sfruttando il controllo a 20 punti dell’Auto-Cal di Calman Ready (così da verificarne anche il buon funzionamento) che mi ha consentito di raggiungere la perfezione strumentale con un DeltaE medio sceso ulteriormente a 0,2. Anche il gamut REC709 e le relative saturazioni intermedie sono state a quel punto perfettamente centrate.
La verifica della calibrazione in HDR derivata ha confermato l’assoluta eccellenza, con scostamenti dal riferimento anche in questo caso irrisori e un ottimo tracking della curva EOTF, con una luminanza di picco che perde post-calibrazione giusto qualche decimale (impossibile da notare a occhio). I colori erano già del tutto ottimali di fabbrica e quindi gamut BT2020 e DCI-P3, saturazioni e ColorChecker mantengono sempre valori eccellenti.
Sempre per quanto concerne l’HDR, la funzionalità di tone-mapping dinamico (per rendere, appunto, dinamici i metadati statici dell’HDR10) prevede due tipi di impostazione: una standard definita “Gradazione” e una più spinta definita “Luminosità”. Dalle prove effettuate consiglio di lasciare generalmente il settaggio su “Gradazione” che si comporterà in maniera ottimale con tutti i contenuti in HDR con MaxCLL fino a 4000 nit.
Prima di passare alla prova di visione, un accenno alla gestione del moto e all’impatto che avrà sulla resa delle immagini. Il “Motion Flow” prevede, infatti, l’interpolazione dei fotogrammi unita al BFI – Black Frame Insertion. Un connubio che permette di aumentare sia la fluidità, sia la nitidezza delle immagini. Sono in grado di operare a una frequenza massima di 96 Hz e grazie alle impostazioni “Personale” possono essere regolati a diversi livelli d’intervento. Al salire della risoluzione in movimento corrisponde però anche una consistente perdita di luminosità (che arriva dimezzarsi sia in SDR, sia in HDR), fino ad arrivare al flickering che rende inutilizzabile la funzione. Fino a livelli di “Nitidezza” 1 o 2 l’algoritmo risulta invece apprezzabile e in grado di restituire un’ottima interpolazione senza troppi artefatti. Oltre avrà la meglio un costante effetto “telenovela”.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONI
Chi è arrivato fin qui nella lettura di questa recensione, avrà già intuito che la prova di visione dell’A95K di Sony non può che essere eccellente in tutte le condizioni. Già di fabbrica e, a maggior ragione, una volta calibrato è davvero difficile poter chiedere di più a un televisore sia in SDR, ma soprattutto in HDR. Sì, perché è principalmente in HDR che l’adozione del nuovo pannello QD-OLED si fa apprezzare rispetto alle già ottime prestazioni del top di gamma A90J dello scorso anno (e rimasto ancora a listino anche nel 2022).
Il maggior spunto di luminanza di picco (poco più di 200 nit) si apprezza non tanto in quanto tale (riuscire a cogliere una porzione luminosa più o meno grande come tangibilmente più luminosa è oggettivamente difficile), ma principalmente come impatto sui colori, che risultano più “luminosi”, più saturi e anche meglio sfumati rispetto al passato (e questo anche senza intervento dell’algoritmo di “Smooth Gradiation”, che può comunque venire in soccorso tenuto al minimo in presenza di casi di banding alle alte luci più estremi).
In un ambiente totalmente oscurato (e più avanti capirete perché lo stia specificando) è anche possibile apprezzare l’estremo rigore nel restituire il dettaglio alle basse e bassissime luce, con l’elettronica che riesce a cavarsela molto bene anche in presenza di contenuti riprodotti in streaming e quindi spesso penalizzati da bit-rate di compressione poco elevati. Il contrasto e la dinamica vengono restituiti in maniera esemplare e senza eccessi: che si tratti di SDR, HDR10 o Dolby Vision, ci si gode semplicemente la visione.
La resa della qualità delle immagini è sicuramente da imputare anche alla bontà del processore XR cognitivo, che avevo già apprezzato lo scorso anno e che mantiene ancora una volta il suo status di riferimento. Già con le impostazioni di fabbrica l’immagine riesce ad acquisire una nitidezza e una tridimensionalità davvero notevoli e i vari livelli di intervento permettono poi di affinare la resa secondo i propri gusti. Al salire della qualità del materiale di partenza, corrisponderà anche una superiore resa dell’elaborazione di upscaling, ma la qualità anche con contenuti “poveri” e parecchio compressi continua a sorprendermi positivamente. La resa dei contenuti cinematografici a 24 fps appare davvero sempre molto naturale e mai forzata, mentre chi volesse ridurre un po’ l’effetto blur potrà attivare al minimo l’XR Motion Clarity.
Tutto perfetto quindi? Come avevamo già riscontrato in occasione della recensione del Samsung S95B, che condivide con il Sony A95K lo stesso tipo di pannello QD-OLED, anche in questo caso dobbiamo segnalare la percezione di un livello del nero che si solleva (e tende al “marroncino”) in presenza di luce in ambiente, nonché la presenza del cosiddetto difetto di “Color Fringing”. Quest’ultimo è dovuto alla disposizione a triangolo dei subpixel RGB (vedi immagine) e durante la visualizzazione di un testo su sfondo bianco, ad esempio, si evidenzia intorno ai caratteri una mancanza di nitidezza dovuta a un leggero debordamento di verde e magenta. Per fortuna nulla di avvertibile poi con i contenuti video a normale distanza di visione, mentre può risultare leggermente percepibile con alcune sovrimpressioni dei videogiochi.
Eccellente anche la resa in modalità gaming e utilizzando la modalità HDMI Avanzata (VRR) vengono agganciati senza problemi sia i 120Hz che la modalità Variable Refresh Rate in un intervallo compreso tra i 48Hz e i 120 Hz. Per cadenze inferiori interviene l’algoritmo LFC (Low Frame-rate Compensation) che provvede a ripetere più vote i fotogrammi per farli rientrare nell’arco d’intervallo supportato dal pannello. Come per tutti gli altri pannelli OLED (a prescindere dalla tecnologia), con la modalità VRR attiva è possibile notare in alcune circostanze del flickering nelle zone più scure dell’immagine.
Infine, una menzione al sistema audio integrato, che ricordiamo essere in grado di decodificare tutti i codec più significativi del mercato: PCM, Dolby Digital, Dolby Digital+, Dolby Atmos e anche DTS. La resa non può naturalmente competere con sistemi audio home theater dedicati o anche soundbar più evolute, ma garantisce comunque una corretta sonorizzazione in ambiente, voci sempre chiare e ben centrare e anche una discreta pressione e un minimo di coinvolgimento durante le scene d’azione più concitate.
Il Sony A95K non costa poco, ma integra un evoluto pannello QD-OLED, un’elettronica di elaborazione delle immagini da riferimento e un mix di prestazioni e funzionalità che lo pongono senza alcun dubbio ai vertici del mercato TV.
PRO E CONTRO