Recensione Xiaomi 15 Ultra, è il RE della fotografia da mobile | Video

1 day ago 105

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Da tempo immemore, la contrapposizione tra la flessibilità degli smartphone e la qualità d'immagine delle fotocamere mirrorless ha acceso dibattiti tra gli appassionati di fotografia. Personalmente, confesso di appartenere a quella schiera di "irriducibili" che, in determinati contesti, a dire il vero sempre più ridotti, ancora si aggirano con una macchina fotografica spesso ingombrante e pesante. Tutto questo alla ricerca di quello scatto che uno smartphone, per quanto evoluto, sembrava non poter ancora replicare in termini di morbidità dell'effetto bokeh, ricchezza di dettagli e resa cromatica. Ammetto però che i progressi compiuti negli anni da giganti come iPhone, Samsung, Pixel di Google, ma anche dalla stessa Xiaomi con i suoi Ultra, mi hanno convinto già da tempo ad "accollarmi" la fotocamera per le sole occasioni in cui lo spazio non è un limite.

Tuttavia, dopo aver trascorso le ultime settimane in compagnia del nuovo Xiaomi 15 Ultra, confesso che il mio iPhone 16 Pro ha iniziato a prendere polvere sullo scaffale, e persino l'idea di utilizzare una fotocamera per i video e le foto nei miei viaggi di lavoro ha ormai perso senso del tutto. Sarà quindi questo il dispositivo che finalmente mi convincerà ad abbandonare definitivamente la mirrorless? È giunto il momento di scoprirlo.

INDICE

FOTOCAMERE CHE DETTANO NUOVI STANDARD

Xiaomi non ha certo lesinato sforzi nel dotare il suo ultimo flagship di un sistema di fotocamere che, sulla carta, promette scintille. Il design del modulo posteriore, dominato da un imponente anello circolare, ospita un vero e proprio arsenale di sensori e ottiche: un sensore principale da 1 pollice da 50MP (ƒ/1.63), affiancato da un ultrawide da 50MP (ƒ/2.2, 115°), un teleobiettivo 3x da 50MP (70mm, ƒ/1.8) e un impressionante periscopio 4.3x da 200MP (100mm, ƒ/2.6), quest'ultimo in grado di offrire ingrandimenti a lunga distanza sorprendentemente efficaci. A completare il quadro, Xiaomi offre i rinomati profili colore Leica, in versione "Authentic" che "Vibrant", e ben dodici filtri colore aggiuntivi, fornendo agli utenti una vasta gamma di strumenti per esprimere la propria creatività.

In termini di prestazioni generali, il sistema di fotocamere di Xiaomi 15 Ultra eccelle nella gestione della gamma dinamica, del rumore e del bilanciamento del bianco. In particolare, la fotocamera principale e il teleobiettivo 3x dimostrano una notevole solidità anche in condizioni di illuminazione difficili. Sebbene la palette cromatica predefinita possa apparire leggermente conservativa, la ricca selezione di filtri e le modalità di scatto professionali consentono di spingere la fotocamera verso praticamente ogni direzione, a seconda del gusto personale. Io ho quasi sempre scattato con profilo Leica Authentic, ma non mi dispiace anche il filtro "Scarlet" che, a mio parere, rievoca le tonalità di alcune pellicole classiche. Ma ho apprezzato anche i filtri "Positive" e "Negative", meno invasivi ma comunque efficaci nell'elevare la qualità degli scatti.

Le prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione sono generalmente molto buone, grazie alle generose dimensioni dei sensori (l'ultrawide, con il suo sensore più piccolo, mostra qualche limite in più). La riproduzione dei colori rimane fedele anche quando la gamma dinamica subisce una leggera flessione. Il rumore digitale, inevitabile in alcune situazioni, assume una grana più simile a quella della pellicola, un dettaglio che gli amanti delle mirrorless apprezzeranno. Solo in condizioni di buio quasi totale si manifesta inevitabilmente un pochino di effetto acquerello, ma si tratta di condizioni davvero estreme e piuttosto rare. La realtà è che, anche in condizioni di luce non ottimali, le fotografie conservano un carattere e una naturale morbidezza che richiamano l'esperienza delle fotocamere con sensori più grandi e lenti luminose.

Nonostante queste ottime premesse, il comparto fotografico del Xiaomi 15 Ultra non è esente da alcune limitazioni. In presenza di una forte retroilluminazione HDR, ad esempio, le immagini possono apparire un pochino piatte e con un contrasto ridotto, un effetto collaterale dell'aggressivo algoritmo HDR multi-frame. Inoltre, nonostante la misurazione dell'esposizione sia impostata di default sui volti, mi è capitato di riscontrare una leggera sottoesposizione dei soggetti, anche in assenza di forte controluce. Nulla che non si possa sistemare con una leggera post-produzione, ma ovviamente è giusto segnalarlo.

Come spesso accade, la fotocamera ultrawide si rivela l'anello debole della catena. Ho notato un rumore più pronunciato e un'esposizione meno brillante in condizioni di scarsa illuminazione, imputabili alle dimensioni relativamente ridotte del sensore JN5 (1/2.76 pollici). Fortunatamente, nonostante l'ampia apertura, l'obiettivo non introduce aberrazioni significative alle estremità delle immagini, e i risultati rimangono ottimi in buone condizioni di luce. La focale di 14mm, con la sua prospettiva inevitabilmente distorta, la rende meno versatile rispetto al già ampio grandangolo principale da 23mm, limitandone l'utilizzo a scenari specifici come la fotografia di paesaggi molto ampi o di monumenti da posizione ravvicinata. Ma parliamoci chiaro, stiamo giudicando questo modulo confrontandolo con le altre tre fotocamere di questo 15 Ultra, che sono oggettivamente fuori scala; dati alla mano questa è comunque una fotocamera che comunque figurerebbe benissimo su praticamente tutti i principali competitor.

L'utilizzo della fotocamera principale a distanze ravvicinate può risultare in uno scatto fuori fuoco, a causa delle dimensioni del sensore e dell'ampia apertura. Fortunatamente, i teleobiettivi 3x e 4.3x sono in grado di mettere a fuoco a pochi centimetri, rendendoli eccellenti per la fotografia macro. È sufficiente ricordarsi di passare all'obiettivo appropriato.

Dall'altro lato rispetto alla ultra-wide, lo zoom rappresenta uno dei punti di forza di questo dispositivo. Entrambi i teleobiettivi offrono una qualità d'immagine di alto livello alla loro focale nativa, con un elevato livello di dettaglio e prestazioni solide anche in condizioni di illuminazione difficili. Il teleobiettivo 4,3x è diventato rapidamente la mia lente preferita per scattare, grazie alla sua apertura ragionevolmente ampia e alla piacevole lunghezza focale che contribuiscono a creare un fantastico bokeh naturale. Per quanto riguarda gli scatti "da street" e i paesaggi, i colori risultano solo leggermente più saturi rispetto alla fotocamera principale. Molto bene anche la 3x che offre un punto di vista altrettanto versatile, specie per quello che riguarda i ritratti.

Il telefono è indubbiamente in grado di spingersi ben oltre il suo zoom ottico 4.3x, ma è qui che iniziano a manifestarsi alcune riserve. Xiaomi implementa un crop direttamente dal sensore per offrire uno zoom "ottico" a lunga distanza, fino a poco meno di 10x, che fornisce un livello di dettaglio discreto in condizioni di buona illuminazione. Le dimensioni inferiori dei pixel rispetto alla camera principale richiedono tempi di scatto più lunghi, rendendo così più frequenti sfocature e micromosso con soggetti in movimento o persino con il leggero tremolio della mano. Proprio per questo motivo, per scattare a queste focali in condizioni di luce non ottimale il consiglio è quello di utilizzare la modalità PRO, lavorando di ISO e tempi di scatto. Nonostante gli ovvi limiti citati, i risultati sono assolutamente apprezzabili; anche a lunga distanza. Questo rimane uno dei migliori zoom, se non probabilmente il migliore in assoluto, che abbia visto su un qualsiasi camera phone, anche considerando gli ingrandimenti fino a 10x che sono frutto di crop del sensore.

Oltre lo zoom 10x, i dettagli iniziano a diventare confusi. Xiaomi offre opzioni di upscaling sia tramite intelligenza artificiale che tradizionale, ma nessuna delle due riesce a recuperare l'aspetto naturale della fotocamera alle distanze focali più brevi, nonostante il sensore da 200MP offra comunque tanti dati su cui basare l'elaborazione. Contrasto e rumore iniziano ad aumentare, anche se, fortunatamente, l'effetto sbavatura tipico di alcuni concorrenti è molto meno evidente e presente.

Le focali di 70mm e 100mm, che corrispondono ai due teleobiettivi, si prestano ovviamente alla fotografia ritrattistica. Sebbene la lunghezza focale possa essere leggermente più lunga dell'ideale, non si può certo discutere la qualità delle texture e delle tonalità della pelle offerte da Xiaomi. Già Xiaomi 14 Ultra otteneva risultati brillanti in questo ambito, ma qui la serie si conferma ancora un passo avanti rispetto alla concorrenza migliorando ulteriormente i risultati ottenibili. L'effetto bokeh software è disponibile in diverse varianti, riesce a gestire in modo molto efficace tutti i tipi di bordi, anche in condizioni complesse. Se devo però essere sincero continuo a preferire lo sfocato naturale dei teleobiettivi, e dovreste preferirlo anche voi.

Per chiudere un attimo il cerchio posso quindi dirvi che questo set di fotocamere è probabilmente, nel suo complesso, il miglior comparto fotografico attualmente disponibile a bordo di uno smartphone, a livello hardware ma, da quest'anno, anche in termini di elaborazione software. Apprezzo sicuramente molto l'intervento limitato di algoritmi e intelligenza artificiale, in continuità con quanto già espresso lo scorso anno. Se proprio dovessi fare una richiesta a Xiaomi per il prossimo anno probabilmente sarebbe quella di spostare la focale della camera principale con sensore da un pollice da 23 a 35mm e magari quella della ultra-wide da 14 a 18mm.

VIDEO

Anche parlando poi di registrazione video, lo Xiaomi 15 Ultra offre una dotazione altrettanto completa. Troviamo un'ottima stabilizzazione video, con opzioni di registrazione 4K/60fps e 8K/30fps disponibili su tutte e quattro le lenti, e opzioni a 120fps per l'ottica principale e 4.3x. I filtri colore di Xiaomi sono disponibili anche per i video in 1080p e contribuiscono a dare un look caratteristico alle clip.

Se volete però uno strumento con cui togliervi qualche soddisfazione in ambito un pochino più professionale ecco che allora non potete non gradire il supporto alla registrazione in LOG nella modalità Pro, oltre che quello al Dolby Vision. Manca una modalità cinematica dedicata, ma le lunghezze focali naturali degli obiettivi, le opzioni dedicate per le riprese con condizioni di luce non ottimale e la super-macro compensano forse questa omissione.

In ogni caso sappiate che abbiamo utilizzato questo Xiaomi 15 Ultra per girare tutti i video del nostro MWC 2025 e non possiamo certo dire di esserne rimasti delusi, anzi. La qualità del girato è ottima sia in termini di profondità di campo che in fatto di tridimensionalità. La messa a fuoco è precisa, anche se tende un pochino a confondersi quando nella stessa inquadratura troviamo volti di persone e quello che vorremmo fosse il soggetto dell'inquadratura, come può essere nel nostro caso uno smartphone. Poco male, basta bloccare il fuoco con una pressione prolungata su un punto dello schermo quando necessario. Girare in LOG fa poi la differenza in molte situazioni, e da quest'anno è anche possibile caricare delle LUT e registrare con queste stesse pre-applicate, per avere già una base di partenza su cui poi apportare eventuali altre modifiche.

DESIGN E COSTRUZIONE

Dopo aver ridotto le dimensioni del display con il passaggio dai 6,81 pollici di Mi 11 Ultra ai 6,73 di Xiaomi 12 Ultra le successive generazioni della serie si tutte attestate su peso e dimensioni simili, e il 15 Ultra non fa eccezione. È un dispositivo che si fa notare, con un peso di 226 grammi e uno spessore leggermente superiore rispetto al suo predecessore. Parliamo quindi di uno dei flagship più pesanti della generazione attuale, una caratteristica potreste notare nell'uso prolungato, anche se chi lo ha progettato è riuscito a fare in modo che il peso sia perfettamente bilanciato, rendendolo così molto più semplice da tenere in mano.

Esteticamente abbiamo una parte frontale caratterizzata da un vetro leggermente curvo ai lati, una cornice in metallo smussato e un ampio modulo fotografico circolare; tutte caratteristiche assolutamente coerenti con l'estetica che Xiaomi ha coltivato nelle ultime generazioni di Ultra, distinguendosi così dai look più squadrati dei suoi principali rivali (ad eccezione, forse, dell'Honor Magic 7 Pro, anch'esso caratterizzato da linee curve). Una delle modifiche estetiche più evidenti riguarda l'hardware della fotocamera. Mentre il modulo circolare a quattro sensori del 13 Ultra e del 14 Ultra offriva una piacevole simmetria, Xiaomi ha dovuto riorganizzare drasticamente gli elementi per fare spazio al nuovo teleobiettivo di punta. Il risultato è un disposizione asimmetrica degli obiettivi che, sebbene visivamente meno armoniosa, conferisce al 15 Ultra un aspetto più utilitaristico, che qualcuno potrebbe anche apprezzare; non di certo io che sono abbastanza maniaco della simmetria.

Oltre alle colorazioni base completamente nera o bianca – già disponibili sul 14 Ultra – quest'anno è disponibile anche la variante Silver Chrome (quella della nostra prova), che cerca di evocare l'identità visiva dell'iconica Leica M3. È un richiamo piuttosto diretto alla continuità della partnership tra Xiaomi e Leica, ma è anche un look indubbiamente distintivo. Due terzi della faccia posteriore in fibra di vetro sono rivestiti in ecopelle nera, che contrasta con la finitura argentata satinata adiacente.

La pelle, oltre al valore estetico, offre il pratico vantaggio di garantire maggiore grip e, dopo due settimane di test, posso dirvi che non ha ancora mostrato segni di usura. Non è un dettaglio da poco dal momento che, fatto salvo per gli ultimi 3-4 giorni, l'ho sempre utilizzato senza cover.

Parlando di durabilità, come i suoi predecessori, il 15 Ultra vanta una certificazione IP68 per la resistenza a polvere e acqua che, sebbene ottima, è tecnicamente inferiore a quella di alcuni rivali come l'Oppo Find X8 Pro, il OnePlus 13 e il già citato Magic 7 Pro. Tutti e tre questi concorrenti hanno adottato infatti la certificazione IP69.

La parte frontale in vetro leggermente curvato sembra un po' esposta, soprattutto in caso di caduta a faccia in giù, ma è protetta da uno Xiaomi Shield Glass 2.0. Il 14 Ultra montava la prima generazione di questo Shield Glass che, sulla carta, sarebbe dovuto essere 10 volte più resistente alle cadute rispetto al Gorilla Glass Victus del 13 Ultra, mentre la variante 2.0 è teoricamente 16 volte più resistente rispetto a Victus. Ora, come sempre ho evitato di provare questa specifica di persona, ma posso dirvi di aver accidentalmente attentato alla vita del 15 Ultra di un collega che, dopo un volo di diversi metri, è risultato comunque illeso (scusa Guerz!!).

Xiaomi non ha però completamente eliminato Corning dalla serie Ultra; il modulo delle fotocamere è infatti protetto da un Gorilla Glass 7i che è stato trattato con la stessa finitura delle lenti delle fotocamere, in modo da cercare di limitare artefatti, riflessi e altre aberrazioni già in partenza.

DISPLAY E AUDIO

Parlando di display ritroviamo il pannello OLED LTPO da 6,73 pollici che avevamo anche lo scorso anno su 14 Ultra. In realtà non è esattamente lo stesso pannello, il principale miglioramento generazionale su 15 Ultra è la sua maggiore luminosità di picco: con un tetto emissivo di 3.200 nit che supera tutti i suoi rivali ad eccezione di Oppo Find X 8 Pro e OnePlus 13, che dichiarano di raggiungere ben 4.500 nit.

Come per il 14 Ultra, l'esperienza visiva qui è indiscutibilmente eccellente. Out-of-the-box, offre una risoluzione Full HD+, e una frequenza di aggiornamento dinamica (tra 1 e 120Hz) che è sempre molto reattiva. Possiamo poi aumentare la risoluzione nel menu delle impostazioni per sfruttare al meglio l'altissima densità di pixel del telefono, che arriva a 552 ppi. È anche possibile impostare la frequenza di aggiornamento fissa a 60Hz (per un minore consumo energetico) o 120Hz (per una visualizzazione più fluida), parametro che possiamo modificare anche app per app.


Oltre alle opzioni per la risoluzione e l'upscaling HDR, e alla protezione per gli occhi dalla luce blu certificata TÜV Rheinland, sotto al display del 15 Ultra troviamo anche un sensore di impronte digitali ultrasonico, che si rivela più veloce e affidabile della precedente soluzione ottica, anche con le mani leggermente bagnate.

Ed eccoci a parlare di audio, Xiaomi 15 Ultra offre una coppia di altoparlanti stereo asimmetrici (uno rivolto verso il basso e uno in avanti),ma nonostante questa configurazione produce un suono con chiara separazione e nitidezza su quasi tutta la sua gamma di volume. Al volume massimo, le frequenze più alte si fanno meno stabili, ma è anche vero che è il range in cui i bassi sono più presenti. Come la maggior parte degli smartphone, infatti, anche Xiaomi 15 Ultra è un po' carente di bassi quando teniamo un volume contenuto. Colpa della dimensione degli speaker, che a certi livelli di volume non creano sufficiente pressione sonora. Molto buono anche l'audio in chiamata che offre un suono sufficientemente potente e un timbro chiaro, sia in vivavoce che in capsula.

SOFTWARE E AI

Lo scorso anno ha segnato un cambiamento piuttosto importante per l'esperienza utente di Xiaomi. L'azienda ha sostituito la storica e famosa MIUI con HyperOS, che sebbene mantenga un look familiare in superficie, ha introdotto alcuni notevoli miglioramenti "sotto il cofano" (occupava significativamente meno spazio di archiviazione sul dispositivo, ad esempio). Ma non solo, ha anche fatto da trampolino di lancio per il loro set di funzionalità AI.

La serie Xiaomi 15 arriva con HyperOS 2.0 (basato su Android 15). Un aggiornamento della UI che aggiunge un ulteriore livello di raffinatezza visiva, con funzionalità come le "Artistic Lock Screens" ora in grado di supportare anche i video, insieme a nuove animazioni in tutta l'interfaccia utente. Il menu Impostazioni, l'Orologio e il Calendario offrono un una grafica rielaborata e elementi riorganizzati che le rendono più facili da usare, così come abbiamo un layout dei controlli del volume modificato e la possibilità di premere a lungo sulle voci del pannello di controllo – come la luminosità – per espandere e accedere a funzionalità aggiuntive (molto simile a quello che accade con iOS).


Purtroppo, Xiaomi insiste nel continuare a nascondere o eliminare completamente alcuni controlli importanti del sistema operativo (come la funzione "Luminosità Extra") senza spiegazioni. HyperOS è un'esperienza utente profondamente personalizzabile e capace di soddisfare qualsiasi esigenza, a condizione che si abbia la pazienza di imparare le sue sfumature e perdonare le sue incongruenze.

C'è una cosa che però proprio non sopporto, ed è l'invasività di alcuni bloatware come Mi Video e compagnia bella. Nel 2025, su uno smartphone da 1500 euro, queste fastidiose incursioni dovrebbero essere eliminate di default. Davvero Xiaomi, arrivata a questo livello, ha bisogno di questa robaccia per sperare di guadagnare quattro spiccioli in più dai suoi prodotti? Posso capire, ma non accettare, su un Redmi da 150 euro ma su un top di gamma da 1500 è inaccetabile, anche se resta possibile non concedere i permessi in fase di configurazione.

Tra le novità introdotte da Hyper OS non mancano poi gli strumenti AI, alcuni dei quali nuovi o migliorati, che spaziano dalla scrittura all'editing di immagini e alla traduzione. Il set di strumenti "Scrittura AI" è stato ampliato, con riassunto, correzione di bozze, estensione e alterazione del tono; tutto in una comoda scheda pop-up che, ancora una volta, assomiglia molto all'interfaccia di Apple Intelligence. Come con "l'Assitente Scrittura" di Samsung, è possibile richiamare questi strumenti praticamente ovunque si inserisca del testo, il che crea più opportunità per utilizzarli effettivamente. L'app di traduzione – "Sottotitoli AI" – ha un'interfaccia ben congegnata e facile da usare, mentre gli strumenti di editing di immagini esistenti ("Espandi", "Cancella" e "Cielo") sono stati affiancati dalle opzioni "Migliora" e "Rimuovi Riflessi".


"Cancella" è stato anche aggiornato alla versione Pro, che utilizza una libreria più grande per risultati migliorati, tuttavia, a differenza della funzione base, necessita una connessione Internet attiva per funzionare. Al lancio cinese del telefono, Xiaomi ha anche mostrato l'interconnettività con dispositivi iOS, iPadOS e MacOS, incluso un mirroring dello schermo e il trasferimento wireless di file, che dovrebbe arrivare anche sui dispositivi in versione global nel prossimo futuro.

Parte della giustificazione del prezzo, quando si tratta di questi telefoni di fascia alta, è data dal fatto che vengono forniti con supporto software a lungo termine. Apple, Google e Samsung offrono tutti un impegno di sette anni di aggiornamenti del sistema operativo e delle patch di sicurezza. Xiaomi propone, da questo punti di vista, una politica un pochino differente con 4 anni di aggiornamenti del sistema operativo e 6 anni di patch di sicurezza. Si potrebbe fare sicuramente meglio, anche se, ultimamente, proprio Xiaomi è diventata una delle aziende più puntuali nell'aggiornare i suoi prodotti.

HARDWARE E PRESTAZIONI

Come buona parte del resto della schiera di flagship Android del 2025, il 15 Ultra arriva con l'ultimo chipset Snapdragon 8 Elite di Qualcomm; accompagnato da 16 GB di RAM e 512 GB o 1 TB di memoria UFS 4.1, la più veloce ed efficiente dal punto di vista energetico sul mercato.

Xiaomi afferma che il chip offre prestazioni della CPU multi-core superiori del 45% (rispetto al 14 Ultra), i benchmark lo pongono alla pari con il recente Honor Magic 7 Pro, ma in generale diciamo che va alla grande in qualsiasi situazione, come molti dei top di gamma lanciati in questo inizio di 2025. Una nuova camera di vapore a doppio canale "IceLoop" offre un raffreddamento migliorato che, nei test del mondo reale, ha garantito che anche dopo un'intera mattinata di registrazione video in 4K a 60 fps in LOG non ha mai mostrato segni di surriscaldamento.

Non è però sempre stato cosi, nei primi giorni di utilizzo, infatti, avevo notato temperature sempre nella norma con un utilizzo standard, ma anche una tendenza a scaldarsi un pochino troppo in situazioni di carico più elevato. Per fortuna dal momento del suo lancio ufficiale sono arrivati addirittura 2 aggiornamenti in 48 ore che sembrano aver risolto il problema in maniera molto efficace.

Anche dal punto di vista della qualità della ricezione telefonica c'è davvero poco da dire. Xiaomi 15 Ultra si è sempre dimostrato affidabile, sia qui in Italia che in roaming in Spagna nei giorni in cui sono stato a Barcellona. Ma il dettaglio, che non è un dettaglio, e che gli permette di fare un vero salto in avanti rispetto al suo predecessore è senza dubbio il supporto alle eSIM, finalmente presente.

AUTONOMIA

Sebbene Xiaomi non abbia specificato il motivo, come per l'Honor Magic 7 Pro, la versione internazionale dello Xiaomi 15 Ultra monta una batteria più piccola (5.410mAh) rispetto alla variante cinese (6.000mAh). Ma almeno rispetto a quanto fatto da Honor, la capacità è superiore rispetto a quella del modello precendente. Detto questo, 5.410mAh sono comunque una capacità notevole e la tecnologia Surge Battery di Xiaomi è in grado di offrire una maggiore capacità senza aggiungere ulteriore ingombro al design del telefono.

Ma come siamo messi in termini di durata? La batteria di Xiaomi 15 Ultra consente di ottenere una giornata intera di utilizzo senza alcun problema. Anche in caso di un utilizzo molto intenso si riesce ad arrivare al momento di andare a letto con un pizzico di carica residua. Certo pensare di andare oltre le 24h risulta molto difficile, a meno che non se ne faccia un uso molto blando. Ci sono probabilmente concorrenti che si comportano meglio, ma pur non essendo ai vertici della categoria per autonomia non ho comunque mai rischiato di rimanere "a piedi".


Fedele alla tradizione, la ricarica rapida fa parte dell'equazione, con lo stesso supporto per la ricarica cablata a 90W e wireless a 80W (ovviamente non aspettatevi un caricabatterie nella confezione in Europa). Se si possiede l'alimentatore corretto, a velocità standard il 15 Ultra si è ricarica al 56% in 30 minuti e ha raggiugne il 100% dopo 67 minuti. Se si accede alle impostazioni della batteria del telefono, tuttavia, è possibile abilitare la modalità "Top Speed", che a fronte di un riscaldamento più evidente durante la ricarica, permette di ottenere il 44% in 30 minuti e il 100% in 50. Se siete persone che si dimenticano spesso di caricare lo smartphone, la modalità "Top Speed" potrebbe esservi molto utile, altrimenti a mio parere meglio lasciare il telefono in modalità di ricarica standard, che dovrebbe comunque rivelarsi abbastanza veloce per la maggior parte degli utenti (e probabilmente prolungherà la salute della batteria).

CONSIDERAZIONI

Lo Xiaomi 15 Ultra è senza dubbio il miglior smartphone per fotografia oggi disponibile. Il sensore principale da 1 pollice, i teleobiettivi di altissimo livello e il miglior zoom della categoria lo rendono una scelta perfetta per chi vuole la massima qualità fotografica in mobilità. Ma anche se guardiamo alle altre specifiche e alle prestazioni nell'uso di tutti i giorni questo è uno smartphone che difficilmente vi deluderà. Al netto di alcune "cinesate" evitabili, anche il software ha fatto passi in avanti enormi e ora è sicuramente uno dei più completi, e certamente personalizzabili, del panorama Android. A tutto questo possiamo poi aggiungere il discorso legato all'ecosistema, con Xiaomi che è una delle poche aziende ad offrire una costellazione di prodotti correlabili estremamente ampio e variegato.

Se la fotografia è la vostra priorità, questo smartphone è assolutamente il migliore che potete acquistare. Anche al netto del prezzo che è di 1499 euro, non certo contenuto ma sicuramente perfettamente allineato con quello della concorrenza. Tenete poi presente che in fase di lancio, tra coupon sconto, supervalutazione dell'usato, kit fotografico in omaggio e bundle vari, pagarlo più di 1000 euro è praticamente impossibile; ho testimonianze di colleghi che tra sconti e trade in sono riusciti a portarlo a casa a meno di 500 euro. Se invece cercate un dispositivo più bilanciato, allora il mercato offre tante alterantive, come lo stesso Xiaomi 15 "base", l’Oppo Find X8 Pro o il OnePlus 13.

PRO E CONTRO

VOTO: 8.9

VIDEO

(aggiornamento del 08 marzo 2025, ore 00:57)


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