La guerra tra Russia e Ucraina si sta combattendo su (almeno) quattro fronti: il primo, sicuramente il più cruento e drammatico, è quello delle città e delle campagne ucraine, il secondo riguarda la politica - dai rapporti con USA, UE e NATO sino allo spazio, come purtroppo sta accadendo -, il terzo tira in ballo l'economia, il quarto la rete. Ciascuno di questi è strettamente legato agli altri, un passo falso in uno rischia di compromettere tutto.
Ed è per questo che tantissime aziende di tutto il mondo stanno iniziando ad adottare misure contro Mosca, così come le grandi piattaforme social hanno preso decisioni per proteggere gli utenti - specie quelli che vivono nei Paesi coinvolti dal conflitto - e per evitare che vengano diffuse notizie false. Vediamo come il mondo tech e le grandi aziende che operano sul web stanno reagendo alla guerra.
FACEBOOK BLOCCA FALSI ACCOUNT
Punto cruciale durante un conflitto è la diffusione di fake news. Che puntuali sono arrivate, pubblicate da (falsi) account con sede in Russia e Ucraina - probabilmente dei bot - che spacciandosi per giornalisti ed esperti hanno iniziato a pubblicare su Facebook e altre piattaforme (inclusa la russa Telegram) notizie completamente infondate.
- La rete scoperta riguarda una quarantina di account, pagine e gruppi che già avevano operato in passato su questioni legate al Donbass. Loro intento era anche creare sfiducia nei confronti dell'Occidente, accusandolo di aver tradito l'Ucraina.
- Un'altra minaccia viene da Ghostwriter, account che attacca utenti, persone famose e militari in Ucraina tramite mail compromesse, con lo scopo di rubare i dati di accesso ai social e di pubblicare notizie false a loro nome (un esempio: le immagini - false - di un gruppo di soldati ucraini che escono da un bosco con la bandiera bianca in segno di resa).
- Facebook raccomanda tutti gli utenti - specie quelli residenti in Russia e Ucraina, ma l'avviso riguarda il mondo intero - di aumentare il livello di sicurezza dei propri account.
ANCHE LA CASA MADRE META INTERVIENE
Su richiesta del governo ucraino, Meta ha limitato l'accesso a diversi account, specie a quelli di media statali russi. Su tutte le sue piattaforme sono stati potenziati i sistemi di controllo: le novità riguardano nella maggior parte dei casi tutto il mondo. Tra questi:
- monitoraggio dei messaggi in lingua russa e ucraina effettuato da esperti di lingua madre
- invito ad utilizzare i messaggi su WhatsApp che permettono di visualizzare una foto una volta sola
- aumento dei sistemi di sicurezza del proprio account (Instagram, Facebook, WhatsApp)
- potenziamento della lotta alle fake news
- aumento delle notizie consigliate direttamente da Facebook
- divieto di pubblicità da parte dei media statali russi (RT, Sputnik): "Vietiamo ai media di stato russi di pubblicare annunci o di monetizzare sulla nostra piattaforma in tutto il mondo. Continuiamo anche ad applicare le etichette agli altri media statali russi"
- autonomia da pressioni della Russia (è accaduto davvero: le autorità russe avevano chiesto di bloccare il fact-checking di quattro media statali, Meta si è rifiutata di farlo)
Anche Alphabet ha adottato le prime misure contro la Russia. YouTube, ad esempio, ha bloccato la possibilità per i media statali (come RT) di pubblicare annunci e monetizzare sulla piattaforma. Tali media non compaiono più tra i video consigliati e in Ucraina sono stati del tutto bloccati. Solo negli ultimi giorni, i video rimossi dalla piattaforma sarebbero migliaia, e centinaia gli account bannati.
In generale, Google Europe ha comunicato che sono state rafforzate le misure di controllo contro la diffusione di false notizie e per difendersi da eventuali attacchi hacker.
Google ha confermato poi che da ieri sono stati disabilitati in Ucraina alcuni strumenti di Maps, specie quelli sul traffico in tempo reale e sull'affollamento di aree specifiche come ristoranti e negozi.
"Abbiamo temporaneamente sospeso gli annunci pubblicitari in Ucraina e Russia per garantire che le informazioni critiche sulla sicurezza pubblica siano messe in rilievo e che gli annunci non ne risentano". In breve:
- è stato aumentato il livello di controllo dei tweet
- sono consigliate fonti autorevoli per informarsi sui fatti
- vengono monitorati costantemente gli account che possono essere bersaglio di attacco (giornalisti, politici, attivisti)
Per contro, la Russia avrebbe bloccato parzialmente l'accesso a Twitter nel Paese. Sono diverse le segnalazioni a riguardo, inclusa quella di un giornalista BBC. La piattaforma ha poi successivamente confermato che moltissimi utenti non sono in grado di accedere al social media. Stessa cosa era successa i giorni scorsi con Facebook.
BAN DELLE AZIENDE HARDWARE
Uno dei modi per fermare la guerra è togliere materie prime e prodotti alla Russia. E questo sarebbe l'intento di realtà come Intel e AMD, intenzionate ad interrompere l'approvvigionamento di processori tramite un ban tecnologico senza precedenti. Tale decisione rientrerebbe all'interno delle sanzioni imposte da Stati Uniti ed Europa. Il giorno in cui dovrebbe essere sancito lo stop alle esportazioni dovrebbe essere il 3 marzo, ma voci interne alle aziende confermano che il ban sarebbe già in atto.
Attenzione, però: il ban non riguarderà i prodotti di consumo destinati alla popolazione, ma solo quelli per aziende - private o pubbliche - ed organismi statali. In questo modo si cerca di non colpire i cittadini ma solo le istituzioni, in modo tale che, nel medio-lungo periodo, la Russia non sia più in grado di tenere aggiornati i suoi sistemi informatici.
Riassumiamo le aziende del settore tecnologico che hanno già preso la decisione di bloccare l'export in Russia:
- Intel
- AMD
- TSMC - "Rispettiamo tutte le leggi e i regolamenti applicabili e siamo pienamente impegnati a rispettare le nuove regole di controllo annunciate sulle esportazioni".
MICROSOFT
Microsoft prende posizione contro la Russia adottando diverse misure, così riassumibili:
- maggiore protezione dai cyberattacchi, specie verso il governo ucraino. Sono tantissimi gli attacchi registrati da Microsoft nei confronti delle istituzioni del Paese (finanza, agricoltura, aiuti umanitari, energia, ma anche aziende private e civili). La collaborazione tra l'azienda americana e Kiev è in corso.
- protezione dalla disinformazione di Mosca: lotta alle fake news ed alla propaganda. La piattaforma Microsoft Start (MSN incluso) non mostrerà nessun contenuto RT e Sputnik, così come su Bing i risultati delle due testate non compariranno mai nelle prime pagine. Tutte le pubblicità di RT e Sputnik sono state bannate.
- aiuti umanitari tramite ONU, Croce Rossa, UNICEF e Polish Humanitarian Association.
- protezione dei dipendenti in Ucraina, Russia ed Europa orientale e di coloro che lavorano in tutto il mondo che sono di origine russa e ucraina.
- stop alle vendite di tutti i prodotti e i servizi in Russia, blocco pressoché totale del business nel Paese
SNAPCHAT
- 15 milioni di dollari in aiuti umanitari
- stop pubblicità di aziende russe e bielorusse
- ulteriore controllo sulla disinformazione
Snapchat resta online in Russia, Bielorussia e Ucraina.
PAYPAL
3/3
Da ieri PayPal non accetta più nuovi utenti che risiedono in Russia. In più sono stati bloccati diversi account ed estromesse alcune banche del Paese. Parallelamente l'azienda ha attivato un sistema di donazioni per realtà non profit in Ucraina a supporto della popolazione.
SPOTIFY
3/3
Spotify ha chiuso l'ufficio che aveva aperto a Mosca appena il mese scorso (una legge del Paese impone che aziende tech con audience superiore a 500.000 utenti debba necessariamente avere una sede in Russia). La piattaforma di streaming è tuttora accessibile, ma ha bannato RT e Spotify e declassificato nelle sue ricerche i contenuti filo-statali.
Spotify è attivo in Russia e Ucraina dal 2020.
AIRBNB
4/3
AirBnB sta già offrendo ospitalità gratuita per i rifugiati, e ora sospende tutte le sue operazioni in Russia e Bielorussia. La comunicazione è stata data dal CEO Brian Chesky, un rappresentante dell'azienda ha aggiunto che non saranno più accettate prenotazioni in entrambi i Paesi.
STOP PUBBLICIT SU GOOGLE
4/3
Altro capitolo riguardante Google, questa volta sulla pubblicità. L'azienda ha interrotto tutte le attività di advertising sul suolo russo: "alla luce delle circostanze straordinarie, mettiamo in pausa Google ads in Russia". E ciò riguarda tutti, dai media para-statali alle aziende private.
MICROSOFT E SAMSUNG
5/3
Anche Microsoft e Samsung si sono unite a tante altre aziende, tra cui Apple, che hanno deciso di sospendere le vendite dei loro prodotti in Russia a seguito dell'aggressione militare fatta nei confronti dell'Ucraina.
Microsoft sta anche fornendo sostegno al popolo dell'Ucraina così come la società coreana che ha donerà 6 milioni di dollari all'Ucraina, di cui 1 milione di dollari in prodotti di elettronica di consumo
ADOBE
7/3
Stop alla vendita di prodotti e servizi in Russia da parte di Adobe con effetto immediato. L'azienda si era mossa nei giorni scorsi a sostegno della popolazione ucraina, ora decide in pratica di interrompere ogni rapporto commerciale con Mosca. Non solo: è stato bloccato l'accesso ad Adobe Creative Cloud, Adobe Document Cloud e Adobe Experience Cloud a tutti i media controllati dal Cremlino.
CARTE DI CREDITO: VISA E MASTERCARD
I due principali circuiti bloccano le loro attività in Russia. Entrambe le aziende hanno annunciato lo stop a tutte le transazioni nel corso dei prossimi giorni: ciò significa che tutte le transazioni effettuate con Mastercard o Visa emesse da banche russe non saranno valide al di fuori dei confini nazionali, mentre le carte emesse da banche fuori dalla Russia non funzioneranno all'interno del Paese. In Russia, tuttavia, le carte Visa e Mastercard continueranno a funzionare sul mercato nazionale, ma le transazioni saranno processate dal National Payment Card System russo.
TIKTOK
Si muove anche la cinese TikTok, che in Russia ha deciso di bloccare la pubblicazione di video e contenuti in diretta. É una diretta conseguenza della legge contro le "fake news" imposta da Putin e che in questi giorni ha costretto centinaia di giornalisti provenienti da tutto il mondo di abbandonare Mosca (v. RAI).
Dunque non si tratta di un ban da parte del Cremlino, quanto piuttosto di una decisione presa da ByteDance - l'azienda madre che controlla la piattaforma social - per evitare che gli utenti vengano accusati di diffusione di falsità nei confronti delle forze armate russe.
la nostra massima priorità è la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti, e alla luce della nuova legge russa sulle 'fake news', non abbiamo altra scelta che sospendere il livestreaming e i nuovi contenuti nel nostro servizio video in Russia mentre esaminiamo le implicazioni di sicurezza di questa legge. Il nostro servizio di messaggistica in-app non sarà impattato.
NETFLIX
Tutti i servizi di Netflix sono sospesi in Russia. La piattaforma si è rifiutata di adeguarsi alle richieste della Russia di trasmettere canali di propaganda (NTV inclusa). Stop anche all'acquisizione di materiale russo (serie TV, etc.)
NOKIA (HMD)
La guerra allontana dalla Russia anche il ramo mobile di Nokia. L'azienda lascia il Paese a tempo indeterminato:
HMD Global ha interrotto l'export verso la Russia e garantirà il rispetto di tutte le sanzioni e restrizioni.
I prodotti a marchio Nokia continueranno ad essere venduti in Russia sino ad esaurimento scorte.
GOOGLE PLAY STORE, AMAZON, APPLE APP STORE
STOP SERVIZI CLOUD, DUCKDUCKGO PENALIZZA PROPAGANDA RUSSA
La stretta intorno all Russia decisa dalle aziende tech si gioca anche sul terreno del mercato cloud. Amazon, Microsoft, Google e IBM - ciascuna a suo modo - hanno interrotto o ridimensionato la fornitura dei servizi cloud in Russia. Amazon dice di non consentire più nuove iscrizioni ad AWS in Russia e Bielorussia; Microsoft ha sospeso le vendite di tutti i prodotti e servizi in Russia e questo verosimilmente implica che saranno coinvolti anche i servizi di Azure; Google ha confermato che non accetterà nuovi clienti Google Cloud un Russia. IBM conferma infine di aver interrotto tutte le attività con la Russia.
Di diverso avviso è CloudFlare, un'azienda che non offre solo servizi cloud ma si occupa anche di fornire accesso sicuro ad Internet mediante una rete di data center mondiale: nonostante le richieste per interrompere tutti i servizi in Russia, e dopo essersi confrontata con esperti, esponenti della società civile e governi, l'Azienda conclude che la Russia ha bisogno di maggiore accesso ad Internet e non meno.
È sempre notizia delle ultime ore infine la decisione del motore di ricerca DuckDuckGo di penalizzare nei risultati delle ricerche i siti che fanno da cassa da risonanza all'attività di propaganda russa. Il provvedimento segue alla decisione annunciata all'inizio del mese di sospendere la collaborazione con il motore di ricerca russo Yandex
LG
21/3
Con un breve comunicato, LG annuncia che "sospende tutte le spedizioni verso la Russia e continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione".
SPOTIFY CHIUDE DEL TUTTO
27/3
Dopo la chiusura degli uffici, il servizio di streaming musicale non sarà più disponibile in Russia a partire da inizio aprile. La legge locale impedisce infatti la diffusione di notizie che discreditano l'attività militare in corso in Ucraina, e l'azienda svedese si è dovuta giocoforza adeguare.
Sfortunatamente, la legislazione recentemente emanata che limita ulteriormente l'accesso alle informazioni, elimina la libertà di espressione e criminalizza alcuni tipi di notizie mette a rischio la sicurezza dei dipendenti di Spotify e anche dei nostri ascoltatori.
Aggiorneremo l'articolo man mano che arriveranno altre comunicazioni da parte di aziende e social network.
Articolo aggiornato il 27/3 con le informazioni su Spotify.
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Credits immagine d'apertura: Pixabay