Sale LAN in Italia: facciamo il punto della situazione

2 years ago 489

sale lan

Il lan-gate è stato un brutto colpo per l’Italia, che ha dimostrato ancora una volta di come non essere al passo con i tempi, visto che le leggi dedicate ai giochi elettronici senza vincita economica rientrano ancora a quando esistevano solo cabinati e flipper, mentre oggi ci sono macchine che non possono essere omologate e verificate, cosa che invece è necessaria per ogni attrezzatura presente nelle sale giochi.

Abbiamo fatto il punto della situazione, aspettando che questa si depositasse sul fondo per capire per bene cosa succede, cosa è successo, le motivazioni dietro esposti e movimenti, e cosa ci aspetta adesso come soluzione definitiva per quello che tutti chiamano lan-gate, ma che per molti proprietari di Sale LAN è solo l’ennesima chiusura dopo la pandemia.

Il caso: 30 aprile, chiusura delle Sale LAN

Il 30 aprile l’ADM ha posto sotto sequestro alcune delle più grandi sale LAN italiane a causa di un controllo fatto dopo l’esposto di un imprenditore di una società denominata LED Srl. Il problema sembra essere legato alle macchine da gaming di queste sale, veri e propri posti per giocare alla stregua delle sale giochi, che però devono sottostare a dozzine di regole e tasse da pagare.

La mancanza di chiarezza nei regolamenti delle Sale LAN, che nell’ultimo periodo ricordiamo hanno spopolato iniziando ad aprire in ognidove, ha portato il blocco amministrativo delle macchine di queste sale rendendo le attività effettivamente impossibilitate al guadagno.

Mentre effettivamente le dinamiche sono grigie e richiedono chiarezza, le Sale LAN si sono unite nel chiedere un confronto con le istituzioni pubbliche visto che questa chiusura, avvenuta dopo il periodo di Covid-19 che ha richiesto un’altra chiusura molto lunga, sta portando molte Sale a chiudere. Effettivamente il blocco è stato fatto solo alle tre più grandi Sale LAN perché non in regola (da quanto viene detto dall’ADM) con delle imposizioni tributarie in materia di gioco e dell’applicazione corretta della normativa volta alla tutela e alla salute dei minori.

Tante altre Sale LAN si sono trovate a dover chiudere per paura di rimanere aperti e trovarsi un blocco totale alle proprie macchine, sequestrate e quindi impossibilitate da essere aperte o maneggiate.

Le problematiche di una legge vecchia

Ciò che ha portato al blocco e sequestro delle macchine è il fatto che queste Sale LAN, a tutti gli effetti, sono Sale Giochi che non pagano tasse o che non hanno regolamentazioni da seguire, cosa che invece le più vecchie sale piene di cabinati e giochi elettronici hanno. Seguendo questa regolamentazione quindi, è giusta la chiusura, ma come si possono applicare queste leggi vecchie e datate ad un’attività così recente?

Una delle cose che sicuramente non trova confronto con le nuove Sale LAN è l’omologazione delle macchine e il software installato. Nel primo caso, la legge afferma che una macchina da gioco debba essere omologata, ma come si può omologare un PC che richiede componenti diverse e da aggiornare? Se il PC viene usato per una postazione di guida, come può essere omologato se poi magari un nuovo gioco di corse richiede più RAM?

La seconda problematica invece riguarda il software installato: sebbene molti PC mantengano dei software installati, per usarli l’utente deve possedere la licenza inserendo il proprio account, cosa che decisamente non succede con i classici cabinati.

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Le motivazioni dell’esposto

Sicuramente ora c’è da capire che l’esposto sia stato fatto per un fine: Sergio Milesi, titolare di LED Srl, possiede i Joyvillage, sale giochi dotate di cabinati e giochi di ogni genere, che effettivamente hanno una regolamentazione e che richiedono il rispetto di alcune leggi limitanti.

Milesi è corso subito ai ripari dopo aver avviato tutta la vicenda, evidenziando il suo totale disinteresse nel far chiudere le Sale LAN, ma la voglia di cercare una regolamentazione in questo buco nero che riguarda i giochi elettronici senza vincita monetaria.

“Il mondo social si è scatenato senza le giuste informazioni. Lavoro nel settore dell’apparecchio senza vincita denaro, così come in quello degli apparecchi a vincita, con due brand separati. Noi il mondo delle sale LAN non lo vediamo come un competitor perché il comparto dell’intrattenimento è molto ampio. Non siamo sostenitori del pensiero che non debbano esistere. Anzi, il contrario.

Quando abbiamo affrontato l’argomento lo abbiamo fatto con l’intenzione di integrare questa forma di intrattenimento nei nostri centri. Ci siamo però resi conto che non c’erano informazioni chiare sulla normativa di riferimento. Quindi questo mondo esisteva, ma non era inquadrato da un punto di vista legislativo. Con l’esposto abbiamo segnalato la presenza ad ADM di attività di questo tipo e abbiamo appesantito l’esposto ritenendo che queste attività facevano concorrenza alle nostre, ma con una differenza normativa molto importante. Ricordo che da maggio 2021 i Monopoli hanno normato tutte le varie categorie delle offerte di intrattenimento, quindi abbiamo chiesto all’Agenzia se fosse a conoscenza dell’esistenza di queste sale LAN ed Esports. Volevamo rendere coscienti i nostri legislatori della presenza di tali attività. Non è che volevamo farle chiudere, la nostra intenzione era quella di chiedere se queste forme di intrattenimento fossero conformi alle normative e, in caso di risposta negativa, proponevamo di intervenire. Naturalmente non abbiamo specificato il tipo di intervento che avrebbe dovuto attuare il legislatore. In seguito abbiamo presentato un interpello per capire se la nostra interpretazione della norma fosse corretta

Sia le nostre realtà che le sale LAN offrono intrattenimento, anche se diverso, vanno quindi trattate allo steso modo. Una problematica che noi già affrontiamo è quella dei minorenni, che nelle sale amusement possono entrare solo se accompagnati dai propri genitori, di conseguenza anche le sale LAN dovranno andare incontro a questa difficoltà. Noi non chiediamo un’unica regolamentazione per tutto, però non si può penalizzare un’offerta di intrattenimento rispetto a un’altra. Non si può temere che l’amusement possa sfociare nel gioco d’azzardo e il gaming no. Sono realtà diverse, sicuramente non possono sottostare alle stesse regole, ma il legislatore non può trattare un settore dicendo che questo può diventare azzardo mentre l’altro no, non va bene. Ci devono essere normative diverse ma che partano dalla stessa base. Da maggio 2021 tutte le nostre associazioni si sono riunite in una confederazione, gli Stati Generali dell’Amusement, per dialogare con ADM e affrontare le varie problematiche nate con la nuova normativa. Il calciobalilla rientra tra gli apparecchi che devono essere certificati, così come il biliardo, i kiddie rides, come possono questi diventare gioco d’azzardo?”

Essere in regola: risponde WeArena

Intanto Francesco Monastero, CEO di WeArena Entertainment, ha evitato la chiusura visto che è risultato tutto in regola, e con una lettera aperta ha chiarito il suo punto, affermando che se non sono stati coinvolti è questione di merito, “le leggi esistono: un errore non valutarle nella loro interezza”.

L’azienda ha infatti richiesto autorizzazioni che hanno occupato 1 anno e mezzo di consulenza specializzata studiando le normative esistenti. Ha inoltre tenuto a evidenziare come le Sale LAN non siano sinonimo di Esport, visto che le prime vengono usate da gamer di ogni età anche per svago, mentre con Esport si intende la competizione agonistica.

Ora il mondo del gaming è in subbuglio, molte persone sono sul piede di guerra mentre alla fine sembra che tutto stia volgendo verso il dialogo: WeArena si è resa disponibile nell’aiutare e parlare per rendere le altre realtà a prova di leggi, Milesi ha chiarito la sua posizione di semplice ricerca di leggi migliori, o semplificate, anche per le sue attività, e le Sale LAN ora si stanno attrezzando per parlare e spingere verso una regolamentazione più moderna. Forse un lieto fine è dietro l’angolo, anche se nessuno darà indietro i soldi persi alle Sale LAN chiuse (sia per sequestro che per paura di finire come quest’ultime).

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