Pare che gli investitori stiano perdendo la fiducia nella divisione semiconduttori di Samsung: come abbiamo già discusso più volte (anche in tempi recenti), le quote di mercato della società nel settore sono minuscole se comparate ai leader come Qualcomm, MediaTek e Apple, e i chip Exynos non sono mai del tutto all'altezza delle controparti Qualcomm, soprattutto nella fascia top. Secondo gruppi come Petra Capital Management, Dalton Investments e Samsung Investors, Samsung avrebbe perso la capacità di innovare. Questa accusa è stata rivolta un po' a tutto il gruppo, ma soprattutto alla divisione semiconduttori.
Secondo gli investitori il nodo gordiano della situazione è Lee Jae-yong, che è al timone dell'intero gruppo dal 2020: il dirigente è accusato di avere instaurato una cultura aziendale inflessibile e di aver dato priorità a crescita rapida e risparmio di denaro a scapito di innovazione e alti standard qualitativi. Gli esperti argomentano che la creatività sia un elemento chiave nella progettazione di un chip, e un sistema troppo ferreo rischia di soffocare l'estro dei dipendenti.
Questa (presunta, s'intende) inflessibilità instaurata ai massimi livelli del gruppo starebbe causando ripercussioni anche nelle altre divisioni. In generale, la società è meno propensa al rischio, che è inevitabile quando si vuole innovare. E se non si innova si rischia che anche una leadership consolidata come quella nel settore smartphone sfumi in tempi brevissimi - soprattutto calcolando quanto agguerrita sia la concorrenza.
Come spesso accade, queste alterazioni del clima lavorativo hanno una sorta di effetto domino che prima o poi coinvolge tutti i livelli. Indiscrezioni dicono che le divisioni si diano la colpa l'una con l'altra per le difficoltà sempre maggiori della divisione semiconduttori. E alcune voci dicono che Samsung stia perdendo terreno non solo sugli Exynos, ma anche su categorie di prodotto che domina ormai da anni, per esempio quello delle memorie DRAM.
Naturalmente non è che la società sia già spacciata, anzi. Come sappiamo Samsung sta cercando di risollevare le sorti della divisione Exynos con un piano piuttosto ardito (potremmo anche dire rischioso), che prevede l'assenza di chip top di gamma nei prossimi due anni per tornare nel 2025 più forti e competitivi che mai.