Linee sinuose, profili sottili e materiali pregiati non vanno d'accordo con la semplicità di riparazione. Vero che esistono delle eccezioni, ma generalmente i dispositivi che badano al sodo possono essere riparati in maniera più agevole di quelli che invece fanno all in sulla raffinatezza. Il recente Galaxy XCover6 Pro ne è la dimostrazione, uno smartphone rugged costruito seguendo un indirizzo opposto rispetto a quello di un Galaxy S22 Ultra o di uno Z Flip 4, giusto per tirar fuori qualche esempio in casa Samsung di prodotti in cui mettere le mani non è una passeggiata (qui il primo, qui il secondo).
Il nuovo rugged di punta della famiglia Galaxy presentato a luglio è stato smontato davanti a una telecamera dal team di PBKreviews per capire com'è fatto dentro e quanto è difficile sostituire un componente. Ammesso che ce ne fosse mai bisogno, dal momento che si tratta di un rugged costruito innanzitutto per resistere a sollecitazioni anche importanti. Ma qualora, ad esempio, la batteria dopo qualche anno desse segnali di fatica, grazie alla cover posteriore rimovibile rimpiazzarla con una nuova è un gioco da ragazzi.
Senza entrare troppo nei dettagli - per chi volesse approfondire c'è il video integrale da poco più di 5 minuti - Galaxy XCover6 Pro è uno smartphone con soluzioni costruttive semplici, e che quindi si ripara facilmente. È certificato IP68, ma non avendo a che fare con degli spazi angusti i progettisti ad esempio hanno potuto inserire una semplice guarnizione in gomma per tenere asciutta la batteria anche negli sfidanti contesti previsti dalla certificazione.
Samsung non ha complicato la costruzione utilizzando viti diverse dalle classiche Philips e ha utilizzato pochi collanti. Il jack audio da 3,5 mm non è semplicissimo da raggiungere ma non è saldato sulla scheda logica quindi lo si può sostituire e lo stesso ad esempio si può dire per il connettore USB-C. Insomma, resistenza e semplicità costruttiva giocano la medesima partita della durevolezza.