Saturday’s Talks: ogni progetto, open-source o no, hardware o software che sia, se non ha un “bottone AI” è considerato vecchio!

3 days ago 128

Pur avendo dell’incredibile, quello che stiamo raccontando è tutto vero: Logitech ha rilasciato una nuova versione del suo mouse (perché l’azienda quello fa principalmente, tastiere e mouse) la cui caratteristica più importante non è la conformazione, la modalità con cui è possibile premere i tasti o la precisione di scorrimento, bensì una cosa ed una soltanto: il bottone per l’AI.

La notizia è balzata agli onori delle cronache perché ovviamente tutti si sono chiesti: un bottone AI sul mouse a cosa potrà mai servire? Ed in effetti è difficile capire di cosa si sta parlando, e ci hanno provato in molti, vedi ad esempio questo articolo di The Verge.

La questione però è rappresentativa di un trend che sta investendo tutti. L’AI deve essere ovunque, sul telefono, nel frigorifero, ora sul mouse. Tutti lo vogliono, tutti lo inseriscono anche dove non c’entra nulla. Davvero, nel mouse?!

Il mondo open-source fa differenza in questo senso?

Purtroppo no. Sebbene certamente sia più attinente al contesto, poiché in fondo è di software “intelligenti” che stiamo parlando, è vero come tutti i progetti oltre ad interrogarsi e prendere decisioni si stiano pian pianino adeguando.

È il caso ad esempio di Mozilla e del suo software principe, ossia Firefox il quale, come racconta Linuxiac, ha inserito la scelta del chatbot predefinito che può essere invocato direttamente via browser:

Mozilla launches opt-in AI tools in Firefox's sidebar.

Certo, a pensarci non è niente di più che l’integrazione del search engine e certamente ha più senso di un bottone sul mouse che dice AI, ma il punto è un altro: è proprio necessario? Davvero permette al software in questione di fare un balzo in termini evolutivi?

La verità è che è trendy, niente di più.

Hai voglia poi a leggere articoli bellissimi come questo di Red Hat intitolato Why trust open source AI? che spiega tutti i benefici dell’utilizzo di modelli AI open. Qui si sta facendo di tutto un minestrone. L’ombrello AI copre uno spettro ampissimo di applicazioni, e nulla fa se non confondere.

La parola AI fa inebriare le persone, le aziende hanno capito che è un bollino da aggiungere per aumentare le vendite, i produttori di software hanno capito che senza quella menzione il loro prodotto sarà considerato già vecchio.

Perché così va il mercato.

Giusto? Sbagliato? Lo dirà il tempo. L’atteggiamento più saggio al momento, e quanti hanno visto evolvere i trend dell’informatica sin dallo scorso millennio lo sanno bene, non che essere quello di prendere un bel respiro, e lasciare acquietare la situazione.

Perché pian piano le cose superflue si estingueranno da sole, lasciando solo quelle realmente utili.

O almeno, così è stato fintanto che a governare i processi c’erano uomini, e non le intelligenze artificiali.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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