La fotocamera dei Pixel è nota per la sua estrema versatilità e soprattutto per le sue funzionalità software che consentono ai telefoni di Google di essere sempre ai primi posti tra i migliori cameraphone sul mercato.
Ma come viene messa a punto? A svelarlo è la stessa casa di Mountain View, che ha aperto i suoi set fotografici a CNET. Rivelando un approccio molto pratico, basato su esperienze della vita reale.
Un approccio pratico per testare le varie condizioni
Google ha aperto a CNET i propri set fotografici per testare la fotocamera dei Pixel, che possono andare dal movimento, alla messa a fuoco, a diverse condizioni di luce.
I test per il movimento
Alcuni test riguardano il movimento, per garantire che il telefono metta a fuoco il soggetto corretto in ogni condizione di luce.
I set fotografici per mimare le condizioni di luce
Google ha due set, un bar e un soggiorno che possiamo vedere nel video, dove i tecnici possono controllare l'intensità della luce e la temperatura del colore.
In queste condizioni, gli ingegneri dell'azienda possono testare le fotocamere dei Pixel e le funzioni Night Sight Video o Video Boost in un'ampia varietà di scene al chiuso, dalla sera all'alba.
Isaac Reynolds, product manager della GrandeG per la fotocamera Pixel, dichiara come scene di tutti i giorni apparentemente semplici, ad esempio una cena a lume di candela, risultino davvero impegnative per le fotocamere.
Grazie a questi set, i tecnici riescono a riprodurre le varie condizioni di movimento e illuminazione, che consentono di testare come la fotocamera decida quale persona mettere a fuoco in una scena, oltre a garantire che lo sfarfallio delle candele non influisca sull'esposizione in un video.
Come viene controllata la riproduzione del colore
L'azienda ha anche mostrato come viene testata la riproduzione del colore, per esempio per Video Boost, mettendo diverse persone a giocare a Monopoly in una stanza con illuminazione mista (completa di una tabella dei colori e altri oggetti di scena).
La messa a fuoco è una questione di grasso
Non solo, ma i tecnici di Google rivelano come viene testato anche l'hardware. Per esempio nei componenti della fotocamera c'è un grasso che consente all'obiettivo di effettuare l'autofocus. Questo grasso può raggrupparsi sul fondo della fotocamera del telefono quando il dispositivo è nella stessa posizione per un po' di tempo, ad esempio piatto su un tavolo.
Se lo prendiamo in mano e quindi lo mettiamo in posizione verticale, la prima messa a fuoco può risultare diversa e quindi avere un effetto differente man mano che il grasso scorre. Questi test consentono di sistemare eventuali incongruenze.
Vi lasciamo al video, molto istruttivo e in grado di dare un'idea di come Google garantisce che i nostri Pixel siano sempre pronti a regalarci il miglior video possibile nelle diverse situazioni che possiamo incontrare.