No, non è uno scherzo. Un'azienda cinese, Betavolt Technology, ha davvero presentato il prototipo di una batteria basata su un radionuclide, che in futuro potrebbe alimentare smartphone e altri dispositivi per decine d'anni, senza bisogno di essere mai ricaricata. E ora non diteci che non vi piacerebbe! (Nell'attesa, questo è il nostro personale elenco degli smartphone con la maggiore autonomia).
Per rasserenare gli animi di chi già si immagina di avvicinarsi all'orecchio una mini bomba atomica, chiariamo subito che batterie di questo tipo sono già impiegate da anni, ad esempio nei pacemaker, ma volendo fare un esempio più estremo anche nelle missioni spaziali, laddove le celle solari non sono utilizzabili perché troppo lontani dal sole. La differenza è che i sistemi che abbiamo appena citato non si presterebbero a un uso di massa, come quello per le batterie dei telefoni, o per un fatto di dimensioni o perché la potenza erogata non è sufficiente.
Betavolt Technology ha invece già sviluppato una batteria, modello BB100, che misura appena 15 x 15 x 5 mm ed eroga 100 microwatt e 3 Volt. Lo scopo è arrivare a 1 Watt entro i prossimi due anni, con la possibilità di combinarne più di una assieme per maggiore potenza, ove necessario. Il radionuclide impiegato è un isotopo di nickel (nickel-63 per la precisione, che alla fine del processo diventa rame, quindi non rilascia alcun tipo di scoria dannosa), che dovrebbe fornire elettricità per circa 50 anni ed è in grado di funzionare in un intervallo di temperature davvero ampio (da -60 a 120 gradi centigradi).
Betavolt è così sicura che non ci siano radiazioni in uscita, da dichiarare che la sua soluzione può essere impiegata anche impianti medici, ma se la tecnologia progredirà al punto da poter essere usata anche su larga scala, come appunto sui futuri smartphone, è ancora da vedere.
Certo è che sarebbe una soluzione davvero rivoluzionaria e radicale, che cambierebbe per sempre il modo di usare tanti dispositivi elettronici, che potrebbero essere impiegati davvero in modo continuativo 7 giorni su 7 h24 (e non pensiamo solo ai telefoni, ma anche ai droni ad esempio, che proprio di recente si stanno affacciando al mondo delle consegne), oltre a liberarci tutti dal fastidio della quotidiana ricarica. Se una simile strada sarà davvero percorribile non dubitiamo quindi che saranno in molti a volerci "mettere il cappello", con conseguenti benefici per l'utente finale, perché se c'è una cosa che non è (quasi) mai stata nociva al progresso è proprio la concorrenza.