Smartphone: meno completezza, prezzi alti e aggiornamenti | Cosa sta succedendo?

2 years ago 192

Il nuovo anno è iniziato e complice anche il MWC 2022 che è nel pieno del suo svolgimento, vogliamo focalizzare la vostra attenzione su quello che potrebbe essere un trend a cui dovremmo abituarci durante i prossimi mesi: il mercato smartphone sta cambiando e non in senso positivo lato consumatore.

Le motivazioni sono tante, ma in generale hanno comunque tutte a che fare con tre macro temi: crisi di chip, difficoltà di innovare e costi legati alla ricerca/sviluppo e aggiornamenti.

COMPLETEZZA HARDWARE VS INNOVAZIONE

Non siete solo voi nei commenti ad esprimere alcune perplessità, ma anche noi, in fase di test e recensione dei nuovi smartphone in uscita, dobbiamo fare i conti con alcune considerazioni oggettive.

Prendendo in esame il segmento di fascia alta degli smartphone, è difficile vedere una reale innovazione generale. Sebbene ci siano miglioramenti continui, siamo arrivati ad un punto in cui è davvero difficile trovare un prodotto che vada male, che abbia seri problemi hardware o che sia stato ingegnerizzato in modo sbagliato. Display ancora più brillanti, processori ancora più potenti e un numero di fotocamere sempre maggiore sono le poche "armi" che le aziende sembrano avere per cercare di venderci il nuovo dispositivo appena presentato.

Se però andiamo ad analizzare nel dettaglio cosa cambia realmente per l'utente, le differenze prestazionali tra un prodotto lanciato nel 2020 con Snapdragon 865 e un nuovo e fiammante device con Snapdragon Gen.1, sono veramente poche. Paradossalmente sono maggiori le rinunce che i vantaggi:

  • Batterie con capacità minori per cercare di contenere il peso e le dimensioni (ma siamo sicuri che è quello che gli utenti chiedono)
  • Fotocamere maggiori ma spesso molte non utilizzabili realmente o "inutili"
  • Grandangolari che perdono autofocus anche su prodotti molto costosi o con risoluzioni basse
  • OIS che ancora è una rarità e che viene considerato un elemento distintivo per i prodotti "pro"
  • Certificazioni IP68 che stentano ad essere inserite anche su dispositivi da oltre 800€
  • Ricariche Wireless che vengono sfruttate come elemento differenziante per le sole serie "pro"
  • Utilizzo di schermi curvi, poi piatti perchè curvo non piace, poi nuovamente curvo perchè meglio, per poi tornare al piatto senza una reale logica dietro ma solo per "differenziare" uno smartphone dall'altro
  • Impossibilità di trovare un prodotto piccolo con le medesime caratteristiche della variante grande su Android
  • Lettori di impronte che si spostano ovunque sugli schermi e sulle scocche ma che non cambiano di qualità (dove è finito il 3D Sonic Fingerprint del 2019 di Qualcomm per esempio)
  • Esim e Dual SIM sono ancora elementi che non possono essere dati per scontati

Se poi andiamo ad analizzare il settore di fascia media, la situazione è forse ancora peggiore. Fino a metà 2021 non era difficile trovare smartphone venduti a 399€ con ottime caratteristiche e molto completi, mentre oggi i compromessi sono evidenti:

  • Ci sono ancora prodotti usciti recentemente o in arrivo non 5G
  • Il numero di fotocamere e i MP sono ormai inseriti con il pallottoliere e non si guarda alla qualità del sensore ma al numeri di fori e alla risoluzione.
  • Il tutto utilizzando processori spesso sottodimensionati e con ISP non adatti a gestire tante ottiche o MP
  • Si passa dall'utilizzo di processori top di gamma a processori veramente scarsi all'interno dello stesso segmento (250/400€)
  • Processori di fascia inferiore (anche se più nuovi come serie) rispetto al modello precedente che vanno a sostituire (vedi Poco X3 Pro con CPU migliore del successore X4 Pro per esempio),
  • Certificazioni IP sono molto rare
  • A fronte di caratteristiche molto interessanti, ci si scontra spesso con mancanze evidenti che prima non sussistevano

A livello estetico poi c'è una standardizzazione generale e tutto si gioca sulla dimensione e posizionamento delle ottiche posteriori con qualche variazione sui colori, materiali e finiture.

Se si cerca qualcosa di diverso esistono gli smartphone flessibili ma se andiamo a fare un'analisi di questo settore, sembra che le idee siano fondamentalmente già finite a causa di costi elevati di produzione e di un solo produttore in grado di creare questo tipo di schermi pieghevoli.

Fold e Flip che nascono da una copia dell'idea di Samsung e che solo in Oppo trovano una differenziazione dimensionale significativa. Prodotti che comunque portano a delle rinunce importanti: se da un lato peso e dimensioni si fanno sentire, dall'altro mancano alcuni elementi tipici dei top di gamma, comparti fotografici al top, fotocamere interne, software ottimizzati per il prodotto o ancora, la semplice commercializzazione nel nostro mecato.

Innovare ha un costo e probabilmente anche a causa della crisi dei chip riuscire a produrre milioni di prodotti è diventato non solo complesso ma anche impossibile senza fare alcune rinunce.

PREZZI IN SALITA

Quello che però è evidente è che i prezzi sono sempre più in salita (e già c'è un +12% 2021 vs 2020). Sebbene siamo abituati da tempo a vedere smartphone oltre i 1000€, il numero di prodotti in uscita quest'anno sopra questo prezzo è sempre più alto e anche aziende che prima non superavano i 700€, ormai si sono lanciate su questo tipo di posizionamento. Honor Magic 4 Pro è l'ultimo degli esempi ma se guardiamo i super top di gamma, superare 1200€ è normale ma spesso non giustificato.

Vedere un S22 Ultra a 1279€ in versione 8/128GB è anacronistico e per questa cifra è difficile davvero non pensare ad almeno 256GB di memoria interna. Se però S22 Ultra è comunque uno degli smartphone più completi in circolazione, altri brand non riescono ad includere ricariche wireless, certificazioni o hanno comunque smartphone con compromessi hardware/software significativi anche sopra i 1200€.

Una situazione che diventa ancora più pensante se analizziamo la fascia 500/1000€. Al fine di differenziare questi dispositivi da quelli di fascia ancora superiore, i produttori scendono a compromessi spesso ingiustificati, soprattutto se guardiamo al mercato di 18 mesi prima. OIS, certificazioni IP, qualità degli schermi, set delle fotocamere, tagli di memoria e addirittura processori sono i protagonisti limitazioni fatte solo per giustificare un posizionamento ancora più alto dei fratelli "migliori".

Ecco quindi perchè un Moto Edge 30 Pro, pur essendo un top di gamma considerabile economico, non viene accolto positivamente dagli utenti più attenti, perchè a fronte di 749€ si porta dietro comunque dei compromessi che il modello procedente non aveva.

Una situazione che si scontra poi con la presenza sul mercato dei modelli "precedenti" che, ormai deprezzati, non solo offrono caratteristiche migliori per alcuni aspetti, ma costano molto meno e hanno prestazioni che, per la maggior parte degli utenti, sono comunque paragonabili. Per vendere allora "non si aggiorna"...

LA SCELTA RICADE SUGLI AGGIORNAMENTI GARANTITI

Ed ecco quindi che la scelta finale, perlomeno per quella fetta di persone che segue questo settore, ricade su una sola discriminante: gli aggiornamenti software.

Davanti a tanta offerta, a caratteristiche spesso molto simili, a design che alla fine sono tutti paragonabili e a prodotti che in generale vanno sempre bene, ecco che l'unica cosa che fa la differenza nel tempo è il supporto software da parte dell'azienda.

Ecco quindi che a parità di prezzo è molto più facile scegliere un prodotto che sarà aggiornato, uno smartphone venduto da un'azienda che si è dimostrata attenta nella gestione degli aggiornamenti. Spendere quindi 50/100€ in più non è questione di "fotocamera migliore o display più definito" ma quanti anni di aggiornamenti di Android o Patch di sicurezza riceverà il prodotto che sto per comprare (ed un motivo per cui gli iPhone vendono sempre bene anche a fronte di un costo ormai paragonabile ai concorrenti Android).

Un dettaglio che sta diventando sempre più importante e che viene evidenziato quasi ogni giorno anche dai vostri commenti negli articoli. Samsung nel mondo Android, Apple in generale, sono aziende che vengono scelte sia perchè fanno ottimi prodotti, sia perchè hanno una politica di aggiornamento molto chiara, precisa e di lunga durata.

Riuscire a promettere nuovi software e update di sicurezza per anni a tanti prodotti diversi all'interno del portafoglio di un brand non è facile e soprattutto è costoso ma, se il mercato alza i prezzi, il consumatore finale deve poter contare su un servizio migliore e più lungo a livello temporale.

Forse anche per questo molte aziende asiatiche stanno ricompattando i propri asset e se Oppo con Realme e OnePlus ha dimostrato già un cambiamento unendo un po' tutte le divisioni di ricerca e sviluppo e andando a confermare aggiornamenti per anni per alcuni dei nuovi dispositivi (GT 2 Pro per esempio), Xiaomi sembra non aver intuito che per rimanere nella top 3 del mercato è necessario dare certezze agli utenti e queste non possono che passare dal software e dagli aggiornamenti.

DOBBIAMO RASSEGNARCI?

Le scelte per fortuna le facciamo noi consumatori e siamo noi a decidere cosa comprare e di cosa abbiamo bisogno. I segnali sono chiari, la direzione è evidente e starà alle aziende e ai produttori riuscire a convincerci ogni mese che il nuovo smartphone è migliore rispetto al precedente o concorrente.

Se non lo fosse o semplicemente se il prezzo non combaciasse con il nostro potere di spesa, le proposte precedenti potrebbero essere la soluzione anche se, nuovamente, la politica degli aggiornamenti garantiti farà spostare la bilancia verso un brand piuttosto che un altro.

Un 2022 che quindi sembra già segnato e vedremo se nel 2023 saremo sempre costretti a controllare tutti i dettagli di una scheda tecnica per essere sicuri che il nostro smartphone da oltre 1000€ abbia almeno 256GB di memoria, certificazione IP68, ricarica wireless, fotocamere al top, batteria capiente e schermo con refresh variabile realmente e almeno 3 anni di aggiornamenti. Chiediamo troppo? Ne parliamo domani alle 15.30 live in ControTech.


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