Smartphone pieghevoli, 14,2 milioni spediti nel 2022: 12 milioni sono Samsung

1 year ago 157

Samsung e Huawei sono stati i produttori che hanno creduto fin da subito negli smartphone pieghevoli. La società coreana, in particolare, ha potuto sicuramente beneficiare anche della sua capacità produttiva che la vede da anni leader nel settore dei pannelli OLED flessibili. Huawei, dal canto suo, ha incontrato non poche difficoltà in questi ultimi anni a causa del ban statunitense che ha ridotto ormai al minimo la sua capacità.

Essere pionieri in un settore, se da un lato prevede anche la possibilità dell'errore, cosa accaduta all'inizio ad entrambe le società che hanno dovuto perfezionare i loro primi device dopo averli già lanciati sul mercato, dall'altro sicuramente porta anche tanti benefici. A distanza di qualche anno, infatti, Samsung è leader assoluto in questo segmento di mercato che ha raggiunto, secondo la società di ricerca Canalys, 14,2 milioni di unità spedite lo scorso anno.


Di queste, un po' meno di 12 milioni sono di Samsung, praticamente quasi tutto, e circa 2 milioni sono di Huawei. Il resto, una quantitativo quasi irrilevante, è ripartito tra OPPO, vivo, Xiaomi e Honor, tutte con molto meno di 1 milione, e Motorola che ha venduto circa 40.000 Razr.

Parlare di concorrenza, al momento, è decisamente prematuro anche se tutte queste società cinesi stanno progressivamente portando sul mercato dei foldable sempre più interessanti, non ultime OPPO con il Find N2 Flip e Honor con il Magic Vs, approfittando anche del continuo progresso tecnologico del settore, offrendo soluzioni spesso anche migliori di quelle adottate dalla società coreana. Nel frattempo, tuttavia, il mercato dei pieghevoli ha già subito un primo calo su base annua.

Il 2022 si è comunque chiuso in modo positivo per i pieghevoli, con un +62% rispetto all'anno precedente, e le previsioni degli analisti vedono un 2023 ancora in crescita ma in un contesto decisamente più concorrenziale. Per Samsung si ipotizza infatti sia un primo che un secondo trimestre in calo ed una quota di mercato che, verso la metà del 2023, potrebbe scendere addirittura al 50%.


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