Sembra ormai assodato che dovremo abituarci ad aumenti di prezzo ovunque si volga lo sguardo, e anche in ambito tecnologico stiamo assistendo su più fronti a rincari con cui gli utenti dovranno fare i conti. Parlando di servizi non possiamo dire che sci sia un buono o un cattivo, poiché a dividere le società sono al momento solo le tempistiche e tutti stanno remando nella stessa direzione.
Lasciando per un attimo da parte l'hardware, nei giorni scorsi abbiamo visto i primi segni con Youtube di Google, che a partire dagli Stati Uniti ha rivisto il prezzo di abbonamento di Premium e Premium Family. Successivamente è arrivata Apple con i suoi servizi Apple Music, Apple TV+ e Apple One, che ha già ufficializzato i nuovi prezzi anche in Italia.
Se pensavate che la cosa sarebbe finita qui vi sbagliavate di grosso, poiché un altro big player potrebbe presto o tardi allinearsi nella revisione dei prezzi, a quanto si vocifera. Stiamo parlando di Spotify, uno dei più noti servizi di streaming audio, che proprio a settembre ha superato le previsioni di crescita portando a casa un trimestre davvero positivo.
Eppure ciò potrebbe non essere sufficiente, tanto che anche Spotify potrebbe presto operare decisioni simili. Ma la buona notizia è che tale mossa non dovrebbe arrivare in tempi brevi, o almeno, non si parla di tempistiche precise e ciò fa ben sperare. A parlarne è stato nientemeno che il CEO e fondatore di Spotify, Daniel Ek, durante una teleconferenza tenuta per discutere gli ultimi risultati finanziari.
Ek ha esordito dicendo "Quando i nostri competitor aumentano i prezzi, per noi è davvero positivo". Il perché è facilmente intuibile, se poi ci uniamo il fatto che Spotify è il servizio streaming musicale con il minor tasso d'abbandono, il prossimo periodo potrebbe essere ancora più positivo. Ma poi Ek ha continuato affermando che.
Un aumento dei prezzi negli Stati Uniti è una delle cose che vorremmo fare ed è qualcosa che prenderemo in considerazione con i nostri partner di etichetta. Mi sento positivo riguardo il prossimo anno e anche nei confronti dei prezzi per il nostro servizio.
Grazie ai dati relativi al terzo trimestre sappiamo che Spotify ha attualmente 456 milioni di utenti attivi mensili, dei quali 195 milioni sono paganti. Per quanto riguarda i ricavi, sono saliti a 3 miliardi di dollari aumentando del 21% rispetto al trimestre precedente. Questi i dati positivi, ma sono compensati in negativo da altri aspetti che pesano, come i tanti investimenti operati dall'azienda e la crescita pubblicitaria più lenta del previsto, che di fatto hanno portato a una riduzione dei margini d'utile netto.
La buona notizia è che, se gli aumenti dovessero arrivare, non saranno così immediati quanto quelli applicati dai competitor. La scelta attendista di Spotify potrebbe peraltro premiare il servizio, che avrà la possibilità di accogliere coloro che decideranno di fare il salto da una piattaforma all'altra.
Spotify è stato di recente al centro delle attenzioni anche per altri motivi, e uno di questi è l'imminente arrivo di un nuovo abbonamento in grado di porlo a livello dei servizi audio più qualitativi. Spotify Platinum inizia a dare i primi segni, come confermato da un utente Reddite del quale vi abbiamo parlato meglio in uno dei nostri precedenti articoli.